Castelnuovo di Garfagnana
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Castelnuovo di Garfagnana è un comune italiano di 5 637 abitanti della provincia di Lucca in Toscana; è il centro principale della Garfagnana.
Castelnuovo di Garfagnana comune | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Toscana |
Provincia | Lucca |
Amministrazione | |
Sindaco | Andrea Tagliasacchi (Partito Democratico) dal 26-5-2014 (2º mandato dal 27-5-2019) |
Territorio | |
Coordinate | 44°07′19″N 10°24′20″E |
Altitudine | 270 m s.l.m. |
Superficie | 28,48 km² |
Abitanti | 5 637[1] (31-10-2023) |
Densità | 197,93 ab./km² |
Frazioni | Antisciana, Cerretoli, Colle, Croce di Stazzana, Gragnanella, Palleroso, Rontano[2] |
Comuni confinanti | Camporgiano, Careggine, Fosciandora, Gallicano, Molazzana, Pieve Fosciana |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 55032 |
Prefisso | 0583 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 046009 |
Cod. catastale | C236 |
Targa | LU |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[3] |
Cl. climatica | zona E, 2 234 GG[4] |
Nome abitanti | castelnuovesi, castelnovesi |
Patrono | santi Pietro e Paolo |
Giorno festivo | 29 giugno |
Cartografia | |
Posizione del comune di Castelnuovo di Garfagnana all'interno della provincia di Lucca | |
Sito istituzionale | |
Sorge alla confluenza del fiume Serchio con il torrente Tùrrite Secca. A Castelnuovo è stato scoperto un particolare minerale, la dinite, che prende il nome da Olinto Dini (1802-1866), professore di fisica all'Università di Pisa, omonimo del celebre poeta, che la scoprì in un locale deposito di lignite nel 1852.
Nella zona dell'attuale confine col comune di Pieve Fosciana sono state rinvenute tracce della presenza etrusca e romana.
Le prime notizie storicamente documentate del centro abitato risalgono tuttavia al 740, in epoca longobarda.
Scarse sono le informazioni al riguardo dell'Alto Medioevo, e dei primi secoli del Basso: sono stati rinvenuti solo documenti che rilevano la presenza della chiesa di S. Pietro relativamente agli anni 773, 839, 940, 986, 1045. Si ha un documento datato 26 luglio 1234 che attesta la rassegnazione, da parte dei Lucchesi, del castello di Castelnuovo alla corte di Roma, a titolo di pegno.
Nel Trecento Castelnuovo si era affermato come importante centro di transito, vera e propria "porta meridionale" della valle della Garfagnana. Dal terzo decennio del secolo la Repubblica di Lucca divenne una signoria alla cui guida fu Castruccio Castracani; questo grande politico e militare fece ammodernare molte fortezze e a Castelnuovo ordinò (1324) la costruzione del ponte, per collegare l'esistente castello all'antico borgo di "Cellabarotti", l'attuale rione di "Santa Lucia". La signoria di Castruccio durò fino al 1327, anno della sua morte. In seguito Castelnuovo continuò a far parte dello stato di Lucca durante il periodo di dominio pisano e poi dopo la restaurazione della libertà repubblicana (1369).
Nel 1429, vista l'offensiva di Firenze che stava penetrando in Garfagnana, ed aveva posto sotto assedio la stessa Lucca, Castelnuovo si sottomise volontariamente a Niccolò d'Este di Ferrara, sfuggendo così dal dominio lucchese ed evitando la conquista fiorentina. Gli Estensi fecero di Castelnuovo il capoluogo della neonata provincia della Garfagnana, e ricompensarono gli abitanti con diversi privilegi. Il vecchio capoluogo infatti era Castiglione di Garfagnana, centro che sarebbe sempre rimasto fedele a Lucca costituendo una enclave fortificata circondata dalla provincia estense.
Castelnuovo sotto gli Estensi conobbe il suo periodo di maggior splendore, ma anche il periodo più drammatico della sua storia quando nel 1512, durante la guerra della lega di Cambrai, subì l'invasione delle truppe di papa Giulio II e dei suoi alleati in guerra con gli Estensi. Nel 1512 entrò in Castelnuovo Francesco della Rovere, duca di Urbino, ma fu subito allontanato dal ritorno dei Lucchesi; nel 1521 furono infine i Fiorentini ad impadronirsi della città, sostenuti da papa Leone X (nel frattempo succeduto a Giulio II). Si trattò di un periodo di continue invasioni e scontri armati fra i due schieramenti, che sottoposero la popolazione a violenze e saccheggi.
Alla morte del pontefice, i castelnuovesi insorsero, aiutati dai briganti che in quel periodo infestavano le montagne e le campagne, penetrarono nel castello e scacciarono il commissario pontificio, il fiorentino Giulio de' Medici, reclamando il ritorno della protezione degli Estensi.
L'allora duca Alfonso I d'Este inviò in Garfagnana come Commissario ducale il poeta Ludovico Ariosto che andò a insediarsi all'interno della rocca (chiamata oggi in suo onore “Rocca Ariostesca”), facendo del borgo il centro amministrativo ed economico dell'intera provincia Estense della Garfagnana.
Il duca Alfonso II d'Este fece poi costruire a difesa della città la possente fortezza di Mont'Alfonso, sopra un colle (a lui intitolato come riconoscimento dai castelnuovesi), sovrastante la nascente cittadina, che rappresentò negli anni successivi un rifugio sicuro per l'intera popolazione.
Nel XVII secolo la situazione in valle del Serchio era la seguente:
In pratica la Valle era divisa tra i tre stati del Centro-Nord Italia più forti e ricchi in quel periodo.
A partire dal XVIII secolo, sotto il regno di Francesco III d'Este, una nuova prosperità economica fu portata dal passaggio della Via Vandelli[5], una strada commerciale carrozzabile che collegava la capitale del ducato estense, Modena, con il mar Tirreno a Massa.
Castelnuovo rimase estense sino all'avvento delle truppe francesi di Napoleone, che lo aggregò dapprima alla Repubblica Cispadana (quando la valle fu sconvolta da una sommossa antifrancese duramente repressa ed in seguito alla Repubblica Cisalpina, per poi annetterlo, nel 1805, al principato di Lucca e Piombino, retto dalla sorella del Bonaparte Elisa Baciocchi.
Nel 1814, nel clima della Restaurazione, tornarono gli Estensi, con l'acclamazione popolare di Francesco IV, che ressero la città e la valle fino all'Unità d'Italia, a parte un breve periodo di dominio dei granduchi di Toscana tra il maggio 1848 e l'aprile 1849.
In un regolamento redatto a Modena nel 1852, sono riportate le unità di misura di Castelnuovo di Garfagnana, allora in uso in gran parte della provincia estense garfagnina: il "barile di Castelnuovo", il "sacco", il "braccio", la "libra", la "pertica" e il "mezzino".
Nel 1860 si tenne il plebiscito che sancì l'annessione di Castelnuovo e degli altri centri garfagnini al nascente Regno d'Italia, inglobati alla provincia di Massa Carrara, nata dalla fusione della Lunigiana e della Garfagnana appunto: tale provincia fu in un primo tempo assegnata alla regione Emilia[6], per essere poi ricondotta alla sua collocazione toscana nel 1871.
Fu nel 1923 che Castelnuovo con il suo circondario fu definitivamente aggregato alla provincia di Lucca, chiudendo un cerchio lungo sette secoli[7].
Negli anni della seconda guerra mondiale, tra il 1941 e il 1943, Castelnuovo fu luogo di internamento civile per un numeroso gruppo di una settantina di profughi ebrei (tra cui diverse famiglie con bambini).[8] Gli internati furono accolti in abitazioni private e nella Fortezza di Mont'Alfonso. Nonostante le difficili condizioni di vita, la piccola comunità riuscì a ben integrarsi nel paese. Un locale a "La Barchetta" (in via Nicola Fabrizi 3) fu preso in affitto come sinagoga e scuola per i bambini. Tutto questo cambiò l'8 settembre 1943 con l'occupazione tedesca e la Repubblica Sociale Italiana. Il 4 dicembre 1943, quasi tutti gli internati furono arrestati e trasferiti dapprima al campo provinciale di Bagni di Lucca e di lì deportati ad Auschwitz. Dell'intero gruppo dei deportati solo due persone sopravvissero allo sterminio.[9]
Lo stemma è stato riconosciuto con decreto del Capo del governo del 21 agosto 1931.[10]
«D'oro, al leone al naturale.[11]»
Il gonfalone è stato concesso con DPR del 24 agosto 1954.[12]
«Drappo partito d'oro e d'azzurro, ornato d'argento e caricato dello stemma comunale con l’iscrizione centrata d'argento: "Città di Castelnuovo di Garfagnana".[11]»
Il comune è inoltre depositario della Medaglia d'oro al merito civile che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha consegnato ai sedici comuni della Garfagnana il 25 aprile 2010.
Eretto nel XVI secolo sui resti di una preesistente chiesa romanica risalente all'XI secolo, in età barocca l'interno fu oggetto di profondi cambiamenti, con l'aggiunta di nove altari, con lo sfarzo decorativo tipico dell'epoca. La facciata rinascimentale presenta tre portali ed è divisa da quattro lesene sorreggenti un semplice frontone.
Durante la seconda guerra mondiale subì il crollo del tetto e di alcuni muri esterni e il successivo restauro ne riscoprì le fasi più antiche.
Conserva una splendida pala d'altare in terracotta robbiana raffigurante "san Giuseppe", attribuita al Verrocchio, una cornice marmorea della bottega del Civitali e una tela di Michele di Ridolfo del Ghirlandaio raffigurante la "Madonna con Santi".
Il cosiddetto Cristo Nero, scultura del XV secolo, scampato all'incendio che colpì la sacrestia nel 1977, è oggi conservato nella cappella di San Giuseppe (che un tempo ospitava la terracotta attribuita al Verrocchio), a lato dell'abside.
La Rocca Ariostesca, simbolo della città che domina la centrale piazza Umberto I, deve il suo nome all'aver ospitato dal 1522 al 1525, in qualità di governatore della provincia estense di Garfagnana, il poeta Ludovico Ariosto, cui succederà nel secolo successivo Fulvio Testi (1640-1642).
La Fortezza di Mont'Alfonso fu ideata, alla fine del Cinquecento, come estremo presidio difensivo del Ducato di Ferrara a difesa del confine con la Repubblica di Lucca.
Il Teatro comunale Vittorio Alfieri è, con i suoi 510 posti a sedere, il secondo teatro della provincia, dopo il Teatro del Giglio di Lucca. Fu inaugurato la sera del 22 agosto 1860, con La straniera di Vincenzo Bellini.
Il teatro era stato voluto da un gruppo di maggiorenti locali, fra cui il conte Giovanni Carli e Antonio Vittoni: il conte Carli stesso progettò la struttura ispirandosi probabilmente ad elementi decorativi presenti nel teatro del Giglio di Lucca. L'edificio presenta un ampio atrio, la platea a ferro di cavallo, tre ordini di 17 palchi più il loggione. Le opere pittoriche furono realizzate dal castelnovese Davide Franchi.
Intatto dopo la Seconda guerra mondiale, venne trasformato in sala cinematografica, fino alla sua chiusura nel 1990. Il 9 settembre 2006, con un concerto sinfonico dell'Orchestra regionale toscana, il teatro è stato nuovamente inaugurato dopo i restauri.
Abitanti censiti[13]
Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2010 la popolazione straniera residente era di 409 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:
Sono presenti a Castelnuovo due Istituti Superiori, che in coordinamento con il polo scolastico di Barga assicurano agli studenti della Valle del Serchio un'ampia possibilità di scelta. Essi riuniscono al loro interno:
Ha inoltre sede a Castelnuovo la Scuola edile Lucchese: essa si occupa della formazione, della qualificazione e della specializzazione di operai, amministratori e tecnici nella sua specifica area di interesse.
Tra le associazioni, particolare importanza riveste la Confraternita di Misericordia di Castelnuovo di Garfagnana, fondata nel 1451, tra le dieci più antiche d'Italia[senza fonte]: nata con il nome di Compagnia di Santa Croce, ha assunto nel 1993 con atto ufficiale la denominazione attuale di Confraternita di Misericordia.
L'Accademia degli Alpestri fu fondata a Castelnuovo nel 1629, sotto la protezione del principe Francesco d'Este, figlio del duca Alfonso III, che ne ufficializzò l'istituzione in una lettera del 9 giugno dello stesso anno, che così iniziava: «Indizio di animo virtuoso è la nuova Accademia, che havete introdotto costì; e segnale di volontà amorevole è il desiderio di aprirla sotto la mia protezione». Alla stessa lettera se ne accompagnava un'altra, firmata da Fulvio Testi, allora segretario del principe, che anni dopo sarebbe venuto governatore della provincia garfagnina, che così commentava: «Bisogna confessare il vero: i Garfagnini hanno una straordinaria abilità in tutte le arti virtuose, e gl'intelletti loro sono elevati, spiritosi, capaci d'ogni migliore disciplina. Ora che alla loro naturale idoneità si aggiunge l'esercizio, che non deve sperarsene? Piacemi il nome d'Alpestri, perché scherza col genio del luogo; e lo ricevo per augurio felice, e fausta osservazione. Parnaso che è la stanza d'Apolline e delle Muse è un colle ben discosceso, e le glorie di Roma cominciarono a fiorire tra l'asprezza de' monti, e la sterilità de' boschi».
Castelnuovo presenta un tessuto urbano all'interno del quale sono individuabili più zone distinte, dette "rioni": i più antichi si raccolgono intorno alle mura castellane, mentre i più moderni hanno mantenuto il toponimo arcaico della zona dove sono sorti.
Tra i rioni "storici" si annoverano:
In epoca moderna si sono aggiunti a questi:
Ancora comprese nel vero e proprio tessuto urbano, si possono identificare un'estesa zona industriale, un'area detta "alle Piscine" comprendente la gran parte degli impianti sportivi nonché una zona residenziale e commerciale di recente sviluppo, e, lungo la statale che conduce a Camporgiano, la borgata di Debbia a carattere residenziale. Questi tre circondari, insieme ad altri non menzionati (ad esempio "Carbonaia", "ai Cerri"), non hanno comunque mai assunto, nel corso degli anni, lo "status" di veri e propri rioni, ma sono stati sempre considerati parte di quelli già ricordati.
Il territorio di Castelnuovo di Garfagnana comprende, oltre al capoluogo comunale, altre sette frazioni:[2]
Altre località notevoli sono quelle di Capannelle, Metello, Monteperpoli, Monticello-Casetta e Volcascio.
Castelnuovo di Garfagnana è attraversata della strada regionale 445 della Garfagnana e da alcune strade provinciali sulle quali sono svolte autocorse in servizio pubblico a cura di Autolinee Toscane.
È inoltre presente una stazione ferroviaria, servita dalle corse effettuate da Trenitalia che percorrono la ferrovia Lucca-Aulla nell'ambito del contratto di servizio con la Regione Toscana.
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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29 luglio 1985 | 7 giugno 1990 | Alessandro Bianchini | Democrazia Cristiana | Sindaco | [14] |
3 luglio 1990 | 24 aprile 1995 | Luigi Grassi | Democrazia Cristiana | Sindaco | [14] |
24 aprile 1995 | 14 giugno 1999 | Carlo Popaiz | Partito Popolare Italiano | Sindaco | [14] |
14 giugno 1999 | 14 giugno 2004 | Carlo Popaiz | centro-sinistra | Sindaco | [14] |
14 giugno 2004 | 8 giugno 2009 | Sauro Bonaldi | centro-sinistra | Sindaco | [14] |
8 giugno 2009 | 26 maggio 2014 | Gaddo Lucio Gaddi | lista civica | Sindaco | [14] |
26 maggio 2014 | 27 maggio 2019 | Andrea Tagliasacchi | lista civica Tagliasacchi sindaco | Sindaco | [14] |
27 maggio 2019 | in carica | Andrea Tagliasacchi | lista civica Per Castelnuovo di Garfagnana | Sindaco | [14] |
È presente una squadra di calcio, l'U.S. Castelnuovo, che attualmente milita in Promozione ma ha partecipato per molti anni alla Serie C2.
Il dieci volte campione italiano di rally Paolo Andreucci è nativo di Castelnuovo.
Lo sport più praticato è il calcio, ma vengono praticati anche Motocross e Downhill, prevalentemente a livello amatoriale, grazie al fatto che nella zona sono presenti una moltitudine di sentieri sterrati.
Esiste l'auto moto club Garfagnana (AMC GARFAGNANA) che si occupa anche dell'organizzazione della cronoscalata Sillano-Ospedaletto.
Sono presenti 21 squadre di calcio amatoriale che ogni anno si sfidano nel campionato UISP.
È presente una squadra di pallacanestro, il Cefa basket che vanta una partecipazione al campionato di serie B femminile (sezione poi soppressa) e la squadra maschile che milita in Promozione Regionale, la società è molto attiva anche a livello giovanile con squadre under 14 , under 16 , aquilotti e pulcini.
Sempre a Castelnuovo di Garfagnana si tiene tra Aprile e Maggio il Torneo Internazionale di Basket categoria aquilotti.
La cittadina ha dato inoltre i natali al calciatore Giovanni Di Lorenzo.
La tennista Jasmine Paolini è nativa di Castelnuovo.
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