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attore e doppiatore italiano (1916-1992) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Arturo Dominici (Palermo, 2 gennaio 1916[1][2] – Roma, 7 settembre 1992) è stato un attore e doppiatore italiano.
Dopo aver frequentato la facoltà di lingue straniere all'università della sua città natale, abbandonò gli studi per dedicarsi al teatro, dapprima come filodrammatico e quindi come professionista in compagnie locali. Allo scoppio della Seconda guerra mondiale fu chiamato alle armi e partì per il fronte in Jugoslavia. Di ritorno dalla guerra si sposò con la nobile palermitana Irene Quattrini che gli diede tre figlie, una delle quali fu Germana Dominici, che seguì le orme del padre. Era inoltre il nonno materno della doppiatrice Lilli Manzini e dell'imitatrice Francesca Manzini.
Nel 1947 venne scelto per un piccolo ruolo dal suo concittadino Pino Mercanti per il film Il principe ribelle prodotto dai fratelli Francesco e Girolamo Gorgone. Dopo quel film, abbandonò le scene e la Sicilia per trasferirsi a Roma, dove in pochi anni divenne uno dei caratteristi più richiesti del cinema di genere, soprattutto avventurosi, pirateschi o mitologici.
Alto, magro, dal viso espressivo spesso incorniciato da barba, venne utilizzato anche in polizieschi o in western dozzinali dove apparve con lo pseudonimo di Arthur Kent. Il suo ruolo più noto è quello ricoperto in Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto di Elio Petri, del 1970. Si dedicò anche al doppiaggio prestando la sua voce ad attori stranieri come Martin Balsam e James Doohan, oltre al Grande Puffo nella popolare serie animata I Puffi. Limitata, invece, fu la sua attività in televisione, dove apparve negli sceneggiati Il consigliere imperiale di Sandro Bolchi (1974) e L'amaro caso della baronessa di Carini diretto da Daniele D'Anza (1975).
Dopo aver divorziato dalla moglie, il 7 maggio 1984 si risposò con la pittrice jugoslava Liana Dodoja.
Morì per un tumore il 7 settembre 1992, a 76 anni, e venne sepolto nel Cimitero Flaminio di Roma.
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