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diocesi della Chiesa cattolica in Italia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La diocesi di Macerata (in latino Dioecesis Maceratensis) è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea dell'arcidiocesi di Fermo appartenente alla regione ecclesiastica Marche. Nel 2021 contava 140.900 battezzati su 146.620 abitanti. È retta dal vescovo Nazzareno Marconi.
Diocesi di Macerata Dioecesis Maceratensis Chiesa latina | |||
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Suffraganea dell' | arcidiocesi di Fermo | ||
Regione ecclesiastica | Marche | ||
| |||
Vescovo | Nazzareno Marconi | ||
Vicario generale | Andrea Leonesi | ||
Vescovi emeriti | Claudio Giuliodori[1] | ||
Presbiteri | 138, di cui 109 secolari e 29 regolari 1.021 battezzati per presbitero | ||
Religiosi | 42 uomini, 130 donne | ||
Diaconi | 17 permanenti | ||
Abitanti | 146.620 | ||
Battezzati | 140.900 (96,1% del totale) | ||
Stato | Italia | ||
Superficie | 745 km² | ||
Parrocchie | 67 (5 vicariati) | ||
Erezione | 18 novembre 1320 | ||
Rito | romano | ||
Cattedrale | San Giovanni | ||
Santi patroni | Madonna della Misericordia | ||
Indirizzo | Piazza S. Vincenzo Strambi 3, 62100 Macerata, Italia | ||
Sito web | diocesimacerata.it | ||
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc) | |||
Chiesa cattolica in Italia | |||
La diocesi comprende 13 comuni marchigiani della provincia di Macerata: Appignano, Cingoli, Colmurano, Macerata, Montecassiano, Montefano, Montelupone, Pollenza, Porto Recanati, Recanati, Tolentino, Treia ed Urbisaglia.
Sede vescovile è la città di Macerata, dove si trova la cattedrale di San Giovanni. A Macerata si trova anche il duomo di San Giuliano, ex cattedrale, così come a Tolentino, Recanati, Cingoli e Treia si trovano il duomo di San Catervo, il duomo di San Flaviano, il duomo di Maria Assunta e il duomo della Santissima Annunziata, un tempo cattedrali delle rispettive diocesi. Nel territorio sorgono anche due basiliche minori: la basilica di San Nicola da Tolentino a Tolentino; e il santuario-basilica di Santa Maria della Misericordia a Macerata.
Il territorio si estende su 745 km² ed è suddiviso in 67 parrocchie, raggruppate in 5 vicariati: Cingoli, Macerata, Recanati, Tolentino e Treia.
Nel 2018 la diocesi comprendeva le seguenti comunità religiose:[2]
La diocesi di Macerata, con territorio ricavato dalle diocesi di Fermo e di Camerino, è stata eretta il 18 novembre 1320 con la bolla Sicut ex debito[3] di papa Giovanni XXII a spese della ghibellina Recanati, di cui incorporò il territorio. Quando Recanati riottenne la sede episcopale nel 1356, le due diocesi furono unite aeque principaliter. Ad eccezione del periodo 1516-1571, l'unione perdurò fino a marzo 1586.
La diocesi in origine era immediatamente soggetta alla Santa Sede e si estendeva fino al mare comprendendo, con Recanati, anche il territorio di Loreto.
Il 17 marzo 1586 cedette una larga porzione di territorio per l'erezione della diocesi di Loreto, comprensiva della regione di Recanati. Questo ridusse di molto il territorio maceratese, che fu ingrandito da papa Sisto V nel 1588 con i comuni di Pollenza e di Urbisaglia,[4] sottratti alla giurisdizione del vescovo di Camerino.
Il 10 dicembre 1586 fu eretta la diocesi di Tolentino, che fu unita aeque principaliter alla sede di Macerata. Il 24 maggio 1589 le due diocesi divennero suffraganee dell'arcidiocesi di Fermo, contestualmente elevata al rango di sede metropolitana. Per compensare Macerata della perdita dell'immediata soggezione alla sede romana, Sisto V istituì in quello stesso anno nella città il tribunale della Sacra Rota, a cui sottopose lo stesso arcivescovo di Fermo.
Tra i vescovi che attuarono in diocesi le riforme decise dal concilio di Trento, si deve menzionare in modo particolare Galeazzo Moroni, il quale, durante il suo lungo episcopato (1573-1613), compì un'attenta visita pastorale, celebrò cinque sinodi diocesani, tentò di fondare il seminario e favorì l'arrivo dei domenicani e dei somaschi. Nel 1544 e nel 1561 a Macerata avevano fondato le loro residenze i cappuccini e i gesuiti.
Il seminario fu istituito dal suo successore, il vescovo Felice Centini nel 1615; l'ultima sua sede fu, dal 1954, l'ex convento degli Agostiniani. Lo stesso Centini favorì l'arrivo in diocesi dei barnabiti e dei filippini.
All'inizio dell'Ottocento le due sedi di Macerata e Tolentino furono rette dal passionista Vincenzo Maria Strambi, elevato agli onori degli altari nel 1950 da papa Pio XII, che lo proclamò patrono delle diocesi il 7 settembre 1957, con la lettera apostolica Plurimi floruerunt.[5]
Dopo il concilio Vaticano II ai vescovi di Macerata e Tolentino furono concesse in amministrazione apostolica le diocesi di Cingoli (1964), Treia (1966) e Recanati (1970), ponendo così le basi per l'unione delle cinque sedi marchigiane.
L'11 febbraio 1976 Francesco Tarcisio Carboni fu nominato vescovo di tutte e cinque le sedi marchigiane che furono così unite in persona episcopi;[6] con questa nomina ebbero formalmente termine le unioni di Treia con San Severino Marche e di Cingoli con Osimo.
Nel 1984 la diocesi di Macerata acquisì il territorio del comune di Appignano che era appartenuto alla diocesi di Osimo.[7]
Il 25 gennaio 1985, con il decreto Quo aptius della Congregazione per i vescovi, Macerata, Tolentino, Recanati, Cingoli e Treia furono unite aeque principaliter. Le cinque sedi comprendevano questi territori: Cingoli e Treia i soli territori dei rispettivi comuni; la diocesi di Tolentino i comuni di Tolentino e di Colmurano; la diocesi di Macerata i comuni di Macerata, Urbisaglia, Pollenza e Appignano; la sede di Recanati i comuni di Recanati, Porto Recanati, Montelupone, Montecassiano e Montefano.[8]
Il 30 settembre 1986, con il decreto Instantibus votis della medesima Congregazione per i vescovi, fu stabilita la plena unione delle cinque diocesi e la nuova circoscrizione ecclesiastica assunse il nome di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia. Contestualmente, la diocesi divenne suffraganea dell'arcidiocesi di Fermo.
Il 19 giugno 1993 la diocesi ricevette la visita pastorale di papa Giovanni Paolo II, che nell'occasione benedisse la prima pietra del seminario diocesano missionario Redemptoris Mater.
Il 17 dicembre 2022 la diocesi ha assunto il nome attuale, in forza del decreto Plenam optatam unionem del Dicastero per i vescovi; contestualmente il titolo di cattedrale è stato trasferito alla collegiata di San Giovanni e la Madonna, invocata con il titolo di Mater Misericordiae, è stata proclamata unica patrona della diocesi.[9]
Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.
La diocesi nel 2021 su una popolazione di 146.620 persone contava 140.900 battezzati, corrispondenti al 96,1% del totale.
anno | popolazione | presbiteri | diaconi | religiosi | parrocchie | ||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
battezzati | totale | % | numero | secolari | regolari | battezzati per presbitero | uomini | donne | |||
diocesi di Macerata e Tolentino | |||||||||||
1950 | 40.000 | 40.000 | 100,0 | 96 | 67 | 29 | 416 | 29 | 162 | 17 | |
1970 | 68.465 | 68.547 | 99,9 | 159 | 88 | 71 | 430 | 84 | 197 | 36 | |
1980 | 52.010 | 52.412 | 99,2 | 114 | 59 | 55 | 456 | 65 | 168 | 25 | |
diocesi di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia[11] | |||||||||||
1990 | 132.381 | 133.323 | 99,3 | 245 | 128 | 117 | 540 | 1 | 137 | 247 | 67 |
1999 | 134.800 | 137.258 | 98,2 | 218 | 116 | 102 | 618 | 4 | 134 | 201 | 67 |
2000 | 133.290 | 136.030 | 98,0 | 221 | 121 | 100 | 603 | 4 | 116 | 194 | 67 |
2001 | 134.750 | 138.200 | 97,5 | 218 | 119 | 99 | 618 | 4 | 116 | 198 | 67 |
2002 | 128.600 | 132.300 | 97,2 | 214 | 115 | 99 | 600 | 4 | 117 | 159 | 67 |
2003 | 134.556 | 138.478 | 97,2 | 218 | 119 | 99 | 617 | 5 | 129 | 150 | 67 |
2004 | 134.412 | 138.940 | 96,7 | 203 | 121 | 82 | 662 | 5 | 103 | 145 | 67 |
2013 | 142.000 | 147.783 | 96,1 | 182 | 116 | 66 | 780 | 13 | 85 | 152 | 67 |
2016 | 142.200 | 148.000 | 96,1 | 142 | 108 | 34 | 1.001 | 13 | 47 | 142 | 67 |
2019 | 141.490 | 147.180 | 96,1 | 175 | 141 | 34 | 808 | 13 | 47 | 142 | 67 |
2021 | 140.900 | 146.620 | 96,1 | 138 | 109 | 29 | 1.021 | 17 | 42 | 130 | 67 |
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