'Na femmena busciarda m'ha lassato! (Antonio e Peppino) [in coro intonando 'O ciucciariello, canzone di Roberto Murolo]
Lei deve essere obbiettivo, a noi queste frasi sotto semaforo non ci convincono! (Antonio) [rivolto a Mezzacapa]
Adesso che siamo a Milano finalmente, vogliamo andare a vedere questo famoso Colosseo? (Antonio)
Signorina veniamo noi con questa mia addirvi una parola che scusate se sono poche ma settecentomila lire; noi ci fanno specie che questanno c'è stato una grande moria delle vacche come voi ben sapete.: Questa moneta servono a che voi vi consolate dai dispiaceri che avreta perché dovete lasciare nostro nipote che gli zii che siamo noi medesimo di persona vi mandano questo perché il giovanotto è studente che studia che si deve prendere una laura che deve tenere la testa al solito posto cioè sul collo.;.; Salutandovi indistintamente, i fratelli Caponi (che siamo noi) [testo completo della lettera scritta dai fratelli Caponi a Marisa Florian]
Noi vorremmo sapere... per andare dove dobbiamo andare... per dove dobbiamo andare? Sa, è una semplice informazione. (Antonio) [rivolto al vigile]
Io sono qui per consigliare i clienti, io sono il consigliere! (Il Maître del ristorante Gran Milan)
Antonio Caponi: Spendi questi soldi, divertiti! La vita è breve, pensa che si può morire da un momento all'altro! Peppino Caponi: Eh! Si può anche campare cento anni!
Antonio Caponi: Ci vorrebbe qualcuno che ci mettesse aggiorno. Per andare a Milano non è una cosa semplice. Mezzacapa: Qualcuno... E allora io qua che ci sto a fare? Tutti mi chiamano "il milanese". Peppino Caponi: Mezzacapa, ma parliamoci chiaro, voi siete stato veramente a Milano? Mezzacapa: Eccome non ci sono stato? Ho fatto il militare, nel '31... Antonio Caponi: No dico io... Mezzacapa: Cavalleria... Antonio Caponi: Mezzacapa, e i milanesi, quando vi vedevano, che dicevano? Mezzacapa: Che devono dire.. Antonio Caponi: No, dico quando camminavate per la strada... Mezzacapa: Be'? Antonio Caponi: Be', questo tipo straniero, va'... Mezzacapa: Ma per carità... Che, si andavano ad accorgere di me, a Milano? Ma voi non avete idea Milano che cosa sia. Peppino Caponi: Parlano parlano, eh? Mezzacapa: Parlano? Ma Milano è una grande città! Antonio Caponi: Camminano camminano... come noi? Mezzacapa: Camminano? C'è un traffico enorme. Anzi, vi dovete stare accorti eh! Là attraversare la strada è una cosa pericolosa. Antonio Caponi: Oh, e chi attraversa! Chi si muove, per carità. Mezzacapa: Certo, certo non è una città... vero...Il clima non è come qui da noi. Lì è un clima più rigido, eh: vento, neve.. Antonio Caponi: Freddo? Mezzacapa: Freddo. Le bufère... Antonio Caponi: Le bùfere. Peppino Caponi: Ci sono? Le bùfere? Mezzacapa: Eccome. Peppino Caponi: Per la strada? Antonio Caponi: Per la strada. Mezzacapa: Per la strada, dappertutto. Antonio Caponi: Capirai, entrano nei palazzi, salgono le scale... eh che ne so! Mezzacapa: Acqua, vento... e nebbia! Eh... nebbia, nebbia! Antonio Caponi: Ah, questo m'impressiona! Tutto, ma la nebbia... Mezzacapa: A Milano, quando c'è la nebbia non si vede. Antonio Caponi: Perbacco... e chi la vede? Mezzacapa: Cosa? Antonio Caponi: Questa nebbia, dico? Mezzacapa: Nessuno. Antonio Caponi: Ma, dico, se i milanesi, a Milano, quando c'è la nebbia, non vedono, come si fa a vedere che c'è la nebbia a Milano? Mezzacapa: No, ma per carità, ma quella non è una cosa che si può toccare. Peppino Caponi: Ah, ecco. Antonio Caponi: Non si tocca... non si tocca. Peppino Caponi: Ma io, a parte questa nebbia, io non la tocco per carità... Ma adesso se noi dobbiamo incontrare a nostro nipote, questa cantante, come li vediamo, dove li troviamo? Antonio Caponi: Già! Eh già, non ci avevo pensato. Mezzacapa: È facile, la cantante, quella c'ha il nome sul manifesto. Antonio Caponi: Hai capito, a Milano quando c'è la nebbia, mettono i nomi sui manifesti. Dice: chi mi vuol trovare, io sto qua.
[La dettatura della lettera.] Antonio Caponi: Giovanotto, carta, calamaio e penna, su, avanti, scriviamo! [Peppino si siede al tavolo] ...Dunque... Hai scritto? Peppino Caponi: Eh, un momento, no? Antonio Caponi: E comincia, su! Peppino Caponi: [Fra sé e se'] Carta, calamari e penna... Antonio Caponi: OOOHHHH... [Inizia a dettare] Signorina!... Signorina! Peppino Caponi: [Si gira verso la porta] Dove sta? Antonio Caponi: Chi è? Peppino Caponi: La signorina. Antonio Caponi: Quale signorina? Peppino Caponi: Hai detto "Signorina?". Antonio Caponi: È entrata una signorina? Peppino Caponi: [Di nuovo verso la porta] Avanti! Antonio Caponi: ...Animale! "Signorina" è l'intestazione autonoma... della lettera... oh! Signorina! [Peppino cambia il foglio] Non era buona quella signorina là? Peppino Caponi: È macchiata... Antonio Caponi: Signorina!...veniamo... veniamo... [Peppino nel frattempo fa' da coro continuando a dettare a se stesso, per le prossime battute]...veniamo noi con questa mia addirvi. Peppino Caponi: Addirvi... Antonio Caponi: Addirvi, una parola: addirvi! Peppino Caponi: Addirvi una parola... Antonio Caponi: [Alzando la voce] Che! Peppino Caponi: Che! Antonio Caponi: Che! Peppino Caponi: Che! Antonio Caponi: Che è? Peppino Caponi: Uno, quanti? Antonio Caponi: Che è... Peppino Caponi: Uno che! Antonio Caponi: Uno che! Che... Peppino Caponi: Che! eh.. Antonio Caponi: Scusate se sono poche... Peppino Caponi: Che. Antonio Caponi: Che. Scusate se sono poche, ma SETTECENTOMILA [scandendo la cifra] lire, punto e virgola, noi. Peppino Caponi: Noi... Antonio Caponi: Ci fanno... specie che quest'anno, una parola, questanno... c'è stato una grande moria delle vacche [Peppino ripete, scrivendo], come voi ben sapete! Punto! [Con decisione] Due punti!... Ma sì! Fai vedere che abbondiamo... Adbondandis in adbondandum... Questa moneta servono, questa moneta servono... Questa moneta servono acchè voi vi consolate... [Peppino indugia] Oh, scrivi presto! Peppino Caponi: Conninsalate... Antonio Caponi: Che voi vi consolate... Peppino Caponi: Ah, avevo capito con l'insalata. Antonio Caponi: Voi vi consolate, non mi fa' perdere il filo che ce l'ho tutta qui! [Indicando la testa] Peppino Caponi: Avevo capito coll'insalata! Antonio Caponi: Dai dispiacere, dai dispiacere che avreta... Che avreta... Che avreta. Eh già, è femmina, è femminile. Che avreta perché... perché? Peppino Caponi: Non so... Antonio Caponi: Che "non so"? Peppino Caponi: Perché che cosa? Antonio Caponi: Perché che? Ohhhh, perché! Dai dispiacere che avreta perché! È aggettivo qualificativo, no? Peppino Caponi: Io scrivo... Antonio Caponi: Perché, dovete lasciare... Nostro nipote... Che gli zii, che siamo noi medesimo di persona... [Peppino si tampona la fronte] ...Ma che stai facendo 'na faticata? si asciuga il sudore... [Peppino sospira]...Che siamo noi medesimo di persona, vi mandano questo. [Mostrando la scatola contenente i soldi] Peppino Caponi: Questo. Antonio Caponi: Perché il giovanotto è studente che studia, che si deve prendere una laura... Peppino Caponi: Laura. Antonio Caponi: Laura... che deve tenere la testa al solito posto, cioè... sul collo. Punto, punto e virgola. Punto e un punto e virgola. Peppino Caponi: Troppa roba.. Antonio Caponi: Salutà... lascia fare... dicono che noi siamo provinciali, siamo tirati. Salutandovi indistintamente. Salutandovi indistintamente... sbrigati!... Salutandovi indistintamente, i fratelli Caponi, che siamo noi... Questa, apri una parente... Apri una parente, dici: che siamo noi, i fratelli Caponi. Peppino Caponi: Caponi... Antonio Caponi: Hai aperto la parente? [Peppino annuisce] Chiudila! Peppino Caponi: Ecco fatto... Antonio Caponi: Volevi aggiungere qualcosa? Peppino Caponi: [Mugugna qualcosa di incomprensibile] ...Senza nulla a pretendere, non c'è... non c'è bisogno... Antonio Caponi: Mah, in data odierna. Peppino Caponi: Be', quello poi si capisce. Antonio Caponi: Vabbè, si capisce.
Antonio Caponi: Escuseme. Peppino Caponi: Ahi! Antonio Caponi: E scansati... scusi lei è di qua? Vigile: Dica! Antonio Caponi: È di qua? Vigile: Sì, be', sono di qua perché m'ha ciapà per un tedesco? Antonio Caponi: Ah, è tedesco... te l'avevo detto io che era tedesco. Peppino Caponi: E allora come si fa? Antonio Caponi: Eh, ci parlo io. Peppino Caponi: Perché tu parli? Antonio Caponi: Oooh ho avuto un amico prigioniero in Germania, non mi interrompere se no perdo il filo. Dunque, excuse me... Vigile: Se ghè? Antonio Caponi: Bitte schön, noio... Vigile: Se ghè? Antonio Caponi: Ha capito! Peppino Caponi: C'ha detto? Antonio Caponi: Dopo ti spiego, noio volevàn, volevòn, savuàr, noio volevàn savuàr l'indiriss, ia? Vigile: Eh, ma... bisogna che parliate l'italiano perché io non vi capisco. Antonio Caponi: Ah, parla italiano. Peppino Caponi: Complimenti! Antonio Caponi: Complimenti, eh, bravo! Vigile: Ma scusate, ma dove vi credevate di essere, siamo a Milano qua. Antonio Caponi: Appunto lo so. Noi vogliamo sapere, per andare, dove dobbiamo andare, per dove dobbiamo andare? Sa è una semplice informazione. Vigile: Sentite... AntonioPeppino[in coro]: Signorsì? Vigile: ...se volete andare al manicomio. AntonioPeppino[in coro]: Sìssignore? Vigile: ...vi accompagno io! Ma guarda un po' che roba... Ma da dove venite voi? Dalla Val Brembana? Antonio Caponi: Non ha capito una parola!
Marisa Florian: Voi siete sposata, vero? Lucia Caponi: Sono vedova. Marisa Florian: E quando vi siete sposata sapevate fare tutto? Lucia Caponi: Ma noi eravamo nella stessa condizione. Marisa Florian: E io chi credete che sia? Mio padre era un veterinario di paese, e lui [le mostra la foto di Gianni] presto sarà medico! Lucia Caponi: Sarà medico se potrà studiare. Marisa Florian: E dove volete che sia? A studiare! Se non studia, non lo voglio neppure vedere.
Maître: Buonasera signori. Antonio Caponi: Buonasera commendatore. [Inchinandosi] Peppino Caponi: Commendatore. [Inchinandosi] Antonio Caponi: Buonasera signor commendatore. Maître: I signori desiderano? Antonio Caponi: Ma, veramente, volevamo parlare con il cameriere. Maître: Appunto, io sono il maître. Peppino Caponi: C'ha detto? [Sottovoce] Antonio Caponi: È un metro. Peppino Caponi: Ah, un metro... Eh, se li porta bene i centimetri.
Maître: Si affidino a me ... combinerò loro un servizio del quale non si scorderanno mai più. [si congeda] Antonio Caponi: ... e questo ce lo fa il servizio, eh! Peppino Caponi:[assentendo]... ci ha minacciato chiaramente!
Antonio Caponi: Sant'Antonio... Sant'Antonio mio bello! Tu che sei un santo così misericordioso, tu che fai tredici grazie al giorno, fammene una: fa' che le signorine non vengano. Ballerine[in coro]: Eccoci qua! Antonio Caponi: Sant'Anto', io ti ringrazio, eh!
Peppino Caponi: Lo scopo è stato raggiunto: la ragazza è stata liquidata. Lucia Caponi: "Liquidata"...Le uniche parole che quella ragazza meritava non gliele avete sapute dire...
Diventato ormai un film di culto, ricordato soprattutto per la scena della dettatura della lettera, in cui Totò e Peppino toccano vertici inarrivabili sul piano della sintonia scenica e dei tempi comici. (Orio Caldiron)