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società italiana di servizi satellitari Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Telespazio S.p.A., una società partecipata da Leonardo (67%) e da Thales (33%), è uno dei leader europei e tra i principali operatori al mondo nel campo dei servizi satellitari, geoinformazione e sistemi di navigazione in rete.[2] La società ha la sua direzione generale a Roma e può contare su circa 2 500 dipendenti, e un capitale sociale di 50 milioni di euro,[3] disponendo di una rete internazionale di centri spaziali e teleporti.[3]
Telespazio | |
---|---|
Sede Telespazio ed e-GEOS a Roma | |
Stato | Italia |
Altri stati | Francia |
Forma societaria | Società per azioni |
Fondazione | 1961 |
Fondata da | |
Sede principale | Roma |
Gruppo | Leonardo e Thales |
Persone chiave | Nathalie Ravilly, presidente; Gabriele Pieralli, amministratore delegato[1] |
Settore | Spaziale |
Prodotti | Servizi satellitari |
Dipendenti | 2 500 |
Sito web | www.telespazio.com/ |
La società fornisce servizi a istituzioni, aziende e cittadini gestendo la progettazione e lo sviluppo di sistemi spaziali, servizi di lancio e controllo in orbita dei satelliti, servizi di osservazione della Terra, comunicazioni integrate, navigazione e sistema di localizzazione satellitare, attraverso le linee di business Satellite Communications, Geo Information e Satellite Systems and Operations,[4] giungendo fino alla gestione di programmi scientifici complessi,[2] anche attraverso una rete di sussidiarie presente in Europa, Argentina e Brasile.[3]
Nella cornice del generale riassetto organizzativo del gruppo Finmeccanica portato avanti da Alessandro Pansa, il 22 febbraio 2013 l'ex numero uno di Thales Alenia Space Italia fu chiamato a succedere a Carlo Gualdaroni. Prima che Alenia Spazio assumesse la denominazione di Thales Alenia Space Italia, Luigi Pasquali fu il responsabile della "Divisione Telecomunicazioni" che si occupava dei sistemi satellitari di telecomunicazione per la difesa, la sicurezza, gli impieghi commerciali e per lo sviluppo della banda larga.[5] Fra le applicazioni della tecnologia satellitare in campo civile, potenzialmente a duplice scopo se prodotte e commissionate in altri programmi, a partire dal 2014 si registrano:
L'attività, nata negli anni sessanta in ambito militare, si sarebbe progressivamente estesa ad applicazioni nei settori civili, ulteriormente integrabile con i big data raccolti da sorgenti informative di terra.[13]
Telespazio aderisce a Eurospace, l'associazione europea dei principali produttori del settore aerospazio, con i quali partecipa ai maggiori programmi dell'Unione europea: Copernicus attraverso la missione Sentinel-3,[15] Galileo, EGNOS e Space Situational Awareness, Government Satellite Communication (GOVSATCOM) per le comunicazioni sicure dei servizi istituzionali. Fino al 2020 lo stanziamento di bilancio per il settore spaziale proposto dalla Commissione europea, e autorizzato dall'Europarlamento, ammontava a 12,5 miliardi di euro. Per le nuove attività collegate alla difesa, Eurospace in base alle proprie stime ha chiesto alla Commissione UE di incrementare la cifra a 20 miliardi per il programma pluriennale 2020-2027.[16]
Telespazio gestisce il Centro spaziale del Fucino, il più grande teleporto al mondo per usi civili[2] - e tramite Eurospace e partenariati con le agenzie spaziali europee, partecipa a programmi spaziali come: Galileo, di cui dal centro del Fucino ha avuto il compito di gestire le attività di missione, mentre il centro di controllo della costellazione satellitare è gestito da Spaceopal GmbH (con sede legale a Monaco di Baviera, partenariato di Gesellschaft für Raumfahrtanwendungen e Telespazio)[17], a Oberpfaffenhofen, vicino a Monaco di Baviera unitamente al centro del Fucino.[18]
Nell'ambito del programma europeo Copernicus, Telespazio partecipa alla componente italiana COSMO-SkyMed come responsabile della realizzazione e fornitura del segmento di terra civile e militare, oltre che della infrastruttura di controllo della costellazione.[19] Ha realizzato il terzo satellite Sicral e relativo lanciatore, nell'ambito di una cooperazione con Avio e Thales Alenia Space, sia nelle telecomunicazioni con il satellite militare franco-italiano Athena-Fidus, sia nell'osservazione della Terra con i programmi Cosmo-SkyMed, Pleiades e Helios 2.[20] Come primo contraente del Ministero della difesa nazionale della Turchia, ha realizzato Göktürk, satellite di osservazione della Terra,[21][22] dotato di un sensore ottico ad alta risoluzione[22] con parziale delocalizzazione della produzione nel Paese turco[22].
Telespazio fu costituita il 18 ottobre 1961[23] per le comunicazioni tramite satelliti artificiali, grazie all'iniziativa della Italcable e della Rai, che permisero all'Italia di non restare esclusa dalla più importante innovazione di settore che andava diffondendosi in Europa. In questo modo, Telespazio fu una delle aziende fondatrici dell'associazione europea Eurospace, formatasi nello stesso anno.[24]
In parallelo a questi dati storici, si può prendere brevemente in considerazione il contesto degli avvenimenti di oltreoceano. Nel 1962 John Fitzgerald Kennedy firmò la legge istitutiva della SATCOM, società statunitense a gestione pubblica, che collaborava a stretto contatto con le principali aziende private del settore.
Già alla fine degli anni cinquanta, il settore delle telecomunicazioni degli Stati Uniti era orientato all'esplorazione dello spazio, e fu questo Paese a effettuare con successo anche i primi lanci di satelliti per le telecomunicazioni.
Il satellite Telstar fu lanciato il 10 luglio 1962 e dopo due giorni effettuò la prima trasmissione di segnale radiotelevisivo fra le due sponde dell'oceano.[25] In Italia il primo satellite per le telecomunicazioni, SIRIO, fu inviato nello spazio nel mese di agosto del 1977.[26]
Un memorandum di Leroy C. Tillotson, ingegnere della società americana di telecomunicazioni AT&T e del centro di ricerca e sviluppo Bell Telephone Laboratories,[27][28] nell'agosto del 1959 specificava i requisiti progettuali del futuro satellite Telstar, mentre un altro documento della BTL delineava i tratti di un satellite che avrebbe utilizzato un tubo a onda progressiva per generare microonde di elevata potenza in grado di trasmettere a grandi distanze,[28] base per lo sviluppo di un sistema di comunicazioni satellitari statunitense.[29]
Nel 1962 si susseguirono tre leggi del Congresso statunitense che intendeva giocare un ruolo attivo nello sviluppo delle comunicazioni satellitari: Kerr bill (S. 2650, entrata in vigore l'11 gennaio 1962), the administration bill (S. 2814, 27 gennaio 1962), e il Kefauver bill (S. 2890, 26 febbraio 1962). Il Kefauver bill era una norma contro i maggiori monopoli esistenti nei settori dell'economia statunitense, e per il settore delle telecomunicazioni vietava alla società AT&T di progredire autonomamente ed estendere il proprio monopolio dalle comunicazioni terrestri a quelle satellitari. Il 31 agosto 1962 Kennedy firmò il Communications Satellite Act che istituiva la Communications Satellite Corporation (Comsat), società a gestione federale di cui il potere pubblico nominò il primo consiglio di amministrazione.[28] La società sarebbe stata controllata in eguale misura dalle principali aziende statunitensi già operanti nel settore delle telecomunicazioni terrestri e marittime, e da alcuni investitori privati, allo scopo di servire l'amministrazione federale mediante lo sviluppo di una rete commerciale e internazionale di comunicazioni satellitari.[30]
Con la legge presidenziale del 1962, la NASA diveniva proprietaria dei brevetti depositati da AT&T prima del 1961 in materia di tecnologia satellitare, titolare dei successivi, come dei negoziati con le amministrazioni estere, dell'esecuzione dei test e della loro pubblicazione.[28]
Il 10 luglio 1962, AT&T lanciò con successo Telstar, il primo satellite a media altitudine funzionante, ma il Congresso americano non intese sviluppare questa tecnologia per non creare un nuovo monopolio delle comunicazioni satellitari;[28] Early Bird è il nome del primo satellite lanciato con successo nello spazio da COMSAT, nel mese di marzo del 1965.[28]
Una successiva concessione in esclusiva alla Telespazio dei servizi di telecomunicazioni a mezzo di satelliti artificiali da parte del Ministero, datata 12 febbraio 1965, consentì a Telespazio di firmare il 17 febbraio dello stesso anno l'accordo con Intelsat per lo sviluppo commerciale delle comunicazioni via satellite. Il 6 aprile 1965 venne lanciato il primo satellite commerciale per telecomunicazioni, denominato "Early Bird" (Intelsat I) con il quale incominciava il 28 giugno 1965 il servizio commerciale di telefonia e televisione tra la stazione di Andover (ME) negli Stati Uniti e le stazioni di Goonhilly Downs vicino a Helston (Regno Unito), Pleumeur-Bodou (Francia), Raisting (Germania) e il Centro spaziale del Fucino (Italia).
La stazione terrestre del Fucino, attiva dal 1963, era montata su tre furgoni, quindi trasportabile per l'eventuale necessità di cambiare la dislocazione per evitare interferenze dai ponti radio. La zona prescelta in effetti risultò ottima per la naturale protezione dalle interferenze, essendo la conca del Fucino interamente circondata da gruppi montuosi, tanto che la stazione del Fucino si è consolidata tra le più grandi stazioni al mondo per telecomunicazioni e servizi spaziali, con le sue 170 antenne.[31]
La prima stazione sperimentale del Fucino, progettata con apparati realizzati quasi esclusivamente dall'industria italiana,[31] ebbe l'opportunità di un'esperienza operativa che le consentì di affermarsi sul mercato mondiale di questa nuova tecnologia.[32]
I furgoni della stazione trasportabile sono stati successivamente ospitati nel museo tecnologico di Telespazio in Abruzzo, non distante da una parte del relitto (parte della poppa, elica e timone) della nave Elettra di Guglielmo Marconi.[31]
Il 17 agosto 1967 entrò in servizio sull'area atlantica la prima grande antenna con un diametro di circa 30 metri alla stazione del Fucino.[33] L'inaugurazione ufficiale del centro spaziale abruzzese avvenne il 28 settembre alla presenza del presidente del Consiglio dei ministri Aldo Moro.[34] Seguirono numerose collaborazioni nel campo delle telecomunicazioni satellitari e dei servizi televisivi con enti spaziali internazionali e avviate grazie alla rete nazionale e internazionale dei centri spaziali e dei teleporti.[35]
Nel 1974, d'intesa con la NASA, entrò nel settore dei servizi di osservazione della Terra per la ricezione dei dati dai satelliti Landsat e, nel 1975, venne attivato un impianto dedicato presso la stazione del Fucino.[36]
Contemporaneamente vennero firmati contratti con il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) per la gestione del programma del satellite italiano sperimentale SIRIO per misure di propagazione sulle alte frequenze,[37] cui seguirà, nel 1980, un altro contratto con il CNR per gli studi preliminari sul satellite italiano preoperativo Italsat. Molti altri contratti vennero firmati con vari organismi nazionali e internazionali, in particolare per l'Agenzia spaziale europea (ESA),[38] fino alla partecipazione alla fase di definizione del programma europeo di navigazione satellitare Galileo.[39] Dopo la costituzione di Intelsat, vennero create altre due organizzazioni internazionali per le telecomunicazioni via satellite: l'Eutelsat, il 30 giugno 1977, per la gestione dei satelliti europei di telecomunicazioni e l'Inmarsat, il 16 luglio 1979, per la gestione dei satelliti di telecomunicazioni marittime e aeronautiche. In ambedue queste organizzazioni la Telespazio ha partecipato fin dall'inizio in qualità di firmatario italiano per gli accordi operativi e con la gestione di impianti dedicati.[40] Nel 1977 vennero realizzate altre due stazioni in Italia, a Gera Lario (CO) nel 1977 e a Scanzano nei pressi del lago omonimo (PA) operativa dal 1989.[40] Nel 1983 fu inaugurato il centro di geodesia spaziale vicino a Matera che Telespazio gestisce dopo l'accordo firmato con l'Agenzia Spaziale Italiana (ASI).[40]
Nel 1991 venne lanciata la prima unità di volo Italsat, satellite italiano destinato a integrarsi nella rete telefonica nazionale e a Telespazio venne affidato il controllo in orbita del satellite e la gestione delle stazioni di traffico per Telecom Italia. Sempre nel 1991 entrò in servizio la prima rete chiusa con piccole antenne per un singolo grande utente: il progetto Argo per comunicazioni d'emergenza con antenne fisse e trasportabili per il Dipartimento della protezione civile, concepito e progettato da Telespazio e alla quale sarebbero seguite molte altre reti chiuse per utenti pubblici e privati e gestite da un centro di controllo remoto presso la stazione del Fucino.[41] Dai primi anni duemila il Centro di geodesia spaziale Giuseppe Colombo di Matera ha affiancato alla geodesia spaziale le attività relative ai servizi di telerilevamento.[42]
Dopo la sua costituzione per opera della Italcable e della Rai il 18 ottobre 1961, nel 1963 anche STET entrò a far parte degli azionisti; nel 1964 la Italcable entrò a far parte del gruppo STET, che quindi diventava azionista di maggioranza. Tale assetto restò invariato fino al settembre 1994, quando si concluse l'iter del piano di riassetto delle telecomunicazioni in virtù del quale le società Italcable e Telespazio confluirono in Telecom Italia, unico concessionario per i servizi di telecomunicazioni in Italia. Nel gennaio 1995 si costituì la Nuova Telespazio S.p.A. per scissione della divisione spazio di Telecom Italia, con capitale sociale suddiviso tra Telecom Italia e STET. A seguito della fusione tra STET e Telecom Italia dell'aprile 1997, nell'ottobre dello stesso anno la Nuova Telespazio riprese la vecchia denominazione sociale Telespazio S.p.A., con capitale sociale interamente di Telecom Italia. Alla fine del 2002 la Telespazio è passata dal gruppo Telecom Italia al gruppo Finmeccanica.[41]
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