Remove ads
diocesi della Chiesa cattolica in Francia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La diocesi di Grenoble-Vienne (in latino Dioecesis Gratianopolitana-Viennensis Allobrogorum) è una sede della Chiesa cattolica in Francia suffraganea dell'arcidiocesi di Lione. Nel 2021 contava 816.870 battezzati su 1.288.000 abitanti. È retta dal vescovo Jean-Marc Eychenne.
Diocesi di Grenoble-Vienne Dioecesis Gratianopolitana-Viennensis Allobrogorum Chiesa latina | |||
---|---|---|---|
Suffraganea dell' | arcidiocesi di Lione | ||
| |||
Vescovo | Jean-Marc Eychenne | ||
Presbiteri | 169, di cui 117 secolari e 52 regolari 4.833 battezzati per presbitero | ||
Religiosi | 59 uomini, 217 donne | ||
Diaconi | 43 permanenti | ||
Abitanti | 1.288.000 | ||
Battezzati | 816.870 (63,4% del totale) | ||
Stato | Francia | ||
Superficie | 7.431 km² | ||
Parrocchie | 47 | ||
Erezione | IV secolo | ||
Rito | romano | ||
Cattedrale | Nostra Signora | ||
Indirizzo | 12 Place La Valette, 38028 Grenoble CEDEX 1, France | ||
Sito web | www.diocese-grenoble-vienne.fr | ||
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc) | |||
Chiesa cattolica in Francia | |||
La diocesi comprende il dipartimento francese dell'Isère.
Sede vescovile è la città di Grenoble, dove si trova la cattedrale di Nostra Signora. Nella stessa città sorgono due basiliche minori: San Giuseppe e Sacro Cuore. A Vienne nel Delfinato si trova l'antica cattedrale di San Maurizio.
I principali siti di pellegrinaggio nella diocesi sono: Notre-Dame de Parménie, rifondata nel XVII secolo per opera di una pastorella; Notre-Dame-de-l'Osier, a Vinay, che risale al 1649 e soprattutto il celebre santuario di Nostra Signora de La Salette, che deve le sue origini all'apparizione della Vergine, il 19 settembre 1846 a Maximin Giraud e a Mélanie Calvat.
Il territorio si estende su 7.431 km² ed è suddiviso in 47 parrocchie.
La diocesi di Grenoble è stata eretta nel IV secolo. Nel 450, per decisione di Leone Magno, divenne suffraganea dell'arcidiocesi di Vienne. Il primo vescovo conosciuto di Grenoble è san Donnino, che prese parte al concilio di Aquileia nel 381. A metà del V secolo il vescovo Cerato è ricordato dalla leggenda come un oppositore dell'arianesimo.
I benedettini e gli agostiniani fondarono ben presto numerosi monasteri nella diocesi, come quello di Vizille già esistente nel 726, ma un pieno sviluppo della vita monastica si ebbe durante l'episcopato di Sant'Ugo. L'abbazia di Saint-Martin de Miséré, da cui trassero origine molti monasteri agostiniani e la scuola del priorato di Villard Benoît a Pontcharra furono importanti durante il XII e il XIII secolo. Ma la forma peculiare del monachesimo nel Delfinato, fin dai tempi di sant'Ugo, fu quella dei certosini fondati da san Bruno nel 1084 con l'erezione in diocesi della Grande Chartreuse, casa madre dell'Ordine.
Dalla prima metà del XIII secolo la branca francese dei Valdesi fece del Delfinato il suo centro principale. Da qui proveniva Guglielmo Farel, il più abile predicatore riformato francese. Pierre de Sébiville, un francescano apostata, introdusse a Grenoble nel 1522 il protestantesimo, che ebbe un largo seguito in tutta la diocesi. Questa fu poi segnata duramente dalle guerre di religione, specialmente nel 1562, quando il crudele barone des Andrets agì come luogotenente generale in Delfinato del principe di Condé.
I due soggiorni a Grenoble nel 1598 e nel 1600 del gesuita Pierre Coton, successivamente confessore di Enrico IV di Francia, riuscirono a suscitare notevoli conversioni dal protestantesimo; in memoria di ciò il connestabile di Francia, de Lesdiguières, che si era lui stesso convertito nel 1622, favorì la fondazione a Grenoble di una casa di gesuiti, presso la quale, nel 1651, i gesuiti istituirono un collegio. Fu comunque durante l'episcopato di Pierre Scarron (1620-1667) che il cattolicesimo nel Delfinato poté dirsi ristabilito.
Nella seconda metà del XVII secolo emerge la figura di Étienne Le Camus, unico vescovo di Grenoble diventato cardinale, che si impegnò ad applicare le decisioni del concilio di Trento, attraverso numerose visite pastorali e la fondazione del seminario.
Il 18 agosto 1779 cedette una porzione del suo territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di Chambéry.
Papa Pio VI, condotto prigioniero in Francia, passò due giorni a Grenoble nel 1799. Anche Pio VII fu tenuto al confino nella prefettura di Grenoble dal 21 luglio al 2 agosto 1808. Al vescovo Simon fu impedito di fargli visita.
In seguito al concordato con la bolla Qui Christi Domini di papa Pio VII del 29 novembre 1801 la diocesi di Grenoble entrò a far parte della provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Lione. Contestualmente il territorio della diocesi fu fatto coincidere con quello del dipartimento.
Nel 1815, nella cappella del seminario, riceve l'ordinazione sacerdotale Giovanni Maria Vianney, sacerdote della diocesi, meglio conosciuto come curato d'Ars, canonizzato nel 1925 e proclamato patrono di tutti i parroci nel 1929. Originario della diocesi fu anche Henri Grouès, conosciuto come abbé Pierre, fondatore della comunità Emmaus.
Il 15 dicembre 2006 ha assunto la presente denominazione di diocesi di Grenoble-Vienne.[1]
Il più antico catalogo dei vescovi di Grenoble è contenuto nel primo dei cartulari attribuito a sant'Ugo, tra XI e XII secolo.
Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.
La diocesi nel 2021 su una popolazione di 1.288.000 persone contava 816.870 battezzati, corrispondenti al 63,4% del totale.
anno | popolazione | presbiteri | diaconi | religiosi | parrocchie | ||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
battezzati | totale | % | numero | secolari | regolari | battezzati per presbitero | uomini | donne | |||
1949 | 400.000 | 700.000 | 57,1 | 655 | 575 | 80 | 610 | 100 | 400 | 599 | |
1970 | 780.000 | 849.683 | 91,8 | 695 | 538 | 157 | 1.122 | 214 | 1.408 | 600 | |
1980 | 706.000 | 876.000 | 80,6 | 489 | 405 | 84 | 1.443 | 5 | 100 | 800 | 575 |
1990 | 760.000 | 963.000 | 78,9 | 402 | 322 | 80 | 1.890 | 8 | 92 | 887 | 588 |
1999 | 804.000 | 1.020.000 | 78,8 | 350 | 267 | 83 | 2.297 | 26 | 121 | 832 | 588 |
2000 | 800.000 | 1.015.753 | 78,8 | 358 | 271 | 87 | 2.234 | 25 | 119 | 820 | 189 |
2001 | 800.000 | 1.015.753 | 78,8 | 302 | 225 | 77 | 2.649 | 24 | 109 | 820 | 189 |
2002 | 700.000 | 1.080.700 | 64,8 | 289 | 210 | 79 | 2.422 | 24 | 109 | 220 | 189 |
2003 | 800.000 | 1.145.598 | 69,8 | 295 | 218 | 77 | 2.711 | 24 | 93 | 800 | 189 |
2004 | 700.000 | 1.145.598 | 61,1 | 284 | 207 | 77 | 2.464 | 29 | 108 | 220 | 146 |
2006 | 707.000 | 1.156.000 | 61,2 | 254 | 202 | 52 | 2.783 | 33 | 83 | 220 | 48 |
2013 | 787.000 | 1.197.000 | 65,7 | 241 | 151 | 90 | 3.265 | 43 | 116 | 400 | 46 |
2016 | 799.000 | 1.260.000 | 63,4 | 236 | 151 | 85 | 3.385 | 46 | 116 | 430 | 46 |
2019 | 811.500 | 1.279.514 | 63,4 | 196 | 144 | 52 | 4.140 | 45 | 64 | 246 | 46 |
2021 | 816.870 | 1.288.000 | 63,4 | 169 | 117 | 52 | 4.833 | 43 | 59 | 217 | 47 |
Seamless Wikipedia browsing. On steroids.
Every time you click a link to Wikipedia, Wiktionary or Wikiquote in your browser's search results, it will show the modern Wikiwand interface.
Wikiwand extension is a five stars, simple, with minimum permission required to keep your browsing private, safe and transparent.