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Mamete di Cesarea, indicato come san Mamas nel Martirologio Romano, noto anche con molti altri nomi (Mamette, "Mamaso", Mama, Mamante, Mommè, Mamolo, Mamede, Mamete, Mamma, Momà, Mammete, Mamette, Amate.)[1] (Cesarea in Cappadocia, 259Cesarea in Cappadocia, 275), è stato un giovane cristiano che subì il martirio per la fede.

Fatti in breve San Mamete di Cesarea, Nascita ...
San Mamete di Cesarea
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Ὁ Ἅγιος Μάμας
 

Martire

 
NascitaCesarea in Cappadocia, 259
MorteCesarea in Cappadocia, 275
Venerato daTutte le Chiese che ammettono il culto dei santi
Ricorrenza17 agosto.
Attributileone, cervo, mucca, agnello, bastone, latte.
Patrono dibalie, animali
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È uno dei santi più popolari dell'Oriente bizantino. Il suo culto è antichissimo, anche in Italia, diffusosi grazie all'opera di missionari orientali nei primi secoli della diffusione del cristianesimo.

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Fonti

Le notizie certe, anche se scarne di particolari, della storicità di questo santo sono due omelie conservatesi, una di Basilio di Cesarea, l'altra di Gregorio Nazianzeno, entrambe risalenti al IV secolo.

Si possiede inoltre una Passio a forma di enciclica, attribuita ai vescovi Euprepio, Cratone e Perigene (risalente forse al secolo IV) di dubbia storicità, una vita anonima, ancora inedita, risalente al X secolo e altre passio, biografie e metafrasi, in greco, in latino, in siriaco ed in armeno. Le notizie contenute in questi testi, spesso in contraddizione tra loro e frutto solo di fantasia, non permettono una ricostruzione certa della vita del santo.

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Biografia

Le fonti più antiche e più attendibili, Basilio di Cesarea e Gregorio Nazianzeno, tramandano pochissimi particolari biografici sul santo.

Nato, secondo la tradizione, a Momoasson[2], proveniva da famiglia modesta, esercitava la professione di pastore, subì il martirio. Gregorio accenna anche alle cerve che si sarebbero lasciate mungere da Mamete per sfamarlo. Dopo il martirio venne considerato patrono della città di Cesarea per le sue intercessioni ed azioni taumaturgiche verso i devoti. Null'altro.

La passio del VI secolo fornisce maggiori dettagli. Mamete è un ragazzo affidato a Taumasio, vescovo di Cesarea durante la persecuzione di Aureliano. Alla morte di Taumasio, su indicazione divina sfugge alla cattura rifugiandosi sui monti dove conduce una vita dedita alla pastorizia ed alla preghiera. Il formaggio che produceva veniva fatto recapitare ai cristiani incarcerati. Alla sera gli animali e le bestie selvatiche, che con lui diventavano mansuete, accorrevano per essere istruite nel Vangelo e per lasciarsi mungere. Le autorità, venute a conoscenza mandano quattrocento soldati ad arrestare il santo ragazzo. Mamete prima converte e fa battezzare i soldati, poi si fa condurre in carcere. Restando irremovibile nella fede, viene sottoposto ai più tremendi supplizi (fuoco, belve, fame, spalmato di miele e cosparso di formiche), ma sempre ne esce indenne. Dopo aver convertito e liberato gli altri prigionieri e dopo aver predetto la morte del governatore e di Aureliano, viene ucciso da un tridente insieme ai soldati che aveva convertito. Le persecuzioni cessarono e la pace regnò tra i cristiani che eressero una basilica sul luogo della morte del santo.

Le tradizioni posteriori tramandano notizie contraddittorie tra loro e spesso assolutamente inverosimili. Talvolta vengono riferiti i nomi dei genitori o della nutrice e la nascita in carcere, oppure viene sottoposto ad interrogatori direttamente dallo stesso imperatore, diverse sono le cause di morte e per alcuni Mamete è un monaco che muore vecchissimo oppure addirittura un senatore romano.

La data della morte, il 275 viene considerata verosimile, anche se non riportata dalle fonti antiche.[3]

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Culto

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La Morte di Mamante - Francesco de' Franceschi - Museo Correr
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Bassorilievo della traslazione delle reliquie di san Mamete, Cattedrale di St-Mammès in Langres (Francia)

San Mamete è patrono delle balie, perché gli animali lo nutrirono con il loro latte e protettore degli animali. Il suo culto è particolarmente diffuso in ambienti pastorali, spesso rappresentato come un fanciullo circondato da leoni. Secondo la tradizione, egli sarebbe nato in carcere, dove la madre era rinchiusa perché cristiana. Dopo la morte della madre, condusse vita da pastore sui monti dove si nutriva del latte delle fiere da lui stesso addomesticate, che offriva anche ai bisognosi. A sua volta vittima di una persecuzione, morì poi martire e fu fatto santo.

Probabilmente in seguito al legame che la tradizione istituisce tra questo santo e il latte, in Brianza e in altre zone italiane egli è particolarmente venerato dalle puerpere, che lo invocano per avere latte a sufficienza per le loro creature (il pan di fioeu). Nella chiesa di Zoccorino, san Mamete viene raffigurato nell'atto di offrire latte ad una madre che gli presenta il figlio.

Un particolare rito, in uso fino a non molto tempo fa, viene riferito da F. Pirovano (1985:47): le puerpere che temevano di non avere latte portavano in chiesa del pane e del formaggio, e dopo averli appoggiati per qualche tempo sull'altare, uscivano e donavano il pane e il formaggio al primo passante che incontravano.

Diffusione del culto

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Chiesetta di sant'Amate sulle falde del Monte Grona nel comune di Plesio

Il primo centro di culto di san Mamete è stata Cesarea dove sulla tomba del santo è stato eretto un santuario e successivamente una basilica. Recenti scavi hanno individuato la tomba e la basilica. Il culto verso il santo si diffonde prima in tutta la Cappadocia, poi raggiunge Costantinopoli. Anche qui viene costruita una basilica, verso il 475, poi una seconda presso l'ippodromo di san Mama, infine una terza nel villaggio di Aymama (villaggio di Mama). A Costantinopoli era pure dedicato un monastero, dove, nel 1204, vennero trafugate numerose reliquie, tra cui il capo del santo finito a Langres. In seguito la venerazione raggiunse la Siria, il Libano, Cipro e la Grecia per arrivare in Occidente.

In Italia è particolarmente venerato in Emilia-Romagna, in Toscana e nel Milanese, nella Brianza, nel Comasco e nel Canton Ticino. Centro importante di culto in Occidente è a Langres, dove la cattedrale inizialmente dedicata a san Giovanni, nell'VIII secolo venne dedicata a san Mammès. Numerose sono le testimonianze toponomastiche dedicate a questo santo, sia in Francia che in Spagna (a Bilbao - Stadio San Mamés) che in Portogallo (san Mamede).

Ricorrenze

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San Mamete è condannato a morte. Arazzo, XVI secolo, Museo del Louvre

In quasi tutti i calendari liturgici d'oriente e d'occidente, la memoria di san Mamete viene celebrata il 13 luglio e il 2 settembre. Gli Armeni ed i Copti lo celebrano il 2 settembre, i Siriaci il 3 maggio. Nel Martirologio Romano ricorre il 17 agosto. Nella liturgia mozarabica viene commemorato il 7 agosto. A Langres la festa viene celebrata il 17 agosto ed il trasferimento delle reliquie il 10 ottobre. Il calendario ambrosiano segna la sua festa il 18 agosto. Viene invocato durante il periodo dell'allattamento dei bambini e contro i dolori delle ossa.

Inno a san Mamete

(LA)

«Laudem beati martiris
Ad Trinitatis gloriam
Sanctae canamus supplices
Quae dat coronam testibus.

Adversa mundi pertulit
Calcavit ejus prospera.
Mammes Tonanti reddidit
Quod pro reis passus est.

Virtute, vita, moribus,
Sermone jucundissimus
In charitatis gratia
Semper manens ditissimus.

Spernens opes cum casibus
Mundi, supernis instituit,
Liber caducis exiit
Nil ambiens ex infimis.

Mitis domans immitia
Illisque promens mystica,
Vivebat inter bestias
Quo cive gaudent angeli.

Adjutus armis spiritus
Vicit furores principum,
Saevi draconis conterens
Sacris caput conatibus.

Te, martyr, ergo quaesumus
Mammes fac poscentibus,
Sacro praecatu protege,
Quos instruis certamine.

Impende curam dapsilis,
Aufer malum placabilis,
Confer bona solatia,
Vitae parando praemia.

Sit Trinitati gloria
Virtus, honor per saecula,
Quae nos beatis martirum
Semper juvet suffragiis. Amen.»

(IT)

«Cantiam giulivi e supplici
Lodi all'invitto martire,
A gloria dell'Altissimo
Che in Cielo il coronò.

Nei casi avversi intrepido
Umile fu nei prosperi;
Sostenne i sacrifici,
Che Iddio per noi portò.

Di pregi e virtù splendido,
Amabil nell'eloquio,
Di carità, di grazia,
Sempre fu ricco in cor.

Col guardo ai seggi eterei
Sprezzò gli umani comodi,
Sciolto da bassi vincoli
Vil non ambì tesor.

Immiti cor mitissimo
Domò, lor fatto apostolo;
Viveva tra le bestie
Lui cittadin del Ciel.

Coll'armi dello spirito
Vinse il furor dei principi;
Fiaccato ha il capo a Satana
Con rinascente zel.

A' tuoi altari supplici,
Noi ti preghiamo, o Martire,
Col tuo pregar deh! reggine
Nella mortal tenzon.

Ricco: tue cure prodiga,
Sperdi ogni mal sollecito;
Ai buoni refrigerio
Prepara il Cielo in don.

Sia gloria all'alta Triade,
Virtude e onor nei secoli;
Sempre per noi dei martiri
Gradisca il supplicar. Così sia.»

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Note

Bibliografia

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Collegamenti esterni

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