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casa editrice italiana Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Adelphi è una casa editrice italiana fondata nel 1962. Ha annoverato tra i suoi collaboratori Giorgio Colli, Sergio Solmi, Claudio Rugafiori, Franco Volpi, Roberto Calasso e Giuseppe Pontiggia
Adelphi Edizioni | |
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Stato | Italia |
Forma societaria | Società per azioni |
Fondazione | 20 giugno 1962 a Milano |
Fondata da | Luciano Foà - Roberto Olivetti - Roberto Bazlen - Alberto Zevi |
Sede principale | Milano |
Persone chiave |
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Settore | Editoria |
Sito web | www.adelphi.it |
Nata da un progetto di Luciano Foà, Roberto Bazlen e Alberto Zevi, venne fondata a Milano il 20 giugno 1962 con un capitale versato per due terzi da Roberto Olivetti e per un terzo da Alberto Zevi a nome di Luciano Foà [2]. La prima sede fu in via Morigi 5, nel centro di Milano.
Luciano Foà decise di inaugurare le pubblicazioni con la collana di classici, che ritenne il modo più giusto per inserirsi nel mercato. La collana fu formata sia da opere conosciute al grande pubblico, sia da opere di eccelsa fattura ma difficilmente ritrovabili. I primi titoli pubblicati (1963) furono le Opere di Georg Buchner, Fede e bellezza di Niccolò Tommaseo e La vita e le avventure di Robinson Crusoe di Daniel Defoe.
Nel 1964 fu lanciata la collana «Saggi». Nel 1965 apparve la «Biblioteca Adelphi», che ben presto divenne la collana ammiraglia della casa editrice. Fu il frutto della cultura e dell'intuizione di Roberto Bazlen, che vi fece confluire i libri che l'Einaudi gli aveva bocciato quando aveva lavorato come consulente per lo Struzzo. I primi titoli furono L'altra parte di Alfred Kubin e Padre e figlio di Edmund Gosse. Anche il terzo titolo apparso nella collana, Manoscritto trovato a Saragozza di Jan Potocki era stato proposto invano da Bazlen alla casa torinese[3].
Sul finire del 1965 Carlo Frassinelli cedette la sua casa editrice e l'intero catalogo (un centinaio di titoli) all'Adelphi Edizioni, sotto la presidenza di Luciano Foà. Il catalogo Adelphi 1968 comprendeva tutte le opere giacenti delle maggiori collane Frassinelli. Nel settembre 1982 il marchio Frassinelli verrà ceduto al gruppo Sperling & Kupfer Editori.
Nel 1971 Roberto Calasso fu nominato direttore editoriale. In seguito ha assunto la guida della casa editrice come consigliere delegato dal 1990 e presidente dal 1999. Fu Calasso a lanciare le nuove collane Adelphi: «Narrativa contemporanea» (1967, dal 1985 «Fabula»), «Ramo d'oro» (1971), «Piccola biblioteca Adelphi» (1973) e «La collana dei casi» (1974), inaugurata da Memorie di un malato di nervi di Daniel Paul Schreber. Fu la prima collana Adelphi dove sulla copertina comparvero fotografie.
I primi anni settanta furono, per la Adelphi, una fase di stagnazione[3]. Luciano Foà concede alla Mondadori di pubblicare alcuni titoli del catalogo in edizione economica. Poi si associa con la Boringhieri e l'Etas Kompass per ridurre le spese fisse e far entrare nuovi capitali. La mossa più azzeccata fu la pubblicazione di un'opera dal catalogo Frassinelli, Siddharta di Herman Hesse, un libro del 1945 (la traduzione di Massimo Mila) che conobbe una nuova giovinezza[3].
Nel 2005 muore Luciano Foà. Il 4 ottobre 2015 RCS Mediagroup (proprietaria del 58% di Adelphi dal 2006) annuncia la vendita dell'intera divisione libri alla Arnoldo Mondadori Editore. Roberto Calasso riprende il controllo della casa editrice esercitando un'opzione di riacquisto delle quote, uscendo dal gruppo[4]. L'operazione gli consente di entrare in possesso del 71% del capitale, diventando così socio unico di maggioranza; i soci di minoranza sono Francesco Pellizzi e Elisabetta Zevi[5].
Dopo la scomparsa di Roberto Calasso (2021), la sua quota della casa editrice (il 71% del capitale) è stata suddivisa tra i due figli[6], la moglie Fleur Jaeggy e il nipote Roberto Colajanni. Il 2 settembre 2021 il consiglio d'amministrazione ha nominato alla presidenza Teresa Cremisi e Roberto Colajanni amministratore delegato e direttore editoriale[1][7].
Nel luglio 2024 la Feltrinelli ha acquisito il 10% del capitale della casa editrice dagli eredi di Francesco Pellizzi (i figli Aurora e Giandomenico e la moglie Gini Alhadeff[8].
Nel settembre dello stesso anno il consiglio d'amministrazione ha confermato la presidente Teresa Cremisi e l'amministratore delegato Roberto Colajanni. Inoltre, ha nominato Elisabetta Zevi (figlia di Alberto) vicepresidente, e Paolo Mieli e Maurizio Ferrera nuovi consiglieri[9].
Adelphi è una parola greca (ἀδελφοί) che significa "fratelli, sodali", e richiama una società di amici uniti in collaborazione fraterna[3].
Il logo di Adelphi è un pittogramma cinese, conosciuto come «pittogramma della luna nuova». Noto fin dal 1000 a.C., compare sui bronzi della dinastia Shang e significa «morte e rinascita».
Le copertine dei libri riprendono una "gabbia" grafica, ideata dall'illustratore inglese di fine Ottocento Aubrey Beardsley[10].
Portano il marchio Adelphi i capolavori del neurobiologo Oliver Sacks, uno fra tutti L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello; le opere di Israel Joshua Singer e di Isaac Bashevis Singer (premio Nobel per la letteratura nel 1978) [11]; le pubblicazioni del filosofo Gershom Scholem; e anche la serie dei gialli del francese Georges Simenon.
Nel 2024 Adelphi ha acquisito il catalogo delle opere del grande scrittore statunitense Philip Roth[12].
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