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scrittore, traduttore e pittore francese Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Pierre Klossowski (Parigi, 9 agosto 1905 – Parigi, 12 agosto 2001) è stato uno scrittore, traduttore e pittore francese. Intellettuale ai margini della cultura accademica, le sue idee proliferarono nelle filosofie del periodo detto del post-strutturalismo (Gilles Deleuze e Michel Foucault in particolare), ed egli collaborò anche con André Gide e Georges Bataille.
Figlio dello storico dell'arte e pittore tedesco di origini aristocratiche polacche Erich Klossowski (1875-1949) e della pittrice polacca di origine ebraica Baladine Klossowska (nata Elisabeth Dorothea Spiro; 1886-1969), e fratello del pittore Balthus (il cui vero nome era Balthazar Klossowski).
Dopo la separazione dei genitori, la madre fu compagna di Rainer Maria Rilke il quale fu, con André Gide (al quale Klossowski a 18 anni fece da segretario e curatore de I Falsari), uno dei mentori di Pierre.
Fu, assieme a Georges Bataille, tra i principali promotori della Nietzsche-renaissance che, nella vita culturale francese degli anni '60, pose al centro dell'attenzione un Nietzsche riletto alla luce del pensiero della differenza (i suoi testi su Nietzsche sono: Nietzsche et le cercle vicieux e Nietzsche, il politeismo e la parodia, dove l'"eterno ritorno" si rivela una tonalità emotiva, una Stimmung, prima di assurgere a pensiero dell'affermazione del saṃsāra).
Inoltre spetta proprio a lui un ruolo chiave nell'esegesi di un'opera complessa come quella del Marchese de Sade (nei due saggi, pubblicati poi assieme: Sade mon prochain e Le philosophe scélérat; ricordiamo che il secondo "corregge" l'impianto radicalmente teologico del primo, che ruotava interamente sulla nozione di un Dio che, morendo, portava via con sé anche la classica concezione di Io e il conseguente concetto di identità, in quanto non vi sarebbe Io senza un Dio che presieda alla sua unità).
Tra i suoi romanzi ricordiamo la trilogia Les lois de l'hospitalité composta da: La Révocation de l'Edict de Nantes; Roberte ce soir e Le Souffleur, opere in cui viene condotta una riflessione parallela sulle due tematiche apparentemente più distanti tra loro: teologia ed erotismo. Altra opera letteraria importante è Le Baphomet (tutti quanti riediti in Italia dalla casa editrice ES). Ebbe particolare rilievo come traduttore. Fu entusiasticamente accolta la sua versione dell'Eneide di Virgilio.
Fortunato fu l'incontro, avvenuto negli anni settanta, con il teatro di Carmelo Bene; incontro che prese la forma di due saggi importantissimi sul modo di recitare dell'attore italiano (Cosa mi suggerisce il gioco ludico di Carmelo Bene e Généreux jusqu'au vice) e che avrebbe dovuto consolidarsi appieno nella Biennale di Venezia 89-90 (diretta da Bene, che poi diede le dimissioni) con una messa in scena de Il bafometto, che però non ebbe luogo. Spesso messa in secondo piano è la sua importante opera pittorica, orientata a una reinvenzione della figurazione, attraverso un ripensamento dell'idea di simulacro. La sua intera produzione andrebbe riletta in questa chiave anche alla luce del lavoro svolto da suo fratello Balthus.
Klossowski lavorò anche nel cinema come attore (Au hasard Balthazar, 1966, Roberte, 1979) e come sceneggiatore (Roberte, tratto da Les lois de l'hospitalité e L'Hypothèse du tableau volé, 1979, ispirato al complesso delle sue opere).
Nel 1981 ricevette dal Ministero della Cultura francese il Grand Prix national des lettres.[1]
Morì nel 2001, a 96 anni.
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