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rappresentazione iconografica, tipica dell'iconografia cristiana, della Vergine Maria Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Una Madonna Nera è una rappresentazione iconografica (dipinto o scultura), tipica dell'iconografia cristiana, della Vergine Maria, eventualmente accompagnata dal Bambino Gesù, il cui volto ha un colorito scuro, se non proprio nero. Le “Madonne nere” sono molto diffuse. Ci sono diverse centinaia di Madonne nere in luoghi pubblici di culto in Italia, Francia, Polonia, Spagna e in molte altre nazioni.
Molte di queste Madonne sono famose, come la Madonna di Loreto (presso Ancona), la Madonna Nera all'interno del Santuario di Oropa (presso Oropa, località del Comune di Biella), la Madonna di Viggiano (presso Potenza), quella di Tindari presso Patti (Messina), quella di Częstochowa in Polonia, quella di Montserrat in Catalogna, la Vergine della Candelaria di Tenerife, patrona delle Canarie, o ancora la Madonna di Einsiedeln, nel Canton Svitto (Svizzera). Molti santuari di Madonne nere, però, sono repliche di culti più antichi e famosi. Nell'Italia meridionale, ad esempio, sono molto diffuse le icone di Santa Maria di Costantinopoli[1]. Il numero dei culti originari è quindi più ridotto.
In alcuni casi l'origine del colore scuro è semplice:
In altri casi il valore simbolico dei loro volti scuri resta sconosciuto per il più e misterioso anche per gli esperti, lasciando spazio a diverse opzioni. Solo in rari casi l'indagine scientifica sul simulacro fornisce indicazioni utili: nel corso dei secoli, infatti, molte immagini sono state ridipinte più volte, alterate radicalmente nel corso di restauri o addirittura totalmente rimpiazzate o per il loro deperimento o per la perdita totale a causa di inondazioni, alluvioni o furti. Il culto, in genere, sembra essere molto più antico della documentazione a noi pervenuta, costringendo lo storico a cercare di fornire una valutazione critica del possibile contenuto di verità presente in resoconti leggendari.
Qualunque ne sia stata la valenza simbolica, la finalità evangelica o la giustificazione teologica, la diffusione in occidente di immagini di Madonne nere è molto antica ed è spesso associata a legami con l'Oriente. Secondo la leggenda il presule sardo sant'Eusebio di Vercelli, primo vescovo del Piemonte, esiliato in Cappadocia per le persecuzioni ariane, avrebbe portato in Italia (345) due statue di Madonne nere, tuttora venerate rispettivamente nei santuari di Oropa e di Crea, in Piemonte. Quella di Crea, si è però rivelata originariamente bianca dopo essere stata sottoposta a restauri). Molte icone bizantine, inoltre, hanno il volto scuro: dal 438 la più importante icona di Costantinopoli era la Odighitria, una Madonna scura di cui erano state portate copie anche in Occidente. Molte altre icone bizantine furono portate in Italia durante il predominio dell'iconoclastia.
La diffusione e il culto delle Madonne nere in occidente sembrano essere stati particolarmente intensi all'epoca delle crociate, sia perché diversi crociati portarono in patria icone orientali, sia per l'azione di alcuni ordini religiosi (carmelitani e francescani in primis, molto attivi anche in Terrasanta e Siria) o cavallereschi (soprattutto quello dei templari, che disponevano di proprie chiese nelle principali città europee). I templari e gli altri ordini cavallereschi erano legati alla figura di san Bernardo di Chiaravalle, che predicò la seconda crociata.
San Bernardo scrisse un commento al Cantico dei Cantici, in cui la sposa nigra sed formosa (Ct 1, 5) principale personaggio del libro, è considerata una delle figure femminili dell'Antico Testamento che possono essere interpretate come profezie della Vergine. Il colore scuro di alcune statue potrebbe essere stato scelto per identificare la Madonna con la donna del Cantico dei Cantici (vv. 5 e 6: “bruciata dal sole”, “scura come le tende dei beduini”). La predicazione di san Bernardo, quindi, potrebbe essere una delle cause della diffusione delle Madonne nere.
Un altro importante indizio è il fatto che molte Madonne nere sono attribuite - senza alcun fondamento storico o artistico - a san Luca (ciò vale sia per la famosa Odighitria sia per quelle di Częstochowa, Oropa e Crea, sopracitate, sia per altre, che sono a Roma, Gerusalemme, Madrid, Malta, Frisinga (Baviera), Bologna, Bari, Padova, ecc.). Dato che tradizionalmente l'evangelista Luca è indicato come medico, il riferimento a san Luca pittore viene oggi interpretato come un possibile rimando ad alcune parole del vangelo secondo Luca, pronunciate da Simeone in occasione della presentazione al Tempio. Egli preannuncia la Passione, dicendo: “Quanto a te, Maria, il dolore ti colpirà come colpisce una spada” (Luca, 2, 35). Il volto nero delle "Madonne di San Luca" indica simbolicamente che sono "Madonne addolorate". Alternativamente l'attribuzione all'evangelista può essere stato un modo di rivendicare l'antichità dell'immagine e la sua fedeltà (cfr. iconografia cristiana delle origini).
Il culto della Madonna nera ha avuto una grande diffusione a seguito di due eventi fortuiti, due naufragi che fecero approdare rispettivamente a Cagliari e a Tenerife una statua della Madonna nera. Nacque così a Cagliari il culto di Santa Maria di Bonaria, che divenne patrona di tutte le navi spagnole (la Sardegna era allora catalana). Da lei prese nome anche la città di Buenos Aires, capitale dell'Argentina. Madonna di Oropa, patrona di Lomas del Mirador, Argentina. A Tenerife invece la statua sarebbe stata adorata dai pagani Guanci e favorì la loro conversione al Cristianesimo. La Virgen de Candelaria divenne patrona delle Canarie, oltre che di Tenerife, ultimo porto prima della traversata atlantica, e ciò favorì la nascita di santuari analoghi (ad esempio quello di Copacabana) in tutta l'America Latina.
Monique Scheer ha posto l'attenzione sull'importanza e sul significato attribuito al colore nero della Madonna in diverse epoche con particolare riferimento alla Germania. Prima della controriforma il colore delle immagini sembra non essere neppure percepito come rilevante né dai fedeli né dai teologi. La controriforma, invece, ha valorizzato il colore nero come segno dell'antichità del culto mariano, in opposizione alle obiezioni protestanti.
Solo verso la fine dell'Ottocento il nero è stato percepito come un attributo razziale e perciò fonte di disturbo. Nasce allora, anche da parte di teologi, il negazionismo cioè l'attribuzione del colore scuro solo a fattori fisici, che avrebbero alterato il colore originariamente chiaro delle immagini. In precedenza il fatto che la Madonna potesse avere un colorito scuro (così come scuro è il volto di Gesù sulla Veronica) non costituiva problema o veniva facilmente interpretato, ricordandone il significato simbolico. In un'importante predica del 1729, citata da Monique Scheer, si ricorda: «Chi non sa che il colore nero è sempre stato considerato una metafora, segno di tristezza, dolore e orrore?». L'atteggiamento dei fedeli, invece, era forse quello esemplificato da una curiosa lettera di Karl Marx alla moglie nel 1856: «Per quanto brutto sia il tuo ritratto, mi serve per il migliore degli scopi ed ora capisco perfino come mai le madonne nere, i più offensivi ritratti della divina madre, possano trovare una venerazione indistruttibile e perfino più veneratori di quanti ne hanno i bei ritratti».
Alcune fra le più note chiese dove si venera un'immagine della Madonna Nera sono:
(e molte altre)
Delle 180 immagini francesi le più celebri sono:
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