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attore, doppiatore e regista teatrale italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Ennio Coltorti (Roma, 21 marzo 1949) è un attore, doppiatore e regista teatrale italiano.
È diplomato all'Accademia d'arte drammatica "Silvio D'Amico" in regia e recitazione e laureato all'Università La Sapienza in lettere, storia del teatro e dello spettacolo.[1]
Nel corso della sua carriera in teatro, iniziata nel 1981, ha lavorato con Gigi Proietti, Giorgio Albertazzi, Sergio Castellitto, Margaret Mazzantini, Sergio Rubini, Fiorenzo Fiorentini, Renzo Montagnani ed Ennio Fantastichini, svolgendo anche lavori come traduttore.[1] È ideatore e direttore della rassegna teatrale Attori in cerca d'autore, nonché presidente e direttore artistico del Teatro Stanze Segrete di Roma.
Negli anni novanta ha partecipato alle miniserie televisive Una storia italiana, diretta da Stefano Reali, in cui ha interpretato il padre dei fratelli Abbagnale, e La rossa del Roxy Bar, diretta dal Trio e ha recitato nei lungometraggi cinematografici Pasolini, un delitto italiano di Marco Tullio Giordana, in cui ha rivestito il ruolo del giudice dei minori,[2] e Li chiamarono... briganti! di Pasquale Squitieri, nei panni di Caruso. Nel 2001 è apparso in Hannibal di Ridley Scott interpretando Ricci, un personaggio minore,[3] e nel 2007 ne L'uomo privato di Emidio Greco, nella parte del commissario.
Doppiatore dalla fine degli anni ottanta, ha prestato spesso la voce agli attori Harvey Keitel, Willem Dafoe, Billy Bob Thornton, Scott Glenn, J. K. Simmons, Tom Waits, Martin Sheen e Alfred Molina. Ha inoltre doppiato Hugo Weaving nella trilogia di Matrix, Patrick Stewart nella saga cinematografica degli X-Men e Marlon Brando in Apocalypse Now Redux.
Per la televisione Coltorti ha doppiato Lance Henriksen nel ruolo di Frank Black in Millennium; Ron Rifkin nel ruolo di Arvin Sloane in Alias e Ted Levine nel ruolo di Leland Stottlemeyer in Detective Monk.
Padre dell'attore e doppiatore Emiliano Coltorti e di Lara Coltorti e marito di Adriana Ortolani.
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