Remove ads
comune italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Torricella Peligna (Turricël in abruzzese) è un comune italiano di 1 118 abitanti[1] della provincia di Chieti in Abruzzo. Fa anche parte della Comunità montana Aventino-Medio Sangro.
Torricella Peligna comune | |
---|---|
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Abruzzo |
Provincia | Chieti |
Amministrazione | |
Sindaco | Carmine Ficca (lista civica) dall'11-6-2017 (2º mandato dal 12-6-2022) |
Territorio | |
Coordinate | 42°01′N 14°16′E |
Altitudine | 910 m s.l.m. |
Superficie | 36,11 km² |
Abitanti | 1 118[1] (31-12-2022) |
Densità | 30,96 ab./km² |
Frazioni | Bufalara, Colle del Ponte, Colle Zingaro, Fallascoso, Purgatoio, Riga Tre Confini, Santa Giusta, Madonna del Roseto. |
Comuni confinanti | Bomba, Colledimacine, Gessopalena, Lama dei Peligni, Montenerodomo, Pennadomo, Roccascalegna |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 66019 |
Prefisso | 0872 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 069095 |
Cod. catastale | L291 |
Targa | CH |
Cl. sismica | zona 1 (sismicità alta)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 561 GG[3] |
Nome abitanti | torricellani |
Giorno festivo | 10 luglio |
Cartografia | |
Posizione del comune di Torricella Peligna all'interno della provincia di Chieti | |
Sito istituzionale | |
La fondazione di Torricella si fa risalire secondo la tradizione locale ad un esodo dagli esuli di Juvanum, cittadina romana nei pressi del vicino comune di Montenerodomo, durante le guerre bizantine del VI secolo d.C.; tuttavia le prime notizie certe si hanno dal XII secolo quando fu feudo degli Orsini e, in seguito, dei Conti di Manoppello e dei Marchesi Celaia di Chieti.[4] Il paese fu distrutto durante la seconda guerra mondiale.[5] Il nome attuale del comune è improprio, così come gli altri di Taranta Peligna e Lama dei Peligni, in quanto questi centri sorgono nella parte orientale della montagna Maiella, e si trovano lambiti dai fiumi Sangro e Aventino. In epoca antica i centri che esistevano in loco erano abitati dalle tribù sannitiche dei Carricini, e confinavano con i Peligni presso Campo di Giove e i Frentani da Guardiagrele (l'antica Grele) sino a Lanciano (Anxanum); tuttavia tale toponimo errato fu aggiunto con l'unità d'Italia nel 1863.
Torricella balzò alle cronache nazionali durante la seconda guerra mondiale. I tedeschi infatti, in ritirata nella linea Gustav, fecero terra bruciata del paese, e vennero combattuti nel '44 dalla brigata Maiella, nella battaglia del Sangro. Molti furono gli sfollati e venne distrutto il castello medioevale. Successivamente Torricella è stata ricostruita ed è nel ventunesimo secolo meta turistica per le escursioni montane.
Molto corposi sono i ritrovamenti di epoca italica risalenti al VI secolo a.C. presso Torricella, nelle contrade attigue, sono state fatte varie scoperte archeologiche, i cui reperti sono conservati nel Museo archeologico di Chieti. In località Sant'Antonio è stata trovata una tomba con un elmo di bronzo, la decorazione sulla calotta di una cervide di capride, conservato nel museo archeologico della vicina Juvanum, un pugnale, un collare, un bracciale a spirale, quattro anelli digitali e una fibula di ferro. Si sostiene che presso Monte Moresco, tra Torricella e Pennadomo, ci siano resti di una fortificazione sannita, sorta sopra un insediamento ancora più antico, attribuito al II millennio a.C., da qui proviene infatti un pugnale in pietra, conservato nel Museo Pigorini di Roma.
L'area fu regolarmente abitata durante l'epoca sannita, e dopo la conquista romana della tribù dei Carecini (che occupava l'area di Juvanum di Montonerodomo, Trebula di Quadri e Cluviae di Casoli); tale tribù confinava a est con i Frentani, a sud coi Pentri di Bovianum Vetus, infine con i Peligni nella Maiella orientale. La città principale di questa tribù era Juvanum, ancora ben conservata, prima di giungere al centro di Montenerodomo, l'attività economica maggiormente praticata era l'agricoltura insieme alla pastorizia. Il tratturo, ancora in parte visibile, si sviluppava lungo Colle dell'Irco, e si raccordava al tratturo Celano-Foggia, dove è stato rinvenuto un bronzetto di Ercole del IV secolo a.C.
Dai rinvenimenti presso il quartiere Le Coste, si presume che la continuità abitativa tra Torricella e Juvanum fosse continuata anche dopo il periodo di decadenza dell'Impero Romano d'Occidente. L'area fu occupata dai barbari durante la guerra greco gotica del VI secolo d.C., infatti c'è il ritrovamento di uno Spangehelme ostrogoto ossia un elmo a fasce in rame dorato e ferro in località Santa Lucia, ben nascosto all'interno di una cantina di origini tardo romane per il materiale costruttivo, situata in un casale di campagna. Tale manufatto è conservato nel Museo dell'Abruzzo bizantino e altomedievale del castello ducale di Crecchio (CH).
Il fenomeno dell'incastellamento dell'VII-X secolo d.C. riguardò anche Torricella. Le prime fortificazioni si hanno in zona Monte Moresco, accanto l'abitato romano, che fu definitivamente abbandonato nel XV secolo. Un castello è citato in alcuni documenti di papa Niccolò II che nel 1060 ne assegnava una metà dai monaci benedettini delle Isole Tremiti. Il Medioevo è anche l'epoca dell'affermazione cristiana a Torricella, presso Juvanum sorse l'abbazia di Santa Maria in Palazzo (o di Monte Moresco), di cui si conserva l'impianto presso le rovine; nel X secolo si ha la testimonianza semi-leggendaria della venuta di san Rinaldo, dell'ordine dei basiliani insieme al vescovo san Falco, che si fermò nella vicina Palena in eremitaggio. In località Fallascoso si ha ancora nel ventunesimo secolo la testimonianza dell'eremo di San Rinaldo. All'anno 1173 risale la costruzione della cappella baronale di Torricella, la chiesa madre di San Giacomo, rifatta nel XIX secolo.
Dalle fotografie storiche, si vede come il castello di Torricella occupasse tutta l'area superiore del paese, dove si trova l'Obelisco delle Vittime Civili di Guerra, poiché fu fatto esplodere dai nazisti, dopo che fu occupato come quartier generale delle operazioni belliche.
Nei primi anni della seconda guerra mondiale, tra il 1940 e 1943, Torricella fu uno dei comuni dell'Abruzzo ad essere designato dalle autorità fasciste come luogo di internamento civile per profughi ebrei stranieri presenti in Italia.[6] Dopo l'8 settembre 1943, nonostante la presenza di truppe tedesche nella zona, i 7 ex-internati riusciranno tutti a sfuggire alla cattura, fino a raggiungere le località già liberate dell'Italia meridionale.
Per la sua posizione strategica, Torricella già nell'ottobre 1943 risultava occupata dai tedeschi, e minacciata dai bombardamenti alleati. Da una parte gli intellettuali antifascisti, come Ettore Troilo, già da settembre abbandonarono spontaneamente il paese perché ritenuto insicuro, dall'altra già il 3 settembre 1943 degli aerei tedeschi si scontrarono contro gli alleati, ma senza attaccarsi, poiché erano diretti verso Sulmona per bombardare la stazione. Per Torricella passarono i prigionieri inglesi del campo di internamento Fonte d'Amore di Sulmona, che trovarono rifugio presso gli abitanti. Il 19 ottobre Torricella venne occupata ufficialmente dai tedeschi, che dentro dei camion, requisirono quanti più uomini possibile per le opere di fortificazione della linea Gustav, rastrellando circa 100 persone, e installando ilo presidio del comando generale nel castello baronale, in cima al paese, dove sorge l'Obelisco ai Caduti Civili.
Mentre Casoli veniva liberata dagli inglesi il 4 dicembre, Torricella veniva fatta evacuare, e i paesani si rifugiarono nei casolari di campagna, la stessa notte Ettore Troilo uscì dal suo nascondiglio per recarsi dal comando alleato di Casoli per proporre la nascita del Corpo Volontari della Maiella. La presenza tedesca a Torricella fu segnata da ripetute vessazioni, minacce e azioni di violenza, di cui si ricorda l'eccidio di Sant'Agata (1º febbraio 1944), anche se ciò riguarda i paesani della vicina Gessopalena; così dettero più impulso ai casolani, spalleggiati dai britannici per iniziare le operazioni di liberazione di Torricella.
Un altro truce episodio della barbarie nazista riguarda la "strage di Tre Confini". Nel gennaio 1944 sia Torricella che il vicino villaggio di Fallascoso erano in mano tedesca, il 5 gennaio i coniugi Tranquillino Di Paolo e Concettina Cianci, nascosti tra le tombe del cimitero, vennero scoperti e barbaramente uccisi; l'11 gennaio Antonio Mancini fu mitragliato in contrada La Morgia mentre andava a trovare la moglie che aveva partorito in un casale dove era nascosta, e lo stesso giorno veniva trucidato Giovanni Del Duca in contrada San Venanzio. La strage vera e propria riguardò la famiglia Teti Di Riga: il capofamiglia Giustino fu scoperto dai tedeschi mentre si nascondeva nella masseria per non essere prelevato per le opere di fortificazione, e venne derubato dei suoi animali. Giustino Di Riga raggiunse il comando inglese di Roccascalegna, per provare a richiedere un'azione militare, dato che conosceva bene il percorso dei tedeschi quotidiano lungo la strada Torricella-Fallascoso per compiere le razzie.
Gli inglesi accettarono, e la notte dell'11 gennaio si appostarono alla fornace Piccone, e all'arrivo dei tedeschi, iniziò la guerriglia, con vittoria degli inglesi, che tornarono a Roccascalegna, non valutando però la presenza di un'altra pattuglia in Colle dell'Irco, che lanciò dei razzi per chiedere aiuto. La vendetta nazista fu spietata contro i civili torricellani, soprattutto verso le donne, i vecchi e i bambini, dato che gli uomini o erano stati prelevati o erano fuggiti nei paesi attorno. I tedeschi dettero fuoco alle masserie e alla scuola elementare, scatenando il panico, sicché i tedeschi poterono più facilmente mitragliarli: morirono Antonietta Crivelli di 15 anni, il fratellino di 6 mesi, Carmela D'Ulisse, Giuseppe, Rosina e Rosa Porreca, Nicola Nunziato Rossi, Costanza Uggè, Maria Antonia di Martino e altri bambini di pochi anni.
Per via della strada impraticabile, distrutta appositamente dai tedeschi, fu difficoltoso per i casolani "maiellini" raggiungere Gesso, e di seguito Torricella alla fine del gennaio 1944, perché la via dovette essere ricostruita quasi daccapo, e all'arrivo, i partigiani trovarono il paese semidistrutto, minato appositamente dai tedeschi, specialmente il castello baronale venne fatto saltare in aria.
Torricella si è ripresa in fretta con la ricostruzione, anche se il tessuto storico edilizio ha molto sofferto delle distruzioni, tanto che una minima parte si conserva nell'aspetto originale. Negli anni a seguire l'economia ha subito un impoverimento per l'isolamento dei borghi, con forte emigrazione. Negli anni '70, con la costruzione del polo industriale Honda Sevel della Val di Sangro le cose sono migliorate, ma Torricella, per uscire dall'anonimato, ha investito sul ricordo del coraggio dei cittadini durante la seconda guerra mondiale, e oltre al progetto della memoria, ha tessuto rapporti con l'America, riguardo la figura dello scrittore John Fante, il cui padre era torricellano; uno dei principali eventi del borgo è il Festival "John Fante - Il Dio di mio Padre".
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica dell'8 aprile 1999.[7]
«D'azzurro, alle tre torri svelte, con le merlature poste sul capo, d'argento, murate di nero, merlate alla guelfa di tre, munite di forte cordolo marcapiano, ognuna finestrata di tre di nero con finestre quadrate, una finestra sotto la merlatura, due ordinate in fascia sotto il cordolo, esse torri chiuse di nero, fondate sulla campagna diminuita di verde. Ornamenti esteriori da Comune.»
Il gonfalone è un drappo di bianco.
Il Comune di Torricella Peligna è tra le città decorate al valor militare per la guerra di liberazione, insignito della medaglia di bronzo al valor militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per l'attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale[8]:
Abitanti censiti[23]
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
---|---|---|---|---|---|
19 novembre 1995 | 16 aprile 2000 | Davide Piccoli | Lista civica di centro | Sindaco | [24] |
17 aprile 2000 | 14 luglio 2006 | Graziano Zacchigna | Lista civica | Sindaco | [25][26] |
15 luglio 2006 | 27 maggio 2007 | Antonio Addante | Comm. pref. | [27] | |
28 maggio 2007 | 10 giugno 2017 | Tiziano Antonio Teti | Lista civica L'alternativa per Torricella | Sindaco | [28][29] |
11 giugno 2017 | in carica | Carmine Ficca | Lista civica | Sindaco |
Seamless Wikipedia browsing. On steroids.
Every time you click a link to Wikipedia, Wiktionary or Wikiquote in your browser's search results, it will show the modern Wikiwand interface.
Wikiwand extension is a five stars, simple, with minimum permission required to keep your browsing private, safe and transparent.