Secondo la leggenda dell'Orto del centauro, toponimo del Pizzo Deta di San Vincenzo Valle Roveto (AQ), il nome del genere (Centaurea) sarebbe ispirato al mitologico centauroChirone, che al contrario degli altri centauri aveva un'indole mite e saggia. A lui gli antichi attribuivano le più grandi virtù nella profezia e nella medicina e lo considerarono maestro di Esculapio, Ercole, Giasone, Castore e Polluce. Questa sua fama si ritrova anche in altri nomi di piante ritenute in gran conto, quali Centaurium erythraea e Opopanax chironium (forse la panacea degli antichi).[3] L'epiteto specifico (montana) indica l'habitat tipico per questa specie.
Il nome scientifico della specie è stato definito da Linneo (1707 – 1778), conosciuto anche come Carl von Linné, biologo e scrittore svedese considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione "Species Plantarum - 2: 911" del 1753.[4]
L'altezza di queste piante varia da 2 a 8 dm. La forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap), ossia sono piante perenni, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve, dotate di un asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. Tutta la pianta è sparsamente pubescente per peli infeltriti biancastri misti a peli pluricellulari.[5][6][7][8][9][10][2][11]
Radici
Le radici sono secondarie dai rizomi. I rizomi sono striscianti (formano degli agglomerati espansi).
Fusto
La parte aerea del fusto è eretta con alidecorrenti, è semplice e generalmente monocefala.
Foglie
Le foglie hanno una lamina lanceolata indivisa con base ristretta, più o meno amplessicaule e lungamente decorrente sul fusto. Spesso le foglie vicine all'infiorescenza (lineari e acute) superano il capolino. Sono cotonose nella parte inferiore. Dimensione delle foglie: larghezza 3 – 4cm; lunghezza 8 – 12cm.
Infiorescenza
Le infiorescenze consistono in capolini per lo più solitari. I capolini sono formati da un involucro a forma ovoidale composto da diverse squame (o brattee) disposte in modo embricato al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori. Le brattee, colorate da verde a rossastro, sono provviste di un'appendice nera lacerata con diversi denti posizionati irregolarmente per lato (lunghezza dei denti 0,6 – 1,6mm); i denti possono essere più larghi che stretti. Diametro dei capolini: 45 – 70mm. Diametro dell'involucro: 10 – 18mm.
Calice: i sepali del calice sono ridotti a una coroncina di squame.
Corolla: la corolla è tubulosa con apice a 5 lobi esili ma profondamente intagliati. Quelli centrali sono zigomorfi e sono ermafroditi, quelli periferici sono attinomorfi, più grandi (i lobi sono allargati), sterili e disposti in modo patente per rendere più appariscente tutta l'infiorescenza.[3] Il colore del tubo (lungo 20mm) è bianco-roseo, mentre le lacinie (lunghe 15mm) sono azzurro-violette.
Androceo: gli stami sono 5 con filamenti liberi ma corti (sono pelosi verso la metà della loro lunghezza), mentre le antere sono saldate in un manicotto (o tubo) circondante lo stilo e lungo quasi quanto la corolla; la parte superiore è costituita da prolungamenti coriacei.[14] I filamenti delle antere sono provvisti di movimenti sensitivi attivati da uno stimolo tattile qualsiasi (come ad esempio un insetto pronubo) in modo da far liberare dalle antere il polline. Contemporaneamente anche lo stilo si raddrizza per ricevere meglio il polline.[3]
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.
Habitat: l'habitat tipico per questa pianta sono le boscaglie, i cedui e i prati pingui; ma anche le praterie rase subalpine, anche rocciose, i margini erbacei, i megaforbieti, i popolamenti a felci, peccete, lariceti, abetine, faggete, betuleti, pino laricio silano e in ultimo anche coltivi ornamentali (soprattutto giardini rocciosi alpini). Il substrato preferito è sia calcareo che siliceo con pH basico, medi valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido.[16]
Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare da 300 fino a 1.900 ms.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: montano e subalpino oltre in parte a quello collinare.
Fitosociologia
Areale alpino
Dal punto di vista fitosociologico alpino la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[16]
Formazione: delle comunità delle macro- e megaforbie terrestri
Caricion austroalpinae: in questa cenosi C. monatana si rinviene tra l'erba alta e i prati.
Origanetalia, Cephalanthero-Fagion e Tilio-Acerion: in questi ambienti la specie di questa voce predilige i margini dei boschi caducifoglio.
Centaureo montanae-Fagetum: qui, soprattutto nell'Appennino settentrionale, è un specie caratteristica territoriale.
La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[17], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[18] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[19]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1]
Il genere Centaurea elenca oltre 700 specie distribuite in tutto il mondo, delle quali un centinaio sono presenti spontaneamente sul territorio italiano.
Nella "Flora d'Italia" di Sandro Pignatti questa specie è indicata come Cyanus montanus (L.) Hill.
Filogenesi
La classificazione della sottotribù rimane ancora problematica e piena di incertezze. Il genere di questa voce è inserito nel gruppo tassonomico informale Centaurea Group formato dal solo genere Centaurea. La posizione filogenetica di questo gruppo nell'ambito della sottotribù è definita come il "core" della sottotribù; ossia è stato l'ultimo gruppo a divergere intorno ai 10 milioni di anni fa.[22][23][24][25]
La specie di questa voce è inclusa nella sect. Cyanus del genere Centaurea. La Centaurea sect. Cyanus ha una origine orientale (probabilmente è nata da un ceppo caucasico o nord iraniano). Il gruppo è suddiviso in due sottosezioni: Cyanus a ciclo biologico annuale e Perennes a ciclo biologico perenne, entrambe sono monofiletiche e ben definite.[26][27] I caratteri distintivi del gruppo (dal resto delle centauree) sono:[11]
il colore dei fiori è azzurro, azzurro-violetto o blu;
le brattee involucrali sono prive di spine;
le appendici delle brattee dell'involucro hanno un margine che decorre su entrambi i lati fino alla base.
Questo gruppo comprende le seguenti specie (relative alla flora spontanea italiana):[11]
l cladogramma seguente, tratto dallo studio citato[26] e semplificato, mostra una possibile configurazione filogenetica della sezione (relativamente alle specie della flora italiana).
Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[2]
Centaurea angustifolia Mill.
Centaurea carpathica Geners.
Centaurea caucasica M.Bieb. ex DC.
Centaurea chlorantha Adams ex Ledeb.
Centaurea graminifolia Pourr. ex Willk. & Lange
Centaurea leucantha Web. & Mohr
Centaurea montana var. pradensis O.Bolòs & Vigo
Centaurea serrata Kitt.
Centaurea seusana Benth.
Cyanus angustifolius (Mill.) Soják
Cyanus montanus Hill
Jacea alata Lam.
Setachna montana Dulac
Specie simili
La specie Centaurea triumfetti è molto simile a quella di questa voce. Le due specie si distinguono per le seguenti caratteristiche:[28]
C. triumfetti: il fusto è ramificato nella zona apicale; l'infiorescenza si compone di 1 - 4 capolini: le appendici delle brattee dell'involucro esterne sono brunastre e sono dentate in modo regolare (i denti laterali sono più lunghi che larghi)
Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
Farmacia
Secondo la medicina popolare la centaurea montana ha le seguenti proprietà curative:[29]