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sede metropolitana della Chiesa cattolica Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
L'arcidiocesi di Colonia (in latino Archidioecesis Coloniensis) è una sede metropolitana della Chiesa cattolica in Germania. Nel 2021 contava 1.909.400 battezzati su 5.536.443 abitanti. È retta dall'arcivescovo cardinale Rainer Maria Woelki.
Arcidiocesi di Colonia Archidioecesis Coloniensis Chiesa latina | |||
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Diocesi suffraganee | |||
Aquisgrana, Essen, Limburg, Münster, Treviri | |||
Arcivescovo metropolita | cardinale Rainer Maria Woelki | ||
Vicario generale | Guido Assmann | ||
Ausiliari | Dominik Schwaderlapp[1], Ansgar Puff[2], Rolf Steinhäuser[3] | ||
Presbiteri | 884, di cui 729 secolari e 155 regolari 2.159 battezzati per presbitero | ||
Religiosi | 222 uomini, 1.139 donne | ||
Diaconi | 268 permanenti | ||
Abitanti | 5.536.443 | ||
Battezzati | 1.909.400 (34,5% del totale) | ||
Stato | Germania | ||
Superficie | 6.181 km² | ||
Parrocchie | 514 | ||
Erezione | II secolo[4] | ||
Rito | romano | ||
Cattedrale | San Pietro e Santa Maria | ||
Santi patroni | Sant'Orsola San Gereone San Quirino | ||
Indirizzo | Marzellenstrasse 32, D-50668 Köln | ||
Sito web | www.erzbistum-koeln.de | ||
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc) | |||
Chiesa cattolica in Germania | |||
L'arcidiocesi comprende le città di Colonia, Bonn, Düsseldorf, Leverkusen, Remscheid, Solingen e Wuppertal, parte del circondario Euskirchen (Bad Münstereifel, Euskirchen, Zülpich, Weilerswist, Mechernich), i distretti Mettmann, Oberbergischer Kreis, i comuni Neuss, Dormagen, Grevenbroich, Kaarst, Rommerskirchen, Büderich (Meerbusch) e Glehn (Korschenbroich), i distretti Rhein-Erft-Kreis, Rhein-Sieg-Kreis e Rheinisch-Bergischer Kreis. Anche alcuni comuni dello stato Renania-Palatinato fanno parte della diocesi.
Sede arcivescovile è la città di Colonia, dove si trova la cattedrale, dedicata a San Pietro e a Santa Maria.
Il territorio si estende su 6.181 km² ed è suddiviso in 514 parrocchie, raggruppate in 7 decanati urbani e 8 decanati foranei.
La provincia ecclesiastica di Colonia comprende le seguenti suffraganee.
Fin dagli inizi della sua fondazione, la città di Colonia e il suo territorio diocesano si arricchirono di molte abbazia, monasteri e collegiate.
Nella città episcopale, oltre al duomo (la Hohe Domkirche St. Peter und Maria), si trovavano delle importanti e potenti collegiate, ossia le chiese di San Severino, Sant'Orsola, San Gereone, San Cuniberto, Santa Maria in Campidoglio, Sant'Andrea, Santi Apostoli, Santa Maria ad Gradus, Santa Cecilia. Quasi tutte queste chiese subirono pesanti danni durante la seconda guerra mondiale e la maggior parte di esse fu praticamente ricostruita: tali ricostruzioni furono accompagnate da scavi archeologici, che hanno permesso di stabilire non solo la storia dell'edificio si culto, ma anche la storia della primitiva comunità cristiana di Colonia.
Molte sono le istituzioni abbaziali presenti del territorio dell'arcidiocesi e il loro numero era ancora più grande prima delle perdite territoriali, che hanno diminuito di molto il territorio odierno rispetto a quello dell'antica arcidiocesi (precedente il 1821). Appartenevano all'arcidiocesi, tra le altre, le abbazie di Werden, di Kornelimünster, di Grafschaft, di Stavelot, di Kamp, di Steinfeld, di Brauweiler, di Deutz.
Non si può stabilire con certezza l'epoca in cui la civitas romana di Colonia Agrippina ebbe per la prima volta un vescovo. Scavi archeologici hanno rivelato l'esistenza di cristiani a Colonia già verso la metà del II secolo e Ireneo di Lione, nel suo Adversus haereses, parla dei cristiani che vivono in Germania, e senza dubbio gruppi di cristiani esistevano nelle due capitali provinciali dell'epoca, Colonia per la Germania inferiore e Magonza per la Germania superiore.
Il primo vescovo documentato è san Materno, che fu inviato a Roma dall'imperatore Costantino nel 313 e che partecipò al primo concilio di Arles nel 314. Dopo di lui, gli antichi cataloghi episcopali riportano una serie di nomi di vescovi per i quali tuttavia è pura congettura stabilire date certe di episcopato; molti di loro inoltre sono noti solo per la loro presenza nei cataloghi, ma non sono comprovati da documenti storici.
Sembra che Colonia, in qualità di capitale provinciale, abbia esercitato, sul finire dell'impero romano, alcuni diritti metropolitici sulla civitas Tungrorum, primitiva sede dei futuri vescovi di Liegi; di certo in epoca franca, la sede di Tongeren appare costantemente come suffraganea di Colonia, la quale tuttavia non era sede metropolitana, così come risulta, ad esempio, nel concilio di Reims del 627, dove il vescovo Cuniberto non siede assieme ai metropoliti; alcuni vescovi ebbero comunque il titolo di arcivescovo, ma come titolo personale.
Solo verso la fine dell'VIII secolo, con il vescovo Ildeboldo, si affermò la provincia ecclesiastica di Colonia; inizialmente comprendeva le diocesi di Liegi e di Utrecht, e quelle sassoni di Münster, Osnabrück e Brema (fino all'864); a queste si aggiunse ben presto la diocesi di Minden.
In epoca carolingia furono anche stabiliti in modo definitivo i confini dell'arcidiocesi: attraversata dal Reno, che la divideva in due parti quasi uguali, era delimitata a nord dalle sedi di Utrecht e di Münster, ad est da quelle di Paderborn e di Magonza, a sud dalla diocesi di Treviri e ad ovest da quella di Liegi. La suddivisione interna in decanati sembra risalire all'epoca del vescovo Anno II (1056-1075); comprendeva 22 decanati rurali e il decanato urbano di Colonia, raggruppati in dieci arcidiaconati, quattro maggiori (Colonia, Bonn, Xanten e Soest) e sei minori.
Il primo sinodo provinciale certo che si svolse a Colonia fu quello dell'870, durante il quale l'arcivescovo Williberto consacrò la cattedrale. Dei precedenti sinodi, quello che ha fatto maggiormente discutere gli storici fu quello celebrato il 12 maggio 346, i cui atti risalgono tuttavia non prima del X secolo; gli atti sono certamente spuri, cosa che inficia lo stesso concilio, ma l'elenco dei vescovi ivi riportato è autentico.[5]
A partire dal X secolo, grazie ai privilegi concessi dall'imperatore Ottone I, iniziò ad affermarsi il principato ecclesiastico di Colonia, che fu uno dei maggiori del Sacro Romano Impero. I diritti comitali sui gau di Colonia e di Bonn costituirono il nucleo principale attorno ai quali si costituì la potenza territoriale degli arcivescovi di Colonia, che venne pian piano ad accrescersi nel corso dell'XI e del XII secolo, fino all'acquisizione nel 1180 del ducato di Vestfalia.[6] La città di Colonia divenne una città libera nel 1288 e la capitale del principato fu trasferita a Bonn, dove gli arcivescovi fecero costruire un sontuoso palazzo. L'arcivescovo di Colonia fu ufficialmente riconosciuto nel 1357 come uno dei principi elettori dell'impero con l'ufficio di arcicancelliere imperiale per l'Italia. Il principato elettorale ecclesiastico con vari acquisti e donazioni si estendeva lungo una striscia di terra di circa 100 km. sulla riva sinistra del Reno ad est di Jülich e, sull'altra riva possedeva il ducato di Vestfalia e le regioni di Berg e la Mark.
Il 21 maggio 1388, con bolla di papa Urbano VI, fu fondata l'università di Colonia, che aprì i suoi corsi il 6 gennaio successivo con 21 professori e circa 700 studenti. Quella di Colonia fu la prima università in ambito imperiale istituita dalla Chiesa.[7] Durante la riforma protestante, l'università fu una roccaforte cattolica contro i tentativi di imporre la nuova confessione religiosa.
In seguito alla riorganizzazione ecclesiastica dei territori del Belgio e dei Paesi Bassi nel XVI secolo, il 12 maggio 1559 Colonia cedette una porzione del suo territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di Roermond. Contestualmente, la provincia ecclesiastica fu ridotta alle diocesi di Liegi, di Münster e di Osnabrück; la diocesi di Minden scomparve con l'affermarsi della riforma protestante.
All'inizio degli anni ottanta del XVI secolo l'arcivescovo Gebardo Truchsess von Waldburg (1577-83), deciso a sposarsi, si convertì al calvinismo e cercò di secolarizzare l'arcivescovato col supporto olandese,[8] ma la popolazione, aiutata dalla Baviera, impedì questo processo, insediando come nuovo arcivescovo il principe Ernesto di Baviera. Da allora fino al 1761 la carica di arcivescovo fu assegnata ai secondogeniti dei principi bavaresi Wittelsbach. Nel corso del XVIII secolo l'elettore gradualmente assommò altre sovranità ecclesiastiche in unione personale (Ratisbona, Osnabrück, Hildesheim, Paderborn, Münster), rendendolo uno dei principi più importanti della Germania nord-occidentale.
Il principato ecclesiastico fu soppresso tra Settecento e Ottocento: dopo il 1795 i suoi territori sulla riva sinistra del Reno furono occupati dalla Francia, a cui furono annessi nel 1801 dopo la pace di Lunéville; il Reichsdeputationshauptschluss del 1803 secolarizzò il resto del principato ecclesiastico (27 aprile 1803), assegnando il ducato di Vestfalia al langravio di Assia-Darmstadt. Soppresso il principato, la residenza dell'arcivescovo fu riportata da Bonn a Colonia.
Anche l'arcidiocesi, a seguito degli avvenimenti politici, subì importanti variazioni. L'arcivescovo Massimiliano d'Asburgo-Lorena, di fronte all'avanzata delle truppe rivoluzionarie francesi, fuggì a Vienna, dove morì nel 1801; in seguito, l'arcidiocesi rimase vacante fino al 1824. I territori sulla riva sinistra del Reno, compresa la città di Colonia, entrarono a far parte della nuova diocesi di Aquisgrana, mentre quelli posti sulla riva destra furono amministrati dal vicario capitolare von Kaspers e dal vescovo ausiliare Klemens August Maria von Merle († 1810).
Il 16 luglio 1821, con la bolla De salute animarum, papa Pio VII riorganizzò le circoscrizioni ecclesiastiche cattoliche nel regno di Prussia. L'arcidiocesi di Colonia vide ridursi di molto il suo antico territorio, buona parte del quale passò alle diocesi di Münster e di Paderborn; porzioni minori furono cedute alle diocesi di Liegi (dalla quale però acquisì diverse parrocchie) e di Treviri; d'altro canto, l'arcidiocesi acquisì la quasi totalità del territorio della soppressa diocesi di Aquisgrana. Contestualmente, la nuova provincia ecclesiastica di Colonia comprendeva le diocesi di Treviri, di Münster e di Paderborn.
Tre anni dopo si raggiunse un accordo per la nomina del nuovo arcivescovo, Ferdinand August von Spiegel, al quale spettò il compito di riorganizzare l'arcidiocesi. Momenti di tensione con il governo prussiano, luterano, si ebbe in occasione della questione dei matrimoni misti fra cattolici e protestanti, che vide coinvolto anche il suo successore, Clemens August Droste zu Vischering, il quale fu arrestato e imprigionato per un anno e mezzo.
L'arcivescovo Paul Ludolf Melchers partecipò al concilio Vaticano I e visse gli anni difficili del Kulturkampf; fu arrestato e imprigionato per diversi mesi, prima di essere deposto d'autorità dal governo nel 1876; costretto all'esilio a Maastricht, dette le dimissioni nel 1885.
L'arcidiocesi divenne nell'Ottocento il vero centro culturale e religioso del cattolicesimo tedesco. Le maggiori organizzazioni cattoliche tedesche ebbero la loro origine nell'arcidiocesi: la Gesellenverein a Colonia, la Borromäusverein a Düsseldorf, le Missionsverein ad Aquisgrana. Due sono le istituzioni teologiche principali dell'arcidiocesi: l'università cattolica di Bonn, fondata nel 1818, e il seminario maggiore di Bensberg, presso Colonia, inaugurato il 27 marzo 1929.
Tra l'Ottocento e il Novecento, l'arcidiocesi subì alcune modifiche territoriali:
In forza del concordato con la Prussia del 1929, al capitolo della cattedrale è concesso il privilegio di eleggere i propri arcivescovi su una terna di nomi proposta dalla Santa Sede, cui segue la nomina formale e canonica da parte del papa.
A Colonia si è tenuta la Giornata mondiale della gioventù del 2005 dal 15 al 21 agosto, alla presenza di papa Benedetto XVI.
Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati. Sono diversi i manoscritti antichi che riportano il catalogo episcopale di Colonia.[10] Il più antico di questi è della fine del X secolo e si ferma al vescovo Warino (976-984). Secondo Louis Duchesne la serie episcopale antica è degna di fede, benché sia lacunosa nei primi secoli, non sempre ordinata cronologicamente e vi siano alcune omissioni di vescovi storicamente accertati.[11]
L'arcidiocesi nel 2021 su una popolazione di 5.536.443 persone contava 1.909.400 battezzati, corrispondenti al 34,5% del totale.
anno | popolazione | presbiteri | diaconi | religiosi | parrocchie | ||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
battezzati | totale | % | numero | secolari | regolari | battezzati per presbitero | uomini | donne | |||
1950 | 2.973.012 | 4.797.231 | 62,0 | 2.442 | 1.929 | 513 | 1.217 | 680 | 9.012 | 707 | |
1969 | 2.712.000 | 5.075.000 | 53,4 | 2.392 | 1.610 | 782 | 1.133 | 5 | 1.322 | 6.880 | 801 |
1980 | 2.531.845 | 5.050.601 | 50,1 | 2.095 | 1.397 | 698 | 1.208 | 106 | 979 | 4.643 | 796 |
1990 | 2.465.000 | 5.000.000 | 49,3 | 1.781 | 1.186 | 595 | 1.384 | 204 | 913 | 3.066 | 815 |
1999 | 2.320.000 | 5.300.000 | 43,8 | 1.487 | 1.063 | 424 | 1.560 | 292 | 575 | 2.561 | 806 |
2000 | 2.301.000 | 5.325.000 | 43,2 | 1.464 | 1.040 | 424 | 1.571 | 286 | 576 | 2.465 | 802 |
2001 | 2.280.000 | 5.300.000 | 43,0 | 1.365 | 992 | 373 | 1.670 | 290 | 507 | 2.305 | 797 |
2002 | 2.250.000 | 5.300.000 | 42,5 | 1.377 | 986 | 391 | 1.633 | 295 | 547 | 2.266 | 790 |
2003 | 2.232.000 | 5.320.000 | 42,0 | 1.366 | 977 | 389 | 1.633 | 289 | 550 | 2.088 | 780 |
2004 | 2.220.000 | 5.400.000 | 41,1 | 1.340 | 943 | 397 | 1.656 | 289 | 561 | 2.046 | 767 |
2006 | 2.191.905 | 5.360.000 | 40,9 | 1.288 | 906 | 382 | 1.701 | 295 | 525 | 1.931 | 743 |
2013 | 2.069.152 | 5.417.865 | 38,2 | 1.033 | 837 | 196 | 2.003 | 309 | 294 | 1.541 | 546 |
2016 | 2.038.000 | 5.394.686 | 37,8 | 975 | 796 | 179 | 2.090 | 302 | 260 | 1.367 | 527 |
2019 | 1.942.733 | 5.509.371 | 35,3 | 939 | 757 | 182 | 2.068 | 271 | 252 | 1.263 | 527 |
2021 | 1.909.400 | 5.536.443 | 34,5 | 884 | 729 | 155 | 2.159 | 268 | 222 | 1.139 | 514 |
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