Dongo
comune italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Dongo (Dunch in dialetto comasco[4][N 1], AFI: /ˈduŋk/) è un comune italiano di 3.248 abitanti della provincia di Como in Lombardia. È sito sulla costa nord-occidentale del lago di Como presso la foce del torrente Albano.
Dongo comune | |
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Vista di Dongo. Sullo sfondo in alto a destra si vede il primo tratto della Valtellina. | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Provincia | Como |
Amministrazione | |
Sindaco | Mauro Robba (Uniti per Dongo) dal 9-6-2024 |
Territorio | |
Coordinate | 46°07′47.96″N 9°16′54.08″E |
Altitudine | 208 m s.l.m. |
Superficie | 7,04 km² |
Abitanti | 3 248[1] (30-11-2020) |
Densità | 461,36 ab./km² |
Frazioni | Barbignano, Mossanzonico, Villaggio Falk, Martinico, Campiedi, Ponaga, Pomaro, Mellia, Bersaglio, Vigero, San Gottardo, Sciàtera |
Comuni confinanti | Garzeno, Gravedona ed Uniti, Musso, Pianello del Lario, Stazzona |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 22014 |
Prefisso | 0344 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 013090 |
Cod. catastale | D341 |
Targa | CO |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 229 GG[3] |
Nome abitanti | donghesi |
Patrono | santo Stefano / san Gottardo |
Giorno festivo | 26 dicembre / 4 maggio |
Cartografia | |
Posizione del comune di Dongo all'interno della provincia di Como | |
Sito istituzionale | |
Il paese di Dongo sorge alla foce del torrente Albano, lungo il tracciato dell'Antica Via Regina; Dongo si trova anche sull'antico percorso che, attraverso il passo San Jorio, collega il lago di Como alla Val Morobbia.
Da Dongo, in epoca romana, passava la via Regina, strada romana che collegava il porto fluviale di Cremona (la moderna Cremona) con Clavenna (Chiavenna) passando da Mediolanum (Milano).
In età comunale, Dongo costituiva un borgo fortificato, nato a partire dal nucleo di Martinico[5].
Gli annessi agli Statuti di Como del 1335 riportano "Dugno" come il comune che, all'interno della pieve di Dongo, ha in carico la manutenzione del tratto della Via Regina dal “cantono vinee canonicorum de Dugno …” fino al “capud montis de Sancto Grigorio et ponte de Dugno”[6].
Ai tempi del Ducato di Milano, dalla fine del XV secolo il comune di Dongo seguì per circa tre secoli il destino del feudo delle cosiddette "Tre Pievi superiori" di Dongo, Gravedona e Sorico[6].
Un documento del 1465 è il primo a segnalare la presenza nella zona di importanti miniere di ferro, citate anche da Giovanni Battista Giovio[7]. Nel 1771, le miniere e gli impianti per il trattamento del ferro divennero di proprietà dei fratelli Giacomo e Antonio Mainoni, nativi di Lipsia, che li condussero sino al 1792, quando subentrarono i Rubini, che costruirono il primo altoforno a carbone di legna per la produzione della ghisa[5]. Nel 1839 la società diventerà Rubini-Scalini-Falck (o Rubini-Scalini-Falce[5]), e da essa nascerà l'industria siderurgica Falck[8].
Nel 1751 il territorio del comune di Dongo comprendeva già i cassinaggi di Chiodera, Molini, Barbignano, Camperio, Meglia, Mossenzonico e Sant’Ambrogio[6]. Proprio a quest'ultimo santo era dedicata una chiesa, annessa a un monastero femminile, allo stato di rudere già al tempo della visita pastorale di Feliciano Ninguarda (1593)[9].
Nel 1934 un'area disabitata del territorio comunale di Dongo fu aggregata a quello di Musso[10].
All'altezza della piazza Rubini, il 27 aprile 1945 venne catturato dai partigiani Benito Mussolini, in fuga da Milano verso la Valtellina, il quale fu giustiziato nella frazione di Giulino nell'ex comune di Mezzegra, il giorno seguente.
Lo stemma del Comune di Dongo è stato concesso con decreto del presidente della Repubblica del 26 giugno 2006.[11]
«Di argento, alle tre croci scorciate, bene ordinate, di rosso. Ornamenti esteriori da Comune.»
Il gonfalone è un drappo partito di bianco e di rosso.
Le tre croci scorciate ricordano l'appartenenza di Dongo al territorio delle Tre Pievi assieme a Sorico e Gravedona.[12]
La chiesa Arcipretale, dedicata a Santo Stefano[13], fu costruita in epoca medievale[14] - probabilmente non dopo il V secolo, vista la particolare dedicazione della chiesa.[15] Nata come sede della pieve di Dongo, la chiesa era dotata di un battistero a sé stante, del quale sono rimaste solo alcune colonne marmoree[5]. Durante alcuni lavori effettuati nel 1930 sono stati ritrovati il pavimento di una precedente costruzione (forse un precedente edificio di culto, vista la posizione isolata rispetto ai più antichi nuclei di Martinco e Barbignano) e un sarcofago in pietra.[15]
Attestata come collegiata già nel 1174,[15] l'attuale chiesa è un rifacimento Settecentesco di una precedente struttura a tre navate del periodo tardogotico[15][16]. Dell'impianto della struttura originaria restano una vasca battesimale[5] e resti di affreschi[5] attribuiti a Gian Giacomo Barbelli,[15][16] autore anche di due tele datate 1628 e conservate in parrocchia[16]. Questi lacerti di affresco si trovano all'interno di due piccole absidi laterali orientate a est, anch'esse già facenti parte della chiesa originaria.[15][16] In una di queste absidiole, gli affreschi raffigurano numerose scene attribuite alla vita di sant'Ambrogio, che nel frontespizio dell'abside è raffigurato insieme ai santi Giorgio e Defendente[16]. L'altra abside era invece dedicata ai santi Giovanni Battista e all'omonimo evangelista.[16]
Al XVIII secolo risalgono invece:
La consacrazione della chiesa avvenne nel 1804, per mano del vescovo Carlo Rovelli, tre anni prima della realizzazione degli affreschi della seconda cappella ad opera di Filippo Bellati.[17]
All'interno della chiesa si trova inoltre una croce astile del 1513.[17]
La chiesa di Santa Maria[18], rifatta da Federico Frigerio sulla base di una precedente chiesa romanica[19] risalente ai secoli XI-XII[20], conserva decorazioni di Giovanni Mauro della Rovere[20]. Del periodo tardoromanico si conservano ancora alcune sculture[14].
Il santuario della Madonna delle Lacrime, annesso a un ex-convento francescano, è noto per una lacrimazione mariana avvenuta, secondo la tradizione, nel 1553. Conserva notevoli dipinti.[21][22]
L'unica ampia zona pianeggiante del Sasso di Musso ospita la Chiesa di Sant'Eufemia, collocata all'interno del parco del Giardino del Merlo.[23] La chiesa, che deve il suo aspetto attuale ad alcuni interventi realizzati attorno agli inizi del XVII secolo,[24] faceva in origine parte del complesso del Castello di Musso[23].
Per la storia della diffusione della fede cattolica e degli edifici sacri vedi anche il testo in nota.[28]
Abitanti censiti[36]
Dongo dispone di un piccolo attracco per battelli e aliscafi.
La principale arteria stradale è la diramazione della statale Regina (SS 340).
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