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attrice italiana (1900-1995) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Paola Borboni, all'anagrafe Paolina (Golese, 1º gennaio 1900 – Bodio Lomnago, 9 aprile 1995), è stata un'attrice italiana, una delle presenze storiche del teatro italiano, con una carriera lunghissima, cominciata nel 1916 e conclusasi nel 1994, pochi mesi prima della sua morte. Ha partecipato anche a molti film, ha lavorato in radio ed è comparsa spesso in televisione, ma il suo vero mondo era il teatro, come lei stessa ha sempre ammesso.
Nacque nel quartiere Golese di Parma, che all'epoca costituiva un comune, da Giuseppe Borboni, impresario teatrale, e Gemma Paris, ricchissima ereditiera parmense,[1] il primo giorno del 1900, una data particolare che la portava tra ironia e compiacimento a definirsi "la prima attrice del secolo". Donna dall'ego potente, di mente vivacissima e di spirito libero, la Borboni può essere considerata, per il suo essere tutt'uno con il teatro e il recitare, il contraltare femminile di Vittorio Gassman, che peraltro era di oltre vent'anni più giovane. Nel 1916 debutta a Lodi nella commedia dei fratelli Quintero Il fiore della vita per lei appositamente allestita dal padre impresario lirico. L'anno successivo, dopo aver frequentato i corsi di recitazione tenuti da Teresa Boetti Valvassura, entra ufficialmente in arte nella compagnia di Alfredo De Sanctis[2] nel dramma di Salomon Asch Dio della vendetta. Nel 1918 partecipa al suo primo film, Jacopo Ortis.
Dopo avere recitato un anno nella compagnia di Helena Wnorowska diretta da R. Calò, nel 1920 è con Irma Gramatica e durante la malattia dell'illustre attrice sostiene il ruolo di primadonna. Dal 1921 al 1930 è prima attrice accanto ad Armando Falconi: sono di questo periodo i trionfi in Diana al bagno, Alga Marina (dove recitò a seno scoperto, primo nudo teatrale in Italia[senza fonte][3]) e il primo incontro con il teatro di Pirandello come Gasparina in Ma non è una cosa seria. Nel 1930-1931 è in società con Lupi e Pescatori e, nel 1932-1934, primattrice con Ruggero Ruggeri. Nel 1935 intraprende il capocomicato con Piero Carnabuci, per poi tornare nel 1940 con Ruggeri, dopo aver interpretato la rivista di Michele Galdieri Mani in tasca naso al vento, accanto a Odoardo Spadaro.
Del 1942 è la memorabile interpretazione in La vita che ti diedi al Teatro Università di Roma, dove raccolse uno straordinario consenso di pubblico e di critica, proponendo coraggiosamente un'opera di Pirandello scritta per Eleonora Duse, criticata dalla stessa attrice e quindi ritirata dall'autore (fu messa in scena nel 1923 con scarso successo da Alda Borelli e mai più riproposta da nessun attore). Nel 1943 fonda la Compagnia pirandelliana Paola Borboni, e nel 1945 la Compagnia del Dramma insieme a Salvo Randone. Nel 1947 è a capo di una nuova compagnia pirandelliana Picasso-Borboni. Nel 1954 le viene assegnato il premio San Genesio per La morale della signora Dulka; nello stesso anno si rivela grande monologhista inventando di fatto un genere teatrale nuovo e segnando una tappa importante nella storia del teatro del Novecento italiano, pur riallacciandosi alla tradizione di Ermete Novelli.
Paola Borboni inizia nel 1942 a studiare la possibilità di questo esperimento ma è soltanto nel 1952 che interpreta per la prima volta al Teatro Valle di Roma, dopo una novità in tre atti, Donne brutte di Saitta. La mancanza di testi adatti a questo genere provocarono l'attività di numerosi scrittori che realizzarono per la Borboni testi teatrali brevi ma di forte intensità. Il progetto dell'attrice prevedeva la messa in scena di 7 recital formati da 5 testi ognuno, riuscendo però nell'intento solo per cinque (a cui va aggiunto un recital senza titolo, con brani scelti tra quelli di maggior successo).
Di questi cinque recital restano come preziosa testimonianza due dischi fonografici, incisi dalla Borboni nel 1959-1960. Il poeta Mario Luzi nel 1992 scrive per la Borboni il monologo Paola la commediante: il testo doveva essere rappresentato al Festival dei Due Mondi di Spoleto, ma l'attrice, per varie ragioni, non riuscì mai a portare l'opera in scena. Ma la sua grande passione è Pirandello, che recita per sei anni, in tre diverse compagnie, finanziandone una, fra l'altro, con i proventi di una rivista (Mani in tasca e naso al vento di Michele Galdieri, in scena nel 1939, con Odoardo Spadaro), e a Pirandello è tornata fino alla fine, con Io e Pirandello della stagione 1991-1992 e l'ultimo Berretto a sonagli del 1994. Paola Borboni ha calcato tutte le scene d'Italia ed è stata attrice assolutamente completa:
Il 18 dicembre 1972 sposò Bruno Vilar, poeta e attore di quarantadue anni più giovane. Il 23 giugno 1978 ebbero un incidente d'auto, in seguito al quale Vilar morì a soli 36 anni e lei fu costretta alle stampelle a vita senza dover però diradare la sua brillante carriera artistica.
Paola Borboni morì il 9 aprile 1995, in una casa di riposo a Bodio Lomnago, colpita da ictus. È sepolta a Parma, al cimitero della Villetta all'ingresso del reparto San Pellegrino, nella tomba di famiglia con le sorelle Anna (1901-1982) ed Elena (1904-1984), unitamente al vecchio zio Giuseppe.
Paola Borboni fu attiva anche sugli schermi cinematografici, con oltre 70 film all'attivo dal 1918 al 1990, tra i quali dichiarò sempre di ricordare con piacere soltanto: La locandiera (1944) di Luigi Chiarini, Gelosia (1953) di Pietro Germi, I vitelloni (1953) di Federico Fellini e Per grazia ricevuta (1970) di Nino Manfredi. Interpretò inoltre la spassosissima marchesa nel film culto Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio (1983) di Sergio Martino.
La Borboni recitò in alcuni sceneggiati televisivi Rai a partire dagli anni cinquanta. Fu inoltre la prima e unica persona che riuscì a far parlare il pappagallo della popolare trasmissione televisiva Portobello di Enzo Tortora, nel gennaio del 1982.[4] Il celebre momento viene riprodotto nella fiction Il caso Enzo Tortora - Dove eravamo rimasti? del 2012, diretta da Ricky Tognazzi.
Borboni incise alcuni dischi dove recita poesie e monologhi. Tra i titoli il 45 giri Pianto d'avorio, recitato con il marito Bruno Vilar, i 33 giri Bellezza per vivere/Inaugurazione e La vedova nera/Minerva tradita nel sonno.
Nel 2015 il museo del cinema dell'Aquila ha acquisito il fondo Durigon dedicato a Paola Borboni, contenente rassegna stampa con oltre 1000 articoli, centinaia di foto, documenti vari inerenti alla vita artistica dell'attrice.
Nonostante fosse italiana, in alcuni dei suoi film Paola Borboni fu doppiata da:
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