Il decano del collegio cardinalizio è, nella Chiesa cattolica, il cardinale che presiede il Collegio cardinalizio. Dal 18 gennaio 2020 è il cardinale Giovanni Battista Re.

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Il cardinale Giovanni Battista Re, attuale decano del collegio cardinalizio

Storia

Nel 1150 papa Eugenio III stabilì che il vescovo della sede suburbicaria di Ostia dovesse essere il decano del collegio cardinalizio. Nella stessa data, la diocesi di Velletri fu unita a quella di Ostia. Questa "regola" subì, tuttavia, dopo tale data, numerose e singole eccezioni.

Il decano per secoli è stato il cardinale vescovo che da più tempo era stato promosso a una diocesi suburbicaria (cardinale protovescovo). Così stabilì anche il Codice di diritto canonico del 1917.[1]

Nel 1965 papa Paolo VI, tramite il motu proprio Sacro Cardinalium Consilio, stabilì che il decano fosse eletto dai cardinali appartenenti all'Ordine dei Vescovi; l'elezione deve poi essere confermata dal papa.[2]

Mentre il decano (o, in sua assenza o inabilità, il sottodecano) presiede il collegio cardinalizio, egli non ha potere di governo sugli altri cardinali, ma ha la funzione di primus inter pares nel collegio.[3]

Fino al 21 dicembre 2019 non c'era vincolo di ritiro per età; in quella data, infatti, papa Francesco, con lettera apostolica in forma di motu proprio, ha disposto che la carica del decano sia quinquennale ed eventualmente rinnovabile, e che al cardinale uscente spetti il titolo di decano emerito del collegio cardinalizio.[4]

Compiti

È responsabilità del decano convocare il conclave per eleggere un nuovo papa quando il precedente muore o rinuncia al proprio ufficio. Il decano presiede il conclave, a meno che abbia compiuto ottant'anni prima dell'inizio della Sede vacante. In ogni caso ha la responsabilità di comunicare la «notizia della morte del Papa al Corpo diplomatico accreditato nella Santa Sede e ai Capi delle rispettive Nazioni», come stabilito nella costituzione apostolica Universi Dominici Gregis.

Secondo il canone 355 dell'attuale codice di diritto canonico, se il neoeletto sommo pontefice non è già un vescovo, è nel diritto del decano ordinarlo tale. Se il decano non può, allora il diritto cade sul sottodecano, e dopo sul cardinale che da più tempo appartiene all'ordine dei vescovi.

Conformemente alla sezione 4 del canone 350, il cardinale decano ha «il titolo della sede suburbicaria di Ostia, insieme a quello di qualsiasi altra chiesa di cui ha già il titolo»: mantiene, quindi, il titolo della sua sede suburbicaria anche se è cardinale del titolo di Ostia.

Questa è stata la situazione fin dal 1914, per decreto di papa Pio X. In passato, invece, i decani, a partire dal 1150, cedevano la loro precedente diocesi per i titoli congiunti di Ostia e Velletri.

Decani del collegio cardinalizio

Ogni nome è seguito dagli anni di nascita e morte; poi seguono l'anno di creazione come cardinale e quello in cui divenne decano.

Dei quattro più recenti decani, due hanno scelto di ritirarsi allo scadere dell'ottantesimo anno di età, cioè alla perdita del diritto di voto in Conclave; uno (Joseph Ratzinger) fu eletto papa nel 2005, il primo dopo Paolo IV, divenuto papa nel 1555; e uno si è ritirato contestualmente all'entrata in vigore della durata quinquennale della carica.

Fino allo Scisma d'Occidente

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Scisma d'Occidente

Con lo Scisma d'Occidente il Collegio cardinalizio si divise e alcuni cardinali seguirono gli antipapi formando così collegi diversi.

Obbedienza avignonese (1378-1429):

Obbedienza pisana (1409-1415):

Dopo il Concilio di Costanza

Con il Concilio di Costanza (1414-1418), riconosciuto come "ecumenico" dalla Chiesa cattolica, convocato a Costanza su richiesta dell'imperatore Sigismondo per porre fine allo scisma d'Occidente, si ebbero le dimissioni di papa Gregorio XII e la deposizione degli altri due contendenti. Il Collegio dei cardinali quindi si ricompose in un'unica entità.

Ogni nome è seguito dagli anni di nascita e morte; poi segue l'anno di creazione come cardinale.

Sottodecani

Note

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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