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scrittrice, sceneggiatrice e regista francese Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Marguerite Duras, pseudonimo di Marguerite Germaine Marie Donnadieu (Saigon, 4 aprile 1914 – Parigi, 3 marzo 1996), è stata una scrittrice, regista e sceneggiatrice francese.
Le sono stati conferiti svariati premi cinematografici, tra cui una candidatura all'Oscar, per le sue grandi doti di sceneggiatrice e regista.[1]
Nacque a Gia Dinh, città che negli anni cinquanta venne agglomerata da Saigon, nell'Indocina francese (oggi Vietnam), il 4 aprile 1914. Il padre, Henri Donnadieu, era dirigente scolastico e la madre, Marie, insegnante, ambedue coloni francesi. Successivamente la famiglia si trasferì a Sadek e poi a Vĩnh Long.
Marguerite, tanto amata da suo padre, con cui la ragazzina aveva un rapporto molto stretto e che la chiamava affettuosamente "mia splendida pietra preziosa", fu mandata, per volere dell'uomo, che teneva molto alla sua istruzione, in un prestigioso collegio privato a Saigon, ove Marguerite si innamorò di un ricco e giovane cinese di 27 anni, in una controversa storia d'amore che la ispirò poi per la scrittura di uno dei suoi capolavori: L'amante.
La sua esperienza in Indocina, la lebbra, la giungla, la società coloniale e la natura selvaggia riemersero sempre nei suoi numerosi romanzi.[2]
Nel 1932 si trasferì in Francia, per studiare diritto, matematica e scienze politiche, non smettendo però mai di pensare all'Indocina. Affermò infatti:
"Da otto anni a diciassette ho vissuto in un paradiso terrestre pacifico e delicato, l'Asia; ho visto, vicino a Vinh-Long, il sole tramontare fra le risaie, i fiori sbocciare, le fronde degli alberi danzare nel vento… ora qui, tra i palazzi della città, detesto la montagna che mi angoscia e mi nasconde i tramonti. Non mi sono mai abituata ai frutti europei."[3]
Nel 1939 sposò lo scrittore Robert Antelme. Nel 1942 morirono il suo amato fratello Paulo, di 30 anni, e sfortunatamente anche il suo primo figlio: infatti il piccolo, di salute molto debole e cagionevole, morì di polmonite all'età di appena 2 anni, cosa che fece entrare Marguerite in depressione e le richiese qualche anno per uscirne.
Nel 1943 cambiò il proprio cognome in Duras, dal nome di un villaggio nel dipartimento del Lot e Garonna, dove si trovava la casa del padre, che quando morì le lasciò tutto, tra cui una villetta a picco sull'acqua in Liguria[4], terra da lui tanto amata.
Partecipò alla Resistenza durante l'occupazione nazista, insieme al marito Robert Antelme, che venne deportato a Dachau perché ebreo. Collaborò anche alla compilazione di Libres ("Liberi"), giornale che informava i parenti delle persone deportate in Germania sulla posizione e condizione dei loro cari.
Dopo la seconda guerra mondiale militò tra le file del PCF fino al 1950, quando venne espulsa essendo considerata dissidente. Nel frattempo, nel 1946, aveva divorziato dal primo marito ed aveva incontrato l'intellettuale e scrittore Dionys Mascolo, da cui ebbe un figlio, Jean Mascolo.
Il suo esordio in campo letterario avvenne nel 1942 con il romanzo Gli impudenti (Les Impudents), nel quale denuncia anche la realtà degradante dell'Olocausto.
La vera fama per la Duras arrivò nel 1950, col capolavoro Una diga sul Pacifico (Un barrage contre le Pacifique) nel quale si sentono gli influssi delle letture di autori statunitensi come Hemingway e Steinbeck oltre che quelle dello scrittore italiano Cesare Pavese. Elio Vittorini definì il libro "il più bel romanzo francese del dopoguerra".[3]
Fu autrice di numerosi racconti brevi, film e, soprattutto, romanzi, tra cui il più noto è l'autobiografico L'amante, il suo capolavoro assoluto, pubblicato nel 1984, che le valse il prestigioso premio Goncourt.
Nel 1991 la Duras pubblicò un altro romanzo intitolato L'amante della Cina del Nord, nel quale riscrisse l'intera vicenda. Altre opere importanti sono: Moderato cantabile, da cui fu tratto un film con lo stesso nome; Il rapimento di Lol V. Stein; India Song, anch'esso ispirazione di un lungometraggio del 1975.
La Duras fu anche la sceneggiatrice del film del 1959 Hiroshima mon amour, diretto da Alain Resnais, per cui fu candidata all'Oscar alla migliore sceneggiatura originale.
Partecipò alla contestazione degli studenti nel 1968, salendo sulle barricate.
Nel 1989 iniziarono le riprese del film tratto da L'amante, girato dal regista Jean-Jacques Annaud, che si prese alcune libertà sulla sceneggiatura.
Passò gli ultimi anni della sua vita chiusa in casa. L'unico a rimanerle vicino fu il compagno Yann Andréa. Disse:
È difficile morire, ma a un certo momento t'accorgi che le cose della vita devono finire. È la vita. È tutto.[5]
Morì a 81 anni per un grave tumore alla gola; è sepolta nel cimitero di Montparnasse.
Le prime opere di Duras sono scritte in maniera molto convenzionale (il loro "romanticismo" fu molto criticato dallo scrittore Raymond Queneau); con Moderato cantabile Duras inaugura un lungo periodo di sperimentazione, legato al Nouveau roman, un movimento letterario francese tra i cui esponenti figura anche Alain Robbe-Grillet.
Il suo stile viene da lei definito stile paratattico[6][7] cioè fatto solo di proposizioni principali ("sono qui", ti sento", "mi vedo", etc).[3].
Nel 1997 è stata istituita nel Regno Unito da Michelle Porte e Madeleine Borgomano la Marguerite Duras Society, che ha come fine lo studio e la promozione dell'opera dell'autrice.
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