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attore statunitense Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Gene Evans, all'anagrafe Eugene Barton Evans (Holbrook, 11 luglio 1922 – Jackson, 1º aprile 1998), è stato un attore statunitense.
Nativo dell'Arizona, Gene Evans crebbe a Colton (California). Durante la seconda guerra mondiale prestò servizio nei G.I., guadagnandosi decorazioni quali la Purple Heart e la Bronze Star Medal per comportamento meritorio in battaglia. Mentre si trovava in Europa iniziò a recitare con un gruppo teatrale di intrattenimento per le truppe al fronte[1] e, al termine del conflitto, raggiunse Hollywood e fece il suo debutto sul grande schermo in Under Colorado Skies (1947)[1]. Fu l'inizio di una lunga e prolifica carriera di caratterista, durante la quale Evans, con il suo fisico corpulento, i lineamenti marcati dai capelli e barba rossicci, la voce aspra, si specializzò in personaggi di rude cowboy, sceriffo e soprattutto in ruoli di soldato, a lui particolarmente congeniali[1]. Proprio l'esperienza come ingegnere durante la guerra, unitamente alla versatilità di interprete, convinse il giovane regista Samuel Fuller ad affidare a Evans il ruolo del sergente Zack nel film Corea in fiamme (1951), primo film hollywoodiano dedicato al conflitto in Corea[2]. La pellicola, girata in soli dieci giorni e con un budget ridottissimo, ottenne un grande successo di cassetta[2] ed Evans fu molto efficace nei panni del veterano dei campi di battaglia che viene adottato da un orfano coreano e accetta di unirsi a una pattuglia dispersa che giunge fino a un tempio buddhista trasformato in osservatorio di artiglieria[2]. L'attore riuscì a rendere credibile la progressiva perdita di lucidità del sergente Zack, inizialmente determinato, diffidente, in perenne conflitto con l'indeciso comandante della pattuglia (Steve Brodie)[3], ma sempre più stanco, disincantato e chiuso a ogni tipo di rapporto umano[2], fino al culmine della storia, in cui il tempio buddhista viene attaccato e Zack è uno dei pochi a riuscire a sopravvivere, pur rimanendo psicologicamente distrutto dall'esperienza[3].
La collaborazione con Samuel Fuller proseguì con I figli della gloria (1951), nuovamente ambientato sul fronte coreano, film nel quale Evans ripropose il personaggio del soldato di consumata esperienza[2], il sergente Rock, che viene ucciso da un cecchino nella grotta di ghiaccio in cui la sua pattuglia (capitanata dal caporale Richard Basehart), si è rifugiata. Fuller diresse Evans anche l'anno successivo, affidandogli il ruolo di protagonista in Park Row (1952), un omaggio agli albori del giornalismo, nel quale l'attore interpretò il ruolo del redattore Phineas Mitchell. Evans diede prova di talento anche in altri generi cinematografici, come nell'avventuroso La spada di Damasco (1953), nel fantascientifico Il cervello di Donovan (1953), nel poliziesco La lunga notte (1954), nei western I rinnegati del Wyoming (1954) e La regina del Far West (1954), quest'ultimo accanto a Barbara Stanwyck e Ronald Reagan, e anche nel film di spionaggio Operazione mistero (1954), nuovamente per la regia di Fuller, del quale Evans era ormai uno degli interpreti prediletti.
Dalla metà degli anni cinquanta, l'attore iniziò a lavorare per il piccolo schermo, interpretando il ruolo di Rob McLaughlin nella serie televisiva Frida (1955-1956), incentrata sulle vicende di una famiglia del Wyoming e tratta da un racconto western dal medesimo titolo. Continuò ad apparire sugli schermi cinematografici in film come Quando l'amore è romanzo (1957), melodramma con Paul Newman e Ann Blyth, il comico Il marmittone (1957), interpretato da Jerry Lewis, i polizieschi Cittadino dannato (1958) e Inferno nel penitenziario (1958), e il western Testamento di sangue (1958), in cui impersonò lo sceriffo Abner Crowley. Fu a suo agio anche nella commedia, interpretando il ruolo di Molumphry, uno dei membri dell'equipaggio del sommergibile Sea Tiger in Operazione sottoveste (1959), diretto da Blake Edwards e interpretato da Cary Grant e Tony Curtis.
Dall'inizio degli anni sessanta Evans lavorò prevalentemente per la televisione, comparendo in diverse serie come Alfred Hitchcock presenta (1962), L'ora di Hitchcock (1962), Carovane verso il West (1958-1964), Gli uomini della prateria (1959-1965), Perry Mason (1966), Il virginiano (1962-1970), Bonanza (1960-1970) e Gunsmoke (1963-1974). Sul grande schermo apparve nel thriller Il corridoio della paura (1963), in cui venne ancora una volta diretto da Samuel Fuller, e nei western Uomini e cobra (1970) di Joseph L. Mankiewicz, La ballata di Cable Hogue (1970) e Pat Garrett & Billy the Kid (1973), entrambi di Sam Peckinpah. Negli anni settanta l'attore apparve in numerose serie televisive come I piloti di Spencer (1976), L'incredibile Hulk (1978), Dallas (1979), di cui girò un episodio nei panni di Garrison Southworth, Fantasilandia (1979), Charlie's Angels (1979), proseguendo negli anni ottanta con Cuore e batticuore (1981), A-Team (1985) e La signora in giallo (1984-1986).
Alla fine del decennio, nel 1989, Evans si concesse un'esperienza teatrale interpretando il ruolo di Papa nella pièce Papa is All diretta dallo scrittore Tommy F. Scott e messa in scena nella città di Jackson (Tennessee). Fu la sua ultima apparizione sulle scene prima del ritiro in una fattoria del Tennessee[1], dove morì il 1º aprile 1998, all'età di 75 anni.
Nelle versioni in italiano dei suoi film, Gene Evans è stato doppiato da:
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