Arcidiocesi di Arles

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Arcidiocesi di Arles

L'arcidiocesi di Arles (in latino: Archidioecesis Arelatensis) è una sede soppressa della Chiesa cattolica.

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La cattedra nell'ex cattedrale di San Trofimo
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L'abbazia di Montmajour, a quattro chilometri da Arles, fondata nel X secolo.
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Il portale dell'abbazia di San Cesareo ad Arles, fondata nel VI secolo, è una delle poche vestigia superstiti dell'antico edificio religioso, venduto durante la rivoluzione francese e quasi totalmente demolito.
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L'ultimo arcivescovo di Arles, Jean-Marie du Lau d'Alleman, beatificato da papa Pio XI il 17 ottobre 1926, insieme con gli altri martiri dei massacri di settembre.

Territorio

Nel XVIII secolo l'arcidiocesi di Arles contava 51 parrocchie, delle quali 39 in Provenza, 7 in Linguadoca e 5 in Camargue; a queste si devono aggiungere le 8 parrocchie della città arcivescovile.[2] Essa confinava ad ovest con la diocesi di Nîmes, a nord con l'arcidiocesi di Avignone, ad est con l'arcidiocesi di Aix e con la diocesi di Marsiglia.

Sede arcivescovile era la città di Arles, dove fungeva da cattedrale la chiesa di San Trofimo, edificata nel V secolo e interamente ricostruita nel XII secolo. Nel 2003 sono stati riportati alla luce i resti di una precedente cattedrale paleocristiana.

Nel Settecento la provincia ecclesiastica di Arles comprendeva le seguenti diocesi suffraganee: Orange, Marsiglia, Tolone e Saint-Paul-Trois-Châteaux.

Delle molte abbazie presenti nel territorio dell'arcidiocesi, al momento della rivoluzione francese ne sussistevano solo due[3]: l'abbazia benedettina di Montmajour nei pressi di Arles, e l'abbazia femminile di San Cesareo all'interno della città episcopale.

Storia

Riepilogo
Prospettiva

La diocesi di Arles è stata una delle sedi della Chiesa cattolica più antiche e venerabili della Gallia. La data dell'erezione della diocesi non è nota, ma in ogni caso risale all'inizio dell'instaurazione della Chiesa cattolica in Gallia. Secondo la tradizione san Trofimo avrebbe evangelizzato la città di Arles e ne sarebbe divenuto il primo pastore tra il 220 e il 240.

Storicamente la traccia più antica risale al III secolo. Si tratta di una lettera di Cipriano, vescovo di Cartagine, indirizzata a papa Stefano I per invocare la difesa dei cristiani pentiti della città di Arles, dopo le persecuzioni di Decio, nella quale è nominato il primo vescovo storicamente accertato, Marciano, del quale Cipriano chiede al papa, su rapporto di san Faustino, vescovo di Lione, la deposizione per la sua adesione allo scisma di Novaziano. Questa lettera è datata 254.

Pur essendo una semplice civitas della provincia della Gallia Viennense, nel corso del IV secolo crebbe l'importanza della sede di Arles. In questo secolo vi furono celebrati due importanti concili: il concilio del 314, sotto la presidenza del vescovo Marino, per condannare il donatismo; e quello del 353, quando il vescovo Saturnino cercò d'imporre l'arianesimo.

Fu solo agli inizi del V secolo che anche nella Gallia iniziò ad instaurarsi il sistema metropolitano, già largamente diffuso nelle province orientali dell'Impero. Nel 417 papa Zosimo conferì l'autorità metropolitana al vescovo di Arles sulle province della Gallia Viennense e della Gallia Narbonense I e II.[4] Tale decisione fu contestata dai vescovi di Narbona e di Marsiglia, che facevano valere il concetto che nessun vescovo di una determinata provincia poteva essere ordinato dal vescovo di una provincia straniera; e dai vescovi di Vienne, che rivendicavano il diritto metropolitico per il fatto che la città era stata la capitale della provincia Viennense. Questi argomenti furono riconosciuti da papa Bonifacio I che, nel 420, dichiarò che il primato concesso al vescovo Patroclo di Arles era a titolo puramente personale ed attribuì le funzioni di metropolita all'arcivescovo di Vienne. Nel 426 fu nominato vescovo l'abate sant'Onorato fondatore dell'abbazia di Lerino e nel 429 gli successe come vescovo il suo compagno monaco sant'Ilario.

Ma le dispute fra le sedi di Arles e di Vienne continuarono per tutta la prima metà del secolo. Il 5 maggio 450 papa Leone I divise la Gallia Viennense in due province ecclesiastiche distinte[5], assegnando a Vienne le diocesi di Valence, Grenoble e Ginevra, mentre ad Arles rimanevano tutte le altre diocesi della provincia, oltre ad alcune della Narbonense II.[6]

Nel corso del VI secolo, l'importanza di Arles crebbe di nuovo, quando nel 513 papa Simmaco concesse a san Cesario importanti privilegi e poteri, confermati l'anno seguente[7], che fecero dell'arcivescovo di Arles il rappresentante della Santa Sede nelle Gallie e nella Hispania. Gli storici parlano dell'istituzione di un vicariato di Arles[8], paragonabile a quello di Tessalonica per la Grecia e l'Illirico, che risale già all'epoca di papa Zosimo, ma che si sviluppa soprattutto nel VI secolo. Gli arcivescovi, nella loro qualità di vicari papali, presiedettero a numerosi concili nazionali nel corso del secolo: Parigi nel 552 e 573; Arles nel 554; Orléans nel 541 e nel 549; Mâcon nel 581 e nel 585; Lione nel 570 e Valence nel 574. Durante il VII secolo la primazia di Arles venne meno, fino a scomparire completamente a vantaggio della sede di Lione.

Nel 794, al sinodo di Francoforte, i confini fra le province di Arles e di Vienne furono nuovamente discussi. La provincia ecclesiastica di Arles perse le sedi di Aix e di Embrun, che furono elevati al rango di arcidiocesi metropolitane. La provincia ecclesiastica di Arles conservò tuttavia le diocesi suffraganee di Marsiglia, Tolone, Orange, Saint-Paul-Trois-Châteaux, Avignone, Vaison, Cavaillon e Carpentras.

Nel 1475, alla morte dell'arcivescovo di Arles, Philippe de Lévis, papa Sisto IV ridusse il numero delle diocesi appartenenti alla provincia ecclesiastica di Arles, staccandone quella di Avignone, eretta a diocesi metropolitana, alla quale attribuì come diocesi suffraganee quelle di Carpentras, Cavaillon e Vaison.

L'ultimo arcivescovo di Arles fu Jean-Marie du Lau d'Alleman, deposto nel 1790, imprigionato a Parigi e ucciso dalla folla il 2 settembre 1792, sarà proclamato beato da papa Pio XI il 17 ottobre 1926.

La diocesi fu soppressa in seguito al concordato con la bolla Qui Christi Domini di papa Pio VII del 29 novembre 1801 e il suo territorio incorporato in quello dell'arcidiocesi di Aix.

Nel giugno 1817 fra Santa Sede e governo francese fu stipulato un nuovo concordato, cui fece seguito il 27 luglio la bolla Commissa divinitus, con la quale il papa restaurava la sede metropolitana di Arles, con le suffraganee di Marsiglia e di Ajaccio. Il 1º ottobre fu nominato nuovo arcivescovo Jean-Claude Leblanc de Beaulieu, vescovo di Soissons. Tuttavia, poiché il concordato non entrò in vigore in quanto non ratificato dal Parlamento di Parigi, queste decisioni non ebbero alcun effetto e la sede di Arles non fu mai più ristabilita.

Dal 1822 l'arcivescovo di Aix porta anche il titolo di arcivescovo di Arles.

La sede arlesiana annovera fra i suoi vescovi alcuni altri grandi santi: Onorato, Ilario, Cesario e Aureliano.

Cronotassi dei vescovi

Riepilogo
Prospettiva

Il più antico catalogo episcopale è contenuto in un sacramentario della Chiesa di Arles; nella sua parte originaria il catalogo è databile all'incirca al 900. L'elenco, compatibile con i dittici per l'uso liturgico, è corrotto in più parti, non contiene nomi di vescovi certi, documentati da altre fonti storiche; e contiene altresì nomi di vescovi dubbi o addirittura spuri.[9]

Note

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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