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attore e doppiatore italiano (1927-2019) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Carlo Croccolo (Napoli, 9 aprile 1927 – Castel Volturno, 12 ottobre 2019) è stato un attore e doppiatore italiano.
Carlo Cròccolo cominciò la carriera artistica nel 1950, interpretando alla radio Don Ciccillo si gode il sole, in teatro L'Anfiparnaso, diretto da Mario Soldati, e al cinema il film I cadetti di Guascogna.[1]
Negli anni cinquanta e sessanta interpretò molti film con alcuni dei più grandi comici italiani, tra cui 47 morto che parla, Miseria e nobiltà, Totò lascia o raddoppia? e Signori si nasce con Totò, Ragazze da marito con Eduardo De Filippo, Non è vero... ma ci credo con Peppino De Filippo.
In totale apparve in 118 film, tra cui vanno ricordati Ieri, oggi, domani di Vittorio De Sica, Una Rolls-Royce gialla con Ingrid Bergman, Casotto di Sergio Citti, Via Lattea... la prima a destra di Ninì Grassia, 'O re di Luigi Magni (David di Donatello e Ciak d'oro come migliore attore non protagonista nel 1988), Camerieri di Leone Pompucci, Tre uomini e una gamba con il trio Aldo, Giovanni e Giacomo, Li chiamarono... briganti! di Pasquale Squitieri, film incentrato sul brigante Carmine Crocco[2], e Amore con la S maiuscola con Lunetta Savino.
Nel 1971 scrisse e diresse i film western Una pistola per cento croci e Black Killer, firmandoli con lo pseudonimo Lucky Moore.[3]
Vinse il David di Donatello nel 1989 per la sua interpretazione nel film 'O re.[4]
Carlo Croccolo lavorò moltissimo anche come doppiatore, prestando, tra gli altri, la sua voce ad Oliver Hardy (succedendo in questo ruolo ad Alberto Sordi), prima negli anni cinquanta con Fiorenzo Fiorentini e poi negli anni sessanta con Franco Latini. In alcuni casi doppiò perfino entrambi i personaggi di Stanlio & Ollio, come ad esempio ne L'eredità o Tempo di pic-nic.
A partire dal 1957 inoltre doppiò Totò in alcune scene realizzate in esterno: a causa infatti della perdita dell'80 per cento della visione dell'unico occhio valido occasionata da una trombosi oculare (l'altro occhio era andato perduto a causa dell'esito negativo di un precedente intervento chirurgico), il grande comico napoletano non era più in grado di doppiarsi sincronizzando la voce con il labiale sullo schermo. [5] Fu lo stesso Antonio de Curtis a proporre Croccolo come doppiatore ricordandosi di essere già stato doppiato da lui in francese durante il suo soggiorno in Canada.[6] Per esplicita disposizione contenuta nel contratto-tipo di Totò, Croccolo fu l'unico doppiatore autorizzato dall'attore stesso (le scene dei film usciti postumi furono doppiate da Alighiero Noschese). Nel 1964 i due scrissero insieme la sceneggiatura per un film, Fidanzamento all'italiana, che non fu mai realizzato. Tra i doppiaggi di Croccolo nei film con Totò si ricordano la voce della baronessa in Totò diabolicus e quello nel film I due marescialli: nella scena finale, girata in una stazione, presta la voce anche a Vittorio De Sica.
Croccolo fu a sua volta doppiato da Carlo Romano in Fra' Manisco cerca guai e da Giacomo Furia in Colpo grosso alla napoletana.[7]
La sua prima apparizione televisiva risale al 1956 nello sceneggiato L'Alfiere, in un ruolo secondario, seguita da una partecipazione a Il Musichiere, nel 1960 (entrambe sull'allora Programma Nazionale), e a Za-bum n.2, nel 1965 su Rai 2. Nel 1977, sempre su Rai 2, condusse la trasmissione televisiva Il Borsacchiotto. Tra il 1996 e il 1999 girò le serie televisive Dio vede e provvede, L'ispettore Giusti e il film tv Come quando fuori piove, andati in onda su Canale 5. Nel 2006, 2008 e 2010 partecipò alla fiction televisiva Capri, andata in onda su Rai 1, nella parte del pescatore Totonno.
Molto intensa fu anche la sua attività teatrale, per la quale si segnalano le interpretazioni ne La grande magia di Eduardo De Filippo diretto da Giorgio Strehler e nelle commedie di Garinei e Giovannini Rinaldo in campo e Aggiungi un posto a tavola.
Morì il 12 ottobre 2019 all’età di 92 anni nella sua casa di Castel Volturno, dove viveva con la moglie Daniela Cenciotti.[8][9][10] La camera ardente fu allestita il giorno seguente nel municipio della città mentre i funerali religiosi vennero celebrati a Napoli nella chiesa di San Ferdinando. Dopo la cremazione, le ceneri furono tumulate nel cimitero comunale di Castel Volturno.
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