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genere di pianta della famiglia Lamiaceae Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Betonica (nome scientifico Stachys L., 1753) è un genere di piante Spermatofite Dicotiledoni appartenenti alla famiglia delle Lamiaceae dall'aspetto di piccole erbacee perenni o annuali.[1]
Il nome del genere deriva dal greco e significa "simile alla spiga di grano" in riferimento alla particolare forma dell'infiorescenza di questi fiori.[2][3] I nomi comuni (Betonica o Vettonica) potrebbero derivare (secondo Plinio) dalla tribù dei Vettoni (di origine Iberica).[4]
Il nome scientifico è stato definito da Linneo (1707 – 1778) nella pubblicazione "Species Plantarum - 2: 580."[5] del 1753[6]
Le specie di questo genere non sono molto alte (al massimo 1 metro) ed hanno un portamento tipicamente erbaceo sia annuo che perenne. La forma biologica prevalente è emicriptofita scaposa (H scap), ossia in generale sono piante erbacee, a ciclo biologico perenne, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e sono dotate di un asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. Ma sono presenti anche altre forme biologiche come terofite scapose (T scap), ossia annuali e anche camefite fruticose (Ch frut), ossia piante perenni e legnose con un aspetto arbustivo. L'indumento in genere è formato da peli semplici (raramente sono ramificati) oppure alcune specie sono glabre.[4][7][8][9][10][11]
Le radici sono normalmente tuberose ma in altri casi sono un prodotto secondario da rizoma. Il rizoma può avere un portamento più o meno obliquo.
Il fusto può essere prostrato o eretto, semplice o ramoso (raramente), in genere gracile, ma comunque normalmente non più alto di mezzo metro. In alcuni casi può raggiungere il metro (Stachys thirkei o Stachys palustris). La sezione del fusto è quadrata (o tetragona) a causa della presenza di fasci di collenchima posti nei quattro vertici.
Le foglie sono disposte in modo opposte con forme ovate (o subcuoriformi) e intere. Quelle basali sono sempre picciolate; mentre le cauline sono spesso sessili. A volte quelle basali formano una rosetta sterile (senza fusti fioriferi) e in genere sono persistenti.
L'infiorescenza è portata in vari verticilli di tipo tirsoide (o racemo spiciforme) disposti in posizione ascellare e sovrapposti lungo il fusto. Ogni verticillo è composto da alcuni fiori disposti circolarmente (glomeruli verticillati) e poggianti su due brattee (o foglie bratteali) a forma lanceolata. Le brattee del verticillo seguente sono disposte in modo alternato. Le brattee sono oblunghe a volte pelose e a volte crenate.
I fiori sono ermafroditi, zigomorfi (il calice è attinomorfo), tetraciclici (con i quattro verticilli fondamentali delle Angiosperme: calice– corolla – androceo – gineceo) e pentameri (calice e corolla sono formati da cinque elementi).
Il frutto è una nucula acheniforme (schizocarpo); più precisamente è una drupa (ossia una noce) con quattro semi (uno per ovulo derivato dai due carpelli divisi a metà). Questo frutto nel caso delle Lamiaceae viene chiamato “clausa”. Le quattro (o a volte tre) parti in cui si divide il frutto principale, sono ancora dei frutti (parziali) ma monospermici (un solo seme) e privi di endosperma. La forma è da obovoide a oblunga arrotondata all'apice.
La distribuzione del genere copre tutto il mondo (Europa, Asia, Africa e America del Nord). Gli habitat preferiti sono i prati e pascoli incolti. Il limite dei boschi e zone rocciose per le specie di alta montagna.
Delle 23 specie spontanee della flora italiana solo 12 vivono sull'arco alpino. La tabella seguente mette in evidenza alcuni dati relativi all'habitat, al substrato e alla distribuzione delle specie alpine[17].
Specie | Comunità vegetali | Piani vegetazionali | Substrato | pH | Livello trofico | H2O | Ambiente | Zona alpina |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Stachys alopecuros | 10 | subalpino montano | Ca | basico | medio | medio | F5 G1 G2 | Alpi centrali e orientali |
Stachys alpina | 11 | subalpino montano | Ca - Si | neutro | alto | medio | B6 G2 I1 I2 | Alpi centrali e orientali |
Stachys annua | 2 | collinare | Ca - Ca/Si | basico | basso | secco | B1 | Tutto l'arco alpino (con discontinuità) |
Stachys arvensis | 2 | collinare | Ca/Si - Si | acido | alto | medio | B1 | SO |
Stachys byzantina | 5 | collinare | Ca - Si | neutro | alto | secco | B2 B7 | CO |
Stachys germanica | 5 | montano collinare | Ca - Ca/Si | basico | medio | arido | B2 F2 | Tutto l'arco alpino (con discontinuità) |
Stachys heraclea | 11 | montano collinare | Ca | basico | basso | secco | B6 F2 F7 G4 | Tutto l'arco alpino (con discontinuità) |
Stachys officinalis | 11 | montano collinare | Ca - Si | neutro | medio | medio | F3 | Tutto l'arco alpino |
Stachys palustris | 11 | montano collinare | Ca - Ca/Si | basico | medio | umido | A4 G2 | Tutto l'arco alpino (meno frequente a ovest) |
Stachys pradica | 10 | subalpino | Ca - Ca/Si | neutro | basso | secco | F5 G1 | Tutto l'arco alpino |
Stachys recta | 9 | montano collinare | Ca - Si | basico | basso | arido | F2 | Tutto l'arco alpino |
Stachys sylvatica | 14 | montano collinare | Ca - Si | neutro | alto | umido | B6 I2 | Tutto l'arco alpino |
Substrato con “Ca/Si” si intendono rocce di carattere intermedio (calcari silicei e simili); vengono prese in considerazione solo le zone alpine del territorio italiano (sono indicate le sigle delle province). |
La famiglia di appartenenza della specie (Lamiaceae), molto numerosa con circa 250 generi e quasi 7000 specie, ha il principale centro di differenziazione nel bacino del Mediterraneo e sono piante per lo più xerofile (in Brasile sono presenti anche specie arboree). Per la presenza di sostanze aromatiche, molte specie di questa famiglia sono usate in cucina come condimento, in profumeria, liquoreria e farmacia. Il genere Stachys comprende più di 300 specie[11][18] con una distribuzione cosmopolita (ad eccezione dell'Australia e Nuova Zelanda), due dozzine delle quali vivono spontaneamente in Italia. Nell'ambito della famiglia il genere Stachys è descritto all'interno della tribù Stachydeae Dumort., 1827[18] (sottofamiglia Lamioideae Harley, 2003[19]). Nelle classificazioni meno recenti la famiglia Lamiaceae viene chiamata Labiatae.[8][9]
Il genere Stachys è il gruppo più numeroso della tribù di appartenenza (Stachydeae). La tribù in base alle ultime analisi di tipo filogenetico risulta divisa in due grandi cladi ben supportati (clade A e clade B): le diverse specie del genere di questa voce si trovano distribuite in entrambi i cladi per cui il cosmopolita Stachys risulta un gruppo innaturale e non omogeneo. Al suo interno sono nidificati diversi gruppi (Sideritis, Prasium , Phlomidoschema e altri ancora).[20][21]
Il cladogramma a lato, tratto dallo studio citato[21] e semplificato, dimostra la struttura interna del genere con alcune sue specie.
Per meglio comprendere ed individuare le varie specie del genere (solamente per le specie spontanee della flora italiana) l'elenco seguente utilizza in parte il sistema delle chiavi analitiche (vengono cioè indicate solamente quelle caratteristiche utili a distingue una specie dall'altra).[7]
L'entità di questa voce ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[23]
Alcune specie del genere Stachys sono utilizzate come cibo dalla larve di alcuni lepidotteri Coleophora (Auricella - Lineolea - Wockeella).
Anticamente la betonica era considerata un'erba medicinale pronta a guarire moltissime malattie.[24]
Molte piante del genere sono coltivate per i tuberi eduli. Stachys affinis (o S. sieboldii): è la specie più importante dal punto di vista alimentare (chiamato anche “carciofo cinese”). Produce dei tuberi eduli. È originaria dell'estremo oriente: Cina e Giappone (ma secondo altri dall'Egitto). La sua introduzione in Europa risale a metà del XIX secolo ed è molto ricercata per la preparazione di squisiti piatti. Anche Stachys palustris produce tuberetti mangerecci.[4][24]
La stachys è una pianta mellifera e si può ottenere un miele, ma purtroppo non è molto abbondante e la produzione è scarsa.
Le specie ornamentali sono coltivate oltre che per il fiore anche per la bellezza delle foglie. Specie coltivate (non spontanee in Italia) sono Stachys byzantina (syn. S.lanata) ricercata per le sue foglie bianche e lanose, adatta quindi per bordure di aiuole; oppure Stachys grandiflora (alta oltre 30 cm) con grandi infiorescenze dal bel colore viola.[4]
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