Nel 1841, prima della guerra di secessione, Solomon Northup, talentuoso violinista nero, vive libero nella cittadina di Saratoga Springs (nello Stato di New York) con la moglie Anne e i figli Margaret e Alonzo. Ingannato da due falsi agenti di spettacolo, si reca con questi a Washington, dove - dopo essere stato drogato - viene imprigionato, frustato, privato dei documenti che certificano la sua libertà e portato in Louisiana, dove rimarrà in schiavitù fino al 1853, cambiando per tre volte padrone e lavorando principalmente nella piantagione di cotone del perfido schiavista Edwin Epps.
Tra la crudeltà di Epps e inaspettati quanto rari atti di bontà, Solomon lotta non solo per sopravvivere, ma anche per conservare la propria dignità. Nel dodicesimo anno della sua indimenticabile disavventura, l'incontro casuale con l'abolizionista canadese Samuel Bass rappresenta per la sua vita la svolta cui quasi non sperava più. Bass riesce a rintracciare la famiglia di Solomon che così in breve è raggiunto, identificato e finalmente liberato.
Tornato a casa, riabbraccia la moglie e i figli ormai adulti, tra cui la figlia che ha avuto un bambino che ha chiamato come suo padre. Negli anni successivi, Solomon intraprese una battaglia legale contro i rapitori senza, tuttavia, ottenere giustizia. Si adoperò per la causa abolizionista.
Cody Chesnutt – What Does Freedom Mean (To a Free Man)
Il poster e il primo trailer del film sono stati diffusi il 15 luglio 2013,[2] mentre in lingua italiana a partire dal 12 dicembre dello stesso anno.[3] Il film è stato presentato in anteprima al Telluride Film Festival e successivamente al Toronto International Film Festival, dove ha vinto il premio del pubblico.[4]
La pellicola viene distribuita nei cinema statunitensi a partire dal 18 ottobre 2013, mentre in Italia dal 20 febbraio 2014.
I primi poster della versione italiana, a differenza di quella statunitense, mostrano in secondo piano il protagonista britannico Chiwetel Ejiofor, dando invece risalto a Brad Pitt e Michael Fassbender, scelta che ha causato accese polemiche, fino a far rimpiazzare i poster con un'altra versione.[5]
Incassi
Al 22 marzo 2014, il film ha guadagnato un totale di $175747653 di cui $55590585 negli USA.[6] Negli Stati Uniti ha esordito incassando nel weekend $923715 su 19 schermi. Il weekend successivo, il film entra nella top ten dopo aver aumentato a 123 schermi incassando altri $2,1 milioni. Ha continuato nel terzo weekend a migliorare, incassando $4,6 milioni in 410 location.
Fra il film di Steve McQueen e l'autobiografia di Solomon vi sono alcune differenze, talune come la prima anche importanti per il loro significato ideologico sottostante al film[7]:
Nel film viene omesso il fatto che Solomon Northup fosse mulatto. Lo stesso Solomon, infatti, nella sua autobiografia riporta che sua madre fosse una quadroon[8] - ovvero d'origine per un quarto africana e per tre quarti bianche/europee -, e dunque libera dalla nascita[9][10], e suo padre un liberto di colore, e persino nei suoi documenti d'imbarco per il brigantino Orleans il colore della sua pelle è indicato in "giallo"[11] (com'era d'uso al secolo qualificare in tal modo la tonalità di pelle delle persone d'origini multirazziali bianche e nere). Nel film viene impersonato invece da un attore, Chiwetel Ejiofor, figlio d'immigrati nigeriani d'etnia igbo.
Solomon nella realtà aveva tre figli, Elizabeth, Margaret e Alonzo. Nel film la figura della figlia Elizabeth è stata del tutto rimossa.
La scena in cui Solomon intrattiene un rapporto sessuale con un'altra schiava è stata inventata dagli sceneggiatori, non trovandosene traccia nell'autobiografia.
Nel film non si fa menzione del fatto che a Washington, il giorno del rapimento di Solomon, si stessero svolgendo i funerali solenni del Presidente degli Stati Uniti Harrison.
La scena sulla nave, in cui un marinaio uccide uno schiavo prigioniero, è stata inserita dagli sceneggiatori. Nell'autobiografia, infatti, non sono riportate uccisioni deliberate da parte dei mercanti di schiavi, mentre un corrispettivo di quella scena, nel libro, potrebbe trovarsi nella morte d'uno schiavo, di nome Robert, durante il viaggio in nave a causa del vaiolo.
Nel film non si fa menzione né del fatto che lo stesso Solomon, una volta giunto a New Orleans il 24 maggio 1841, si ammalò di vaiolo, rischiando seriamente la morte, né dell'episodio sul brigantino Orleans del marinaio inglese John Manning, in cui Solomon e gli altri prigionieri idearono un ammutinamento, poi abortito proprio a causa del timore d'una possibile epidemia di vaiolo in seguito alla morte del prigioniero Robert.
Nella sua autobiografia, racconta che Tibaut (Tibeats nel film), dopo aver tentato di impiccarlo, tenta di ucciderlo una seconda volta, provando a colpirlo con un'ascia, ma anche stavolta Northup si salva, fuggendo per alcuni giorni nelle paludi circostanti e sfuggendo così ai cani che i guardiani avevano scatenato alla sua ricerca. Nel film questo secondo tentativo di omicidio non compare. Inoltre nel film è William Ford che cede la proprietà di Solomon a Edwin Epps, mentre nell'autobiografia è Tibaut a vendere Solomon a Epps per 1500 dollari.
Nel film la figura di Edwin Epps è stata tratteggiata in maniera relativamente meno crudele di quanto risulti dall'autobiografia, in cui Solomon lo descriveva come un ubriacone che arrivava a frustare gli schiavi per puro divertimento.
Nel film la schiava Patsey supplica Solomon di ucciderla per porre fine alle sue sofferenze, in quanto non ha il coraggio di suicidarsi. Ciò è del tutto assente nell'autobiografia, in cui lo stesso Solomon riportò invece di come la moglie di Epps, gelosissima per le "attenzioni" che il marito manifestava frequentemente sulla povera giovane, lo avvicinò per convincerlo ad uccidere Patsey.
La scena in cui Patsey e Harriet Shaw (una liberta di colore sposatasi con un altro proprietario di piantagione della zona, interpretata da Alfre Woodard), sedute a un tavolino mentre sorseggiano del tè, discorrono delle dure condizioni di lavoro nei campi ed in cui quest'ultima mostra di comprendere l'ancor più dura condizione di "amante del padrone" della prima, è stata inserita dagli sceneggiatori, mentre nell'autobiografia vengono solo menzionate le conseguenze subite da Patsey al ritorno dall'incontro con Harriet. [12].
Nel film il signor Parker, commerciante di Saratoga Springs e amico di Solomon, si reca in Louisiana per la liberazione dello schiavo rapito. Nella realtà, Solomon Northup racconta che fu l'avvocato Henry B. Northup, amico di infanzia di Solomon, a recarsi in Louisiana (su incarico ufficiale delle autorità dello Stato di New York) e a trovare materialmente lo schiavo rapito nella piantagione Epps. Nella rappresentazione cinematografica, per una precisa scelta degli sceneggiatori, la figura dell'avvocato Henry B. Northup, fondamentale per la liberazione di Solomon, non è presente.
Northup, Solomon; Wilson, David (1853). Twelve Years a Slave. Auburn: Derby and Miller; Buffalo: Derby, Orton and Mulligan; London: Sampson Low, Son & Company. (pag.21)
Fradin, Judith Bloom; Fradin, Dennis Brindell (January 10, 2012). Stolen into Slavery: The True Story of Solomon Northup, Free Black Man. National Geographic Books. ISBN 978-1-4263-0987-8.
Northup, Solomon; Wilson, David (1853). Twelve Years a Slave. Auburn: Derby and Miller; Buffalo: Derby, Orton and Mulligan; London: Sampson Low, Son & Company. (pag. 19)