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scrittrice, drammaturga e giornalista italiana Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Maria Clara Boggio detta Maricla (Torino, 11 dicembre 1937[1]) è una scrittrice, drammaturga e giornalista italiana.
Maricla Boggio si laurea in giurisprudenza all'Università di Torino dove frequenta gli insegnamenti di Norberto Bobbio[2], Giovanni Conso, Luigi Firpo. Durante gli anni Sessanta segue i grandi maestri come Giorgio Strehler e Paolo Grassi al Piccolo Teatro (Milano) e Jacques Lecoq. Entra all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica “Silvio D'Amico”. Nel 1966 si diploma in regia con Orazio Costa da cui apprende il Metodo Mimico[3].
Sin dagli esordi la sua produzione teatrale è orientata da un forte impegno politico/sociale e da un grande interesse antropologico per il diverso. Infatti già nel 1969 è regista e autrice insieme a Franco Cuomo di "Santa Maria dei Battuti, rapporto sulla istituzione psichiatrica e sua negazione in quindici misteri", rappresentazione teatrale delle vessazioni e degli abusi nell'ambito dell'istituzione psichiatrica nove anni prima della Legge Basaglia.
«Alla fine degli anni Sessanta non era diffuso un teatro che prendesse a tema una situazione sociale. Chi aveva iniziato a percorrere questa strada, soprattutto affrontando tematiche strettamente politiche, era stato Dario Fo, dopo anni di scintillanti performance comico-grottesche e satire già fortemente indirizzate a una critica di costume. Franco Cuomo ed io siamo stati fra i primi a sfidare il giudizio di critici e pubblico partendo da un argomento scottante, impervio per uno sviluppo teatrale. Ne accettammo il rischio perché eravamo convinti che dentro quel tema scorresse linfa per situazioni e personaggi anche più coinvolgenti che invenzioni di fantasia.»
Sempre con Franco Cuomo, all'inizio degli anni Settanta, è autrice e regista di Compagno Gramsci, Passione 1514 e Egloga, presentata alla Biennale di Venezia nel 1972[5].
Nel 1973 fonda a Roma, insieme a Dacia Maraini e Edith Bruck, il Teatro femminista della Maddalena[6].
La sua produzione teatrale, tra gli anni Settanta e Ottanta, si concentra fortemente sulla condizione femminile, su situazioni di disagio sociale nelle periferie e sul problema della tossicodipendenza. Scrive infatti in quegli anni Marisa della Magliana (che diventa il primo telefilm femminista[7], produzione RAI), Anna Kuliscioff – Con gli scritti di Anna Kuliscioff sulla condizione della donna, Fedra, La monaca portoghese, Medea, Mamma eroina, Donne di spade, Anita Garibaldi - L'ultimo sogno di Anita Ribeiro sposata Garibaldi e Schegge: vite di quartiere, opera andata in scena al Teatro di Roma con la regia di Andrea Camilleri[8].
Nel 1990, con la regia di Ugo Gregoretti, presenta al festival Taormina Arte Maria dell'angelo[9]. L'opera si ispira alla figura reale della mistica calabrese Natuzza Evolo, su cui Maricla Boggio, con la consulenza antropologica e la presenza in video di Luigi Maria Lombardi Satriani, ha girato un film di novanta minuti per la RAI. Sempre insieme a Luigi Maria Lombardi Satriani, pubblica alcuni saggi e documentari di argomento antropologico: Come una ladra a lampo - Madonna della Milicia, Natuzza – Il dolore e la parola.
Scrive testi teatrali sulle figure di filosofi quali Jean-Paul Sartre ("Ritratto di Sartre da giovane"), Agostino d'Ippona ("Il tempo di Agostino" con una lettera del Cardinale Carlo Maria Martini). Altri testi di sfondo teologico e religioso: "Abelardo Eloisa Eloim - storia d'amore e teologia", tratto dalla storia di Abelardo ed Eloisa, “Il volto velato”, ispirato alla figura di Santa Teresa di Lisieux, "Humanae via crucis". Altri testi riguardano la lotta alla mafia ("Gardenia"), la guerra ("Spax", "La sentenza"), il tema dell'Olocausto (Racconto di maggio).
Nel 1991 fonda l'associazione "Isabella Andreini comica gelosa," in cui sono riunite, donne impegnate in ruoli diversi del mondo teatrale: autrici, attrici, registe, studiose e operatrici teatrali. La figura di Isabella Andreini, attrice e autrice di grande fama del XVI secolo, viene scelta a rappresentare l'associazione, le cui iscritte vengono definite "Isabelle."
Durante gli anni Novanta la sua produzione è fortemente caratterizzata dal problema dell'AIDS. Maricla Boggio dedica a questa tematica testi per il teatro ("Laica Rappresentazione", "Una moglie - i mesi incantati"), un saggio ("Il volto dell'altro – aids e immaginario"), scritto con Luigi Maria Lombardi Satriani e Francisco Mele, e un film per la RAI ("Storie dallo Spallanzani").
Nel 2004 rappresenta a Roma, nella Sala Consiliare del Campidoglio, “Matteotti, l'ultimo discorso”, con il quale si aggiudica il Premio Giacomo Matteotti.[10] Tale riconoscimento le viene assegnato per la seconda volta nel 2011 quando "La Merlin", opera che mette in scena il dibattito sulla legge sull'abolizione delle case chiuse, proposta da Lina Merlin, viene premiata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri nella sezione "Opere letterarie e teatrali".[11]
Dal 2007 è direttore editoriale della rivista teatrale "Ridotto" e collabora con la rivista "Inscena".
Nel 2016 torna in scena Caracciolo con la regia di Fortunato Calvino.[12]
È iscritta all'Albo d'Oro dell'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica “Silvio D'Amico” dove insegna scrittura drammaturgica per il teatro[13].
È sposata con il criminologo e psicoterapeuta Francisco Mele.
Autore: Maricla Boggio, con i saggi di Luigi M. Lombardi Satriani e Francisco Mele
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