regista, sceneggiatore e produttore cinematografico italiano (1964-) Da Wikiquote, il compendio di citazioni gratuito
Paolo Virzì (1964 – vivente), regista, sceneggiatore e produttore cinematografico italiano.
Citazioni in ordine temporale.
[Su Il capitale umano] [...] mi sono ispirato al romanzo di un autore moderno, ma anche a un cinema dell'altrove, all'umorismo nero di certi cineasti americani ebrei, a Chabrol. Volevo sperimentare qualcosa di diverso rispetto alla solita commedia. Creare un allarme nello spettatore che è poi un allarme sul nostro tempo grazie a una struttura narrativa che lo consentiva.[1]
Andrei a vedere le carte del M5S, al bluff si va a vedere, come dicono i miei amici che giocano a poker. Hanno vinto le elezioni con le bugie e le promesse, ma non si può irridere il reddito di cittadinanza. Ci sono pezzi di mondo in difficoltà, che quando gli si parla di un paese smart, si deprimono ancora di più.[2]
Di fronte a questi sentimenti meschini e trogloditi, avrei voglia di essere invaso da tutti questi africani forti, giovani, temerari. Solo che purtroppo l'invasione non c'è, contrariamente a quel che dice Salvini, perché abbiamo allontanato i problemi in modo in fondo molto pragmatico e cinico, accordandoci con malviventi libici. Ma continuo a sperare in una futura invasione. Siamo diventati un popolo brutto, triste, meschino, ignorante, con un crollo demografico totale, destinato quindi a estinguersi; non resta che sperare nell'energia di questi popoli che col loro dolore e la loro forza possono solo migliorarci.[3]
[Su Ferie d'agosto] Silvio Orlando e la sua comitiva erano il ritratto di un pezzo di umanità progressista, tollerante, aperta verso il mondo, ma che non era capace di digerire il vicino di casa, che sbagliava i congiuntivi e esibiva il cellulare. Il tema era colti contro spettatori televisivi, quindi il riflesso dello schema della dialettica politica di quegli anni, rispetto al passato dove la sinistra significava operai e braccianti e la cui tradizionale modalità di aggregazione erano le salsicce abbrustolite alla festa dell'Unità.[4]
A un certo punto di Marino ho pensato anch'io: basta, se ne vada. Poi rielaborando i fatti: gli scontrini di poche decine di euro, la Panda rossa, la battuta estorta a Papa Francesco, adesso mi sembra evidente che si sia consumato un rito torbido, l'ennesima congiura fratricida. Quel documentario [Roma golpe capitale di Francesco Cordio] mi ha fatto male perché mi ha fatto sentire stupido, una delle tante vittime di una narrazione deformata.
Non mi spiego come facciano tanti amici, persone che ritengo intelligenti, le stesse che magari nel dicembre del 2016 sono state in pena per l'assalto alla Costituzione, a considerare una questione trascurabile l'assetto proprietario, il management privato, l'incontenibilità dei vertici dell'attuale primo partito italiano [Movimento 5 Stelle]. Chi è, cos'è dietro a Casaleggio.
[Parlando di Liberi e Uguali] Fratoianni e compagnia mi sembrano la riedizione di una sinistra identitaria alla Bertinotti, votata al ruolo marginale di portabandiera. Ora è lampante come il minuscolo progetto di D'Alema e di Bersani sia stato figlio di una pura pulsione di vendetta, dannosa per tutti a partire da loro.
Non è che fosse un partito accogliente nemmeno il Pci. Diciamolo. Quando da liceali, ingenuamente, andavamo a chiedere una saletta alla sezione "Stalin", quella del quartiere Sorgenti a Livorno, per le riunioni del movimento studentesco, venivamo messi alla porta senza tanti complimenti. Bisognava insistere.
Intervista di Arianna Finos, Rep.repubblica.it, 5 ottobre 2018.
Quella Roma[del 1990] è cambiata dopo il pentapartito, è stata ripulita per il Giubileo, è diventata più europea. E ora siamo di nuova nella fase zozza e sgangherata, ma per altri motivi: c'è un deficit di classe dirigente.
Oggi siamo nella stagione del grande narcisismo collettivo, favorita dai social, a cui si può approdare con un video girato con il cellulare. Anche un fatto positivo. Zavattini avrebbe detto che si realizza il sogno: "Diamo una macchina da presa a ogni italiano e faremo il vero neorealismo".
La grande novità rispetto agli anni di Ferie d'agosto e di Notti magiche è che le vere star di questa stagione sono i politici. I bagni di folla sono tutti per i nuovi politici pop che si fanno i selfie mentre prendono la salsiccia unta, l'aperitivo alla sagra del tortello. E certe battute... Aboliamo la povertà? Ho preparato una lista di cose che andrebbero abolite: i terremoti, le zanzare e l'acidità di stomaco...
Ogni volta che gli dai una scena la “paolizza”, sempre in bilico tra il grottesco, l'esagerato, il profondamente umano, mi sorprende sempre, tra parola scritta e messa in scena è sempre una sorpresa, come una realtà aumentata. (Francesca Archibugi)
Penso a Paolo Virzì, che non è citato quando si parla di commedia e che, invece, ne è un maestro assoluto. (Massimo Venier)