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film del 1971 diretto da Giuliano Montaldo Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Sacco e Vanzetti è un film del 1971 diretto da Giuliano Montaldo, con Gian Maria Volonté e Riccardo Cucciolla. Il film narra la vicenda realmente accaduta a Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, due anarchici italiani emigrati negli Stati Uniti d'America a inizio Novecento.
Sacco e Vanzetti | |
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Bartolomeo Vanzetti (Gian Maria Volonté) e Nicola Sacco (Riccardo Cucciolla) in una scena del film | |
Titolo originale | Sacco e Vanzetti |
Paese di produzione | Italia, Francia |
Anno | 1971 |
Durata | 120 min e 122 min |
Genere | biografico, drammatico, storico |
Regia | Giuliano Montaldo |
Soggetto | Fabrizio Onofri, Giuliano Montaldo, Mino Roli |
Sceneggiatura | Fabrizio Onofri, Giuliano Montaldo, Ottavio Jemma (non accreditato) |
Produttore | Arrigo Colombo, Giorgio Papi |
Fotografia | Silvano Ippoliti |
Montaggio | Nino Baragli |
Musiche | Ennio Morricone (co-dirette da Bruno Nicolai) |
Scenografia | Aurelio Crugnola |
Costumi | Enrico Sabbatini |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori originali | |
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1920, Stati Uniti d'America: a seguito di un attentato dinamitardo attribuito al movimento anarchico e mai rivendicato, vengono rastrellati numerosi italiani. Sacco e Vanzetti sono trattenuti con l'accusa di rapina a mano armata ed omicidio. Il processo, pur evidenziando la loro innocenza, mette in mostra al contempo la volontà delle autorità statunitensi di compiere un gesto di rappresaglia politica, condannando a morte in maniera esemplare i due anarchici italiani.
A nulla serviranno le numerose mobilitazioni della comunità locale, non solo quella italiana, e i numerosi comitati di liberazione. Vanzetti inoltrerà invano domanda di grazia, pentendosi successivamente, e lodando il coraggio di Sacco, che non piegandosi alla richiesta di clemenza, avrà dato piena testimonianza della propria innocenza. Sacco e Vanzetti moriranno sulla sedia elettrica nel 1927.
Il regista aveva pensato di realizzare un film sui due anarchici italiani dopo aver visto in una fabbrica di Genova, l'Italsider,[1] lo spettacolo teatrale Sacco e Vanzetti di Roli e Vincenzoni, allestito dalla compagnia Attori Associati con la regia di Giancarlo Sbragia. Non conoscendo la vicenda, tornato a Roma contattò Fabrizio Onofri, giornalista e storico, pregandolo di raccogliere della documentazione utile per poter sceneggiare un film. Trovati i produttori (ma la coproduzione francese insistette per far ottenere il ruolo di Sacco a Yves Montand), Montaldo si recò a Boston per un primo sopralluogo, scoprendo che i luoghi dove si erano svolti gli eventi non erano più utilizzabili per le riprese. Unico edificio dell'epoca rimasto in piedi era il calzaturificio in cui lavorava Nicola Sacco, e lì furono girate le uniche riprese americane. Gli altri esterni furono girati a Dublino, mentre le scene del carcere e quelle della retata degli italiani furono girate nella ex-Jugoslavia.[1]
Presentato in concorso al 24º Festival di Cannes, è valso il premio per la miglior interpretazione maschile a Riccardo Cucciolla.[2] Rosanna Fratello ha ricevuto il Nastro d'argento per la sua interpretazione del ruolo di Rosa Sacco.
Una sala cinematografica di prima visione del centro di Roma, che proiettava la pellicola, subì un incendio doloso.
La colonna sonora è stata composta, orchestrata e diretta da Ennio Morricone e co-diretta da Bruno Nicolai. I brani sono tutte composizioni originali e alcuni di questi sono stati composti in collaborazione con la cantautrice statunitense Joan Baez. La canzone di chiusura Here's to You, cantata da Joan Baez, divenne un inno generazionale.
La colonna sonora del film è stata raccolta e pubblicata nel 1971 nell'album Sacco e Vanzetti prodotto da UNIDIS.
Tracce
Il film, secondo la testimonianza del suo regista, ha sensibilmente contribuito alla riabilitazione storica e morale dei due negli Stati Uniti d'America: quando in una cerimonia pubblica tenutasi il 23 agosto 1977, 50º anniversario della loro esecuzione, il governatore del Massachusetts Michael Dukakis riconobbe ufficialmente l'errore giudiziario e il dolo dei magistrati, il regista Giuliano Montaldo fu «invitato alla riabilitazione per aver contribuito a essa»[1].
Nell'edizione distribuita in videocassetta e in televisione, manca la battuta finale di Vanzetti prima di sedersi sulla sedia elettrica, "I'm innocent".
Il film è stato restaurato dalla Cineteca di Bologna, dall'Istituto Luce-Cinecittà e da Rai Cinema nel 2017.[3]
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