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I'm Dying Up Here - Chi è di scena?

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I'm Dying Up Here - Chi è di scena? (I'm Dying Up Here) è una serie televisiva statunitense creata da David Flebotte e Jim Carrey.[1][2] Il 12 gennaio 2016 è stato annunciato che Showtime aveva ordinato il pilot di una serie basata sul romanzo best seller di William Knoedelseder.[3]

Fatti in breve Titolo originale, Paese ...
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Trama

La serie esplora il mondo dello stand-up di Los Angeles dei primi anni '70 quando un gruppo di giovani comici tenta di raggiungere il successo nel cabaret "Goldie", il club numero 1 di Los Angeles, e potenzialmente ottenere un ingaggio al "Tonight Show" di Johnny Carson. La proprietaria del club Goldie guida i giovani comici con una combinazione di durezza e di incoraggiamento per aumentare le loro possibilità di successo. Lo spettacolo si concentra sulle lotte quotidiane e sui successi di Goldie e dei comici.

Non ci sono argomenti e tecniche proibite, l'originalità è la benvenuta. La serie non mostra quasi mai spettacoli comici, l'enfasi principale è la loro vita personale, in cui l'umorismo lascia il posto al dramma.

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Episodi

Ulteriori informazioni Stagione, Episodi ...

Personaggi e interpreti

Principali

Ricorrenti

Guest

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Distribuzione

La serie viene distribuita negli Stati Uniti sia online dal 22 maggio 2017, sia in televisione sul canale Showtime dal 4 giugno dello stesso anno. L'8 settembre 2017, Showtime ha rinnovato la serie per una seconda stagione di 10 episodi.[8] La seconda stagione è stata trasmessa il 6 maggio 2018.[9] Il 28 settembre 2018 è stato annunciato che Showtime ha cancellato la serie.[10]

In Italia la serie va in onda dal 3 gennaio 2018 su Sky Atlantic.[11]

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Accoglienza

Riepilogo
Prospettiva

La serie è stata accolta in maniera mista dalla critica.[12][13][14] Su Rotten Tomatoes ha un indice di gradimento del 51% con un voto medio di 6.04 su 10, basato su 35 recensioni. Il commento del sito recita: "Mentre I'm Dying Up Here suggerisce potenzialità inespresse e merita lodi per i dettagli autentici del periodo, i suoi tentativi di influenzare il dramma sono indeboliti dalla sceneggiatura scadente e da un focus confuso".[15] Su Metacritic, invece, ha un punteggio di 62 su 100, basato su 27 recensioni.[16]

Brian Lowry di CNN da una recensione positiva alla serie scrivendo: "Non tutti i riferimenti storici risuoneranno per un pubblico più giovane, ma il palpabile desiderio di sfondare, gli scherzi giovanili e il continuo fuoco di fila di battute, sul palcoscenico e fuori, dovrebbero renderlo riconoscibile anche per coloro che non apprezzano appieno il terrore di dover seguire un giovane Richard Pryor sul palco".[17]

Hank Stuever del Washington Post scrive: "Nella sua imperfetta pugnalata agli anni '70, lo show non smette mai di assomigliare ad una cattiva festa in costume, come se la HBO avesse tenuto una vendita di incendi dopo che la sua serie Vinyl fu cancellata e I'm Dying Up Here comprò l'intero stock. Sembra che la HBO abbia gettato gratuitamente i problemi strutturali e tonali di Vinyl".[18]

Erick Adams di The A.V. Club scrive: "I'm Dying Up Here tenta di riflettere una diversità di esperienze nel perseguimento della soddisfazione creativa, a volte sembra che tutti stiano lavorando nello stesso club che si trova in universi paralleli"[19], mentre secondo Maureen Ryan di Variety: "I suoi personaggi sono, per la maggior parte, compositi fittizi. E troppo spesso, molti di loro sono molto meno interessanti della versione dello show di Pryor".[20]

Dave Nemetz di TVLine scrive una recensione negativa alla serie scrivendo che: "Le battute dei comici non sono divertenti. Per questo motivo, non compriamo il loro talento e non possiamo essere investiti nel loro viaggio. E non appena escono dal palcoscenico, ogni parvenza di umorismo si prosciuga completamente".[21]

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Note

Collegamenti esterni

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