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poeta, scrittore, critico letterario, critico d'arte, giornalista, filosofo, aforista, saggista e traduttore francese Da Wikiquote, il compendio di citazioni gratuito
Charles Pierre Baudelaire (1821 – 1867), poeta francese.
[Charles Baudelaire, Scritti intimi, in Tutte le poesie e i capolavori in prosa.]
Stoltezza, errore, peccato, avarizia
occupano i nostri spiriti e tormentano
i nostri corpi e, come mendicanti
che i loro insetti nutrono, educhiamo
piacevoli rimorsi. Son caparbi
i peccati, vigliacchi i pentimenti;
le nostre confessioni lautamente
ci facciamo pagare, e nel fangoso
sentiero ritorniamo lieti, illusi
d'aver lavato con lacrime vili
tutte le nostre macchie. Sul guanciale
del male, a lungo il Trismegisto Satana
lo spirito incantato culla, e il ricco
metallo della nostra volontà
vien svaporato da quel dotto chimico.
Regge il Diavolo i fili che ci muovono!
Mia cara amica,
il buon senso ci dice che le cose della terra durano poco, e che la vera realtà si trova soltanto nei sogni. Per digerire la felicità naturale, come quella artificiale, bisogna avere innanzitutto il coraggio di ingoiarla; e le persone che forse meriterebbero la felicità sono proprio quelle alle quali la felicità — almeno come la concepiscono i mortali — ha sempre avuto l'effetto di un emetico.
A delle menti sciocche sembrerà singolare, e persino impertinente, che una descrizione di voluttà artificiali sia dedicata a una donna, la fonte più comune delle voluttà più naturali. Tuttavia è evidente che, come il mondo naturale penetra in quello spirituale, gli serve da nutrimento e concorre così a creare quell'indefinibile amalgama che chiamiamo la nostra individualità, la donna sia l'essere che proietta l'ombra più grande o la luce più grande nei nostri sogni. La donna è fatalmente suggestiva; lei vive di un'altra vita, oltre alla propria; vive spiritualmente nelle fantasie che lei stessa ossessiona e feconda.
È assai poco importante, del resto, che la ragione di questa dedica venga compresa. Ma poi è davvero necessario, per la soddisfazione dell'autore, che un qualsiasi libro venga compreso, se non da colui o da colei, per cui è stato scritto? Per farla breve, è forse indispensabile, in definitiva, che esso sia stato scritto per qualcuno? Per quanto mi riguarda, ho così poca inclinazione per il mondo dei vivi che, alla maniera di quelle donne sensibili e sfaccendate le quali — si dice — spediscono per posta le loro confidenze a degli amici immaginari, scriverei volentieri soltanto per i morti.
Ma questo libretto non lo dedico ad una donna morta; bensì a colei che, sebbene ammalata, è sempre viva ed operosa dentro di me, e adesso volge tutti i suoi sguardi verso il Cielo, luogo di tutte le trasfigurazioni. Infatti, l'essere umano non gode soltanto del privilegio di poter godere di una temibile droga, ma anche di poter trarre gioie nuove e sottili persino dal dolore, dalla catastrofe e della fatalità.
In questo quadro vedrai un uomo errante, cupo e solitario, immerso nella mobile fiumana delle moltitudini, il quale rivolge il suo pensiero e il suo cuore a un'Elettra lontana che, poc'anzi, gli asciugava il sudore della fronte e gli rinfrescava le labbra incartapecorite dalla febbre; e tu comprenderai la gratitudine di un altro Oreste del quale spesso hai vegliato gli incubi, e dal quale, con mano materna e leggera, dissipavi il sonno spaventevole.
Titolo originale: Du Vin e du Hachisch, traduzione di Sergio Le Pierre
Titolo originale: Les Paradis artificiels: Le poéme du hachisch, traduzione di Sergio Le Pierre
Titolo originale: Un Mangeur d'Opium, traduzione di Paolo Guzzi
Introduzione al Libro sul Belgio
Scelta di titoli:
Il vero Belgio. Il Belgio nudo. Il Belgio spogliato. Una capitale per ridere, una capitale di scimmie.
[Charles Baudelaire, I fiori del male: Poesie complete, traduzione di Francesco Di Pilla, Fratelli Fabbri Editori, 1970.]
[Charles Baudelaire, I fiori del male: Poesie complete, traduzione di Francesco Di Pilla, Fratelli Fabbri Editori, 1970.]
[Charles Baudelaire, I fiori del male: Poesie complete, traduzione di Francesco Di Pilla, Fratelli Fabbri Editori, 1970.]
Durante gli scavi eseguiti in presenza del re di Napoli, al tempo della Restaurazione del 1815, in una delle stanze della casa d'Atteone fu trovato un grande affresco di una bellezza molto particolare, che rappresentava un gruppo di ninfe con gli occhi rivolti verso la figura più significativa. Dietro di lei un giovane Cupìdo, chino sul suo orecchio con posa galante, aveva l'aria di bisbigliarle qualche mistero.
[Charles Baudelaire, Il giovane incantatore. Storia tratta da un palinsesto di Pompei, a cura di Maria Paola Arena, Edizioni Theoria, 1993]
Per il fanciullo, chino sui suoi viaggi illustrati,
l'universo è a misura della sua vasta fame.
Ah, com'è grande il mondo al chiarore del lume!
Ma al lume del ricordo, ah, il mondo com'è piccolo.
[citato in Fruttero & Lucentini, Íncipit, Mondadori, 1993]
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