Lerici
comune italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Lérici (Lerxi in ligure, Lerze nella variante locale[5]) è un comune italiano di 9 317 abitanti[1] della provincia della Spezia in Liguria.
Lerici comune | |
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Panorama di Lerici | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Liguria |
Provincia | La Spezia |
Amministrazione | |
Sindaco | Leonardo Paoletti (lista civica di centro-destra Per Lerici e i suoi borghi) dal 1-6-2015 (2º mandato dal 22-9-2020) |
Data di istituzione | 1861 |
Territorio | |
Coordinate | 44°04′34.54″N 9°54′39.96″E |
Altitudine | 10 m s.l.m. |
Superficie | 16,01 km² |
Abitanti | 9 317[1] (31-5-2024) |
Densità | 581,95 ab./km² |
Frazioni | La Serra, Muggiano, Pozzuolo, Pugliola, San Terenzo, Senato, Tellaro |
Comuni confinanti | Ameglia, Arcola, La Spezia, Sarzana |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 19032[2] |
Prefisso | 0187 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 011016 |
Cod. catastale | E542 |
Targa | SP |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[3] |
Cl. climatica | zona D, 1 427 GG[4] |
Nome abitanti | lericini |
Patrono | Madonna di Maralunga |
Giorno festivo | 25 marzo |
Cartografia | |
Posizione del comune di Lerici nella provincia di La Spezia | |
Sito istituzionale | |
Il territorio di Lerici è situato nella riviera di Levante, sulla sponda orientale del golfo della Spezia. Sorge al centro di una piccola insenatura naturale, denominata Seno di Lerici e dominata da un promontorio su cui spicca l'imponente castello. Quasi di fronte al borgo capoluogo, oltre la località della Venere Azzurra, si trova l'abitato di San Terenzo.
Il comune fa parte del Parco naturale regionale di Montemarcello-Magra-Vara[6].
Il nome odierno di Lerici deriva da Eryx che fu italianizzato in Erice, e si disse l'Ericee poi Lerici unendo il nome all'articolo. Ma Eryx è una correzione di Ilex, che fu il primo nome che ebbe quella terra, e così fu chiamata da tutti i primi annalisti, nome che corrisponde al volgare Elee o Lerici, preso da quella località, dalla circostanza che la collina su cui è costrutto il castello era, come lo è tuttora, popolata di codeste piante, fra le quali ve n'era forse qualcuna di grandezza straordinaria, da cui il luogo prese il nome di podium Ilycis. Inoltre, a maggior conferma di ciò, lo stemma del comune porta nel campo una pianta di leccio[7].
«Tra Lerice e Turbìa la più diserta,
la più rotta ruina è una scala,
verso di quella, agevole e aperta.»
«. …contraque sedei fortisimus Eryx»
Le prime tracce storiche del borgo di Lerici risalgono all'epoca etrusca, quando con tutta probabilità fu insediato un villaggio, intorno al VII secolo a.C.[8], prima della fondazione della futura città romana di Luni[8].
Nel tempo la particolare posizione geografica fece di Lerici un porto naturale, prima per i Liguri[8], poi per i Romani[8].
Nel medioevo la sua baia servì come importante approdo e scalo commerciale degli Obertenghi.
Lerici acquisì la sua importanza a motivo dell'itinerario dei pellegrini, dei viandanti e dei mercanti medievali che, per evitare le impervie contrade dell'estrema Riviera di Levante, s'imbarcavano da Genova per riprendere a Lerici la via di terraferma e viceversa.
Il borgo fu poi governato dai Vescovi-Conti di Luni[8] e confermato nel 1186 da Federico Barbarossa al vescovo Pietro e nuovamente confermato nel 1191 da Enrico VI al vescovo Rolando; successivamente fu dominio del signore lucchese Castruccio Castracani e della famiglia Malaspina[8].
Ma fu con la Repubblica di Genova che Lerici cominciò ad assumere un ruolo più importante. Dopo aver acquistato Portovenere e averne fatto una base strategica per il controllo del golfo spezzino, Genova venne in possesso anche di Lerici, negoziando con i Signori di Vezzano e di Arcola, che erano i feudatari della località[9].
Nel 1152[9] a Portovenere fu firmato l'atto con il quale Giulenzio, Butafara e Girardo per Arcola e Guido, Bellengerio, Alberto, Girardo ed Enrico per i da Vezzano cedettero quote “de monte Ylicis” per 29 e 10 lire alla Repubblica genovese.
L'insediamento di Genova in questa parte del golfo e le sue mire espansionistiche verso est si scontrarono con la famiglia dei Malaspina che nel 1174 furono sconfitti a Monleone di Cicagna[9] e costretti a sottoscrivere un patto con il quale erano obbligati, fra l'altro, a rinunciare a Lerici.
Negli anni successivi il borgo lericino vide accrescere la sua importanza. La sua collocazione geografica e l'assenza di fortificazioni ne avevano fatto un luogo deputato a sede di trattative di fine alla guerra fra Genova e Pisa. A Lerici nel 1217 fu stipulato un trattato di pace fra le due Repubbliche marinare.
Lo scontro navale all'isola del Giglio del 1241[8], risoltosi con la vittoria dei Pisani sulla flotta genovese, influì sul destino di Lerici. La Repubblica marinara di Pisa, infatti, occupò la baia e l'approdo, forse senza incontrare resistenza. I Pisani tentarono di conquistare anche il presidio di Portovenere, ma furono respinti. Decisero di fortificare Lerici con un castello e di cingere di mura il sottostante abitato, che prese in nome di “borgo pisano”[8].
Il possesso pisano di Lerici non durò a lungo: dal 1241 al 1256, appena una quindicina d'anni, e finì con l'espugnazione genovese del castello.
Nel 1284 i Lericini contribuirono alla sconfitta di Pisa a opera dei Genovesi nella battaglia della Meloria, con 100 marinai e mezza dozzina di nocchieri e[8][9] Genova mise mano al potenziamento delle difese lericine, rafforzandone il castello e dopo qualche anno ricostruendo il borgo fortificato.
Per l'interramento dello scalo sarzanese di San Maurizio sul fiume Magra e in mancanza di un comodo collegamento terrestre con Genova, il borgo marinaro di Lerici andò acquistando importanza come scalo per le rotte dei pellegrini e delle merci dirette a ponente.
Agli albori del XIV secolo il passaggio di Dante Alighieri, pur non storicamente documentato come nel caso di Sarzana e di Castelnuovo Magra, è sostenuto da molti studiosi in forza della potente citazione del Canto III del Purgatorio. Inoltre l'episodio della celebre memoria boccacciana della Epistola di frate Ilaro del Monastero del Corvo a Uguccione della Faggiuola, databile intorno al 1314 e relativa all'antico cenobio benedettino di Santa Croce del Corvo della vicina Bocca di Magra, vale senz'altro a incrementare le probabilità della prestigiosa frequentazione. L'idea è che Dante si sia unito a Lerici alla delegazione cardinalizia mossa per nave alla volta della Francia in occasione del conclave a Carpentras (frequentazione da cui sarebbe nata l'Epistola XI ai Cardinali) e che da Carpentras Dante si sia poi spinto fino a Parigi, come vuole ancora il Boccaccio, per verificare le sue conoscenze teologiche presso la Sorbona.
Anche Lerici fu teatro degli scontri che opposero nei primi decenni del XIV secolo i Ghibellini e i Guelfi, i quali per ben due volte distrussero il paese, senza riuscire a espugnare il castello. Conquistato dai Fieschi nel 1392[9], che lo consegnarono al duca d'Orlèans, il territorio ritornò in possesso di Genova (durante il dogato di Giorgio Adorno[9]) e, dal 24 maggio 1396, del Regno di Francia di Carlo VI[9].
Alla caduta del governo franco-genovese, nel 1411[9], le fortificazioni e il borgo furono venduti a Firenze[9].
L'anno successivo Genova riuscì nuovamente a entrare in possesso di Lerici, tenendola per quattordici anni, fino a quando non fu consegnata ad Alfonso V d'Aragona nel 1426[9].
Nella seconda metà del Quattrocento ci furono alterni domini fino al definitivo passaggio a Genova nel 1479[9] che, in seguito, la elevò a sede di capitanato. Nei decenni successivi il castello, ampliato e consolidato da una pesante e spessa cortina esterna per renderlo invulnerabile alle artiglierie, divenne un caposaldo della Repubblica genovese.
Lorenzo de' Medici tentò inutilmente di conquistare Lerici nel 1484 in occasione della guerra per il possesso di Sarzana.
La Repubblica genovese aveva ceduto la sovranità su Lerici alla Casa di San Giorgio nello stesso 1479.
Poiché, però, l'amministrazione di questo, come degli altri possedimenti si era rivelata antieconomica, la Casa di San Giorgio restituì alla Repubblica tutti i territori che le rimanevano in sovranità, fra cui Lerici, nel 1562[10]. Nel XVI secolo Lerici e il suo castello furono particolarmente legati alla figura di Andrea Doria. Nel 1528 l'ammiraglio si rifugiò nel castello per sfuggire ai sicari di Francesco I che rifiutava di mantenere i suoi impegni. Più tardi, il 9 settembre, riunita una flotta di tredici galee, imbarcò le sue truppe alla Spezia da cui salpò per andare alla riconquista di Genova occupata dai francesi.
Alla fine del XVIII secolo, con la caduta della Repubblica di Genova e con la nuova dominazione francese di Napoleone Bonaparte Lerici entrò nella Repubblica Ligure dal 2 dicembre 1797 nel Dipartimento del Golfo di Venere, con capoluogo La Spezia. Dal 28 aprile 1798 con i nuovi ordinamenti francesi, Lerici (o "Lerice", come appare nei documenti antichi) rientrò nel IV cantone, come capoluogo, della Giurisdizione di Lunigiana e dal 1803 centro principale del II cantone del Carpione nella Giurisdizione del Golfo di Venere. Infine, con tutta la regione ligure fu annessa all'Impero francese dal 13 giugno 1805 al 1814 e venne inserita nel Dipartimento degli Appennini. Il 25 marzo 1814 Lerici fu conquistata dai britannici, al termine di una prolungata battaglia contro una guarnigione francese che aveva tentato di riconquistare il castello.[11]
Caduto Napoleone, dopo il Congresso di Vienna del 1814, nel 1815 Lerici fu inclusa nella provincia di Levante del Regno di Sardegna e quindi nel Regno d'Italia (1861-1946) Tre abitanti di Lerici, di cui due nativi della frazione di San Terenzo, partirono coi Mille: Luigi Andreotti, Onesto Faccini e Giovanni Battista Monteverde.
Dal 1859 al 1927 il territorio era compreso nel II mandamento di Lerici del circondario di Levante che faceva parte della provincia di Genova prima e, con la sua istituzione nel 1923, della provincia della Spezia poi.
Al 1939 risale l'aggregazione a Lerici della frazione di Tellaro dopo il suo distacco dal territorio di Ameglia[12], mentre gli ultimi aggiustamenti al territorio comunale risalgono al 1960 quando una zona territoriale di Lerici viene aggregata al comune di Ameglia[13].
«D'azzurro, all'albero di leccio al naturale, terrazzato sopra un monte di verde; con il capo abbassato di Genova, d'argento alla croce di rosso.[14]»
«Drappo di bianco…[14]»
Lo stemma è stato concesso con il regio decreto del 9 settembre 1939[14][15] e il gonfalone con quello del 10 giugno 1940.[15]
Abitanti censiti[22]
Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2023, i cittadini stranieri residenti a Lerici sono 575, pari al 6,17%[23].
Tra i prodotti tipici e piatti della cucina locale la zuppa di datteri alla Lericina.
A Lerici e nel Golfo della Spezia passano alcuni letterati del romanticismo inglese: Percy Bysshe Shelley, Mary Godwin Wollstonecraft Shelley e George Gordon Byron. Nel 1822 gli Shelley presero dimora a villa Magni, una piccola casa con archi sulla spiaggia del borgo di pescatori di San Terenzo che condividevano con i Williams, Edward e Jane e la sorella di Mary, Claire Clairmont. Gli Shelley cercavano una casa per il periodo estivo sul golfo spezzino. Villa Magni e Lerici, grazie alla presenza degli Shelley, divenne luogo d'incontro di letterati ed esuli inglesi. The Corsairs Crew[27] che aveva preso dimora a Pisa tra il 1820 e il 1822. Mary Shelley, l'autrice di Frankenstein o il moderno Prometeo, non amava villa Magni, per le difficoltà di gestire una casa in condivisione con i Williams e di recuperare provviste dai villaggi vicini, viveva inoltre uno stato di profonda depressione dopo molteplici gravidanze interrotte. Percy Bysshe Shelley era entusiasta di Lerici e nel maggio 1822 si fece costruire una goletta a doppio albero, la Don Juan (nominata così per espresso volere di Byron, ma poi ribattezzata Ariel) con cui esplorava le calette e le isole di Tino e Palmaria. Fu proprio a Lerici che Shelley compose The Triumph of Life, To Jane e Lines written in the Bay of Lerici.
Della permanenza di Lord George Gordon Byron nel golfo dei Poeti, non vi sono evidenze certe. Di certo fece visita agli amici Shelley a bordo della sua goletta Bolivar, preannunciando il suo arrivo nella baia di Lerici con sei colpi di cannone. Il 1 luglio 1822, P.B. Shelley ed Edward William partirono dalla spiaggia di San Terenzo a bordo dell'Ariel, per raggiungere a Livorno l'editore e amico Leigh Hunt appena giunto dall'Inghilterra e ospite di Lord Byron a villa Rossa. Shelley si trattenne qualche giorno in compagnia degli amici per progettare la nascita di un nuovo giornale letterario The Liberal. M. Shelley e Williams ripartirono da Livorno il giorno 8 luglio, ma non fecero mai ritorno a villa Magni. Morirono in mare a causa di una tempesta; i corpi riemersero dai flutti solo il 16 luglio 1822 a Viareggio.
Mary Shelley, che aveva appena 25 anni, lasciò Lerici assieme alla prole, sei mesi dopo la scomparsa del marito.
Il tragico destino di P.B. Shelley e le vicende tumultuose dei giovani romantici che soggiornarono a Lerici, hanno da sempre esercitato un forte richiamo su scrittori e poeti tra cui: Charles Dickens, George Sand, David Herbert Lawrence, Henry James [28] Gabriele D'Annunzio e Virginia Woolf.
Virginia Woolf giunse a Lerici[29] nel 1933 sulle orme di Mary Shelley[30] di cui ammirava la scrittura e la forza espressiva. Prese alloggio in una piccola pensione a San Terenzo, (l'allora pensione Europa) proprio a due passi da villa Magni riportando immagini e impressioni nel suo[31] diario.[32]
David Herbet Lawrence, insieme alla sua compagna Frida, soggiornò a Lerici, nella Casa Rossa di Fiascherino vicino alla spiaggia dal 1913 al 1914.[33]
Oltre al capoluogo fanno parte del territorio comunale le sette frazioni di La Serra, Muggiano, Pozzuolo, Pugliola, San Terenzo, Senato e Tellaro per un totale di 16,01 km2[16]; ne fanno altresì parte le località di Bagnola, Barcola, Falconara, Fiascherino, Le Figarole, Maralunga, Monti-San Lorenzo, Pianelloni, Tre Strade, Venere Azzurra, Solaro, Rocchetta e Zanego.
Confina a nord con i comuni della Spezia e Arcola, a sud è bagnato dal mar Ligure, a ovest con La Spezia e a est con Sarzana e Ameglia.
L'economia lericina si basa soprattutto sul turismo. Parte del suo territorio è compreso nel Parco naturale regionale di Montemarcello-Magra-Vara, istituito per tutelare il paesaggio, la flora e la fauna, e nel quale si trovano anche i cavanei, costruzioni in pietra con copertura a volta, di epoca imprecisata, riscontrabili solo in un'altra zona della Liguria.
Il territorio è dotato di un importante servizio ricettivo, costituito da un buon numero alberghi e di bed and breakfast e dalla presenza di un porticciolo turistico. La località ha ottenuto dalla FEE-Italia (Foundation for Environmental Education) il conferimento della bandiera blu per la qualità delle sue spiagge.
Oltre al turismo sul territorio è sviluppata l'olivicoltura e la viticoltura.
La sua frazione Tellaro è associata al circuito dei borghi più belli d'Italia.[34].
Il territorio di Lerici è interessato dalla strada provinciale 28 e dalla strada statale 331 di Lerici; quest'ultima gli permette il collegamento stradale con La Spezia, a ovest, e Romito Magra nel comune di Arcola.
I trasporti interurbani di Lerici vengono svolti con autoservizi di linea gestiti dalla società di trasporto ATC.
Al termine della prima guerra mondiale iniziarono i lavori di costruzione del prolungamento della rete tranviaria della Spezia, che nelle intenzioni dei progettisti avrebbe dovuto raggiungere Sarzana e Carrara, ma che tuttavia, anche in conseguenza della crisi economica sopraggiunta, non venne portato a compimento; fra le opere realizzate figura la galleria degli Scoglietti, poi riconvertita al solo traffico automobilistico, lungo la nuova strada allora in costruzione. I lavori di costruzione di quest'ultima vennero interrotti nel 1922 a causa del fallimento della Banca Italiana di Sconto e la stessa società tranviaria finì in crisi, dovendo chiudere l'esercizio per ben 42 giorni[35].
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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1945 | 1945 | Tommaso Lupi | Partito Comunista Italiano | Sindaco | |
1945 | 1946 | Renzo Benedetti | Sindaco | ||
1946 | 1951 | Armando Isoppo | Partito Comunista Italiano | Sindaco | |
1951 | 1956 | Armando Isoppo | Partito Comunista Italiano | Sindaco | |
1956 | 1959 | Armando Isoppo | Partito Comunista Italiano | Sindaco | |
1959 | 1962 | Ezio Pontremoli | Partito Repubblicano Italiano | Sindaco | |
1962 | 1967 | Ezio Pontremoli | Partito Repubblicano Italiano | Sindaco | |
1967 | 1969 | Mario Macellaio | Sindaco | ||
1969 | 1969 | Pietro Di Sibio | Partito Repubblicano Italiano | Sindaco | |
1969 | 1972 | Giovanni Tincani | Sindaco | ||
1972 | 1978 | Giovanni Tincani | Sindaco | ||
1978 | 1980 | Guglielmo Salsi | Sindaco | ||
6 agosto 1980 | 2 ottobre 1990 | Ignazio Ferrari | Partito Socialista Italiano | Sindaco | [36] |
12 ottobre 1990 | 18 febbraio 1992 | Settimo Scatena | Partito Democratico della Sinistra | Sindaco | [36] |
23 aprile 1992 | 30 ottobre 1992 | Mario Rosario Ruffo | Comm. straord. | ||
27 novembre 1992 | 17 novembre 1997 | Giorgio Tedoldi | Federazione dei Verdi | Sindaco | |
17 novembre 1997 | 28 maggio 2002 | Giorgio Tedoldi | lista civica di centro-sinistra | Sindaco | |
28 maggio 2002 | 29 maggio 2007 | Emanuele Fresco | lista civica di centro-sinistra | Sindaco | |
29 maggio 2007 | 7 maggio 2012 | Emanuele Fresco | Golfo dei Poeti (lista civica di centro-sinistra) |
Sindaco | |
7 maggio 2012 | 17 febbraio 2015 | Marco Caluri | Golfo dei Poeti (lista civica di centro-sinistra) |
Sindaco | [37] |
17 febbraio 2015 | 1º giugno 2015 | Grazia La Fauci | Comm. straord. | ||
1º giugno 2015 | 22 settembre 2020 | Leonardo Paoletti | Per Lerici e i suoi borghi (lista civica di centro-destra) |
Sindaco | |
22 settembre 2020 | in carica | Leonardo Paoletti | Per Lerici e i suoi borghi (lista civica di centro-destra) |
Sindaco |
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