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presbitero e botanico italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Pietro Porta (Valvestino, 5 novembre 1832 – Riva del Garda, 1º giugno 1923) è stato un presbitero e botanico italiano.
Nacque nell'ex Comune di Moerna, oggi frazione di Valvestino, il 5 novembre 1832, da Antonio di professione falegname, e Barbara Zenini, cucitrice. Frequentò il ginnasio presso il seminario di Santa Giustina dell'Istituto Lodron di Salò, di Brescia e l'Imperial Regio Ginnasio di Rovereto ove si diplomò nel 1851.
Nel 1852 frequentò il seminario teologico di Trento e fu ordinato sacerdote nel 1856. Qui, oltre alla vocazione religiosa, sviluppò la sua passione, che lo accompagnerà per tutta la vita, per la botanica. In quel periodo che fece la conoscenza del chierico botanico Luigi Viehweider (1831-1860), del barone Franz Hausmann di Bolzano, autore di un saggio sulla "Flora von Tirol", e di don Roperto Huter (1834-1919) di Karls. Nel 1854, mentre era studente del secondo corso di teologia, entrò in contatto con Francesco Ambrosi (1821-1897), botanico originario di Borgo Valsugana.
Cooperatore in Vallarsa, nel 1860 passò come capellano a Daone nelle Giudicarie. Alla fine del 1863 fu trasferito a Bollone nella nativa Valvestino, entrando in contatto con il botanico Gregorio Rigo (1841-1922) di Torri del Benaco. Nel 1868 fu vice rettore del Convitto di Santa Giustina a Salò guidato da don Giacomo Stefani di Magasa. In Val Vestino rimase fino al 1870 quando fu trasferito a Locca in Val di Ledro con l'incarico anche di maestro di scuola. Nel 1886 fu trasferito a Cologna, mentre nel 1896 passò a Strada, oggi frazione di Pieve di Bono-Prezzo nelle Giudicarie, come cappellano del locale nosocomio fino al febbraio del 1898.
Nel 1898 si trasferì a Riva del Garda, rimanendovi fino allo scoppio della prima guerra mondiale, quando fu costretto a rifugiarsi a Novale di Vipiteno, ospite dell'amico Huter. Qui rimase per due anni, per poi fare ritorno a Cologna per un anno intero. Con il passaggio del Trentino al Regno d'Italia nel 1918 fece definitivamente ritorno a Riva del Garda. Vecchio e quasi cieco, dedito alla cura dei compaesani con le piante medicinali, subì nel 1922 un'intimidazione di alcuni fascisti rivani.
Morì il 1º giugno del 1923 all'età di 91 anni.
Perfezionatosi nella ricerca sugli ibridi delle Primule e dei Cirsi, strinse relazioni epistolari con famosi botanici e professori universitari in Italia, Francia, Germania e Inghilterra, come Filippo Parlatore professore e prefetto dell'orto botanico di Firenze, Renato Pampanini, Karl Heinrich Koch, Anton Kerner von Marilaun, Heinrich Moritz Willkomm, Richard von Wettstein, Chabert e Francesco Ambrosi. Pur non essendo iscritto alla Società Botanica Italiana di Firenze, contribuì con gli scritti delle sue spedizioni al Giornale botanico italiano.
Don Porta ha lasciato cinque erbari che testimoniano la sua attività di botanico. Al Museo Diocesano di Scienze Naturali "G. Bresadola", presso il Collegio Arcivescovile di Trento, sono attualmente conservati tre collezioni: la più consistente è costituita approssimativamente da 40.000 campioni, raccolti nell'arco di 70 anni, provenienti da tutta Europa; le altre due raccolgono invece specie del Trentino meridionale. Gli altri erbari di don Pietro Porta sono conservati uno al MUSE e l'altro al Museo Civico di Riva del Garda.
Porta è l'abbreviazione standard utilizzata per le piante descritte da Pietro Porta. Consulta l'elenco delle piante assegnate a questo autore dall'IPNI. |
Controllo di autorità | VIAF (EN) 90354621 · ISNI (EN) 0000 0000 6283 5370 · SBN SBNV009366 · GND (DE) 1026533260 |
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