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film del 2019 diretto da Quentin Tarantino Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
C'era una volta a... Hollywood (Once Upon a Time... in Hollywood[N 1]) è un film del 2019 scritto, diretto e co-prodotto da Quentin Tarantino.
C'era una volta a... Hollywood | |
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Cliff Booth (Brad Pitt) e Rick Dalton (Leonardo DiCaprio) in una scena del film | |
Titolo originale | Once Upon a Time... in Hollywood |
Lingua originale | inglese |
Paese di produzione | Stati Uniti d'America, Regno Unito |
Anno | 2019 |
Durata | 161 min |
Dati tecnici | B/N e a colori rapporto: 2,39:1 |
Genere | commedia, drammatico |
Regia | Quentin Tarantino |
Soggetto | Quentin Tarantino |
Sceneggiatura | Quentin Tarantino |
Produttore | Quentin Tarantino, David Heyman, Shannon McIntosh |
Produttore esecutivo | Georgia Kacandes, Yu Dong, Jeffrey Chan |
Casa di produzione | Columbia Pictures, Bona Film Group, Heyday Films, Visiona Romantica |
Distribuzione in italiano | Warner Bros. Italia |
Fotografia | Robert Richardson |
Montaggio | Fred Raskin |
Effetti speciali | Jeremy Hays, John Dykstra |
Scenografia | Barbara Ling, Richard L. Johnson, Nancy Haigh |
Costumi | Arianne Phillips |
Trucco | Heba Thorisdottir, Greg Nicotero, Howard Berger |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori originali | |
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Doppiatori italiani | |
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Logo italiano del film |
Il film, con protagonisti Leonardo DiCaprio, Brad Pitt e Margot Robbie, ambientato nella Los Angeles del 1969, segue le vicende di un attore televisivo in declino e della sua controfigura che, intenti a farsi strada nell'industria cinematografica hollywoodiana, si ritrovano a essere vicini di casa di Sharon Tate, appena qualche mese prima del massacro di Cielo Drive.
Si tratta di un film semi-realistico: alcune vicende sono state modificate rispetto alla storia reale. Gli attori hanno dichiarato di aver partecipato alle audizioni senza sapere che ruolo avrebbero interpretato, vista la segretezza in cui era tenuta la sceneggiatura.
Si tratta del terzo film, dopo Bastardi senza gloria (2009) e Django Unchained (2012), della trilogia del revisionismo storico del regista. Inoltre, vista la massiccia presenza di scene western, rappresenta un omaggio al genere spaghetti western come i precedenti Django Unchained (2012) e The Hateful Eight (2015).
Alla fine degli anni cinquanta, l'attore Rick Dalton è protagonista della famosa serie TV western Bounty Law e sembra pronto a compiere il "grande salto" a star del cinema. Nel febbraio del 1969, tuttavia, la sua carriera non è decollata come previsto e, mentre a Hollywood sta emergendo un nuovo tipo di cinema e con esso un modello d'attore diverso dal suo, Dalton si ritrova ad accettare parti da cattivo occasionale in altre serie televisive. A passarsela male è anche Cliff Booth, da dieci anni sua inseparabile controfigura, miglior amico e, da quando Dalton è stato fermato per guida in stato d'ebbrezza, autista personale: già sospettato di dolo e complicità nella morte di sua moglie, è stato bandito da tutti i set cinematografici hollywoodiani per aver scatenato una rissa contro Bruce Lee durante le riprese di un episodio di Il Calabrone Verde.
8 febbraio. L'agente di casting Marvin Schwarzs propone a Dalton di trasferirsi in Italia, dove diversi attori in declino hanno ritrovato successo come star di spaghetti western e altri film di serie B. La notizia che la sua carriera potrebbe essere giunta al capolinea getta Dalton nello sconforto, finché non scopre che nella casa a fianco alla sua si è appena trasferita una giovane coppia: il regista Roman Polański, uno dei nomi più caldi del momento a Hollywood, e sua moglie, l'attrice Sharon Tate. Ciò lo rinvigorisce al punto da fantasticare di entrare nelle grazie della coppia e ravvivare la propria immagine con un ruolo in un film del cineasta polacco. La sera trascorre in modo diverso per i personaggi finora conosciuti: Rick se ne sta a casa a prepararsi un drink dopo l'altro mentre ripassa un copione; Cliff rientra nella sua abitazione (una roulotte accanto a un Drive-in) e guarda la TV con la fida pitbull Brandy; Roman e Sharon vanno a una festa alla Playboy Mansion dove lei attira il gossip di alcuni presenti, tra cui Steve McQueen.
L'indomani Cliff, dopo aver portato Rick a girare Lancer, nota uno strano giovane, Charles Manson, che si presenta a casa Polański in cerca del precedente proprietario e che, prima di venire allontanato, adocchia Sharon Tate. Durante il pomeriggio lo stuntman offre un passaggio alla giovane autostoppista Pussycat, una delle tante hippy che vagabondano per la città: dopo averne rifiutato le avance a causa della sua minore età, questa lo conduce allo Spahn Ranch, un ranch cinematografico abbandonato dove vive coi suoi amici, per fargli conoscere Manson, il loro leader e mentore. Cliff nota un'atmosfera sinistra nella comune hippie che si è stabilita lì e dopo aver parlato con il proprietario del ranch, sua vecchia conoscenza, decide di andarsene, data anche la crescente ostilità di Pussycat e degli altri ragazzi nei suoi confronti, non prima però di aver brutalmente picchiato uno di loro, Clem, che gli ha bucato una ruota dell'auto.
Nel frattempo Rick Dalton, appositamente scelto dal regista Sam Wanamaker per il ruolo del cattivo, gira l'episodio pilota di Lancer ma è demoralizzato dalle parole di Schwarzs e ancora in preda ai postumi di una sbornia, perciò fatica a memorizzare le proprie battute; poi, spronato da Trudi, un'attrice bambina molto rigorosa, fornisce infine un'ottima interpretazione in parte anche improvvisata, che gli vale le lodi di tutto il set. Sharon, nel mentre, va al cinema a vedere Missione compiuta stop. Bacioni Matt Helm, film comico in cui ha una parte minore, ed è contenta di vedere che il pubblico sembra apprezzarla. Ritrovata la fiducia in sé stesso, Rick decide di ascoltare Schwarzs e si trasferisce per sei mesi a Roma, dove recita da protagonista in tre spaghetti western e un film di spionaggio all'italiana, ovviamente con Cliff come controfigura.
Tornato a Los Angeles l'8 agosto 1969 dopo essersi sposato con l'attrice italiana Francesca Capucci, Rick confida a Cliff di essere incerto sulla propria carriera futura e di non potersi più permettere i suoi molti servigi: i due decidono quindi di dirsi addio con un'ultima sbornia e tornano a casa, in taxi, a notte fonda. Più tardi, quattro membri della comune di Manson, Tex, Sadie, Linda e Katie, preparandosi a uccidere chiunque si trovi nell'abitazione di Sharon come ordinatogli dal loro leader, parcheggiano nella piazzetta davanti alla villetta di Rick, ma questi, ubriaco e infastidito dal rumore dell'auto, li scaccia in malo modo. Avendolo riconosciuto come il protagonista di Bounty Law, gli hippy organizzano un nuovo piano: uccidere il celebre attore per lanciare un messaggio contro l'ipocrisia hollywoodiana, che non fa altro che «insegnare a uccidere fin da bambini» con i suoi film e serie tv.
Dopo la diserzione di Linda, gli altri tre irrompono armati di pistola e coltelli in casa Dalton, trovandosi davanti Cliff che, sotto l'effetto allucinatorio di una sigaretta all'LSD, uccide a mani nude Katie e Tex e fa aggredire Sadie da Brandy prima di svenire per le ferite riportate nella colluttazione. Accecata dalle ferite, Sadie dà i numeri urlando e sparando all'impazzata nella piscina privata dove si trova Rick, ignaro fino a quel momento della situazione: l'uomo, recuperato dal garage un lanciafiamme ricordo di un suo vecchio film, la finisce bruciandola viva. All'arrivo dei soccorsi, Cliff viene portato via in ambulanza, ferito ma in condizioni stabili, mentre Sharon, venuta a conoscenza delle terribili disavventure accadute al vicino, invita Rick a casa sua.
Nella scena durante i titoli di coda, Rick sta girando uno spot pubblicitario delle sigarette “Red Apple”, che termina ironicamente con l’attore adirato per il sapore disgustoso del tabacco (che ha appena finito di elogiare nello spot) e per la sagoma di cartone a grandezza naturale che lo raffigura, a suo dire, con il doppio mento in evidenza.
C'era una volta a... Hollywood era stato originariamente concepito da Quentin Tarantino sotto forma di romanzo: dopo cinque anni di lavoro sul progetto, il regista ha deciso che la storia avrebbe funzionato meglio come film.[1] Come prima cosa, Tarantino ha creato il personaggio di Cliff Booth.[2] Ideandolo come un personaggio con un passato da veterano della seconda guerra mondiale ed ex-Berretto verde, Tarantino si è ispirato a Billy Jack, eroe d'azione dal passato simile interpretato da Thomas Laughlin in quattro film dal 1967 al 1977.[3] Per le sue abilità e il lavoro da stuntman nella Hollywood di fine anni sessanta, ha preso invece ispirazione da figure realmente esistite come Gary Kent, stuntman in diversi film girati allo Spahn Ranch nel periodo in cui la famiglia Manson vi si era stabilita, e Gene LeBell, artista marziale assunto come controfigura per la serie televisiva Il Calabrone Verde (1966–1967) poiché era uno dei pochi a riuscire a tener testa a Bruce Lee sul set.[4][5][6]
Tarantino ha poi deciso di creare un attore per cui Booth fosse la controfigura.[2] Per Rick Dalton si è ispirato a diversi astri nascenti dell'età classica di Hollywood e le cui carriere hanno poi subito una battuta d'arresto con l'avvento della nuova Hollywood e di un nuovo tipo di star del cinema alla fine degli anni sessanta: in particolare si è ispirato a Ty Hardin per quanto riguarda la transizione di Dalton da serie televisive western statunitensi agli spaghetti western, mentre tra le altre fonti d'ispirazione ci sono stati Ralph Meeker, George Maharis, Edd Byrnes, Tab Hunter, Vince Edwards e Fabian Forte.[7][8][9] Per Bounty Law, la serie televisiva in cui recita Dalton, si è ispirato allo stile di Ricercato vivo o morto (1958–1961) con Steve McQueen, ulteriore fonte d'ispirazione per il personaggio.[10] Il rapporto d'amicizia con Cliff Booth è basato invece su quello tra Burt Reynolds e il suo stuntman Hal Needham, che hanno anche ispirato alcuni tratti dei relativi personaggi.[11]
Tarantino ha poi deciso di far diventare i due personaggi i vicini di casa di Sharon Tate poco prima dell'omicidio di lei per mano della famiglia Manson e, partendo dal finale, ha iniziato a ideare la storia a ritroso.[2] All'inizio voleva rendere il film una storia alla Elmore Leonard, ma, confidando nel potenziale dei personaggi che aveva creato, ha deciso di trasformarlo in una storia più sui generis che seguisse semplicemente le vicende quotidiane dei tre protagonisti.[2]
Nel luglio del 2017 è stato annunciato che Tarantino aveva completato la sceneggiatura del film.[12] Bob e Harvey Weinstein sarebbero stati coinvolti come loro solito nel progetto in qualità di produttori, mentre non era stato specificato se avrebbero curato nuovamente anche la distribuzione del film di Tarantino, in quanto quest'ultimo aveva intenzione di terminare le ultime rifiniture alla sceneggiatura prima di presentare il progetto ai finanziatori.[12] Nell'ottobre dello stesso anno, in seguito alle accuse di molestie sessuali rivolte a Harvey Weinstein, Tarantino ha preso le distanze dai due produttori e dalla loro Weinstein Company.[13][14]
A novembre, David Heyman e la sua Heyday Films hanno sostituito i Weinstein come principali produttori della pellicola, assieme a Tarantino e alla sua abituale collaboratrice Shannon McIntosh.[15] Il regista avrebbe voluto lavorare col produttore inglese sin da The Hateful Eight (2015), ma la collaborazione tra i due non era andata in porto.[16] Sempre lo stesso mese, Sony Pictures Entertainment ha ottenuto i diritti di distribuzione del film al termine di una trattativa che ha coinvolto studios come Warner Bros. Pictures, Universal Studios, Paramount Pictures, Annapurna Pictures e Lions Gate Entertainment.[16][17]
Per aggiudicarsi i diritti, la Sony ha dovuto acconsentire a numerose richieste di Tarantino, tra cui un budget di almeno 95 milioni di dollari, il final cut del film, uno «straordinario controllo creativo» e il diritto a una percentuale del 25% sull'incasso lordo della pellicola: Tarantino aveva richiesto inoltre che tutti i diritti del film tornassero a lui dopo 10-20 anni dalla sua uscita.[18] Il regista ha accettato l'offerta della Sony poiché riteneva che sapessero più di tutti gli altri come meglio promuovere il film e fossero come lui «dei sostenitori della sala cinematografica».[16]
Il film ha avuto un budget compreso tra i 90 e i 96 milioni di dollari,[19] di cui 18 in crediti d'imposta californiani.[20] I co-finanziatori della pellicola sono stati la Columbia Pictures (divisione della Sony Pictures Motion Picture Group), la Visiona Romantica dello stesso Tarantino e, per un 25%, la cinese Bona Film Group.[19][21] Tarantino ha accorciato preventivamente la sceneggiatura per essere sicuro di rientrare nel budget.[16]
Con l'annuncio del progetto, Margot Robbie è stata la prima attrice a entrare in trattative per unirsi al cast, nel ruolo di Sharon Tate.[22] A novembre, è stato annunciato che Leonardo DiCaprio era stato preso in considerazione per il ruolo di Rick Dalton.[14] Nel gennaio del 2018, DiCaprio ha confermato la sua partecipazione al film, accettando di ridurre il proprio salario pur di lavorare nuovamente con Tarantino.[23][24] DiCaprio e Tarantino hanno sviluppato assieme il personaggio, rendendo implicito che soffrisse di disturbo bipolare, di cui Tarantino ritiene fosse affetto anche l'attore del periodo Pete Duel.[8]
Lo stesso mese, Al Pacino è entrato in trattative per interpretare l'agente Marvin Schwarzs,[25] ruolo che Tarantino aveva scritto appositamente per lui.[26] A febbraio Brad Pitt è entrato nel cast nel ruolo di Cliff Booth, per il quale era stato preso in considerazione Tom Cruise.[15][27][28] Il regista si è convinto che Pitt fosse la scelta giusta dopo che questo si è presentato a casa sua per discutere del ruolo con un DVD del film Billy Jack (1971), da cui Tarantino aveva preso ispirazione per il personaggio e che, per una coincidenza, intendeva proprio mostrare a Pitt.[3] Anche Pitt ha ridotto la sua paga per non gravare eccessivamente sul budget del film.[16] Nel maggio dello stesso anno Robbie è stata infine confermata nel ruolo di Tate; per prepararsi alla parte, l'attrice ha dichiarato di non essersi consultata con Roman Polański, all'epoca marito della Tate, ma di aver letto la sua autobiografia del 1985 Roman by Polanski.[29][30]
Nel mese di marzo Zoë Bell ha confermato di avere un ruolo nel film.[31][32] Per la parte, Bell ha dichiarato di essersi ispirata a Stuntman Mike, il personaggio interpretato da Kurt Russell nel film di Tarantino Grindhouse - A prova di morte (2007).[33] Lo stesso mese anche Burt Reynolds, Tim Roth, lo stesso Russell e Michael Madsen si sono uniti al cast, gli ultimi tre in ruoli minori.[29] Una volta letta la sceneggiatura e saputo del ruolo di Brad Pitt, Reynolds ha suggerito a Tarantino di inserire in sceneggiatura una battuta che dicesse a Booth di "essere bello, per uno stuntman", cosa che il regista ha poi fatto.[34] Sempre lo stesso mese, Timothy Olyphant si è aggiunto al cast.[35] Nel mese di giugno si sono aggiunti al cast Al Pacino, Damian Lewis, Luke Perry, Emile Hirsch, Dakota Fanning, Clifton Collins Jr., Keith Jefferson, Nicholas Hammond e Scoot McNairy.[36][37][38]
Il mese seguente Spencer Garrett, Martin Kove, James Remar, Brenda Vaccaro, Nichole Galicia, Mike Moh, Craig Stark, Marco Rodríguez, Ramon Franco e Raul Cardona si sono aggiunti al cast.[39] Ad agosto sono entrati nel cast Lena Dunham, Austin Butler, Maya Hawke, Lorenza Izzo, Danny Strong, Sydney Sweeney, Rafał Zawierucha, Clu Gulager, James Landry Hébert, Mickey Madison, Rumer Willis, Dreama Walker, Margaret Qualley, Costa Ronin, Victoria Pedretti, Madisen Beaty e Damon Herriman.[40][41][42] Quest'ultimo è stato scelto per il ruolo di Charles Manson, che aveva appena interpretato nella seconda stagione della serie televisiva Mindhunter: tuttavia, Herriman ha dichiarato che Tarantino non si è dimostrato particolarmente interessato al fatto.[43] A settembre Bruce Dern ha sostituito Reynolds, deceduto il mese stesso senza essere riuscito a girare prima le proprie scene.[44][45]
Molti degli attori hanno dichiarato di aver partecipato alle loro audizioni senza sapere che ruolo avrebbero interpretato, vista la segretezza in cui era tenuta la sceneggiatura.[46]
Quentin Tarantino ha dichiarato di essersi ispirato a Model Shop di Jacques Demy per la ricostruzione della Hollywood dell'epoca[47]. Per ricreare la Los Angeles del 1969 ha preferito ricorrere il meno possibile alla computer grafica, utilizzando quando possibile i luoghi reali, opportunamente riportati al loro aspetto originale.[48] La scenografa Barbara Ling ha definito il compito «molto arduo», in quanto «Los Angeles non è mai stata una città con uno spirito di conservazione storica, gli edifici vengono costantemente demoliti [...] è quindi ancor più difficile trovare un posto tranquillo in cui ricostruire [quegli edifici]».[49]
L'intervento più ampio della scenografia è stato quello volto a trasformare un segmento di Hollywood Boulevard lungo sei isolati nella propria controparte del 1969: Ling e la sua troupe sono intervenuti sulle facciate degli edifici, ricostruendone l'aspetto dell'epoca compreso di insegne e manifesti di quel periodo, su elementi architettonici dei marciapiedi e sulla carreggiata, che è stata riempita di auto d'epoca.[16][49][50] Le operazioni si sono spesso protratte fino a poche ore prima dell'inizio delle riprese, essendo impossibile impedire il continuo transito e accesso a tutti gli edifici interessati: secondo la set decorator del film Nancy Haigh, lo sforzo è riuscito solamente grazie alla «precisione militare» di Ling, che coordinava gli interventi delle squadre dei carpentieri prima, dei pittori di scena poi e infine degli arredatori.[49][50]
Per le scene di Sharon Tate girate al Westwood Village, la troupe ha ricostruito la facciata esterna del Fox Village Theatre e del Bruin Theater, che hanno fornito alla troupe le loro insegne originali del periodo, così come delle teche espositive d'epoca per le locandine: anche locali adiacenti dell'epoca come l'Hamburger Hamlet, non più esistente, e lo Stan's Donuts sono stati ricreati, a partire da foto di fine anni sessanta.[49][51] La troupe è dovuta intervenire in un modo simile anche per le inquadrature in cui compare il Pussycat Theater, sostituendo le nuove insegne al LED con quelle originali.[49][51] Per il Larry Edmunds Bookshop, dove Tate acquista una copia di Tess dei d'Urberville, Ling ha ricostruito l'aspetto originario della facciata, esponendovi riproduzioni di libri del periodo: per le scene ambientate al Musso & Frank Grill invece è bastato che i proprietari fornissero le loro insegne originali, essendo lo storico ristorante hollywoodiano rimasto pressoché identico.[49][51] Per ricostruire l'aspetto del Cinerama Dome all'anteprima del film Krakatoa, est di Giava nel maggio del 1969, Ling e la troupe hanno adornato il cinema di locandine e insegne del film: i palazzi circostanti l'edificio, non presenti nel 1969, sono stati poi rimossi digitalmente.[51][52]
Per alcune scene tuttavia, non era più possibile disporre delle location originali, essendo queste andate distrutte o demolite: ad esempio, per ricreare il Van Nuys Drive-In Theater, cinema drive-in dietro cui nel film si trova la roulotte di Cliff Booth, sono state unite delle riprese di una miniatura costruita dall'effettista John Dykstra ad alcune dell'ancora attivo Paramount Drive-In Theater, riempito per l'occasione di auto d'epoca.[51][52] Essendo lo Spahn Ranch andato distrutto nel 1970, la troupe ha dovuto ricostruire interamente le scenografie da main street western e la casa di Spahn nel vicino parco regionale di Corriganville, ex-ranch cinematografico dalla topografia simile, per poi invecchiarle artificialmente per dargli un senso di degrado.[51][52] In tutto, il processo è durato tre mesi.[50] Durante le riprese, l'attore Bruce Dern, interprete di Spahn nel film, è rimasto molto impressionato dall'accuratezza della ricostruzione, avendo recitato in alcuni film girati allo Spahn Ranch durante gli anni sessanta.[51]
Agli Universal Studios Hollywood, Ling ha ricostruito i set della serie televisiva Lancer nel modo più fedele possibile, basandosi su quanto era visibile negli episodi della serie, mentre per il set della fittizia Bounty Law ha optato per un look «più sporco, polveroso, alla Deadwood prima maniera [...] lontano dagli sfarzi produttivi [di Lancer]».[50][52][53] Per le inquadrature ricostruite della serie televisiva The F.B.I, la troupe di Ling è riuscita a trovare lo stesso camion utilizzato nell'episodio originale.[54]
Le riprese principali sono cominciate il 18 giugno 2018 a Los Angeles e si sono concluse il 1º novembre dello stesso anno.[55][56]
Robert Richardson, abituale collaboratore artistico di Tarantino, è stato il direttore della fotografia del film.[57] Inizialmente, Richardson e Tarantino intendevano girare il film in 70 millimetri come col precedente The Hateful Eight, ma, quando questa scelta si è dimostrata troppo costosa, hanno optato per la pellicola Kodak 35 millimetri in formato anamorfico, girando con macchine da presa e lenti Panavision.[53][57][58] Le scene di Bounty Law e Lancer sono state girate direttamente in bianco e nero. I due hanno girato anche brevi sequenze in Super 8 e 16 millimetri Ektachrome.[53] Richardson ha dichiarato che le istruzioni dategli da Tarantino erano di dare al film «una sensazione di rétro, ma anche di contemporaneo», per meglio riflettere il contrasto tra vecchia e nuova Hollywood presente nella storia.[53]
La produzione ha dovuto dividere le riprese delle scene nella Hollywood Boulevard "riportata" al 1969 in due tempi, dato che la camera di commercio di Hollywood non aveva dato il permesso di bloccare il traffico losangelino troppo a lungo: prima sono state girate le scene riguardanti quattro dei sei isolati prescelti, mentre alcuni mesi dopo è stato il turno dei rimanenti due isolati.[16][49][50] Dopo le paghe degli attori, le riprese a Hollywood Boulevard, comprese della ricostruzione scenografica dell'epoca, sono state l'elemento più costoso di tutto il film.[16] Per girare nella Playboy Mansion, Tarantino ha dovuto trattare con Daren Metropoulos, nuovo proprietario dell'edificio dopo la morte di Hugh Hefner: inizialmente restio a fornire l'edificio, in fase di ristrutturazione, Metropoulos ha poi acconsentito, venendo accreditato come "produttore associato" del film.[50][51]
Le scene ambientate a Cielo Drive non sono state girate nei veri luoghi del massacro poiché la casa di Sharon Tate e Roman Polanski fu demolita nel 1994: oggi, al suo posto, sorge una villa di dimensioni maggiori. La casa di Rick Dalton, che nel film abita accanto ai Polanski, si trova invece in un'altra strada di Los Angeles.[59] L'unica sequenza a essere stata girata nella vera strada privata di Cielo Drive è quella all'inizio del film in cui Cliff Booth percorre la strada in macchina, di sera, dopo aver riportato Rick a casa.[senza fonte]
Le inquadrature con Rick Dalton inserite in un episodio realmente esistente della serie televisiva F.B.I. (1965-1974) sono state girate nella Santa Monica Mountains National Recreation Area.[52] Le scene di Bounty Law e Lancer sono state girate in parte al Melody Movie Ranch, che Tarantino aveva già usato per delle scene di Django Unchained (2012), e agli Universal Studios Hollywood.[52] Per la scena in cui Dalton arde vivi dei nazisti con un lanciafiamme in un film, DiCaprio ha dovuto far fuoco con un vero lanciafiamme contro delle controfigure opportunamente protette: bloccato dall'agitazione, l'attore ha però dovuto aspettare che una controfigura gli dimostrasse di poter prendere fuoco senza rischi prima di riuscire a usare l'arma.[60]
Diversi attori hanno avuto le proprie parti tagliate dal montaggio finale, come Tim Roth, che interpretava il maggiordomo inglese di Jay Sebring, Danny Strong, che interpretava Dean Martin, e James Marsden, che interpretava Burt Reynolds.[16][61][62]
A differenza di altre sequenze simili del film, per inserire Rick Dalton in un'inquadratura de La grande fuga (1963) al posto di Steve McQueen, Tarantino è ricorso agli effetti speciali: il direttore della fotografia Richardson ha rigirato la scena con DiCaprio vestito come McQueen davanti a un green screen, facendo attenzione a utilizzare lo stesso di tipo di angolazione e altezza dell'inquadratura originale, nonché degli obiettivi simili.[54][63] L'effettista John Dykstra ha poi sovrapposto la ripresa su quella originale, operazione che ha richiesto diverso tempo, obbligando il regista a presentare al festival di Cannes, tre mesi prima dell'uscita del film, una versione senza quella scena.[63]
La colonna sonora, composta da brani di autori vari già esistenti, è stata pubblicata in un album il 26 luglio del 2019.[64]
Tra i brani presenti nel film non inclusi nell'album ci sono Out of Time dei Rolling Stones, The Letter di Joe Cocker, Summertime di Billy Stewart, Victorville Blues dei Harley Hatcher Combo, Ready for Action di Syd Dale, Funky Fanfare di Keith Mansfield, The House That Jack Built di Aretha Franklin, Time for Livin' dei The Association, I Can't Turn You Loose di Otis Redding, Soul Serenade di Willie Mitchell, Straight Shooter e Twelve Thirty (Young Girls Are Coming to the Canyon) dei The Mamas & the Papas e Snoopy vs. the Red Baron dei The Royal Guardsmen; inoltre, Samantha Robinson e Leonardo DiCaprio interpretano rispettivamente la già citata Straight Shooter e The Green Door di Jim Lowe.[65][66]
Tra i brani di colonne sonore cinematografiche già esistenti non inclusi nell'album figurano The Killing e The Radiogram di Bernard Herrmann, provenienti dalla prima colonna sonora de Il sipario strappato (1966) di Alfred Hitchcock, utilizzati da Tarantino nelle scene allo Spahn Ranch: di Herrmann compaiono anche The Rocks e The Return da Have Gun - Will Travel.[67] Sono stati utilizzati anche dei brani dalle colonne sonore di Wehrmacht, i giorni dell'ira (1974) di Vojislav Borisavljević, Against a Crooked Sky (1975) di Lex de Azevedo, Un uomo chiamato Apocalisse Joe (1971) di Bruno Nicolai, il tema principale di Mannix (1967-1975) di Lalo Schifrin, The Bed di Ennio Morricone da Diabolik (1968), Ecce Homo da Sartana non perdona (1968) e Mexican Western da Vado... l'ammazzo e torno (1967), entrambe di Francesco De Masi.[66]
Il 18 e 19 marzo 2019 sono state pubblicate le prime due locandine promozionali del film, raffiguranti rispettivamente i personaggi di DiCaprio, Pitt e Robbie.[68][69]
Il primo teaser trailer del film è stato diffuso online il 20 marzo 2019, anche in italiano.[70] Il teaser è accompagnato dai brani Straight Shooter (1967) dei The Mamas & the Papas e Bring a Little Lovin' (1968) dei Los Bravos.[71] Il trailer ufficiale del film è stato diffuso online il 21 maggio 2019,[72] anche in italiano.[73] Oltre a Straight Shooter, il trailer è accompagnato dai brani Good Thing di Paul Revere & the Raiders e Brother Love’s Traveling Salvation Show di Neil Diamond.[74] Il 1º agosto è stato diffuso online il trailer internazionale del film.[75]
In tutto, la Sony ha speso circa 110 milioni di dollari per promuovere il film a livello globale.[19]
Nel materiale promozionale il titolo viene reso graficamente in C'era una volta a... Hollywood, mentre nei titoli di coda del film è indicato come C'era una volta... a Hollywood, differenza presente anche in lingua originale.
Il film è stato presentato in anteprima il 21 maggio 2019 in concorso alla 72ª edizione del Festival di Cannes.[76]
L'anteprima statunitense del film si è tenuta il 23 luglio 2019 al TCL Chinese Theatre di Los Angeles.[77] È stato distribuito nelle sale cinematografiche statunitensi da Columbia Pictures a partire dal 26 luglio seguente,[78] anche in pellicola 35 millimetri e 70 millimetri in cinema scelti.[79] L'uscita del film negli Stati Uniti era originariamente prevista per il 9 agosto dello stesso anno, data del 50º anniversario dell'eccidio di Cielo Drive.[80] Nel Regno Unito il film è stato distribuito a partire dal 14 agosto, preceduto da un'anteprima londinese il 30 luglio.[81]
L'anteprima italiana si è tenuta il 2 agosto 2019 al Cinema Adriano di Roma.[82] Il film è stato distribuito nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 18 settembre dello stesso anno.[75]
In Cina è stata sospesa l'uscita del film dopo le lamentele inviate dalla figlia di Bruce Lee.[83]
«È stato davvero spiacevole sedersi al cinema e sentire le persone che ridevano di mio padre [...] Nel film è quello arrogante che sfida Brad Pitt. E lui non era proprio così.»
Il doppiaggio italiano del film è stato effettuato presso la CDC Sefit Group e la direzione del doppiaggio e i dialoghi italiani sono stati curati da Carlo Cosolo, assistito da Andreina D’Andreis. I fonici di montaggio e di missaggio sono rispettivamente Fabrizio Salustri e Fabio Tosti.
C'era una volta a... Hollywood ha incassato 142502728 $ negli Stati Uniti d'America e 235114870 $ nel resto del mondo, per un totale di 377617598 $ a livello globale.[85] Secondo un'analisi de The Hollywood Reporter, il film avrebbe dovuto incassare attorno ai 400 milioni di dollari per riuscire a recuperare le proprie spese di produzione e generare dei profitti,[86] mentre il sito Vulture ha fissato tale cifra attorno ai 250 milioni.[87]
Il film ha incassato al botteghino nordamericano 16,9 milioni di dollari durante il suo primo giorno di programmazione (di cui 5,8 milioni raccolti alle anteprime della sera precedente), la cifra più alta di sempre per un film diretto da Tarantino.[19] Ha poi concluso il suo weekend d'esordio dietro al remake de Il re leone con un totale di 40,3 milioni, il maggiore nella carriera del regista,[19] eccedendo le previsioni antecedenti l'uscita che indicavano una cifra tra i 30 e i 35 milioni.[88][89] Ha incassato 20 milioni durante il suo secondo weekend americano con un calo di affluenza di 51%, giudicato "buono", finendo al terzo dietro a Fast & Furious - Hobbs & Shaw e Il re leone.[90] Durante il suo terzo weekend di programmazione, ha incassato 11,6 milioni con un calo del 42%, finendo in quinta posizione.[91] Nel suo nono weekend, ha superato gli incassi complessivi di Bastardi senza gloria, diventando il maggior incasso di sempre di Tarantino dopo quello di Django Unchained senza tenere conto dell'inflazione.[92]
In Italia, in un solo giorno ha incassato quasi un milione di euro, anche qui battendo il record del miglior esordio di sempre per un film di Tarantino.[93] Complice il ritardo di programmazione rispetto al resto del mondo, e dunque a Il re leone, nel primo weekend ha chiuso in testa al botteghino italiano con un totale di 5,4 milioni in cinque giorni.[94] Nel secondo weekend si è riconfermato al primo posto, superando i 9 milioni complessivi.[95] Durante il terzo weekend si è portato a 10,5 milioni, ma ha ceduto la vetta del botteghino a Joker.[96]
Il film è stato accolto molto positivamente sia dalla critica che dal pubblico: dopo la proiezione al Festival di Cannes, il pubblico in sala ha riservato sette minuti di standing ovation al film.[97] The Hollywood Reporter scrive che la critica l'ha accolto in modo «generalmente positivo», lodandone in particolar modo la ricostruzione del periodo storico e le interpretazioni del cast, mentre «si è divisa riguardo al finale».[98] Su Rotten Tomatoes, il film detiene una percentuale dell'85% di pareri positivi, basata su 580 recensioni da parte della critica, con una media del 7,9.[99] Metacritic assegna al film un punteggio di 83 su 100 basato su 62 recensioni da parte della critica.[100]
Tra le recensioni più positive c'è stata quella di Peter Bradshaw, che, scrivendo per The Guardian, ha dato al film 5 stelle su 5, lodando le interpretazioni di Pitt e DiCaprio e definendo il film «un'affascinante ballata losangelina sul riscatto».[101] Peter Travers di Rolling Stone gli assegna 4,5 stelle su 5, scrivendo che «tutti gli attori, in ruoli sia grandi che piccoli, danno il massimo. Due ore e quaranta possono sembrare lunghe a qualcuno, ma io non ne cambierei nemmeno un'inquadratura».[102] RogerEbert.com gli assegna 4 stelle su 4, definendolo «stratificato ed ambizioso, questo film è il prodotto di un regista sicuro di sé al lavoro con dei collaboratori perfettamente in sintonia con la sua visione».[103] Per Richard Roeper del Chicago Sun-Times, il film è riuscito sia come «vivido ritratto di un'epoca» che come «combinazione fantasiosa, e talvolta scioccante, di realtà e finzione pura», assegnandogli 4 stelle su 4.[104] Meno positivo, Owen Gleiberman di Variety lo descrive come «un collage di cinema coinvolgente, ma, in fin dei conti, non un capolavoro».[105]
Sull’altro versante, Katie Rife di The A.V. Club ha assegnato al film un punteggio di B+, definendolo «la triste crisi di mezza età di Tarantino».[106] Richard Brody del New Yorker l'ha definito «una visione oscenamente retrograda degli anni sessanta» che «celebra il culto del divo maschio bianco e la sua supremazia dentro e fuori dal set, a spese di chiunque altro».[107] In Italia, negativo è stato anche Paolo Mereghetti, che ha assegnato al film un voto pari a 6-- e ha paragonato Tarantino a «un bambino viziato che vuole far credere che i suoi giocattoli sono i più belli del mondo».[108]
Circa due anni dopo l'uscita americana del film esce in libreria, a opera dello stesso Tarantino, la trasposizione letteraria. Tale novelization, che quindi riporta la vicenda allo stato nel quale era stata inizialmente concepita, si intitola C'era una volta a Hollywood e presenta alcune differenze dalla pellicola [109], tra cui:
Il libro, che contiene anche vari excursus sul cinema dell'epoca, ebbe un grande successo di vendite. [111]
Esiste anche un secondo romanzo relativo al film: la biografia di Rick Dalton. Non è ancora stata pubblicata. [112]
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