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scrittore, critico letterario e filosofo francese Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Maurice Blanchot (Quain, 22 settembre 1907 – Le Mesnil-Saint-Denis, 20 febbraio 2003) è stato uno scrittore, critico letterario e filosofo francese.
Nato a Quain (Saône-et-Loire) in una casa agricola ereditata dalla famiglia cattolica della madre, aveva due fratelli e una sorella e il padre era professore.
Dopo essersi diplomato molto giovane, un'operazione inutile al duodeno gli fa ritardare l'iscrizione all'università, poi studia filosofia presso l'università di Strasburgo, dove ha modo di conoscere Emmanuel Lévinas, che lo avvicina al pensiero fenomenologico di Heidegger e di Husserl. Intanto legge Marcel Proust e Paul Valéry.
Studia anche medicina, ma è attratto dal giornalismo e dalla critica sociale e letteraria, collaborando ad alcune riviste di estrema destra. Però al contempo è contro Hitler ed è uno dei primi a insorgere, sul quotidiano «Le Rempart» (diretto dall'amico Paul Lévy), contro le prime deportazioni di ebrei in campi di lavoro.
Nel 1936 muore suo padre. Collabora al mensile "Combat" (diretto da Jean de Fabrègues e Thierry Maulnier), l'anno dopo si allontana dalla scrittura politica e polemica e conosce Jean Paulhan, che lavora in Gallimard.
Nel 1940 segue il governo di Vichy fino a Bordeaux dove lavora al "Journal des débats" (su cui fa apparire le sue molte cronache letterarie) e dove incontra Georges Bataille, altro amico per lui importante.
Nel 1944 rischia la fucilazione ma è salvato in estremo. Dopo la II guerra mondiale, Blanchot lavora ormai quasi solo come scrittore e critico letterario, collaborando alla "NRF" e diventando punto di riferimento degli intellettuali a lui coevi: la sua opinione è salda, profonda e guidata da studio e gusto certo.
Nel 1957 muore la madre, l'anno dopo egli torna a Parigi, dove diventa amico di Robert e Monique Antelme, Louis-René des Forêts, Maurice Nadeau, Marguerite Duras, Dionys Mascolo, e Elio Vittorini che lo invita a collaborare a "Il Menabò".
Con Vittorini, Italo Calvino, Pier Paolo Pasolini, Michel Leiris, Günter Grass, Hans Magnus Enzensberger e altri progetta una "Revue internationale" partecipando alle riunioni del 1960 con entusiasmo. Il progetto però non riesce a partire e Blanchot resta amaramente deluso. Lo stesso anno partecipa attivamente alla vicenda del Manifesto dei 121.
Quando nel 1962 muore Georges Bataille scrive un testo sull'amicizia, poi inizia una lunga corrispondenza con il filosofo Jacques Derrida, ma di fatto è isolato, nonostante comincino a rendergli omaggio diversi intellettuali e un numero di "Critique" del 1966 ospiti articoli su di lui di René Char, Paul de Man, Michel Foucault, Jean Starobinski ecc.
Nel maggio del 1968 Blanchot esce dal suo relativo isolamento, per protestare in favore degli studenti, e negli anni successivi scrive alcune opere contro il silenzio di Heidegger nel dopo-guerra a proposito dell'olocausto e per omaggio accorato a Paul Celan (L'ultimo a parlare, 1972).
È uno degli autori in cui la filosofia e la letteratura si mescolano al loro meglio e alcune sue riflessioni critiche sullo scrivere hanno sapore di pensiero classico. Dal punto di vista politico Blanchot è passato da un atteggiamento iniziale di destra all'adesione al pensiero dell'estrema sinistra.
Man mano che passano gli anni la sua scrittura diventa sempre più rarefatta e frammentaria, e la scomparsa degli amici (Lévinas nel 1995, Duras nel 1996, Mascolo nel 1997, il fratello René nel 1978, la sua vedova - con la quale Maurice ora abita - nel 1995 ecc.) lo portano a riflettere sempre più spesso sulla morte.
I suoi libri più importanti sono Aminadab (1942), La follia del giorno (1949 e 2002), Lo spazio letterario (1955), L'infinito intrattenimento (o La conversazione infinita, 1969), La scrittura del disastro (1980) e L'istante della mia morte (1994 e 2002).
È morto il 20 febbraio 2003 a Le Mesnil-Saint-Denis.
Lo stile letterario di Blanchot si caratterizza per la forma ossimorica e oscura, soprattutto per la sua passione per il frammento.
Gli autori sui quali Blanchot concentra la sua attenzione sono Stéphane Mallarmé, Franz Kafka, Rainer Maria Rilke, Friedrich Hölderlin, Lautréamont, Sade, Friedrich Nietzsche, Georges Bataille ecc.
Il pensiero filosofico di Blanchot è molto complesso e tributario sia del surrealismo e sia dell'esistenzialismo, ma con tendenze mistiche.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 104910662 · ISNI (EN) 0000 0001 2283 766X · SBN CFIV003193 · BAV 495/281212 · Europeana agent/base/145537 · ULAN (EN) 500255219 · LCCN (EN) n50009903 · GND (DE) 118511521 · BNE (ES) XX853733 (data) · BNF (FR) cb118922922 (data) · J9U (EN, HE) 987007300330805171 · NDL (EN, JA) 00433473 |
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