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regista italiano (1922-2013) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Damiano Damiani (Pasiano di Pordenone, 23 luglio 1922 – Roma, 7 marzo 2013) è stato un regista, saggista, attore e sceneggiatore italiano.
Segnalatosi con la trilogia psicologica Il rossetto (1960), Il sicario (1961) e L'isola di Arturo (1962), tratto dall'omonimo romanzo di Elsa Morante, e quindi con Quién sabe? (1967), protagonista Gian Maria Volonté.
Insieme a Francesco Rosi e Elio Petri, fu poi esponente del filone di denuncia e politico-civile, con Il giorno della civetta (1968), tratto dall'omonimo romanzo di Leonardo Sciascia, Confessione di un commissario di polizia al procuratore della repubblica (1971), forse il suo esito migliore, L'istruttoria è chiusa: dimentichi (1972), Perché si uccide un magistrato (1974), Io ho paura (1977), L'avvertimento (1980), Amityville Possession (1982), Pizza Connection (1985), L'inchiesta (1986), Il sole buio (1989), L'angelo con la pistola (1992). Scelse di ambientare molti dei suoi film in Sicilia, in particolare a Palermo.
Per la televisione diresse, tra l'altro, gli sceneggiati La piovra (1984) e Il treno di Lenin (1990). A metà degli '40 Damiani ebbe anche un'esperienza come fumettista realizzando testi e disegni dell'album Bogart il giustiziere num.29 della collana Uragano,[1] poi ripubblicato nel 1968, nel numero 18 della rivista "Sergente Kirk". Morì nella sua casa romana, di via delle Terme Deciane 2, il 7 marzo 2013 all'età di 90 anni per un'insufficienza respiratoria.[2] Il funerale fu celebrato il 9 marzo nella chiesa di Santa Prisca all'Aventino; riposa nel cimitero Flaminio a Roma.
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