rappresentazione iconografica, tipica dell'iconografia cristiana, della Vergine Maria Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Una Madonna Nera è una rappresentazione iconografica (dipinto o scultura), tipica dell'iconografia cristiana, della Vergine Maria, eventualmente accompagnata dal Bambino Gesù, il cui volto ha un colorito scuro, se non proprio nero. Le “Madonne nere” sono molto diffuse. Ci sono diverse centinaia di Madonne nere in luoghi pubblici di culto in Italia, Francia, Polonia, Spagna e in molte altre nazioni.
In alcuni casi l'origine del colore scuro è semplice:
Il colore del volto è stato alterato dal fumo (delle candele o di un incendio) o dall'alterazione dei pigmenti a base di piombo della pittura (è questo, ad esempio, il caso della Madonna di Montserrat in Catalogna);
Le caratteristiche fisionomiche del volto fanno capire che il colore scuro è dovuto a un adattamento ai caratteri somatici di popolazioni non europee (è il caso di molte madonne africane e di Nostra Signora di Guadalupe in Messico).
La carnagione ocra, più o meno scura, delle icone bizantine (molto diffuse nell'Italia meridionale e nell'Europa orientale) nasce da una precisa scelta stilistica e teologica di non rappresentare i personaggi sacri (non solo la Madonna, ma anche i Santi e Cristo stesso) come corpi naturali nello spazio fisico, ma come evocazioni spirituali (vedi iconografia cristiana delle origini).
La finitura in foglia argento di micro spessore si è ossidata nel tempo, lasciando la superficie nera.
L'iconografia originale identificava la dea Iside e la statua era nera in quanto la dea rappresentava la notte che partoriva l'alba, cioè il Dio sole. Successivamente, con la diffusione del cristianesimo, si è avuta un'identificazione del culto isiaco con quello mariano.
In altri casi il valore simbolico dei loro volti scuri resta sconosciuto per il più e misterioso anche per gli esperti, lasciando spazio a diverse opzioni. Solo in rari casi l'indagine scientifica sul simulacro fornisce indicazioni utili: nel corso dei secoli, infatti, molte immagini sono state ridipinte più volte, alterate radicalmente nel corso di restauri o addirittura totalmente rimpiazzate o per il loro deperimento o per la perdita totale a causa di inondazioni, alluvioni o furti. Il culto, in genere, sembra essere molto più antico della documentazione a noi pervenuta, costringendo lo storico a cercare di fornire una valutazione critica del possibile contenuto di verità presente in resoconti leggendari.
Legami con l'Oriente
Qualunque ne sia stata la valenza simbolica, la finalità evangelica o la giustificazione teologica, la diffusione in occidente di immagini di Madonne nere è molto antica ed è spesso associata a legami con l'Oriente. Secondo la leggenda il presule sardo sant'Eusebio di Vercelli, primo vescovo del Piemonte, esiliato in Cappadocia per le persecuzioni ariane, avrebbe portato in Italia (345) due statue di Madonne nere, tuttora venerate rispettivamente nei santuari di Oropa e di Crea, in Piemonte. Quella di Crea, si è però rivelata originariamente bianca dopo essere stata sottoposta a restauri). Molte icone bizantine, inoltre, hanno il volto scuro: dal 438 la più importante icona di Costantinopoli era la Odighitria, una Madonna scura di cui erano state portate copie anche in Occidente. Molte altre icone bizantine furono portate in Italia durante il predominio dell'iconoclastia.
La diffusione e il culto delle Madonne nere in occidente sembrano essere stati particolarmente intensi all'epoca delle crociate, sia perché diversi crociati portarono in patria icone orientali, sia per l'azione di alcuni ordini religiosi (carmelitani e francescani in primis, molto attivi anche in Terrasanta e Siria) o cavallereschi (soprattutto quello dei templari, che disponevano di proprie chiese nelle principali città europee). I templari e gli altri ordini cavallereschi erano legati alla figura di san Bernardo di Chiaravalle, che predicò la seconda crociata.
San Bernardo e l'allusione biblica della Madonna nera
San Bernardo scrisse un commento al Cantico dei Cantici, in cui la sposa nigra sed formosa (Ct 1, 5) principale personaggio del libro, è considerata una delle figure femminili dell'Antico Testamento che possono essere interpretate come profezie della Vergine. Il colore scuro di alcune statue potrebbe essere stato scelto per identificare la Madonna con la donna del Cantico dei Cantici (vv. 5 e 6: “bruciata dal sole”, “scura come le tende dei beduini”). La predicazione di san Bernardo, quindi, potrebbe essere una delle cause della diffusione delle Madonne nere.
Un altro importante indizio è il fatto che molte Madonne nere sono attribuite - senza alcun fondamento storico o artistico - a san Luca (ciò vale sia per la famosa Odighitria sia per quelle di Częstochowa, Oropa e Crea, sopracitate, sia per altre, che sono a Roma, Gerusalemme, Madrid, Malta, Frisinga (Baviera), Bologna, Bari, Padova, ecc.). Dato che tradizionalmente l'evangelista Luca è indicato come medico, il riferimento a san Luca pittore viene oggi interpretato come un possibile rimando ad alcune parole del vangelo secondo Luca, pronunciate da Simeone in occasione della presentazione al Tempio. Egli preannuncia la Passione, dicendo: “Quanto a te, Maria, il dolore ti colpirà come colpisce una spada” (Luca, 2, 35). Il volto nero delle "Madonne di San Luca" indica simbolicamente che sono "Madonne addolorate". Alternativamente l'attribuzione all'evangelista può essere stato un modo di rivendicare l'antichità dell'immagine e la sua fedeltà (cfr. iconografia cristiana delle origini).
La diffusione in America Latina
Il culto della Madonna nera ha avuto una grande diffusione a seguito di due eventi fortuiti, due naufragi che fecero approdare rispettivamente a Cagliari e a Tenerife una statua della Madonna nera. Nacque così a Cagliari il culto di Santa Maria di Bonaria, che divenne patrona di tutte le navi spagnole (la Sardegna era allora catalana). Da lei prese nome anche la città di Buenos Aires, capitale dell'Argentina. Madonna di Oropa, patrona di Lomas del Mirador, Argentina. A Tenerife invece la statua sarebbe stata adorata dai pagani Guanci e favorì la loro conversione al Cristianesimo. La Virgen de Candelaria divenne patrona delle Canarie, oltre che di Tenerife, ultimo porto prima della traversata atlantica, e ciò favorì la nascita di santuari analoghi (ad esempio quello di Copacabana) in tutta l'America Latina.
Il ruolo della Controriforma
Monique Scheer ha posto l'attenzione sull'importanza e sul significato attribuito al colore nero della Madonna in diverse epoche con particolare riferimento alla Germania. Prima della controriforma il colore delle immagini sembra non essere neppure percepito come rilevante né dai fedeli né dai teologi. La controriforma, invece, ha valorizzato il colore nero come segno dell'antichità del culto mariano, in opposizione alle obiezioni protestanti.
Solo verso la fine dell'Ottocento il nero è stato percepito come un attributo razziale e perciò fonte di disturbo. Nasce allora,
anche da parte di teologi, il negazionismo cioè l'attribuzione del colore scuro solo a fattori fisici, che avrebbero alterato il colore originariamente chiaro delle immagini. In precedenza il fatto che la Madonna potesse avere un colorito scuro (così come scuro è il volto di Gesù sulla Veronica) non costituiva problema o veniva facilmente interpretato, ricordandone il significato simbolico. In un'importante predica del 1729, citata da Monique Scheer, si ricorda: «Chi non sa che il colore nero è sempre stato considerato una metafora, segno di tristezza, dolore e orrore?». L'atteggiamento dei fedeli, invece, era forse quello esemplificato da una curiosa lettera di Karl Marx alla moglie nel 1856: «Per quanto brutto sia il tuo ritratto, mi serve per il migliore degli scopi ed ora capisco perfino come mai le madonne nere, i più offensivi ritratti della divina madre, possano trovare una venerazione indistruttibile e perfino più veneratori di quanti ne hanno i bei ritratti».
Alcune fra le più note chiese dove si venera un'immagine della Madonna Nera sono:
Belgio
Nostra Signora di Regla in Spagna (Moeder van Regula van Spaignen), Bruges (culto della Virgen de Regla di Chipiona in Spagna)
la Vierge noire di Notre-Dame di Puy-en-Velay, Alta Loira, bruciata dalla rivoluzione. All'esterno della Chiesa, presso il Rocher Corneille si trova una statua della Vergine alta 16 metri realizzata in acciaio dipinto di rosso. L'acciaio proviene dalla fusione di 213 cannoni russi conquistati in Crimea da Napoleone III
Madonna della Bruna, patrona di Matera; si trova nella cattedrale (statua, già riprodotta in un affresco del XII secolo; il nome deriva secondo alcuni da Hebron, dove ebbe luogo la Visitazione o dalla "bruna", la parte centrale della corazza che protegge gli organi vitali).
Icona di Maria SS. della Sacra Lettera, venerata a Palmi e Madonna dei poveri di Seminara (a destra)
Santuario Maria Santissima di Patmos a Rosarno (copia di statua originale distrutta da un incendio; secondo la tradizione l'originale sarebbe stata portata da Patmos per salvarla dai turchi iconoclasti)
Madonna Nera di Capocolonna di Crotone, (icona attribuita a San Luca venerata nella cattedrale, copia nel santuario di Capocolonna);
Maria Santissima dei Poveri, Basilica di Seminara. In questi ultimi secoli la Madonna Nera è diventata meta del pellegrinaggio di numerosissimi fedeli, che vi giungono a metà agosto per venerare la Madonna dei Poveri. Secondo la leggenda era la Madonna di san Basilio Magno. Furono questi ultimi a portarla a Tauriana, tuttavia abbandonata dai propri cittadini in seguito alle incursioni degli Arabi. Un lontano martedì o mercoledì Santo, un gruppo di seminaresi, sotto un mucchio di sassi ed erbacce, vide la statua, la quale si appesantì tanto da non poter essere trasportata: solo per i poveri divenne leggera e da essi si lasciò trasportare a Seminara.
Madonna della Schiavonea, Corigliano Calabro, apparve nella notte del 23 agosto 1648 nelle vicinanze della Torre del Cupo ad Antonio Ruffo, detto "Antonaccio", che prestava servizio in quell'anno nella Marina di Corigliano.
San Salvatore in Lauro, Roma, Santuario della Madonna di Loreto in Roma dal 1600 (presso l’altare maggiore una delle poche copie seicentesche della statua della Madonna che era venerata nel Santuario di Loreto, purtroppo distrutta durante un devastante incendio nel 1921);
Madonna di Lidda (l'odierna Lod in Israele), Monastero di "Santa Maria del Rosario e della Febbre" a Monte Mario, Roma, (icona attribuita a San Luca, collocata anticamente nella chiesa di Santa Maria in Tempulo, poi sino al 1930 nella chiesa dei Santi Domenico e Sisto);
Madonna di Loreto, chiesa di Santa Maria di Loreto, Roma;
Santa Maria di Farfa, abbazia di Farfa, icona attribuita a san Luca, sarebbe stata portata in Italia da san Tommaso di Morienna nel VII secolo; ridotta in frammenti;
Sacro Monte di Varese (statua; il primo culto nel sito risalirebbe a Sant'Ambrogio, che secondo una leggenda potrebbe aver donato la prima statua)
Madonna Nera di Rogaro, frazione di Tremezzo, La statua sarebbe stata trafugata dalla Basilica di Einsiedeln nel 1517 per sottrarla ai protestanti dalla famiglia Achler stabilitasi a Rogaro;
Santa Maria di Costantinopoli, Basilica Cattedrale di Bari (attribuita a San Luca);
Maria Santissima di Siponto, Cattedrale di San Lorenzo, Manfredonia (della Vergine si venerano un'icona e una statua lignea; quest'ultima è detta anche Sipontina o Madonna dagli occhi sbarrati)[2];
Chiesa della Madonna del Soccorso a Posada, la Madonna e il Bambino sono di colore scuro.
Sicilia
Madonna Nera del Tindari (TheotókosOdigitria e basilissa), presso il Santuario di Tindari, frazione del comune di Patti (statua in cedro del Libano dell'VIII secolo, orientale-bizantina, forse della Siria, recante la scritta "Nigra Sum Sed Formosa", del Cantico dei Cantici);
Santa Maria dell'Alto Paternò, grande pittura su tavola, in stile bizantino del 1300 circa, conservata nell'omonima chiesa matrice collegiata di origine normanna, edificata dal gran conte Ruggero;
Santuario di Santa Maria di Montalto, Messina, (quadro orientale donato nell'anno 1300);
Maria Santissima delle Vittorie nel duomo di Piazza Armerina (vessillo di seta dipinto, attribuito a san Luca, dono del papa Niccolò II);
Madonna del Pileri nella basilica di Santa Maria a Randazzo (affresco bizantineggiante del X secolo);
Vergine Santissima del Soccorso, Madonna dei Miracoli, nella chiesa di Sant'Agostino a Caltabellotta, (Madonna bruna con Cristo nero, statua in legno di fico del 1546);
Santuario della Madonna di Custonaci, tavola di scuola forse fiamminga, dono di una nave francese scampata a una tempesta, incoronata nel 1752);
Maria Santissima Lauretana ad Altavilla Milicia (Maestà di artista toscano della seconda metà del XIV secolo: Madonna con bambino in trono di tre quarti con San Francesco e committente, restaurato nel 1990);
Maria Saalen, San Lorenzo di Sebato, Chiesetta costruita nel 1652), classico esempio della vasta diffusione del culto della Madonna di Loreto
Cappella di Loreto (Loretokapelle), Chiusa, costruita nel 1702-03 su volere della regina spagnola Maria Anna
Cappella (Madonna di Einsiedeln), all'interno del Palazzo Plawenn, Silandro (oggi municipio) ca. 1700
Umbria
"Chiesa della Buona Morte" (ovvero delle Sacre Stimmate di San Francesco) a Cannara (al suo interno è conservato l'esemplare che sostituì nella Santa Casa di Loreto la statua originale durante il periodo di deportazione in Francia da parte delle truppe napoleoniche)
Santuario della Madonna Nera di Pralongo, frazione di Monastier di Treviso; (statua annerita da un incendio, proveniente dalla Basilica della Madonna dei Miracoli di Motta di Livenza;
Santuario di Nostra Signora di Częstochowa, Pennsylvania
Svizzera
Nostra Signora degli Eremiti, abbazia benedettina di Einsiedeln (statua in legno ca. 1466), culto replicato anche nella chiesa di St. Marien sull'Isola di Mainau, nel Lago di Costanza, e nella parrocchiale di Lantsch/Lenz;
La Donna della Verità, nella Cappella Nera di Ascona, Canton Ticino (opera in ceramica del XVI? secolo)
Per notizie su queste immagini si veda: Copia archiviata, su oasistignano.it. URL consultato il 15 giugno 2008 (archiviato dall'url originale il 20 gennaio 2013).
L’oratorio della Madonna Nera, su collaborazionepastoralealtinate.it. URL consultato il 23 giugno 2019 (archiviato dall'url originale il 23 giugno 2019).
Roberto De Simone, "Canti e tradizioni popolari in Campania", con una intervista al maestro de Simone rilasciata a Luigi Granetto e Giuseppe Vettori, Lato Side, 1979
(EN) Ean Begg, The Cult of the Black Virgin, 1985
(EN) Stephen Benko, Virgin Goddess: Studies in the Pagan and Christian Roots of Mariology, 1993
Margherita Guarducci, La più antica icona di Maria, Roma, Istituto poligrafico dello Stato, 1989