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Pier Luigi Bersani (1951 – vivente), politico italiano.
Citazioni in ordine temporale.
E poi ci sono elementi di radicalità che devono essere presenti nel riformismo. L'ambiente, l'uguaglianza, la pace: perché un riformista deve avere sempre il fucile in mano? Perché dovremmo accettare la più grande diseguaglianza dei redditi d'Europa?[1]
Sui grandi scenari mi considero piuttosto verde anch'io. [...] Per me l'ambiente è il paradigma della crescita, dell'innovazione, degli investimenti. È il motore dello sviluppo, polemizzo con chi lo fa diventare l'impedimento. [...] E poi ci sono elementi di radicalità che devono essere presenti nel riformismo. L'ambiente, l'uguaglianza, la pace: perché un riformista deve avere sempre il fucile in mano? Perché dovremmo accettare la più grande diseguaglianza dei redditi d'Europa?[2]
Si tratti di una legge, si tratti di una procedura per fare una strada, si tratti di una qualsiasi autorizzazione, la decisione deve arrivare in tempi certi: o per il sì o per il no. La democrazia è stata inventata come meccanismo per decidere attraverso la partecipazione, e non per partecipare a prescindere dalle decisioni.[3]
Un'antica tradizione come il crocifisso non può essere offensiva per nessuno. Penso che su questioni delicate come questa, qualche volta il buonsenso finisce di essere vittima del diritto.[4]
[Su Emma Bonino] È una donna fuori dagli stereotipi. È una fuoriclasse. Questo è come la penso.[5]
Non vorrei che dopo Berlusconi venisse fuori Chávez. O il parlamento riprende il suo ruolo o non c’è libertà per nessuno.[6]
La sinistra è l'idea che se guardi il mondo con gli occhi dei più deboli puoi fare davvero un mondo migliore per tutti [...]. Se pochi hanno troppo e troppi hanno poco, l'economia non gira, perché l'ingiustizia fa male all'economia. Si vuole un mercato che funzioni, senza monopoli, corporazioni, posizioni di dominio, ma ci sono beni che non si possono affidare al mercato: la salute, l'istruzione, la sicurezza. Il lavoro non è tutto, ma questo può dirlo solo chi il lavoro ce l'ha [...]. Davanti a un problema serio di salute, non ci può essere né povero né ricco né calabrese né lombardo né marocchino: si fa con quel che si ha, ma si fa per tutti. L'insegnante che insegue un ragazzo per tenerlo a scuola è l'eroe dei nostri tempi; indebolire la scuola pubblica vuol dire rubare il futuro ai più deboli. La condizione della donna è la misura della civiltà di un paese: calpestarne la dignità è l'umiliazione di un paese [...]. C'è un modo per difendere la fede di ciascuno, per garantire le convinzioni di ciascuno, per riconoscere la condizione di ciascuno: questo modo irrinunciabile si chiama laicità. Per guidare un'automobile, che è un fatto pubblico, ci vuole la patente, che è un fatto privato: per governare, che è un fatto pubblico, bisogna essere persone per bene, che è un fatto privato. Chi si ritiene di sinistra, chi si ritiene progressista deve tenere vivo il sogno di un mondo in pace, senza odio e violenza, e deve combattere contro la pena di morte, la tortura, ogni altra sopraffazione fisica o morale e ogni illegalità: essere progressisti significa combattere l'aggressività che ci abita dentro, quella del più forte sul più debole, dell'uomo sulla donna, di chi ha potere su chi non ne ha e prendere la parte di chi ha meno forza e meno voce. Qui finisce il mio tempo ma non certo il mio elenco, grazie.[7]
Il governo Berlusconi punta solo a una sopravvivenza spregiudicata. Cercherà di galleggiare rapinando qualche voto, spargendo veleni come la voce di dirigenti del Pd pronti a passare con lui, mostrando quindi il volto peggiore della politica. Tutti quelli che non vogliono cedere a questa deriva devono prendersi la responsabilità di essere non solo contro Berlusconi ma di andare oltre.[8]
Vedo che il terzo polo è stato battezzato con una certa urgenza per respingere le sirene berlusconiane. Li capisco, il timore è fondato. Ma se puntano a un ruolo di condizionamento del centrodestra presto dovranno convincersi che è un'illusione. Berlusconi non tratta, compra. L'idea stessa di un Berlusconi condizionato è un ossimoro.[8]
[...] c'è un problema che riguarda soprattutto noi: le primarie per le amministrative. Possono inibire rapporti più aperti e più larghi non solo con i partiti ma con la società civile. E possono portare elementi di dissociazione dentro il Pd che non fanno bene a nessuno. Bisogna dunque riformarle.[8]
[Sul Partito Democratico] Siamo un partito elastico ma proprio per questo non ci spezziamo.[8]
Berlusconi non può prenderci tutti per imbecilli e sono vergognose e inaccettabili i suoi attacchi alla magistratura. Davanti a Berlusconi Ben Ali ci fa un baffo. Da Berlusconi non possiamo aspettarci niente. Ci vuole un moto dell'opinione pubblica perchè non tutti gli italiani sono come lui. Dobbiamo scrollare la pianta perchè quelli stanno attaccati come una cozza allo scoglio.[9]
Impegno me e il mio partito a portare avanti il processo federalista, dialogando con la Lega. Quali che siano gli sviluppi politici. Guardiamo oltre Berlusconi ma salviamo la prospettiva autonomista.[10]
Credo che da sempre, pur da posizioni diverse e anche alternative, ci siano due vere forze autonomiste in questo paese: il Pd e la Lega.[10]
Non ho bisogno che qualcuno mi spieghi che la Lega non è razzista: lo so da me. Però dire ‘ciascuno a casa sua’ non fa i conti con il mondo moderno.[10]
Dico che la Lega non è razzista, ma attenzione: incoraggiare certe pulsioni il razzismo può produrlo.[11]
Se la Gelmini fosse un vero ministro, invece che arrampicarsi sui vetri per difendere Berlusconi, dovrebbe prendere atto degli inaccettabili attacchi che ha rivolto agli insegnanti e alla scuola pubblica e dovrebbe dimettersi.[12]
[Su Angelino Alfano segretario del PDL] Ma è il segretario del partito o è il segretario del presidente del partito?[13]
Se Berlusconi facesse un passo indietro per ogni inchiesta che lo coinvolge, sarebbe già ad Ancona.[14]
I democratici oggi inchinano le loro bandiere [rendendo onore a Oscar Luigi Scalfaro] che seppe guidare il nostro Paese in una delle sue stagioni più difficili e difese le istituzioni nel mezzo di una delle crisi più gravi. Lo fece con una decisione, una lucidità e un equilibrio impossibili da dimenticare. [...] Verso di lui, come italiani e come democratici, abbiamo una riconoscenza infinita e un grande dovere: non abbandonare le sue battaglie, ricordando sempre che la nostra è la Costituzione più bella del mondo.[15]
Siam tutti [politici e giornalisti] qui da vent'anni, è ora di toglierci dai coglioni.[16]
[Dopo le dimissioni di Silvio Berlusconi] Oggi è il giorno della liberazione dell'Italia.[17]
O vinciamo noi o vinciamo loro, il meccanismo è quello, qui vince chi arriva prima.[19]
Vogliamo un’Europa costruita con adeguate cessioni di sovranità, e che trovi nell’area dell’Euro la sua locomotiva.[20]
Voi vedrete nelle norme che presenterò, se potrò presentarle, eh?... Diciamo, sull'impostazione nuova del nostro sistema politico e delle garanzie, voi vedrete delle norme stringenti sulla compatibilità, ineleggibilità, candidabilità. Per me l'idea è: si riparte.[21]
Dopo il tacchino sul tetto, la mucca in corridoio e il giaguaro da smacchiare, in 5 anni completo lo zoo. [22]
[Riferendosi al Governo Renzi che ha posto il voto di fiducia sul cd. "Italicum"] Su democrazia un governo non mette la fiducia. Si sta creando un precedente serio. Questa fiducia io non la voterò.[23]
Io sono più liberale di Renzi, su questo non ci piove proprio.[24]
Io sono per la sinistra dell'uguaglianza, dell'uguale dignità e della protezione agli interessi più deboli. Lui [Renzi] sarà per la sinistra delle opportunità, delle eccellenze e di quant'altro fa spettacolo. Io non ci credo, adesso soprattutto, mentre 20 anni fa potevo crederci e l'ho sostenuta anch'io perché avevo un rapporto con una realtà, perché tutte le barche si alzavano con la globalizzazione che partiva. Adesso come non vedere cosa si è aperto nella società, guardiamola in faccia la realtà, no? E io son di sinistra nel senso che non sopporto di vedere un livello di disuguaglianza così aberrante. Per me è questa la sinistra. Non dico mica che lui non sia di sinistra, ma ormai le parole vengono tirate come il chewing gum.[25]
La finanza creativa sta per essere estesa col Dpef alle famiglie? Con tutte le cartolarizzazioni di questi anni, Tremonti ha già dimostrato di essere capace di vendere casa per pagarsi la benzina; adesso vuole convincere le famiglie italiane a fare lo stesso. Qualora le anticipazioni che circolano fossero davvero contenute nel Dpef, almeno una cosa sarebbe chiara: finite le fatiche del governo, al ministro Tremonti non mancherebbero certo le caratteristiche per fare il promotore finanziario porta a porta.[26]
Lo dico a tutti i miei compagni: non accontentatevi del piccione in mano, andiamoci a prendere il tacchino.[27]
Giuseppe Conte è l'unico premier possibile in questo momento. Chi vuol fare i conti con lui deve aspettare un attimo, come si suol dire deve trattenere l'orgasmo.[28]
[Sul libro di Roberto VannacciIl mondo al contrario] Quando leggi quelle robe lì, pensi: va be', sciogliamo l'esercito, sciogliamo le istituzioni e facciamo un grandissimo bar: il bar Italia, no? Il bar del mondo per il diritto e non per il rovescio. Dove puoi dare dell'invertito a un omosessuale, dove puoi dare della fattucchiera a una femminista, dove puoi dare del negro a un nero, dove puoi dire a un ebreo «Sì, ho capito la Shoah, però adesso non esagerare». Quel bar lì non sarebbe mai vuoto in Italia, eh! Basta andar nei bar. E qui bisogna andare diritti e quindi dopo 'sta cosa a me mi resta una domanda, una domanda sincera che vorrei fare: «Scusa ma, se in quel bar lì è possibile dare dell'anormale a un omosessuale, è possibile anche dare del coglione a un generale?»[29]
Bersani insiste su una grande campagna porta a porta in autunno. Può anche andare, ma dovremmo avere qualcosa da dire: perchè non è che il porta a porta lo possiamo fare contro Minzolini. Alla gente di Minzolini non frega niente. (Matteo Renzi)
Chiunque conosce Bersani sa che dietro quel suo sorriso sarcastico c'è un politico che ha a cuore i problemi dei cittadini. E dietro c'è un altro sorriso sarcastico. (Daniele Luttazzi)
[Dopo le politiche del 2013] Devo chiamare Bersani, lo so. Ma chillo non ha i numeri, non ce li ha. Anche quando andava a scuola, sua madre mi diceva che quando andava a parlare con la maestra diceva: "suo figlio si applica ma non ci arriva." Non ha i numeri. (Crozza nel Paese delle Meraviglie)
La svolta di Bersani? È il trionfo della pura astrattezza, siamo alla metafisica della tattica. Se il tema è l'allargamento al centro, io non capisco a che serva continuare a evocarlo. (Nichi Vendola)
Ottima persona. Non un leader, ma un politico equilibrato, onesto, pratico. (Sandro Bondi)
[Nel 2003] Pierluigi Bersani. È fra quelli che potrebbero rappresentare il futuro di un partito di centro-sinistra realmente alternativo. (Alessandro Cè)
Rinuncio a capire la logica del suo percorso: per mesi abbiamo inseguito Fini, malgrado alcuni di noi dicessero che fosse una follia. Ora che ci ha detto di no, continuiamo a corteggiarlo, inseguendo pure Bossi. Sembra quasi il compagno di classe sfigato che cerca sempre di abbordare quella tipa pur sapendo che gli dice di no. Con questa gente noi non abbiamo niente a che vedere! (Matteo Renzi)
Se si adottasse in Italia, diciamo, il criterio di valutazione della vita pubblica che adottano in America, qua rimangono solo i bambini sotto i dieci anni e Pierluigi Bersani. (Vincenzo De Luca)
Sentendola parlare mi sembrava di essere a Ballarò. (Roberta Lombardi)
Sono rimasto legato alla teoria di Togliatti: gli emiliani sono bravi ad amministrare il territorio, pessimi a fare politica a Roma. Tranne Bersani, che per me è sempre il migliore. (Carlo De Benedetti)
Bersani è un leader autorevole, determinato a costruire un partito e un gruppo dirigente, dopo che si è pensato troppo a lungo che bastasse demolire ciò che c'era per costruire il nuovo.
Bersani è un uomo di governo capace ed è sempre stato fuori dai conflitti personali all'interno del centrosinistra. Lui è di gran lunga la persona più adatta a guidarci in questa fase di ricostruzione del partito, dopo il periodo confuso che ha caratterizzato l'avvio del PD.
Con Bersani nel partito ci sarà finalmente la pace.
↑ Dall'intervista di Marco Damilano, Ricomincio dal bis, L'espresso, 4 gennaio 2007.
↑ Dall'intervista a L'espresso, n. 1, anno LIII, 11 gennaio 2007.
↑ Dall'intervista a la Repubblica, 28 maggio 2007.