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La diocesi di Acerno (in latino: Dioecesis Acernensis) è una sede della Chiesa cattolica, istituita nell'XI secolo.
Diocesi di Acerno Dioecesis Acernensis Chiesa latina | |||
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Suffraganea dell' | arcidiocesi di Salerno | ||
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Stato | Italia | ||
Erezione | XI secolo | ||
Soppressione | in plena unione dal 30 settembre 1986 con la diocesi di Campagna e l'arcidiocesi di Salerno | ||
Rito | romano | ||
Cattedrale | San Donato[1] | ||
Santi patroni | Donato d'Arezzo | ||
Dati dall'Annuario pontificio (ch · gc?) | |||
Chiesa cattolica in Italia | |||
Nell'ambito della generale riforma delle circoscrizioni diocesane in Italia, avviata dopo il Concilio Vaticano II, il 30 settembre 1986 la diocesi di Acerno è stata unita alla diocesi di Campagna e all'arcidiocesi di Salerno a formare l'arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno.
Il territorio della diocesi, alla vigilia della plena unio con Salerno e Campagna, comprendeva i comuni di Acerno e Montecorvino Rovella (con i casali di Acciano, Canala, Chiarelli, Cornia, Ferrari, Gauro, Marangi, Martorano, Molenadi, San Martino e Votraci) e i territori comunali attuali di Bellizzi e parte di Battipaglia, oggi parte della provincia di Salerno.
Sede vescovile era la città di Acerno, dove sorgeva la cattedrale di San Donato, ora concattedrale dell'arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno. Patrono della diocesi è san Donato d'Arezzo, il cui culto ad Acerno è testimoniato fin dall'epoca longobarda.
Secondo un'antica tradizione, la diffusione del cristianesimo ad Acerno e nel suo territorio sarebbe legata al passaggio di san Pietro, nel suo viaggio verso Roma. Secondo Raffaele Cerrone, conferme indirette di questa tradizione sarebbero la scoperta a Castellammare di Stabia di fibule d'oro raffiguranti Pietro e Paolo e la testimonianza di un'antica chiesa in Acerno dedicata a Pietro, come riportato dal vescovo Antonio Agelli nella sua relazione in occasione della visita ad limina del 1595.
Queste testimonianze e la tradizione petrina non sono comunque prove sicure dell'esistenza della diocesi acernese già nel primo millennio. La diocesi, suffraganea dell'arcidiocesi di Salerno, è attestata per la prima volta nell'XI secolo, nell'ambito della riorganizzazione delle Chiese del meridione italiano dopo l'avvento dei Normanni. Il primo vescovo di cui si conosce l'esistenza è Mirando, la cui data di morte è riportata, con qualche incertezza, nel Liber Confratrum Ecclesiae S. Matthei Salernitanae. Segue il vescovo Guiso, documentato in due occasioni nel Tabulario Cavense. Terzo vescovo conosciuto di Acerno è Pisano, il primo della serie di Ferdinando Ughelli nella sua Italia sacra, documentato nel 1136. Il successivo vescovo di cui si ha memoria è Pietro I, che nel 1179 prese parte al concilio Lateranense III, convocato da papa Alessandro III.
Tra i vescovi acernesi, molti furono religiosi, e di questi diversi francescani. La presenza francescana nel territorio ha lasciato un segno importante nella figura di frate Giovanni, nativo di Montecorvino Rovella[2], partito per le missioni in Estremo Oriente nella prima metà del XIV secolo, e divenuto primo vescovo di Khanbaliq, l'odierna Pechino.
Tra il 1531 ed il 1532, per un breve periodo, il borgo di Gauro fu sottratto ad Acerno per costituire parte del territorio della diocesi di Giffoni.
Tra i vescovi più significativi della diocesi di Acerno, sono da ricordare: Paraclito Malvezzi (1460-1487), dottore in teologia e professore di filosofia all'università di Bologna; Antonio Agelli (1593-1604), grande erudito, conoscitore delle lingue greca, ebraica e caldaica, e studioso della Bibbia; «Giovanni Serrano (1613-1637), autore di un'opera in cinque libri sull'Immacolata Concezione; Pietro Paolo Bonsi, che nel 1640 istituì la confraternita di San Filippo Neri; Camillo Aragona, che promosse la confraternita di San Rocco come debito di riconoscenza per essere stata Acerno preservata dalla terribile epidemia di peste del 1656; il lucano Domenico Antonio Menafra (1718-1738) che si distinse in particolare nella promozione e/o rivitalizzazione di opere sociali (monti frumentari, di maritaggio, per le monacazioni) a favore dei poveri».[3]
Con il congresso di Vienna si impose un nuovo assetto nei rapporti fra i vari stati e la Santa Sede; nel concordato del 1818 con il Regno delle Due Sicilie furono riviste molte delle circoscrizioni ecclesiastiche del Regno. Il 27 giugno 1818 in forza della bolla De utiliori di papa Pio VII la diocesi di Acerno non venne soppressa, ma fu data in amministrazione perpetua agli arcivescovi pro tempore di Salerno, che assunsero da quel momento il titolo di arcivescovi di Salerno e amministratori perpetui di Acerno.
Il 30 settembre 1986 in forza del decreto Instantibus votis della Congregazione per i Vescovi la diocesi di Acerno, quella di Campagna e l'arcidiocesi di Salerno sono state unite con la formula plena unione e la circoscrizione ecclesiastica sorta dall'unione ha assunto il nome di arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno.
Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.
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