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cardinale italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Carlo Alberto Guidobono Cavalchini (Tortona, 26 luglio 1683 – Roma, 7 marzo 1774) è stato un cardinale e arcivescovo cattolico italiano.
Carlo Alberto Guidobono Cavalchini cardinale di Santa Romana Chiesa | |
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Incarichi ricoperti |
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Nato | 26 luglio 1683 a Tortona |
Ordinato presbitero | 24 febbraio 1727 |
Nominato arcivescovo | 10 maggio 1728 da papa Benedetto XIII |
Consacrato arcivescovo | 6 giugno 1728 da papa Benedetto XIII |
Creato cardinale | 9 settembre 1743 da papa Benedetto XIV |
Deceduto | 7 marzo 1774 (90 anni) a Roma |
Nacque dal barone Pietro e da Lucrezia Passalacqua.[1]
Conseguita la laurea in utroque iure all'università di Pavia nel 1702, fu ammesso al collegio degli avvocati di Milano nello stesso anno.[2] Nella città lombarda si rese celebre per le sue competenze giuridiche che influenzarono la sua carriera curiale a Roma permettendogli di iniziare il suo percorso come avvocato concistoriale sotto Clemente XI. Divenne Arcivescovo titolare di Filippi dal 10 maggio 1728 e nel 1748 prefetto della Congregazione dei vescovi e regolari.[3] Durante gli anni in cui prestò servizio come Governatore di Velletri si distinse per atti di giustizia.[4] Il 24 febbraio 1727 fu ordinato sacerdote. Il 10 maggio 1728 fu nominato arcivescovo titolare di Filippi. Dopo aver ricoperto vari prestigiosi incarichi, fu nominato cardinale nel 1743[5] con il titolo di Cardinale presbitero di Santa Maria della Pace.
Dal 1752 al 1763 fu Camerlengo del Sacro Collegio, nel 1759 divenne Cardinale vescovo di Albano e nel 1763 Decano del Sacro Collegio, assumendo il corrispondente titolo di Cardinale vescovo di Ostia e Velletri e divenendo anche Governatore di Velletri.
Ricostruì a Tortona l'antica chiesa dedicata a San Giacomo, già importante luogo di culto e pellegrinaggio in epoca medioevale in quanto situata lungo uno dei principali assi viari in direzione di Santiago di Compostela.[6] Durante il conclave del 1758 fu a un passo dall'elezione a papa, ma non fu eletto per il veto di Luigi XV.[2] Secondo alcune fonti, tuttavia, durante quel conclave, Cavalchini fu eletto papa, ma poi fu costretto a dimettersi per il veto francese.[2] Successivamente prese parte al conclave del 1769.[2] Quando morì, nel 1774, le sue spoglie furono esposte nella basilica dei Santi XII Apostoli di Roma, dove fu celebrato il funerale e dove fu sepolto.[2]
La genealogia episcopale è:
La successione apostolica è:
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