Santa Maria Capua Vetere
comune italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Santa Maria Capua Vetere (Santa Maria 'e Capua in dialetto locale, Santa Maria Maggiore fino al 1862) è un comune italiano di 31 910 abitanti[1] della provincia di Caserta in Campania.
Santa Maria Capua Vetere comune | |
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L'Anfiteatro Campano, simbolo della Città | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Campania |
Provincia | Caserta |
Amministrazione | |
Sindaco | Antonio Mirra (liste civiche di centro-sinistra) dal 6-6-2016 (2º mandato dall'8-10-2021) |
Data di istituzione | 1806 |
Territorio | |
Coordinate | 41°05′N 14°15′E |
Altitudine | 36 m s.l.m. |
Superficie | 15,92 km² |
Abitanti | 31 910[1] (30-6-2023) |
Densità | 2 004,4 ab./km² |
Frazioni | Sant'Andrea dei Lagni |
Comuni confinanti | Capua, Casaluce, Curti, Macerata Campania, Marcianise, San Prisco, San Tammaro, Teverola |
Altre informazioni | |
Lingue | Italia |
Cod. postale | 81055 |
Prefisso | 0823 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 061083 |
Cod. catastale | I234 |
Targa | CE |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] |
Cl. climatica | zona C, 1 113 GG[3] |
Nome abitanti | sammaritani o mariani |
Patrono | san Simmaco, Beata Vergine Maria Assunta |
Giorno festivo | 22 ottobre, 15 agosto |
Cartografia | |
Posizione del comune di Santa Maria Capua Vetere nella provincia di Caserta | |
Sito istituzionale | |
Sorge esattamente sulle rovine dell'antica Capua, come attestato dai numerosi monumenti dell'epoca romana - su tutti, l'Anfiteatro campano, secondo per grandezza soltanto al Colosseo - nonché dall'etimologia dell'odierno toponimo.
Dopo gli antichi fasti, la città mutò in un borgo contadino con il nome di Villa Santa Maria Maggiore (Villa Sanctae Mariae Maioris) ed entrò a far parte della universitas capuana. Con la creazione dei comuni sotto Gioacchino Murat, i casali di Santa Maria Maggiore, nota come Santa Maria di Capua, e Sant'Angelo in Formis confluirono nel comune di Capua.
Nel 1806 la frazione fu eretta a comune a sé stante e denominata Santa Maria Maggiore; fu solo dopo l'unità d'Italia, nel 1862, che la città assunse il nome attuale, per evitare equivoci con il comune omonimo del Piemonte.
La città è riparata dal monte Tifata e si trova a poca distanza da una grande ansa del fiume Volturno. Il territorio è particolarmente fertile tanto che i Romani lo consideravano felix. Nel tempo alle attività agricole si sono affiancate molte industrie (ora in gran parte dismesse). Oltre al tribunale e ad altre istituzioni territoriali, vi sono presenti dipartimenti della Università degli studi della Campania "Luigi Vanvitelli" e attività commerciali.
Il toponimo di Santa Maria Capua Vetere è stato stabilito nel 1862 dal R.D. 24 agosto 1862, n. 802. Esso è composto di due parti.
La prima parte (Santa Maria) si riferisce alla denominazione che il centro abitato ebbe dal 1315 di Villa Santa Maria Maggiore (Villa Sanctae Mariae Maioris in latino). Esso derivava a sua volta dal nome dell'omonima chiesa di Santa Maria Maggiore che, a seguito delle invasioni barbariche che distrussero l'antica Capua, rappresentò il fulcro da cui partì la ricostruzione del nuovo centro abitato.
La seconda parte (Capua Vetere) fa invece riferimento alla antica città di Capua che insisteva territorialmente proprio dove nel ventunesimo secolo sorge Santa Maria Capua Vetere. L'aggettivo "Vetere" deriva da "Vetus, veteris", aggettivo latino della seconda classe ad una uscita che significa "antico", dunque "Capua Antica". Si usò il suddetto aggettivo anche per diversificare la città dalla nuova Capua.[4]
Sul territorio cittadino sorgeva la antica Capua, chiamata altera Roma (l'altra Roma) da Cicerone nel I secolo a.C. Le sue origini si devono probabilmente alla fusione di precedenti villaggi della cultura villanoviana. Fu in seguito città osca ed etrusca. Colpita dalle incursioni dei Vandali, venne distrutta nell'841 dai Saraceni. L'abitato moderno rinacque dal XII secolo a partire da tre casali sorti nei pressi delle basiliche cristiane di Santa Maria Maggiore o dei Surechi, di San Pietro in Corpo e di Sant'Erasmo in Capitolio.
L'estensione della città antica era stata fissata al perimetro delle mura ricostruito nel XX secolo dagli archeologi Heurgon e Beloch, mentre il ritrovamento di un complesso edilizio nell'ottobre del 2004 presso il macello comunale (antica masseria dei Vetta) ha rimesso in discussione il tracciato delle mura nel vecchio "fondo Tirone", confermando invece la descrizione fatta da Giacomo Rucca alla fine dell'Ottocento.
La Capua antica fu anche il luogo in cui ebbe origine la rivolta dei gladiatori capeggiati da Spartaco: vi esisteva infatti un'importante scuola dei gladiatori legata all'Anfiteatro campano.
La tradizione racconta che san Pietro, diretto a Roma e proveniente da Antiochia, dopo una sosta a Napoli sarebbe arrivato a Capua dove avrebbe consacrato come vescovo Prisco (identificato dalla tradizione agiografica come uno dei 72 discepoli di Cristo e, forse, padrone del cenacolo di Gerusalemme). San Prisco sarebbe poi stato martirizzato nel 64 d.C.
A Capua si svolse il concilio mariano del 392[5]. Sant'Ambrogio definì la città portum tranqullitatis ("porto di tranquillità").
In una notte dell'anno 787 Carlo Magno sarebbe rimasto nella chiesa di Santa Maria Maggiore, poiché aveva deciso di punire Arechi II principe di Benevento, colpevole di ribellione, il quale sarebbe stato salvato per intercessione del vescovo di Capua e dei vescovi delle vicine diocesi.
Nell'841 in seguito alla quasi totale distruzione della città da parte dei mercenari saraceni assoldati dal principe di Benevento Radelchi, la popolazione superstite si raccolse intorno alla chiesa di Santa Maria Maggiore, mentre la città di Capua venne rifondata nell'856 dai Longobardi sul sito dell'antica Casilinum.
Fino al 1806, quando fu eretta in comune autonomo con il nome di Villa Santa Maria Maggiore, fu una frazione di Capua.
L'abitato era costituito da un borgo contadino sviluppatosi nei pressi della chiesa di Santa Maria Maggiore, da qui la denominazione "Santa Maria Maggiore".
Con il periodo angioino il casale di Santa Maria Maggiore cominciò ad acquistare una certa preminenza rispetto ad altri casali di Capua: vi nacque nel 1277 il re di Napoli Roberto, detto il Saggio e fu battezzato l'anno dopo nella chiesa di Santa Maria Maggiore.
Nel Settecento la città antica fu meta di viaggiatori e per la costruzione della vicina reggia di Caserta vi si stabilirono diverse famiglie nobili, dando luogo ad uno sviluppo economico e sociale.
Nel Ottocento la città vide una importante opera di ampliamento e di trasformazione. Il vecchio assetto urbanistico del centro fu trasformato dall'ampliamento di strade e dalla realizzazione di importanti edifici pubblici. Nel 1810 fu realizzato il tribunale criminale. Nel corso del secolo furono realizzati la Chiesa degli Angeli Custodi, il palazzo della Pretura e delle Poste, la Villa Comunale (1905), le piazze, il Liceo classico Cneo Nevio nel 1865 e la scuola "Principe di Piemonte" nel 1878. Tutte strutture realizzate in stile Liberty. L'opera di trasformazione della centro città si concluse a fine ottocento con l'ampliamento del Corso Garibaldi grazie al nuovo tratto del Corso Ugo de Carolis e poi la realizzazione del Teatro Garibaldi nel 1896.
Il 1º ottobre del 1860 si svolse alla porte della città la battaglia del Volturno tra Borbonici e garibaldini.
Il rivoluzionario Errico Malatesta, teorico del movimento anarchico, era originario di S.M Capua Vetere, da dove organizzò la Banda del Matese che fu protagonista dei Moti del Matese, una delle prime esperienze di rivoluzione sociale in Italia.
Il 30 settembre 1862 la città assunse il nome di Santa Maria Capua Vetere per rimarcare il legame storico-geografico con l'antica città di Capua.
Dal XX secolo in poi la cittadina è passata da un'economia agricola gestita da una borghesia agraria ad un'economia post-industriale.
Durante la seconda guerra mondiale, la città subì almeno 10 tra incursioni e bombardamenti aerei. Dopo l'armistizio dell'8 settembre, i tedeschi circondarono la caserma del X Reggimento Genio di S. Maria C.V., nessun milite si offrì di combattere con i tedeschi, così vennero trasferiti nel campo di concentramento di Dachau. La città venne liberata dagli inglesi il 5 ottobre 1943. Tra civili uccisi dai tedeschi in fuga e vittime dei disordini di quei giorni, si contarono 17 vittime civili, tra cui Carlo Santagata. Durante il 1944, gli alleati condannano a morte e fucilano 11 "repubblichini" in una cava a S.Angelo in Formis o dietro il Cimitero di S.Maria C.V.
Il monumento in Villa Comunale riporta 119 caduti sammaritani vittime della seconda guerra mondiale.[6]
In occasione del XVI centenario del Concilio Plenario Capuano (391-392), Domenica, 24 maggio 1992; papa Giovanni Paolo II ha fatto visita all'Arcidiocesi di Capua, recandosi nel pomeriggio nella città sammaritana. La prima tappa del pontefice è stata presso lo stabilimento della Siemens AG, che dava lavoro a migliaia di famiglie del posto. Successivamente ha tenuto discorsi con i giovani della comunità presso l'Anfiteatro Campano, per concludere la visita pastorale presso la Basilica di Santa Maria Maggiore, dove ha celebrato la funzione religiosa.
La cittadina si è estesa nell'arco degli anni prima verso nord (direzione Sant'Angelo in Formis) e quindi verso sud (direzione Aversa, principalmente nella zona di Sant'Andrea dei Lagni) e relativamente meno nella direzione est-ovest, contribuendo a rendere un'unica conurbazione il percorso Capua - Caserta, attraversato dall'antica via Appia (nel ventunesimo secolo ex strada statale 7), nonché dalla ferrovia Roma-Cassino-Napoli. Nei pressi corre l'autostrada A1 Milano-Napoli, accessibile tramite il nuovo casello di Santa Maria Capua Vetere, che è direttamente collegato con la statale della Reggia.
«Di rosso, con croce di Calvario d'oro sormontata da corona nobile a cinque punte, fascia d'oro attraversante sulla partizione recante la sigla O.P.Q.C. (Ordo PopulusQue Campanus) in lettere maiuscole romane di nero, con campagna mareggiata d'azzurro.»
Lo stemma della città è di origine molto recente ed è stato concesso con regio decreto del 24 giugno 1888.[7][8] È di colore rosso, con una croce, sormontata da una corona, sotto la quale una fascia d'oro riporta le iniziali O.P.Q.C., sigla di Ordo Populus Que Campanus ("Ordine E Popolo Campano" in latino). La sigla O.P.Q.C. fu scelta dopo una annosa disputa con l'odierna città di Capua sull'utilizzo della sigla S.P.Q.C. (Senatus PopulusQue Capuarum) appartenente all'antica Capua, avendo Capua, come Roma, anche essa un Senato. Quest'ultima sigla fu assegnata alla Capua moderna pertanto Santa Maria Capua Vetere scelse l'altra sigla. La croce simboleggia, invece, il forte legame storico con il nucleo originario cittadino intorno alla chiesa di Santa Maria Maggiore, che dava anche precedentemente nome a tale paese.
Il gonfalone, come da statuto cittadino, «è un drappo di colore rosso ornato di ricami in oro e caricato dello stemma del Comune, ai cui lati sono posti un ramo di ulivo e un ramo di alloro intrecciati alla base, e reca in alto la dicitura in oro "Città di Santa Maria Capua Vetere"».[4]
Il territorio di Santa Maria Capua Vetere si colloca nella pianura campana a sud del fiume Volturno e dei Monti Tifatini e ad nord dei Regi Lagni. È situato in una posizione pianeggiante con una media di 36 m s.l.m. con picchi di 45 m s.l.m. e minimi di 14 m s.l.m..[10]
Per quanto attiene al rischio sismico, Santa Maria Capua Vetere è posta in una zona classificata a sismicità media.[10]
Secondo i dati della stazione meteorologica di Caserta il clima è quello tipico dei comuni della pianura Campana: l'estate è caratterizzata da caldo afoso, mentre l'inverno è mediamente freddo con rare nevicate. Le precipitazioni oscillano dai 136 mm di novembre ai 19 mm di luglio. Il tasso di umidità è invece in media del 74% mentre il vento oscilla nei massimi tra i W 9 km/h e i W 16 km/h.[11]
È il duomo della città. Fu edificata nel 432 da san Simmaco, vescovo di Capua e patrono di Santa Maria Capua Vetere. Simmaco dedicò la basilica alla Madonna dopo che il concilio di Efeso aveva proclamato Maria come Madre di Dio.
Il Teatro Garibaldi, opera di Antonio Curri, sito nel centro storico cittadino, è la sede di vari eventi teatrali. Per anni ha ospitato grandi compositori e artisti tanto da finire spesso agli onori della cronaca nazionale. La facciata, chiaramente ispirata all'Opera Garnier di Parigi, presenta le statue in gesso di Goldoni (a destra) e Alfieri (a sinistra) che simboleggiano la Commedia e la Tragedia e rendono tale struttura una delle più caratteristiche della città.
Abitanti censiti[17]
Secondo i dati ISTAT[18]
Al 31 dicembre 2023 la popolazione straniera residente era di 2.014 persone, pari al 6,31% della popolazione.[19]
Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:
Ogni anno il Simulacro dell'Assunta, Patrona della Città di Santa Maria, è onorato con solenni festeggiamenti a partire dal 4 agosto, giorno in cui, dopo il tradizionale "bacio del piede" da parte dei fedeli, viene esposto sull'Altare maggiore del Duomo. Segue nei giorni successivi il Novenario, culminante nelle solenni celebrazioni del 14 e 15 agosto. La processione del 14 agosto, che si svolge consuetudinariamente attraverso la Via Mazzocchi e il rettangolo di Piazza Mazzini, ritorna poi in Piazza Matteotti, dove prima del solenne rientro in chiesa, si tiene il famoso spettacolo pirotecnico dell"incendio del campanile". I festeggiamenti si concludono il 22 agosto, ottava dell'Assunzione, con la reposizione del simulacro nella propria cappella. I primi cenni storici alla "Festa dell'Assunta" risalgono al XV secolo come dimostrano le visite ufficiali dei sovrani d'Aragona a Santa Maria proprio in occasione di tale festività.[20][21]
Santa Maria Capua Vetere è sede di uffici giudiziari dal 1808, anno in cui Giuseppe Bonaparte, re di Napoli, fissa in questa città la sede del Tribunale di prima istanza e del tribunale criminale da Capua; ospita gli uffici del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, del Giudice di Pace di Santa Maria Capua Vetere, della Procura della Repubblica e dell'Ufficio UNEP nella Cittadella Giudiziaria. Santa Maria è stata sede dell'Ospedale San Giuseppe Melorio, convertito in Covid Hospital durante la pandemia ed ora in attesa di essere riconvertito a presidio ospedaliero.
È stata per molti anni sede di una caserma militare sita in via Mario Fiore. Ospita il Penitenziario Militare dedicato al Tenente Ezio Andolfato ed è sede anche della Casa Circondariale "Francesco Uccella".
Santa Maria Capua Vetere è sede di tre biblioteche:
Santa Maria Capua Vetere è sede di quattro scuole dell'infanzia, di cinque scuole primarie, di quattro scuole medie, di cinque istituti comprensivi, un liceo classico, un liceo scientifico, un liceo linguistico, di un liceo artistico, un liceo della comunicazione, due istituti tecnici e un istituto professionale. Il liceo più antico della città è il Liceo classico Cneo Nevio istituito nel 1865 ed accorpato al liceo scientifico Amaldi.
Hanno sede nella città due dei dipartimenti universitari dell'Università degli Studi della Campania "Luigi Vanvitelli":[22]
Negli ultimi anni, si è vista una diffusione di opere artistiche legate alla corrente dello street art. In particolare, a oggi sono presenti 5 murales realizzati da vari artisti con l'autorizzazione comunale:
Nell'ottica di incentivare tale forma d'arte e di riqualificazione delle aree cittadine, inoltre, il comune ha avviato lavori di riqualificazione di Piazza Malatesta che ospiterà vari murales dedicati a scene e/o personaggi iconici tratti dalla letteratura italiana.
Nato come Luglio Canoro 63, era una manifestazione canora svoltasi tra il 1963 e il 1969. Nel 1964 assunse la denominazione "Anfiteatro d'Oro" ed ebbe come sede il Teatro Garibaldi.[23]
Il Certamen Latinum Capuanum è una competizione nazionale sulla lingua latina alla quale possono partecipare gli studenti di tutta Italia che frequentano gli ultimi due anni delle scuole superiori che prevedono lo studio della lingua latina.[24]
Il comune è attraversato dalla strada statale 7 Via Appia. Il 15 dicembre 2008 è stato inoltre inaugurato il nuovo casello autostradale di Santa Maria Capua Vetere sulla autostrada A1, i cui lavori iniziarono nel 2005, che consente poi di immettersi sulla strada statale 700 della Reggia di Caserta.[25]
La città è attualmente collegata tramite la stazione omonima alla linea ferroviaria Roma-Napoli via Cassino e tramite la stazione omonima e la fermata di Anfiteatro alla ferrovia Alifana.[26][27]
L'Alifana, in passato, serviva Santa Maria Capua Vetere anche con la stazione di Santa Maria Città-San Pietro e con la vecchia fermata di Anfiteatro, dal 1913 alla seconda guerra mondiale; e con la stazione di Sant'Andrea dei Lagni, situata nell'omonima frazione, dal 1913 fino al 1976, anno della dismissione della vecchia linea Alifana bassa.[28][29]
Inoltre, è in progetto il prolungamento della linea Napoli-Giugliano-Aversa fino a Santa Maria Capua Vetere, dove una nuova stazione dovrebbe affiancare quella esistente.[27]
Le principali società sportive cittadine sono:
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