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ciclista su strada e mountain biker italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Francesco Casagrande (Firenze, 14 settembre 1970) è un mountain biker ed ex ciclista su strada italiano. Professionista su strada dal 1992 al 2005, ottenne vittorie a Freccia Vallone, Milano-Torino, Clásica de San Sebastián (due volte), Tirreno-Adriatico e Tour de Suisse, e il secondo posto al Giro d'Italia 2000; fu anche ciclista numero uno al mondo al termine del 2000[1]. Dal 2009 è attivo nel mountain biking, specialità marathon.
Francesco Casagrande | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Francesco Casagrande alla Parigi-Tours 1998 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
Nazionalità | Italia | |||||||||||||||||||||||||||||||||
Altezza | 171 cm | |||||||||||||||||||||||||||||||||
Peso | 64 kg | |||||||||||||||||||||||||||||||||
Ciclismo | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
Specialità | Strada, mountain bike | |||||||||||||||||||||||||||||||||
Squadra | ASD Cicli Taddei (MTB) | |||||||||||||||||||||||||||||||||
Carriera | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
Squadre di club | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Nazionale | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Statistiche aggiornate al 31 marzo 2020 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
Anche i suoi fratelli Filippo e Stefano furono corridori professionisti.
Casagrande iniziò a correre in bicicletta in una società alla periferia di Firenze, l'US Itala di San Bartolo a Cintoia, per poi passare dilettante a inizio 1989 nella Casini-Vellutex di Casini (frazione di Quarrata), con cui rimase per tre stagioni e mezzo vincendo la classifica generale del Giro Baby nel 1991 e classiche toscane come il Gran Premio Ezio Del Rosso nel 1990 e il Giro del Montalbano nel 1992. Nel settembre 1992 fece il salto tra i professionisti con la maglia della Mercatone Uno-Zucchini-Medeghini diretta da Franco Gini.
Iniziò la carriera come specialista delle corse di un giorno e di brevi corse a tappe, vincendo numerose gare soprattutto del calendario italiano: nel 1994 Gran Premio Industria e Artigianato a Larciano, Giro di Toscana, Giro dell'Emilia e Milano-Torino, nel 1995 Giro dell'Appennino e Coppa Placci, nel 1996 Tirreno-Adriatico e due tappe e la classifica finale della Vuelta al País Vasco, nel 1997 Giro di Romagna. Ottenne anche piazzamenti, soprattutto nel 1997: in stagione concluse quarto alla Milano-Sanremo, sesto nella classifica finale del Tour de France e terzo al Giro di Lombardia.
Nel 1998 lasciò la Saeco per passare alla francese Cofidis: durante l'anno vinse il Trofeo Matteotti e la Clásica San Sebastián, quest'ultima valida per la Coppa del mondo, centrando così il primo successo in Coppa. A fine 1998 fu rilevata la sua positività a due controlli antidoping svolti nell'aprile precedente, con anomalie nel parametro testosterone[2]. Dimostrò che la positività era dovuta all'assunzione di un farmaco e fu squalificato per tre mesi dalla giustizia sportiva italiana, ma l'UCI si appellò al tribunale di Losanna, ottenendo il raddoppio della pena; scontò infine cinque mesi, dal 1º gennaio al 31 maggio 1999[3].
Rientrato alle corse nel giugno 1999 con la Vini Caldirola-Sidermec, vinse il prestigioso Giro di Svizzera e ottenne il bis di vittorie sia al Trofeo Matteotti che alla Clásica San Sebastián; in quell'autunno mise a segno numerosi podi, ma nessuna vittoria, nelle classiche italiane (che gli valsero la vittoria in Coppa Italia[4]), e il quarto posto in volata ai campionati del mondo a Verona[5]. Nella primavera del 2000 si aggiudicò la Freccia Vallone. Al Giro d'Italia subito seguente vinse la nona tappa sull'Abetone, indossando la maglia rosa. Riuscì a tenere il primato per undici giorni fino alla crono del Sestriere, quando venne scalzato da Stefano Garzelli: concluse il Giro al secondo posto della generale e si aggiudicò la maglia verde degli scalatori. Nella seconda parte di stagione vinse ancora la Coppa Placci e ottenne podi in diverse gare di Coppa del mondo (secondo alla HEW Cyclassics e al Giro di Lombardia, terzo al Campionato di Zurigo), piazzamenti che gli consentirono di concludere la stagione al numero 1 della classifica individuale mondiale UCI[1].
Passato alla Fassa Bortolo per il 2001 con l'obiettivo di vincere il Giro d'Italia, vinse in preparazione il Giro del Trentino ma durante la prima settimana della "Corsa rosa" fu costretto al ritiro da una caduta[6]. Nella seconda parte di stagione prese parte a diverse classiche, vincendo Coppa Agostoni e Trofeo Melinda e piazzandosi secondo nella Clásica San Sebastián. I primi mesi del 2002, con una preparazione di nuovo incentrata sul Giro d'Italia, videro Casagrande imporsi nella Settimana Internazionale di Coppi e Bartali e di nuovo al Giro del Trentino. Nella "Corsa rosa", dopo aver mantenuto il secondo posto in classifica per alcune tappe, fu squalificato al termine della quindicesima frazione per aver provocato la caduta del colombiano John Freddy García in uno sprint valido per la classifica dei Gran Premi della Montagna[4][7][8]. Nel finale di stagione prese parte alla Vuelta a España, che concluse al settimo posto.
Nel 2003 si trasferì alla Lampre di Giuseppe Saronni. Al Giro d'Italia di quell'anno ottenne due podi parziali, rimanendo stabilmente nella "Top 10" insieme al compagno Raimondas Rumšas; dovette però ritirarsi durante la diciottesima tappa per problemi gastrointestinali, quando era sesto in classifica[9]. Tra giugno e agosto vinse due tappe al Tour de Suisse, e per la seconda volta la Coppa Agostoni e il Trofeo Melinda. Nella prima metà del 2004 rimase spesso fermo per un'infiammazione al tendine di Achille[10]. Rientrato alle corse, alla vigilia della Vuelta a España venne dichiarato "non idoneo" dopo i controlli ematici preventivi svolti dall'UCI, e per questo fermato per quindici giorni[4][10]; chiuse la stagione con i podi al Giro dell'Emilia e alla Milano-Torino in maglia Vini Caldirola-Nobili Rubinetterie.
Lasciò il ciclismo professionistico il 2 maggio 2005, dopo alcuni mesi in gruppo con una nuova squadra, la Naturino-Sapore di Mare di Vincenzino Santoni[11]. In quattordici stagioni vestì la maglia della Nazionale per undici volte tra Mondiali e Giochi olimpici.
Nel 2009 torna a correre, stavolta in mountain bike, con la ASD Cicli Taddei di Santa Croce sull'Arno, specializzandosi nel marathon. Nel 2017 è quarto ai campionati italiani di specialità, e viene convocato in Nazionale dal ct Mirko Celestino per la prova dei campionati del mondo di marathon a Singen[12]. Nel 2018 e nel 2022 prende parte ai campionati europei di specialità; sempre nel 2022 vince la Costa degli Etruschi Epic, gara internazionale di classe 2, battendo il due volte campione del mondo Leonardo Páez[13].
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