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David Icke
scrittore britannico / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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David Vaughan Icke (Leicester, 29 aprile 1952) è uno scrittore e giornalista britannico, tra i più noti autori e fautori di varie teorie del complotto[1], in particolare della teoria del complotto rettiliano. Prima di dedicarsi alla sua carriera da scrittore è stato occasionalmente anche calciatore, conduttore televisivo per la BBC ed esponente del Partito Verde di Inghilterra e Galles.
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È uno dei maggiori promotori e teorici delle teorie della cospirazione;[1] ha pubblicato numerosi libri riguardo alla teoria del complotto del Nuovo ordine mondiale,[1] e all'ufologia, tematiche nei suoi testi legate alla figura degli alieni mutaforma (da lui chiamati "rettiliani")[1], con correlazioni alla paleoastronautica, al complotto UFO nell'ambito dell'ipotesi extraterrestre e parafisica, alla New Age e alla teoria del complotto giudaico.[1] Tiene spesso anche diverse tournée in tutto il mondo, in cui illustra le sue teorie ma anche gli aspetti più giornalistici di esse, discutendo dell'attuale situazione mondiale e dei suoi retroscena, dal disastro degli attacchi dell'11 settembre 2001 alla guerra in Iraq del 2003, dal conflitto israelo-palestinese alla crisi economico-petrolifera del XXI secolo.[1] Le teorie complottiste di Icke hanno trovato sostenitori in 47 paesi; egli ha tenuto diverse conferenze nel mondo a cui hanno partecipato fino a 6.000 persone.[2][3] La scrittrice americana Vicki Santillano ha incluso le sue teorie nella lista delle 10 più famose esistenti.[4] Il Public Policy Polling condusse nel 2013 un sondaggio il quale rivelò che il 4% degli elettori registrati (± 2,8%) dava credito alle idee di Icke.[5]
Alcuni critici considerano le teorie di Icke (cosa da lui negata) come una sorta di "codice" per portare avanti le classiche idee dell'antisemitismo e del negazionismo dell'Olocausto sotto una forma legale, e lo hanno associato all'estrema destra[6][7][8], mentre altri commentatori ne vedono gli aspetti più bizzarri come un artificio retorico allegorico di tipo swiftiano, atto a denunciare una deriva autoritaria, orwelliana o "fascista" globale, di quello che lui chiama "fascismo comunista".[9][10]