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attore, regista e doppiatore italiano (1891-1964) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Aldo Silvani (Torino, 21 gennaio 1891 – Milano, 12 novembre 1964) è stato un attore, regista e doppiatore italiano.
Debuttò sul palcoscenico nel 1914 nella compagnia del Grand Guignol, per poi orientarsi prevalentemente verso il teatro d'arte e, in seguito, verso quello comico. Laureato in giurisprudenza, debuttò come attor giovane nella Compagnia di Alfredo Sainati poi in quella di Gualtiero Tumiati. Dal 1929 al 1935 diresse i Carri di Tespi. Nel 1935 entrò all'EIAR (di cui avrebbe in seguito diretto il settore drammatico), figurando fra i primi registi della radio italiana. Nella seconda metà degli anni trenta allestì numerose commedie (tra cui Congedo di Renato Simoni, L'inventore del cavallo di Achille Campanile, L'uomo che ha avuto successo di Rosso di San Secondo, La giara di Pirandello, L'elogio del furto di Dante Signorini) e radiodrammi (come Sinfonia di ognuno di Ferruccio Cerio e Più presso a te, mio Dio! di Alessandro De Stefani).
Per il grande schermo interpretò ruoli minori, ma comunque di grande intensità drammatica, come in Anni difficili (1947) di Luigi Zampa, o nei due film di Fellini La strada (1954) e Le notti di Cabiria (1957), dove fu rispettivamente il direttore di un circo equestre e un illusionista. Nel 1947 affiancò Gina Lollobrigida nel film Follie per l'opera. In radio fu il protagonista di numerosi allestimenti: La tempesta di Shakespeare (1952), John Gabriel Borkman di Ibsen (1956), Ballata per Tim, pescatore di trote di Carlo Castelli (premio Rai al Prix Italia del 1956), Sansone agonista di John Milton (regia di Sermonti, 1959), non esclusi alcuni romanzi sceneggiati come Il conte di Montecristo diretto da Benedetto (1962) e I vecchi e i giovani di Pirandello, per la regia di Camilleri (1964).
Intensa la sua attività televisiva; fece conoscere a un vasto pubblico le sue capacità drammatiche recitando in sceneggiati come L'alfiere (1956) e Il romanzo di un giovane povero (1957, replicato l'anno successivo per un'ulteriore versione cinematografica), in cui impersonava il capitano Laroque. Grande popolarità gli diede il ruolo dell'ingegnere Pietro Ribera in Piccolo mondo antico (1957). Negli anni sessanta si moltiplicarono le sue partecipazioni ai grandi sceneggiati: interpretò personaggi significativi come Muller ne Il caso Maurizius (1961), Felice Grandet in Papà Grandet (1963), Pliuskin ne Le anime morte (1963), Ezechiele Annobon ne Il mulino del Po (1963), il Professor Abbey ne La cittadella (1964) e monsignor Benvenuto ne I miserabili (1964).
Morì il 12 novembre 1964 a Milano stroncato da un tumore al pancreas, che lo aveva colpito qualche mese prima, mentre era in piena attività teatrale.[1].
In alcuni film non recita con la propria voce, ma è doppiato da:
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