Pignone (Italia)
comune italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Pignone (Pignon in ligure, Pignun nella variante locale[4]) è un comune italiano di 510 abitanti[1] della provincia della Spezia in Liguria.
Pignone comune | |
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Panorama del borgo di Pignone | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Liguria |
Provincia | La Spezia |
Amministrazione | |
Sindaco | Ivano Barcellone (lista civica di centro-destra Per Pignone) dal 27-5-2019 (2º mandato dal 10-6-2024) |
Data di istituzione | 1861 |
Territorio | |
Coordinate | 44°10′44.45″N 9°43′26.81″E |
Altitudine | 189 m s.l.m. |
Superficie | 17,75 km² |
Abitanti | 510[1] (31-8-2023) |
Densità | 28,73 ab./km² |
Frazioni | Cappelletta, Casale, Catornola, Faggiona, Monti, Villa |
Comuni confinanti | Beverino, Borghetto di Vara, Levanto, Monterosso al Mare, Vernazza |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 19020 |
Prefisso | 0187 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 011021 |
Cod. catastale | G664 |
Targa | SP |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[2] |
Cl. climatica | zona D, 1 659 GG[3] |
Nome abitanti | pignonesi |
Patrono | santa Maria Assunta |
Giorno festivo | 15 agosto |
Cartografia | |
Posizione del comune di Pignone nella provincia della Spezia | |
Sito istituzionale | |
Le varie frazioni e borghi che costituiscono il comune sono situate nelle valli dei torrenti Pignone (affluente di destra del fiume Vara) e del suo affluente Casale, entrambe valli minoritarie della media e bassa val di Vara.
Il territorio fa parte del Parco naturale regionale di Montemarcello-Magra-Vara.
L'origine del borgo potrebbe risalire molto prima dell'avvento dell'epoca romana.
Infatti in una collina - denominata Castellaro[6] e posta di fronte all'odierno abitato - sono stati rinvenuti un castellaro, sito archeologico risalente alle Età del Bronzo e del Ferro[6] e tracce dell'antica popolazione dei Liguri[6]. Dal 2000 l'area, i cui ritrovamenti sono esposti al museo civico archeologico "Ubaldo Formentini" della Spezia, è stata inserita fra i siti di tutela ambientale come sito di interesse comunitario[6].
Secondo alcuni studi il borgo fu molto importante per l'Impero romano poiché ubicato al crocevia di due importanti vie di comunicazione[6]: l'una per l'antica Segesta Tigullorum (l'odierna Sestri Levante, nel genovese) e l'altra verso Velleia importante centro dell'appennino piacentino.
Le prime testimonianze documentali del borgo di Pignone risalgono all'incirca dopo l'anno 1000[6] con la presenza della locale pieve di Santa Maria Assunta. Attorno ad essa cominciarono a riunirsi piccole comunità. In una bolla pontificia di papa Eugenio III - datata al 1149[6] - si descrive ampiamente l'insediamento abitativo che - secondo gli storici - potrebbe essere stato già presente in epoca romana come pagus romano[6].
Dal 1163 il territorio venne sottoposto, per volere dell'imperatore Federico Barbarossa, alla famiglia Malaspina[6] e successivamente ai conti-vescovi di Luni[6]; fu lo stesso vescovo di Luni, Guglielmo, a cedere il feudo dal 1252[6] alla nobile famiglia dei Fieschi, conti di Lavagna [6]. Furono quindi i Fieschi a ricostruire la pieve[6] e a migliorare la viabilità per consentire un migliore collegamento stradale con i centri di Levanto ad ovest, e di Sarzana ad est.
L'ambizioso Nicolò Fieschi riunendo i propri feudi giunse a costituirsi una propria Signoria su tutto il territorio spezzino. Sconfitto da Genova, nel 1276[6] dovette vendere la proprietà del feudo di Pignone alla Repubblica di Genova che, eletto a sede di Podesteria[6] nell'ambito del Capitaneato di Levanto, ne seguì pertanto le sorti e le glorie.
Nel febbraio del 1312 il borgo ospitò l'imperatore Arrigo VII di Lussemburgo[6], accompagnato dal cardinale Luca Fieschi e scortato da quasi 1500 soldati, che nella sosta visitò l'edificio di culto mariano.
Nel corso del XVI secolo il primitivo borgo medievale di Pignone conobbe una sostanziale fase evolutiva[6] dell'architettura e dell'urbanistica con la costruzione di nuovi palazzi signorili e la modifica degli accessi al borgo storico con l'apertura di tre nuovi passaggi controllati e difesi. La stessa loggia comunale è il frutto di una nuova ricostruzione avvenuta nel XVII secolo[6] a imitazione della preesistente, collocata in origine nelle vicinanze e dove nel 1465 gli abitanti di Pignone giurarono fedeltà a Francesco Sforza duca di Milano[6].
Con la nuova dominazione francese di Napoleone Bonaparte la municipalità venne spostata nel borgo di Casale e tutto il territorio rientrò dal 2 dicembre 1797 nel Dipartimento del Vara, con capoluogo Levanto, all'interno della Repubblica Ligure. Dal 28 aprile 1798 con i nuovi ordinamenti francesi, Casale e Pignone rientrarono nel I cantone, capoluogo Levanto, della Giurisdizione di Mesco. Dal 1803 furono centri principali del V cantone del Golfo di Venere nella Giurisdizione del Mesco e, annessi al Primo Impero francese, dal 13 giugno 1805 al 1814 inseriti nel Dipartimento degli Appennini.
Nel 1815 Pignone fu incluso nella provincia di Levante del Regno di Sardegna, dopo le decisioni del Congresso di Vienna del 1814, e quindi nel Regno d'Italia dal 1861.
Durante il regno sabaudo la municipalità venne nuovamente riportata a Pignone[6] con la cessione, nel 1841[6], della frazione di Cassana al comune di Borghetto di Vara. Dal 1859 al 1927 il territorio fu compreso nel VI mandamento di Levanto del circondario di Levante facente parte della provincia di Genova prima e, con l'istituzione nel 1923, della provincia della Spezia poi.
Dal 1973 al 31 dicembre 2008 ha fatto parte della Comunità montana della Media e Bassa Val di Vara e, con le nuove disposizioni della Legge Regionale nº 24 del 4 luglio 2008[7], fino al 2011 della Comunità montana Val di Vara.
Il 25 ottobre 2011 una violenta perturbazione ha colpito il levante ligure (bassa e media val di Vara, val di Magra e Cinque Terre) e la Lunigiana (provincia di Massa-Carrara)[8] con esondazioni, danni, vittime e dispersi in diverse località del territorio ligure e toscano. Tra i comuni più colpiti c'è anche Pignone e frazioni (soprattutto a Casale) dove le precipitazioni intense hanno provocato molteplici danni alle abitazioni, alle attività commerciali, ai collegamenti stradali e agli impianti elettrici, idrici e gas[9]. Per l'improvvisa piena del torrente Pignone crollerà sotto le furie delle acque l'antico ponte medievale del centro storico, uno dei simboli del borgo[5].
Dal 2015 al 2017 ha fatto parte dell'Unione dei comuni delle Terre Verticali.
«D'argento alla pigna, col tralcio fogliato a sinistra, al naturale. Ornamenti esteriori di Comune secondo la popolazione.[10]»
«Drappo di rosso…[10]»
Lo stemma è stato concesso con il regio decreto dell'8 giugno 1902[10][11]. L'ente utilizza uno stemma con sfondo azzurro, pur non corrispondente alla blasonatura concessa.
Abitanti censiti[12]
Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2019, i cittadini stranieri residenti a Pignone sono 32[13].
Il comune è stato insignito nel 2009 della Bandiera arancione dal Touring Club Italiano[14].
Tra i prodotti tipici[15] del territorio pignonese si trovano la cipolla, la patata di Pignone, la susina "balle d'ase" (termine dialettale ligure indicante i testicoli dell'asino) e diverse varietà di fagioli locali quali il cenerino, il lupinaro e dell'aquila. Prodotti gastronomici della locale e contadina cucina di Pignone sono i piatti a base di salsiccia e fagioli, la torta di patate e la polenta con il cavolo.
Il comune è costituito, oltre il capoluogo Pignone, dalle cinque frazioni di Cappelletta, Casale, Catornola, Faggiona, Monti e Villa per un totale di 17,75 km²[16]. Confina a nord con il comune di Borghetto di Vara, a sud con Vernazza, ad ovest con Levanto e Monterosso al Mare e ad est con Beverino.
La principale risorsa economica del comune è l'attività agricola specie nella produzione di olio di oliva, vino e formaggi.
Il centro di Pignone è attraversato dalla strada provinciale 38 e dalla provinciale 34, quest'ultima attraversante i centri frazioni di Casale, Villa e Faggiona; la provinciale 38 gli permette il collegamento stradale con Trezzo, nel comune di Beverino, e, ad ovest, con l'entroterra di Monterosso al Mare.
Dal comune di La Spezia un servizio di trasporto pubblico locale gestito dall'ATC garantisce quotidiani collegamenti bus con Pignone e per le altre località del territorio comunale.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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1950 | 1955 | Angelo Bellani | Partito Liberale Italiano | Sindaco | |
1955 | 1960 | Giuseppe Renoni Bella | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
1960 | 1965 | Dante Zembo | Partito Socialista Italiano | Sindaco | |
1965 | 1970 | Luciano Pellegrotti | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
1970 | 1975 | Gildo Bordigoni | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
1975 | 1980 | Mario Moggia | Partito Socialista Italiano | Sindaco | |
1980 | 1985 | Fabrizio Barilari | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
8 luglio 1985 | 30 maggio 1990 | Fabrizio Barilari | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
30 maggio 1990 | 24 aprile 1995 | Luigi Raggi | Indipendente | Sindaco | |
24 aprile 1995 | 14 giugno 1999 | Edda Agnetti | lista civica di centro-sinistra | Sindaco | |
14 giugno 1999 | 14 giugno 2004 | Silvano Zaccone | Insieme per Pignone (lista civica di centro-sinistra) |
Sindaco | |
14 giugno 2004 | 8 giugno 2009 | Silvano Zaccone | Insieme per Pignone (lista civica di centro-sinistra) |
Sindaco | |
8 giugno 2009 | 26 maggio 2014 | Antonio Pellegrotti | Insieme per Pignone (lista civica di centro-sinistra) |
Sindaco | |
26 maggio 2014 | 27 maggio 2019 | Mara Bertolotto | Insieme per Pignone (lista civica di centro-sinistra) |
Sindaco | |
27 maggio 2019 | 10 giugno 2024 | Ivano Barcellone | Per Pignone (lista civica di centro-destra)[17] |
Sindaco | |
10 giugno 2024 | in carica | Ivano Barcellone | Per Pignone (lista civica di centro-destra) |
Sindaco |
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