Fatti in breve AS Ambrosiana-Inter, Stagione 1937-1938 ...
AS Ambrosiana-Inter
Stagione 1937-1938
Una formazione dei campioni d'Italia. Olmi, Degani, Meazza, Bisigato, Ferrari, Peruchetti, Ferraris II, Ballerio, Setti. Accosciati: Antona, Buonocore, Ferrara I, Locatelli, Ferrara II, Frossi
In vista del campionato 1937-38 la squadra nerazzurra non conobbe mutamenti sostanziali[3], continuando ad affidarsi in particolare alla vena realizzativa delle proprie punte[4][5]: a reggere il peso dell'attacco, in aggiunta a Frossi e Meazza[6][7], fu un Giovanni Ferrari assistito da Antonio Ferrara e Pietro Ferraris.[8][9] Aggiudicatasi il titolo d'inverno con 4 lunghezze sulla Juventus[10], l'Ambrosiana-Inter subì il temporaneo sorpasso dei bianconeri nella fase di ritorno.[11][12] Da segnalare a tal proposito il knock-out nella stracittadina milanese del 20 febbraio 1938, tintasi di rossonero per la prima volta dall'istituzione del girone unico[13]: la precedente affermazione del Diavolo era datata 8 luglio 1928.[13]
A fornire un'occasione di recupero soggiunsero le sconfitte dei torinesi con Triestina e Liguria[14], risultati che precipitarono i sabaudi a −2 dalla capolista lombarda[14][3]: ad attendere gli uomini di Castellazzi nella domenica finale, con ben 5 compagini ancora matematicamente in lizza per lo Scudetto[3][14], fu il Bari.[3] Alla trasferta coi pugliesi presenziò anche — dopo un viaggio solitario in treno —[3] il sedicenne tifoso Giuseppe Prisco, futuro vicepresidente della società[15]: imponendosi per 2-0 sul terreno dei biancorossi con gol di Meazza e Frossi (cui alcune fonti attribuiscono invece, seppur erroneamente, una doppietta[3]) la Beneamata festeggiò il quarto tricolore della propria storia.[16] Con appena 33 anni d'età, Castellazzi risultò l'allenatore più giovane di sempre — primato tuttora ineguagliato — a trionfare in Serie A.[17]
Nell'estate 1938 — dopo aver contribuito al successo della Nazionale azzurra ai Mondiali francesi con Meazza, Ferrari, Ferraris e Locatelli —[3][18] la formazione partecipò alla Coppa dell'Europa Centrale[19], arrendendosi allo Slavia Praga, poi vincitore della competizione, nel secondo turno[20][21]: i boemi ipotecarono il passaggio già all'andata per effetto di un clamoroso 9-0[22], punteggio destinato a rappresentare per i successivi ottant'anni la peggior débâcle di una formazione italiana in campo europeo.[23]