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partito politico inglese Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il Partito Verde di Inghilterra e Galles (in inglese Green Party of England and Wales - GPEW; in gallese Plaid Werdd Cymru a Lloegr) è un partito politico del Regno Unito.
Partito Verde di Inghilterra e Galles | |
---|---|
(EN) Green Party of England and Wales (CY) Plaid Werdd Cymru a Lloegr | |
Leader | Carla Denyer e Adrian Ramsay |
Stato | Regno Unito |
Sede | 1a Waterlow Road, Londra, N19 5NJ |
Abbreviazione | (EN) GPEW (CY) PWCL |
Fondazione | 1990 |
Derivato da | Partito Verde del Regno Unito |
Ideologia | Ambientalismo Progressismo Europeismo |
Collocazione | Sinistra[1][2] |
Partito europeo | Partito Verde Europeo |
Affiliazione internazionale | Global Greens |
Seggi Camera dei comuni | 4 / 650
(2024) |
Seggi Camera dei lord | 2 / 786
|
Seggi Amministrazioni locali | 744 / 18 725
|
Organizzazione giovanile | Young Greens of England and Wales |
Iscritti | 50.000 (2019)[3] |
Sito web | www.greenparty.org.uk |
Fondato nel 1990 a seguito della dissoluzione del Partito Verde del Regno Unito, è entrato per la prima volta alla Camera dei Comuni in occasione delle elezioni generali del 2010, quando è stata eletta Caroline Lucas, allora leader del partito ed europarlamentare dal 1999.
A seguito delle elezioni del 2019 conta un rappresentante nella Camera dei Comuni (Caroline Lucas, eletta nel Collegio di Brighton Pavilion ininterrottamente dal 2010); ha inoltre due esponenti nella Camera dei Lord.[4] Esprime centinaia di rappresentanti a livello locale, tra cui tre nell'Assemblea di Londra.
A livello internazionale il partito è affiliato ai Global Greens.
L'ideologia del partito combina l'ambientalismo (progressivo abbandono dei combustibili fossili e dell'energia nucleare) con politiche economiche di sinistra, che prevedono servizi pubblici forti. Propone un'economia di stato stazionario interventista e l'introduzione del sistema proporzionale nel Regno Unito. Assume un approccio progressista in materia di diritti civili, animalismo, diritti LGBT e riforme in materia di droghe. Il partito promuove inoltre la nonviolenza (anti-militarismo, anti-interventismo, anti-NATO[5][6]), il reddito di base, il salario di sussistenza e la partecipazione democratica.
Alcuni esponenti del partito si sono dichiarati favorevoli all'abolizione della monarchia britannica.[7][8][9]
Nel referendum sulla permanenza del Regno Unito nell'Unione europea del 2016 il Partito Verde si schierò a favore dell'appartenenza del Paese all'UE,[10] pur sostenendo il referendum stesso in quanto opportunità per creare "un'Europa più democratica e con responsabilità, con uno scopo più chiaro per il futuro".[11]
Elezione | Voti | % | Seggi |
---|---|---|---|
Generali 1992 | 170 047 | 0,5 | 0 / 650 |
Europee 1994 | 471 257 | 3,0 | 0 / 87 |
Generali 1997 | 61 731 | 0,3 | 0 / 659 |
Europee 1999 | 568 236 | 5,3 | 2 / 87 |
Generali 2001 | 166 477 | 0,6 | 0 / 659 |
Europee 2004 | 948 588 | 5,6 | 2 / 78 |
Generali 2005 | 257 758 | 1,0 | 0 / 646 |
Europee 2009 | 1 233 303 | 7,8 | 2 / 73 |
Generali 2010 | 265 247 | 0,9 | 1 / 650 |
Europee 2014 | 1 136 670 | 6,9 | 3 / 73 |
Generali 2015 | 1 111 603 | 3,6 | 1 / 650 |
Generali 2017 | 512 327 | 1,6 | 1 / 650 |
Europee 2019 | 1 881 306 | 11,8 | 7 / 73 |
Generali 2019 | 865 697 | 2,7 | 1 / 650 |
Generali 2024 | 1 841 888 | 6,7 | 4 / 650 |
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