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allenatore di calcio, giornalista e calciatore italiano (1911-1999) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Annibale Frossi (Muzzana del Turgnano, 6 luglio 1911 – Milano, 26 febbraio 1999) è stato un allenatore di calcio, giornalista e calciatore italiano, di ruolo attaccante.
Annibale Frossi | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Annibale Frossi | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Nazionalità | Italia | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Altezza | 170[1] cm | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Peso | 68[1] kg | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Calcio | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ruolo | Allenatore (ex attaccante) | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Termine carriera | 1945 - giocatore 1966 - allenatore | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Carriera | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Squadre di club1 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Nazionale | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Carriera da allenatore | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Palmarès | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato. Il simbolo → indica un trasferimento in prestito. | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Affetto da miopia sin da giovanissimo[3], corresse questo disturbo visivo utilizzando gli occhiali dai quali non si separava mai, neanche in campo: provvedeva, infatti, ad assicurarli con un elastico intorno alla nuca[3]. Era laureato in legge[4], grazie agli studi cui si dedicò durante l'attività agonistica; ciò, insieme alle sue teorie sul difensivismo, gli valse il soprannome di "dottor Sottile"[3].
Poco dopo aver cessato l'attività sportiva, divenne capufficio all'Alfa Romeo[5]; in seguito alla richiesta di un suo superiore[5] decise di intraprendere la carriera di allenatore. Negli anni settanta collaborò al Corriere della Sera, di cui fu apprezzato opinionista con articoli sulle partite più importanti della giornata sportiva[3], e con vari quotidiani (come La Stampa). Morì a Milano il 26 febbraio 1999 a causa di una polmonite[4]: a Udine, in sua memoria, gli è stata dedicata una via cittadina, vicino allo Stadio Friuli.
Esterno offensivo dotato di un'ottima velocità[6] (percorreva i 100 metri in 11 secondi e 4 decimi, palla al piede[4]), secondo le parole di Gianni Brera «possedeva grande scatto e ammirevole coordinazione: non aveva gran tocco di palla ed era scarso in acrobazia perché, miope, doveva giocare con gli occhiali»[1]. Vittorio Pozzo, per rimarcarne la prontezza in area di rigore, lo definì «un opportunista della più bell'acqua»[4]. Possedeva inoltre un eccellente tiro dalla media distanza e fu un ottimo esecutore degli schemi di gioco[4].
Esordì nel calcio professionistico con l'Udinese nel 1930, giocando talvolta come attaccante centrale[7], emergendo in diverse sfide come uno dei migliori in campo sia nella stagione 1929-1930 che nella stagione 1930-1931[8][9][10][11]. Con i friulani conquistò la promozione in Serie B nel 1929-1930 e contribuì alla salvezza nella stagione successiva.
Nell'agosto 1931, considerato da critici e competenti come l'autentica rivelazione della stagione appena conclusa[12], cambiò società, lasciando l'Udinese dopo aver giocato 32 partite[1], e giunse al Padova[12]. La squadra arrivò seconda a fine campionato, ottenendo la promozione in Serie A, nella quale Frossi esordì il 9 ottobre 1932 nella vittoria per 3-0 contro il Genoa[1]; a fine campionato, i veneti giunsero quattordicesimi. Dopo due stagioni a Padova, nelle quali mise a segno dieci reti in 47 gare[13], passò (complice l'adempimento del servizio di leva[5]) al Bari, nuovamente nella serie cadetta: in Puglia siglò dodici reti in 30 presenze complessive[14]. Nel 1934-1935 tornò invece al Padova, appena retrocesso dalla massima serie: le 14 reti[13] siglate da Frossi non evitarono una nuova retrocessione in Serie C.
Il 12 settembre 1935, in quanto caporale maggiore della fanteria della "Gran Sasso", era a bordo della nave Saturnia a Napoli, impegnata a portare le truppe per la guerra d'Etiopia; per ordine del gerarca aquilano Adelchi Serena venne fatto sbarcare e passò a L'Aquila, di cui Serena era stato presidente, con l'intento di far ottenere la promozione in massima serie agli abruzzesi. Frossi siglò nove reti in 34 gare[1]. Dopo aver sostenuto un provino con la Lucchese, venne in seguito acquistato per 50.000 lire dall'Associazione Sportiva Ambrosiana-Inter, squadra nella quale giocò dal 1936 al 1942 vincendo due scudetti (nel 1937-1938 e nel 1939-1940) ed una Coppa Italia nel 1938-1939[15]. In tutto, con la maglia dell'Inter, Frossi segnò 49 gol in 147 partite, di cui 40 in campionato in 125 gare[15]. Dopo una stagione alla Pro Patria (1942-1943) durante la seconda guerra mondiale, chiuse la sua carriera di calciatore nel 1945 all'età di 34 anni, vincendo il Torneo Lombardo con il Como, nel quale disputò 5 gare mettendo a segno due reti[16]
Frossi venne scoperto dall'allenatore della Nazionale italiana Vittorio Pozzo mentre militava in Serie B: il commissario tecnico lo convocò quindi per i Giochi olimpici del 1936, poco dopo il suo passaggio all'Ambrosiana, in una rosa che vedeva tutti giocatori esordienti[17]. Nei giochi olimpici l'ala friulana vinse la medaglia d'oro e divenne capocannoniere del torneo con 7 reti, segnando in tutte e quattro le gare disputate[18]. Siglò infatti il gol decisivo nella prima gara contro gli Stati Uniti, mise a segno una tripletta contro il Giappone, marcò la rete del 2-1 ai supplementari della semifinale contro la Norvegia e segnò la doppietta che diede la vittoria agli azzurri contro l'Austria in finale[18].
Dopo le quattro partite delle Olimpiadi, fu convocato in Nazionale B per un incontro contro l'Austria vinto per 3-2 il 21 marzo 1937[1] e per un ultimo incontro con la Nazionale maggiore, contro l'Ungheria il 25 aprile 1937, nel quale segnò ancora una rete[19], diventando uno dei giocatori italiani con la migliore media-gol in Nazionale: otto le sue reti in cinque partite[1]. In seguito, Pozzo preferì Piero Pasinati e non convocò più Frossi in nazionale.
Intraprese la carriera di allenatore, guidando dapprima il Luino dal 1946 al 1948[5], passando poi al Mortara per una stagione[3]. Nel 1949 passò invece alla guida del Monza, dove rimase per quattro campionati conquistando la promozione in Serie B nel 1950-1951. Diede le sue dimissioni nel novembre 1953 (gli subentrò Fioravante Baldi) per accettare la panchina nel Torino sostituendo Jesse Carver[20]: dopo diverse complicazioni dovute al termine del contratto con il Monza, esordì con i granata in Serie A, guidando la formazione piemontese fino al 1956 conquistando due agevoli salvezze[21]. In questi anni fu anche osservatore tecnico della Nazionale[20] e in seguito anche selezionatore della Nazionale della Serie B[22].
Nel 1956 arrivò la chiamata dell'Inter di Angelo Moratti: Frossi affiancò, in qualità di direttore tecnico, l'allenatore Luigi Ferrero, fautore (contrariamente al friulano) di un gioco votato all'attacco[23]. Dopo una sconfitta al debutto, la squadra inanellò dodici risultati utili consecutivi ma una serie di passaggi a vuoto nel girone di ritorno (tra cui numerosi pareggi) portò all'esonero di Ferrero[23]. Frossi rimpiazzò quest'ultimo per 6 giornate, prima di essere sostituito da Giuseppe Meazza e di assumere il ruolo di osservatore per la società nerazzurra. Il 17 febbraio 1958 venne chiamato ad allenare il Genoa subentrando a Renzo Magli: esordì sulla panchina ligure con la vittoria per 4 a 2 contro la Roma del 23 febbraio[24]. Al termine della stagione ottenne la salvezza, così come nella stagione seguente.
Nel 1959 Frossi fu ingaggiato da Lauro (proprietario del club a tutti gli effetti, sebbene ne delegasse la gestione ad un dirigente) per guidare il Napoli che nella stagione precedente era incappato in pesantissime sconfitte in trasferta contro il Milan (6-1, l'8 febbraio 1959) e Roma (8-0, il 29 marzo 1959)[25]. Dopo una campagna acquisti che portò in Campania Schiavone, Cuman e Rambone[26], i partenopei si trovarono alla quarta giornata senza aver guadagnato un punto, con un bilancio di due reti segnate e dieci subite[27]; Frossi fu quindi sostituito l'11 ottobre 1959 da Amadei[26] che alla prima partita, il 18 ottobre 1959, diede i primi punti alla squadra, frutto di una vittoria casalinga contro l'Atalanta per 1-0[27]. Retrocesso al ruolo osservatore del club, carica occupata proprio da Amadei poco prima, suggerì invano a Lauro l'acquisto di Picchi e Rivera[26].
Il 18 aprile del 1960 tornò al Genoa, in sostituzione ancora una volta di Jesse Carver, ottenendo all'esordio un pareggio contro il Padova[28]. In quella stagione, il Genoa retrocesse all'ultimo posto a zero punti a causa di un illecito sportivo. Rimasto sulla panchina rossoblù anche in serie cadetta, Frossi venne esonerato il 13 marzo 1961 dopo la sconfitta casalinga per 2 a 1 contro l'Alessandria[29]. Nel dicembre 1962 fu ingaggiato dal Modena, che disputava la Serie A 1962-1963, al posto di Vittorio Malagoli[30] e ottenne la permanenza in massima serie. La stagione seguente è ancora alla guida del club emiliano in coppia con Mario Genta, che lo sostituì quando Frossi venne licenziato il 18 febbraio 1964[31]. Chiuse la carriera di allenatore alla Triestina nel 1964-1965[32], nella serie cadetta: a fine stagione la squadra retrocesse in Serie C. Fece parte dello staff come direttore tecnico anche nella prima parte del 1965-1966[33], prima di essere sostituito da Bruno Arcari dopo undici giornate[34].
Stagione | Squadra | Campionato | Coppe nazionali | Coppe continentali | Altre coppe | Totale | |||||||||
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Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Pres | Reti | ||
1929-1930 | Udinese | PD | 1 | 0 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 1 | 0 |
1930-1931 | B | 31 | 0 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 31 | 0 | |
Totale Udinese | 32 | 0 | - | - | - | - | - | - | 32 | 0 | |||||
1931-1932 | Padova | B | 30 | 9 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 30 | 9 |
1932-1933 | A | 17 | 1 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 17 | 1 | |
1933-1934 | Bari | B | 30 | 12 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 30 | 12 |
1934-1935 | Padova | B | 26 | 14 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 26 | 14 |
Totale Padova | 73 | 24 | - | - | - | - | - | - | 73 | 24 | |||||
1935-1936 | L'Aquila | B | 34 | 9 | CI | 3[35] | 0 | - | - | - | - | - | - | 37 | 9 |
1936-1937 | Ambrosiana-Inter | A | 27 | 11 | CI | 4 | 1 | CEC | 6 | 3 | - | - | - | 37 | 15 |
1937-1938 | A | 22 | 4 | CI | 3 | 1 | CEC | - | - | - | - | - | 25 | 5 | |
1938-1939 | A | 22 | 10 | CI | 5 | 3 | CEC | 1 | 1 | - | - | - | 28 | 14 | |
1939-1940 | A | 26 | 7 | CI | 1 | - | CEC | 2 | - | - | - | - | 29 | 7 | |
1940-1941 | A | 16 | 7 | CI | - | - | - | - | - | - | - | - | 16 | 7 | |
1941-1942 | A | 12 | 1 | CI | - | - | - | - | - | - | - | - | 12 | 1 | |
Totale Ambrosiana-Inter | 125 | 40 | 13 | 5 | 9 | 4 | - | - | 147 | 49 | |||||
1942-1943 | Pro Patria | B | 24 | 3 | CI | - | - | - | - | - | - | - | - | 24 | 3 |
1944-1945 | Como | TBL | 5 | 2 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 5 | 2 |
Totale carriera | 312 | 90 | 16 | 5 | 9 | 4 | - | - | 337 | 99 | |||||
Cronologia completa delle presenze e delle reti in nazionale ― Italia | |||||||
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Data | Città | In casa | Risultato | Ospiti | Competizione | Reti | Note |
3-8-1936 | Berlino | Stati Uniti | 0 – 1 | Italia | Olimpiadi 1936 - 1º turno | 1 | |
7-8-1936 | Berlino | Giappone | 0 – 8 | Italia | Olimpiadi 1936 - Quarti di finale | 3 | |
10-8-1936 | Berlino | Norvegia | 1 – 2 dts | Italia | Olimpiadi 1936 - Semifinale | 1 | |
15-8-1936 | Berlino | Austria | 1 – 2 dts | Italia | Olimpiadi 1936 - Finale | 2 | 1º titolo olimpico |
25-4-1937 | Torino | Italia | 2 – 0 | Ungheria | Coppa Internazionale | 1 | |
Totale | Presenze | 5 | Reti (39º posto) | 8 |
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