- Avevo finito il liceo e mi ero allenata duramente per quelle gare. Allo stadio c'era tutta la mia città, era un grande onore per me. A quel tempo i vincitori giuravano lealtà alla patria e al fascismo. Una formula rituale che veniva pronunciata durante la premiazione. Avevo vinto la medaglia d'oro, dovevo giurare anch'io: lo feci. [...] Un atto di viltà. [...] Quel giuramento fu un compromesso con me stessa. [...] Promettemmo di obbedire alla patria e al regime e per me quello fu una sorta di spergiuro, perché ero contraria al fascismo da quando erano entrate in vigore le leggi razziali.[1]
- Camminare a me non va, in bicicletta vo' meglio. È un mezzo meno faticoso. Fino a poco tempo fa pedalavo spesso, ricavandone equilibrio, voglia di fare e volontà.[2]
- Credo che uccidere qualsiasi creatura vivente, sia un po' come uccidere noi stessi e non vedo differenze tra il dolore di un animale e quello di un essere umano.[3]
- Dal punto di vista etico è straziante pensare a quali sofferenze sono sottoposti questi animali, vere macchine da carne, allevati per ingrassare rapidamente, per riprodursi rapidamente in condizioni di sovraffollamento, per soddisfare la gola dell'animale uomo che si crede padrone di tutte le altre specie, quando invece è possibilissimo vivere senza carne, come la sottoscritta, vegetariana fin dalla nascita.[4]
- È vergognoso che gente che si dichiara cristiana si accanisca in modo fondamentalista contro una persona che è morta da 17 anni [Eluana Englaro], che non ha nessun modo di difendersi e che quando era in vita aveva sempre dichiarato di non voler essere sottoposta all'accanimento terapeutico. Peggio ancora, però, è che siano i politici a intromettersi: chi vuol agire contro la sentenza della Corte di Cassazione, ma anche la passività della sinistra e del Partito democratico, che ha avuto una reazione estremamente debole contro l'ingerenza della Chiesa.[5]
- Il tempo credo lo si possa capire solo per il fatto che tutto, tutto cambia, tutto invecchia. Si nasce, si muore. Gli esseri viventi, gli oggetti se sono nuovi, poi diventano vecchi. Anche le pietre, anche la nostra terra, nel corso dei 4 miliardi e mezzo d'età è mutata grandemente. Quindi il tempo lo possiamo definire solo grazie al fatto che tutto cambia.[6]
- In un certo senso fare scienza è come andare a caccia dell'assassino, con lo scienziato nei panni dell'investigatore.[7]
- [Sul bosone di Higgs] Io lo chiamo addirittura Dio poiché è la particella che spiega come si forma la materia delle altre particelle e siccome queste sono quelle da cui poi deriva tutto – le stelle, gli elementi che abbiamo sulla terra, compresi quelli che compongono gli esseri umani – questa particella è veramente Dio.[8]
- Ipazia rappresentava il simbolo dell'amore per la verità, per la ragione, per la scienza che aveva fatto grande la civiltà ellenica. Con il suo sacrificio cominciò quel lungo periodo oscuro in cui il fondamentalismo religioso tentò di soffocare la ragione.[9]
- L'astronomia ci ha insegnato che non siamo il centro dell'universo, come si è pensato a lungo e come qualcuno ci vuol far pensare anche oggi. Siamo solo un minuscolo pianeta attorno a una stella molto comune. Noi stessi, esseri intelligenti, siamo il risultato dell'evoluzione stellare, siamo fatti della materia degli astri.[10]
- L'etica laica e, in particolare, l'etica degli atei, che non credono in nessuna entità superiore non meglio definita, ma solo nel dato di fatto dell'esistenza della materia che origina le strutture presenti nell'Universo, da cui si originano anche gli esseri viventi, dai più semplici ai più complessi, si basa sul rispetto del prossimo, uomo o animale che sia e può essere riassunta dai comandamenti di Cristo, che certo non era figlio di Dio, ma una delle più grandi figure dell'umanità, che ha preceduto i suoi tempi di molti secoli: "Ama il prossimo tuo come te stesso" e "Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te".[11]
- [Su Enrica Calabresi, sua docente al liceo Galilei di Firenze] L'ho vista cacciare dalla scuola da un giorno all'altro a causa delle leggi razziali. Questo mi ha aperto gli occhi su cosa può fare una dittatura e ha segnato in me una frattura: è allora che sono diventata antifascista. In quel periodo la incontrai per strada. Una figura esile, vestita in modo dimesso, che camminava rasente i muri, diretta probabilmente a quella che ora ho saputo essere la sua casa, in via del Proconsolo. Mi parve un animale braccato. [...] Avrei voluto dirle la mia solidarietà per quel che le stava accadendo, ma non ne ebbi il coraggio. Non me lo sono mai perdonato. Anni dopo, a una trasmissione di Piero Angela sulla Specola di Firenze, venni a sapere che negli anni successivi aveva insegnato agli alunni ebrei espulsi dagli istituti pubblici nella scuola ebraica di via Farini. E che nel 1944 era stata arrestata e portata a Santa Verdiana, un ex convento trasformato in carcere. Si sottrasse alla deportazione con il suicidio. Forse aveva perso la voglia di combattere, forse l'entusiasmo che l'aveva sostenuta grazie all'insegnamento si era spento.[12]
- La colpa di Eva è stata quella di voler conoscere, sperimentare, indagare con le proprie forze le leggi che regolano l'universo, la terra, il proprio corpo, di rifiutare l'insegnamento calato dall'alto, in una parola Eva rappresenta la curiosità della scienza contro la passiva accettazione della fede...[13]
- La mia coscienza politica si è definita soprattutto nel '38, con le leggi razziali. Discutevo e litigavo con i miei compagni per affermare le mie idee e, solo grazie allo scoppio della guerra, l'esplicita manifestazione delle mie convinzioni antifasciste non mi è costata la ripetizione dell'ultimo anno di liceo.[14]
- La scienza non riesce a dare una risposta totale. Quindi il mistero c'è certamente. Se quando morirò dovessi scoprire che c'è la vita eterna, direi a Dio che ho sbagliato. E forse tutto sommato, sarebbe bello essersi sbagliati. [...] Gesù è stato certamente la maggior personalità della storia. Il suo insegnamento, se è resistito per 2000 anni, significa che aveva davvero qualcosa di eccezionale: ha trasmesso valori che sono essenziali anche per un non credente.[15]
- [...] le conquiste sociali fatte sotto il fascismo oggi ce le sogniamo, il che è tutto dire. Non si trattava solo dei treni in orario. Assegni familiari per i figli a carico, borse di studio per dare opportunità anche ai meno abbienti, bonifiche dei territori, edilizia sociale. Questo perché solo dieci anni prima Mussolini era in realtà un socialista marxista e massimalista che si portò con sé il senso del sociale, del popolo. Le dirò, in un certo senso il fascismo modernizzò il paese. Nei confronti del nazismo fu dittatura all'acqua di rose: se Mussolini non avesse firmato le infamanti leggi razziali, sarebbe morto di morte naturale come Franco. Resta una dittatura, ma anche espressione d'italianità. Bisognerebbe fare un'analisi meno ideologica su questo.[16]
- Questa è la conferma della teoria di Peter Higgs, una teoria che spiega molto bene i fenomeni che si osservano e gli esperimenti che si fanno con le particelle e che ipotizza la necessità che esista una particella molto più pesante del protone (appunto il bosone di Higgs) in grado di spiegare come tutte le altre particelle vengono create, cioè si formano e prendono massa. Questo bosone sembrava fantomatico. Ci sono stati molti anni di ricerca senza riuscire a scovarlo. Ora sembra certo che esista e quindi la teoria sarebbe confermata.[8]
- Ricordo l'alba del 15 febbraio 1961 [giorno dell'eclissi solare] quando decine di astronomi professionisti, amatori, curiosi affollavano il Monte Conero, presso Ancona. L'aria era limpida e fredda, gli ulivi ricoprivano le pendici del monte, gli uccelli salutavano il sorgere del sole, per ammutolire di nuovo pochi minuti dopo. Noi eravamo pronti e tesi per fotografare la corona e misurarne la polarizzazione a varie distanze dal bordo del disco solare. Ecco le protuberanze biancastre, ecco i pennacchi della corona,e un gran silenzio, interrotto solo da qualche ululato di cani spaventati. Quattro minuti e tutto era già finito, lo spicchio di Sole aveva già cancellato la notte.[17]
- [Parlando di un suo gatto] Si chiamava Ciccino, è stato con me dal 1932 al 1943, ho studiato con lui sulle mie ginocchia, dalla prima media al terzo anno di università. Durante la guerra riuscì a compiere un'impresa storica. Il cibo era razionato, ma si infilò nella casa di un federale e gli rubò una forma di pecorino. Con quel pezzo di formaggio in bocca più grande di lui riuscì a tornare a casa. Ma lo videro e dovetti restituire la forma. Lui ci rimase così male che per consolarlo gli cedetti la mia razione di cibo.[18]
- Siamo tornati al Medioevo se il vice presidente del più grande ente di scienza e di ricerca del paese dice queste bischerate. [...] Lui [Roberto De Mattei] è padrone di credere e di avere fede, nella misura che più lo aggrada. Ma non può in alcun modo pretendere di professare teoremi antiscientifici. O certamente non provabili scientificamente. [...] È da andare a nascondersi, da vergognarsi. Infatti all'estero ci chiedono soprattutto come sopportiamo un governo come quello attuale. E per fortuna che le nostre università invece, malgrado tutti i problemi che hanno, riescono ad essere buone università. Quando i nostri ricercatori vanno all'estero fanno fortuna, quando presentano progetti al Consiglio europeo delle ricerche arrivano alle primissime posizioni: per fortuna questo ci salva.[19]
- L'idea di Dio nasce per spiegare ciò che la scienza non sa spiegare. La scienza dice cosa sono le stelle, come funzionano. Sappiamo ricostruire un album di famiglia dell’universo ma non sappiamo dire perché sia fatto così. Ed ecco che è stato inventato Dio. Dio è comodo, troppo comodo. Ma è un’idea infantile, come Babbo Natale.[20]
- Sono convinta che ci sia bisogno del nucleare. Ci sono molte paure irrazionali ma non si può decidere sull’onda dell’emozione. Serve razionalità. [...] È proprio il mio ambientalismo che mi fa dire sì: il nucleare è la fonte che, tutto sommato, inquina meno.[21]
Preferisco il protone al paradiso
intervista di Donatella Mattalia, Panorama, 19 maggio 2005
- Dubbi sul fatto che Dio possa esistere? Nessuno. Mai avuto grandi slanci verso la religione, di alcun tipo. Non ho mai creduto troppo a nulla, poi non ho creduto assolutamente più a nulla.
- L'idea di un Dio impersonale sarà più accettabile per la ragione, ma è pur sempre una scappatoia per spiegare quello che la scienza non sa ancora spiegare. Ma così è troppo comodo, troppo facile.
- Penso che il cervello sia l'anima, non credo alla vita dopo la morte e tanto meno a un paradiso in versione condominiale, dove reincontrare amici, nemici, parenti, conoscenti.
- Le leggi morali non ce le ha date Dio, ma non per questo sono meno importanti. Questa dovrebbe essere l'etica dominante, senza aspettarsi una ricompensa nell'aldilà. Senza leggi etiche ci sarebbe il branco e non la società. E andrebbero insegnati valori comuni a credenti e non, il perdono, non fare del male agli altri, la solidarietà. Ma, soprattutto, bisognerebbe imparare a dubitare, a diventare scettici.
Intervista di Mirella Parachini e Luigi Montevecchi, Agenda Coscioni, anno I, n. 1, ottobre 2006
- Il compito della scienza è cercare di capire quali siano le leggi che regolano l'universo, la nostra vita, i nostri pianeti, senza ricorrere a Dio. Ricorrendo a Dio non c'è più bisogno di scienza. È come se Dio ci desse da fare le parole crociate, tanto poi se non si fanno, spiega tutto lui. Il compito della scienza è proprio quello di fare a meno di Dio. Cercare di capire con la propria ragione.
- Non c'è bisogno di autonomia, credo che molti scienziati credenti vedano questa luce di Dio non come una guida per il progresso della scienza, ma come una questione personale. Come diceva anche lei prima, scienza e fede sono su due piani diversi, ci sono scienziati credenti, scienziati non credenti. Lo scienziato si basa sulla ragione, sull'osservazione e sull'esperimento, che creda o non creda in Dio. Il non credente ha la fiducia nel progresso della scienza e nella sua utilità, nel suo contributo al progresso dell'umanità.
- È quello che dico sempre, anche essere atei, come essere credenti, è una fede perché io non posso dimostrare né che Dio c'è, né che non c'è. Io non credo perché non mi soddisfa l'idea di Dio, non posso pretendere di dimostrare che Dio non c'è. A me sembra assurda l'idea di Dio perché mi sembra infantile, ma questa è un'opinione personale.
- Diventa un fondamentalismo pretendere che l'evoluzionismo escluda la presenza di Dio. Si può essere credenti e, in base all'osservazione, e credere al progresso dalla materia bruta fino agli esseri viventi.
asia.it, 28 novembre 2008
- Gli animali son creature di questa terra, sono nostri fratelli e quindi non è che si devon considerare oggetti a nostra disposizione. Sono esseri viventi che hanno capacità di amare e di soffrire e quindi dobbiamo trattarli proprio come fratelli, come fratelli minori. Noi abbiamo un cervello più potente, però non vuol dire che, per questo, dobbiamo abusare di loro.
- Io penso che si dovrebbero portare i bambini delle scuole a vedere cosa sono i macelli. I macelli una volta erano in città, oggi li hanno portati ben lontani dalle città e nessuno sa più cosa succede. Per i bambini la carne è un bell'involtino in cellophane che si trova nei supermercati e non sanno nemmeno le sofferenze che sono state prodotte agli animali che hanno fornito la carne.
- Non la mangerei mai [la carne], perché mi sembra veramente atroce uccidere milioni e milioni e milioni di animali... è veramente un'ecatombe ogni giorno sulla terra.
- Quando vedo un animale, quando vedo il suo comportamento, soprattutto dal punto di vista affettivo e istintivo, mi riconosco. Son tanto simili a noi.
intervista di Alessandro Sala, corriere.it, 16 febbraio 2012
- Lo dimostra anche semplicemente il mio essere qui: alla mia età sono arrivata in discrete condizioni e l'essere vegetariana non mi ha impedito negli anni della gioventù di praticare la pallacanestro e l'atletica leggera e con risultati soddisfacenti: ho vinto un paio di campionati universitari di salto in alto e salto in lungo, sono stata terza ai campionati assoluti.
- Non mangio carne perché amo gli animali e li rispetto. Ma ci sono anche ragioni scientifiche: non posso pensare di mangiare carne di animali provenienti da allevamenti intensivi, dove non sono più animali ma macchine da carne. Sono rimpinzati di antibiotici e vivono in maniera innaturale. Quindi le loro sono carni malate.
- Un esquimese deve mangiare per forza pesce, non ha altro. E dove c'è la miseria non hanno certo tempo di pensare ai diritti degli animali. Ma sono casi estremi.
- Alla base di tutto c'è questa idea sbagliata secondo cui non si può fare a meno della carne. Bisogna cambiare mentalità, far capire che si può vivere benissimo senza.