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La sua posizione geografica si situa tra 5 e 10 gradi Nord di latitudine. Il clima dello Sri Lanka è nettamente tropicale, caratterizzato da un alternanza tra monsoni e stagioni secche. Il paese è per tutto l’arco dell'anno sotto un clima caldo e moderato, influenzato soprattutto da venti oceanici, dai quali consegue un forte apporto d’umidità. La stagione delle pioggie è difatti influenzata dai monsoni provenienti dal Bengala e dall’oceano Indiano. L’umidità giornaliera è generalmente alta nel sud-ovest e nelle zone montagnose. Possiamo catalogare un’umidità media giornaliera tra il 70% e l’80% durante l’arco di un anno.
La temperatura minima toccata sull’arco di un’anno: Nuwara Eliya, 16°C. La temperature massima toccata sull’arco di un anno: Trincomalee, 32°C.
Mese più freddo:
Gennaio
Mese più caldo:
Maggio
La temperature dell’acqua ed atmosferica sulla costa riamangono generalmente stabili attorno ai 27°C. Lo Sri Lanka è caratterizzato da quattro stagioni delle pioggie.
I venti originatosi a sud-ovest, sull’oceano Indiano, portano con loro l’umidità di quest’ultimo. Quando questi venti incontrano i versanti delle montagne del settore sud-ovest scaricano forti piogge sui versanti.
Si verificano burrasche e cicloni tropicali, questi ultimi portano piogge a sud-ovest, nord-est, ed in tutte le zone orientali dell'isola.
I monsoni provengono dalla spiaggia del Bengala, geograficamente situata a nord dello Sri Lanka.
Caratterizzata da venti e rovesci temporaleschi serali d’intensità e durata variabili.
<<Un’aumentazione del tasso di precipitazioni porta a ricorrenti inondazioni e notevoli danni alle infrastrutture pubbliche e private, causando gravi perdite monetarie nell’economia urbana>>
La superficie dello Sri Lanka è caraterizzata per più del 90% da roccia Precambriana, la quale si stima vecchia all’incirca di 2 billioni d’anni. Le roccia degli altopiani contiene Gneiss, Grafite, Quarzite, marmi, le quali predominano anche nel resto dell’isola. La roccia metamorfica superficiale, deriva dai processi di formazione sottoposti ad alta pressione e calore, causati dagli spostamenti delle zolle (o placche) tettoniche. La teoria della tettonica a zolle suggerisce che queste rocce e scogli derivano da un’unica massa tettonica chiamata Gondwana. Grazie alla sua posizione privilegiata sulla zolla tettonica, non è sottoposto a terremoti o eventi vulcanici di proporzioni importanti. Difatti, situandosi al centro della placca tettonica, lontano dai punti di frizione che portano a fenomeni sismici, non teme fenomeni preoccupanti ed altamente pericolosi sulla Scala Richter. In seguito a successivi eventi di dispersione e sfaldamento di Gondwana, la fauna d’origine Eurasiatica si è sparsa in India e nello Sri Lanka, dando vita a differenti habitat naturali.
I fiumi dello Sri Lanka nascono negli altopiani centrali e scorrono a raggiera in direzione della costa. I fiumi principali sono una quindicina e vantano una lunghezza che si aggira attorno ai 100 km. Negli altopiani i corsi fluviali sono spesso interrotti, deviati e suddivisi a causa della presenza di discontinuità nel terreno, causando la formazione di cascate e rapide, le quali nell’arco degli anni hanno eroso un passaggio attraverso gli altipiani centrali, le pianure e le zone collinose fino a toccare le coste dello Sri Lanka. I fiumi sono generalmente in buona parte navigabili, sovente soggetti ad esondazioni stagionali. L'intervento dell'uomo ha modificato la direzione di alcuni fiumi, al fine di realizzare dei progetti utili nel campo idroelettrico, agricolo e del trasporto. Nel nord-est, sud-est, certi fiumi fungono da risorsa come alimentazione per i numerosi laghi artificiali (serbatoi), i quali immagazzinano l'acqua per ovviarne la mancanza nella stagione secca.
Le tre zone più distinte sono situate a differenti livelli d’altitudine:
La zona umida occupa la parte meridionale dell’isola. La temperatura varia tra i 22-33°C, e la pluviometria indica precipitazioni di 2500-5000 mm annui. Queste foreste sono sempreverdi e dominate da Dipterocarpaceae. La parte montagnosa e quella sud-ovest del paese, conosciuta anche come zona umida, è toccata da forti precipitazioni annue, che toccano mediamente i 2500 mm. La parte nord, sud-est ed est dello Sri Lanka, riceve mediamente tra i 1200-1900 mm annuali di pioggia. Gran parte della pioggia cade in ottobre-gennaio, gli organismi si sono dunque adattati per stoccare e conservare, o addirittura estrarre dalla biomassa circostante il più alto tasso d’umidità possible. Le montagne si situano al centro sud dello Sri Lanka, facendone il centro del paese. Gli altopiani centrali dello Sri Lanka s’innalzano fino a 2500 metri di altezza circa. Il cuore di quest’area tratta una pianura d’altitudine che conta una lunghezza di approssimativamente 65 km. Il plateau della zona montagnosa è costeggiato a ovest da una piana (Hatton plateau) caratterizzato da creste, inclinate verso il basso in direzione nord. A est troviamo il bacino Uva, zeppo di colline erbose attraversate da valli e profonde gole. La foresta pluviale montana si situa a un’altitudine tra gli 800-1500 m. Nonostante piovano unicamente 1500-2000 mm annui, l’umidità elevata rende questa zona molto rigogliosa. Soventemente troviamo nebbia e foschia su questi paesaggi montani, questo a causa dell’umidità.
Nella zona umida, la vegetazione dominante della pianura è una foresta sempreverde tropicale, con alberi ad alto fusto, ampio fogliame, e un fitto sottobosco di viti e rampicanti. Foreste sempreverdi subtropicali simili a quelle dei climi temperati fioriscono nelle altitudini più elevate. La percentuale maggiore della superficie dell’isola è caratterizzata da pianure situate tra i 30 e 200 metri sopra il livello del mare.
La zone secca è la zona climatica più ampia, si estende nel nord, nel sud e nel sudest delle terre a bassa altitudine. La parte arida è rappresentata dal nord-ovest ed il sud-est dello Sri Lanka. Qui, le precipitazioni cadono durante i monsoni invernali, ma si lmitano a 600-1200 mm annui. La fascia costiera si estende a partire da circa trenta metri dal livello del mare, circoscrivendo l’intera isola. La costa è costituita da sabbia frastagliata e da molteplici lagune. In alcune zone possiamo ritrovare letti di calcare, come nella penisola di Jaffna. A Trincomalee (costa nord-est) e Galle (costa sud-ovest) troviamo scogliere, baie ed isole. Ciò, causa un intreccio di rami che forma un baldacchino molto fitto, impedendo la penetrazione dei raggi solari e del vento secco. Quando l'acqua è assente, le pianure della zona secca sono dominate da macchie marroni e grige. Quando l'acqua diventa disponibile, durante la stagione delle piogge o per la vicinanza di fiumi e laghi, la vegetazione esplode in svariate tonalità di verde, con una grande varietà di splendidi fiori. Molteplici acacie in fiore sono ben adattate alle condizioni aride e prosperano sulla penisola di Jaffna. Tra gli alberi delle foreste secche vi sono alcune specie pregiate, come satinwood, ebano (Diospyros ebenum), ironwood, e mogano (Swietenia).
Alle quote più elevate troviamo invece delle foreste sempreverdi subtropicali, molto simili quindi alle foreste dei climi più temperati.
Rhododendron arboreum ssp Zeylanicum, una rara sottospecie di Rhododendron arboreum. La densità di vegetazione totale, calcolata sul numero d’individui per ettaro, indivdui come alberi, arbusti, erbe e piante, è stato stimato a 240.000 (individui/ettaro).
Nelle piane delle alture troviamo aree limitate su cui si estende un tappeto erboso chiamato Patanas. Nella piana di Horton, nel bacino Uva e nei dintorni di Nuwara Eliya possiamo trovare questo caratteristico tipo di manto erboso.
Nelle lande costali troivamo palme d’areca (Areca catechu) e di noce di cocco (Cocos nucifera).
Questa zona è prediletta dalle mangrovie e dagli alberi di Pandanus. Le altre piante che scelgono la zona costiera come habitat sono eucalipti, cipressi ed acacie.
Comprende una serie di micro-habitat che variano da una zona all’altra. Possiamo identificare alcune foreste tropicali sempreverdi, con fitte fila di Bambù gigante, pascoli montani (patanas) e praterie (talawas). Lo sfruttamento umano economico e sociale sta inesorabilmente eliminando una sempre maggiore superficie di vegetazione.
Vari boschetti caratterizzano la vegetazione, le specie di piante responsabili sono per lo più:
Lo Sri Lanka si situa nell’eco-zona Indohimalayana ed è una delle 25 culle della biodiversità nel mondo. Difatti, nonostante la grandezza, la sua biodiversità non ha eguali in tutta l’Asia. In Sri Lanka troviamo un discreto numero di riseve naturali, 24 per la precisone. Nel nord-ovest troviamo il Parco Nazionale Wilpattu, il più grande dello Sri Lanka. Il parco nazionale di Yala nel sud-est della ragione funge da casa per vari branchi d’elefanti (Elephas maximus indicus), cervi (Rusa unicolor) e pavoni (Pavo cristatus), proteggendoli dall’avanzata dell’uomo, il quale estorce sempre più terra alla natura. Una specie residente in via d’estinzione è il leopardo dello Sri Lanka (Panthera pardus), una sottospecie di leopardo. L'isola ha quattro riserve forestali di grande importanza, Bundala, Hurulu Forest Reserve, Kanneliya-Dediyagala-Nakiyadeniya, e Sinharaja. Lo sfuggente Centropus chlororhynchus e la gazza azzurra beccorosso (Urocissa erythrorhyncha), rari uccelli tipici della foresta pluviale, risiedono attualmente nella riserva di Sinharaja. Quest’ultima è essenziale nel consentire e nel conservare gli habitat per molti uccelli acquatici come pellicani, ibis e cicogne.
Il clima è tropicale ed umido. La costa del Malabar è la parte più umida di tutta l’India del sud.
Si riferice alla costa sud-ovest dell’India. Questa regione rimane tra la piana costiera degli stati di Karnataka e Kerala, tra il passo montano del Ghati ovest, ed è affiancato dal mare Arabico. La lunghezza della costa vanta 845 km. La parte sud di questa regione è caratterizzata dai passi sud-ovest delle foreste decidue umide. Possiamo trovare molteplici porti marittimi quali Muziris, Beypore e Thundi. Essendo le coste esposte al commercio marittimo, le citta nel Malabar sono cosmopolite, contenenti differenti etnie e religioni, come musulmani, cristiani ed ebrei. Geograficamente, la costa del Malabar, in particolare sui suoi pendii montani del fronte sud-ovest, comprende la regione più umida del sud dell'India. Difatti i passi montani intercettano le pioggie monsoniche cariche d’umidità, provocandone la ricaduta sotto forme di pioggia. Queste precipitazioni prendono il nome di piogge monsoniche.
Le foreste pluviali presenti in Malabar includono 3 eco-regioni.
A 250 metri di altezza sopra il livello del mare troviamo un’area di 35.000 km2. Tuttora il 95% di queste foreste non esiste più, ha subito una grande perdita in superficie. Le odierne foreste si estendono lungo una stretta striscia di terra, attorniata dal mare arabico e dai passi montani ovest, entrambi paralleli alla costa. A livello di luoghi e nomi, possiamo sottolineare che questa zona si estende dal nord a meridione. Partendo da Maharashtra attraversiamo Goa, Karnataka e Kerala, per poi terminare a Kanniyakumari (parte meridionale di Tamil Nadu). Questa regione è circoscritta ed attorniata da:
Una gran parte della sua superficie è stata rimpiazzata per scopi agricoli, bestiame e piantagioni di teak.
Queste foreste crescono ad altitudini intermedie, fino ad un massimo di 1000 metri. Le foreste decidue umide si situano a un’altitudine più bassa e sono circondate dalla foresta pluviale di montagna (foresta nebulosa). Si situano come detto in precedenza a sud dell’India. Quest’area si estende nella porzione Sud del Ghati dell’Ovest e nelle colline del Nilgiri. L’altitudine di questa vegetazione parte dai 250m, e si eleva fino ai 1000m d’elevazione su tre stati, Kerala, Tamil Nadu e Karnatka. L’area su cui si estende questa eco-regione è di 23,800 km2 circa, inferiore rispetto alle foreste umide della costa (35000 km2). Geograficamente si estende dal Ghati meridionale-occidentale, fino alle cime delle colline Nilgiri e Palni. Agastyamalai e Anamalai sono compresi in questa eco-regione indiana.
Coprono le aree sopra i 1000 metri d’altitudine. Più precisamente ricoprono il territorio sopra i 1000 metri, nella porzione sud del Ghati occidentale, che comprende Kerala e Tamil Nadu. Qui il clima è più freddo rispetto alle foreste decidue umide. Questa eco-regione è veramente importane perché è una delle più ricche in numero di specie, endemiche e non. La sua superficie è inferiore alle due eco-regioni trattate in precedenza, copre un’area di soli 22.600 km2. Una bassa percentuale (13% all’incirca) di questa foresta è stata classificata come zona protetta. Al sud del Ghati occidentale possiamo identificare i più alti picchi della catena montuosa. Il più alto prende il nome di Anai Mudi nello stato di Kerala e tocca i 2695 metri d’altezza sopra il livello del mare. Il Ghati, come catena montuosa è responsabile di fenomeni atmosferici, quali la formazione di condensa e pioggia. L’umidità dei venti monsonici che giungono dal mare d’Arabia s’innalza sul Ghati, e portano pioggia su questa eco-regione. Della penisola indiana, il Ghati sud-occidentale, ha il vanto d’essere la porzione più umida. Le foreste pluviali sono attorniate dalle foreste decidue umide e costiere. Quest’ultime, si situano in zone più secche in confronto alla qui citata foresta pluviale del Ghati.
Le foreste sono lussureggianti e altamente diversificate, grazie alla presenza di micro-climi (dipendenti dall’altitudine) e d'un clima umido e piovoso che permette un tenore di vita vegetale elevato. L’habitat predominante tratta le foreste sempreverdi umide montane. Difatti vi troviamo una grande ricchezza specifica endemica e non. Il fitto intreccio, creato dall’intersezione dei differenti rami delle piante a stretto contatto, toglie luce al suolo. L’intreccio si crea nei rami più elevati, tra i 15-20 metri di altezza dal suolo. Qui di seguito citiamo alcuni alberi responsabili di questo fenomeno naturale:
Nageia è molto importante se comparata all’evoluzione del nostro continente. Questa specie è una conifera podocarpica figlia dell’antico supercontinente Gondwana. L’umidità fa si che in queste foreste troviamo molto muschio, epifite, e non di meno una svariata gamma d’Orchidee.
Un altro habitat predominante sono i pascoli ed i boschi, questi ultimi sono poco fitti e comprendono piccoli alberi. Questo insieme si trova tra 1.900-2.220 m d’altitudine. Sotto gli alberi troviamo un livello caratterizzato da un fitto strato arbustivo. Come in precedenza affermato, questi boschi si alternano a praterie montane. Queste praterie possiedono specie in grado di resistere alle intemperie ed ai fenomeni fisci piu estremi, quali il fuoco ed il gelo.
La fauna è ricca e variata, conta 78 mammiferi, dei quali 10 sono endemiche. In questa eco-regione troviamo un alto numero di speci d’uccelli, 309 per la precisione. Come in Sri Lanka, anche qui troviamo un’importante numero d'elefanti (Elephas maximus indicus).
Nei felini in pericolo classifichiamo la tigre asiatica (Panthera tigris), il leopardo (Panthera pardus) ed il giaguaro (Bos gaurus). Nei canidi troviamo i cani selvatici (Cuon alpinus). Un’altra specie sempre più in pericolo è quella dell'orso labiato (Melursus ursinus). Il Tahr del Nilgiri (Nilgiritragus hylocrius), un mammifero ungulato endemico, situa il suo habitat nelle colline del Nilgiri, fino alla parte meridionale del Ghati. È insediato in soli 400km2 nelle “shola-grassland”, habitat formato da boschi e pascoli. Dell’ordine dei primati troviamo il macaco dalla coda di leone (Macaca silenus) e il macaco del Nilgiri (Semnopithecus johnii).
Il clima è tropicale monsonico. Troviamo l’alternanza di una stagione calda e piovosa ad una stagione leggermente più fresca, ma secca. La piovosità è scarsa nelle zone interne dove regnano boscaglia e savana. Nelle zone più aperte alle coste e sui monti, le pioggie sono copiose. Qui domina invece una lussureggiante giungla tropicale. Le temperature invernali si aggirano tra i 25°C ed i 30°C, quelle estive invece tra i 35°C ed i 41°C.
I suoli sono composti da granite, gneiss, graniti e schiste, donando loro un colore rossastro. Nella terminologia geologica possiamo parlare di Entisuoli, Inceptisuoli ed Alfisuoli. I seguenti sono poveri in materiale organico ed azoto, ma relativamente ricchi in potassio. Questo è dovuto al fatto che le piane del Deccan nascono da un ambiente vulcanico. Il basalto vulcanico da vita ai Vertisuoli, caratterizzati da una grande capacità di ritenzione idrica.
La vegetazione è influenzata dalla temperatura, dalla quantita d’acqua disponibile e dal suolo, molto caratteristico. La rugiada notturna diventa di vitale importanza per le specie che vivono in questa eco-regione. I due tipi di vegetazione principali sono le foreste umide e le foreste secche, le quali si suddividono a loro volta in due sottogruppi.
Le piante ibernano perdendo le foglie nella stagione invernale, attendono la primavera per sbocciare in fiore. Ci troviamo nella regione piovosa dei Ghati occidentale, dove le montagne si fondono con il plateau. La zona interessata si situa tra i 400-600 metri d’altitudine. Qui le pioggie annuali dei monsoni sud-ovest si aggirano attorno ai 1000 mm. Gli alberi più imponenti non chiudono la vista del cielo, stiamo quindi parlando di una foresta a tetto aperto. A questa vegetazione segue un sottobosco con la presenza di diversi arbusti.
Nelle foreste più a nord troviamo alberi nominati "Sal" (Shorea robusta), simili al teak, dai quali dipende un fiorente commercio di legname, di vitale importanza nell’economia Indiana.
Per il sottobosco indichiamo Careya arborea come specie rappresentativa.
Numerose epifite, in special modo orchidee fioriscono nella stagione secca.
Erbe caratterizzate da bulbi sotterranei sono molto frequenti, come ad esempio Curculigo orchioides.
I fiumi Godavari e Krishna con le loro diramazioni scorrono verso est, in valli scavate negli altopiani. Qui il suolo è ricco di materiali per via dell’erosione delle acque fluvial che solcano le valli. In relazione a questo fatto gli alberi sono più densamente distribuiti sul territorio. Da terra i rami non impediscono la vista del cielo. La durata del periodo rigido (perdita delle foglie o ibernazione) è di corta durata. La foresta presenta molteplici strati e lo strato erbaceo è sostanzialmente sempreverde. Nelle stagioni delle pioggie durante i monsoni sono frequenti le inondazioni. Alcuni cespugli prossimi dei margini fluviali possono resistere semi-sommersi dalle acque.
Queste foreste non sono stratificate e anch’esse possiedono un baldacchino o tetto di rami più alti poco intrecciato, il cielo è dunque discretamente visibile dal suolo. Il colore della foresta durante la fioritura del periodo d’ibernazione è marcatamente prodotta da Firmiana colorata, la quale produce fiori a calice di un colore rosso-arancio.
I suoli poveri di nutrient accoppiati alla scarsita di pioggia ed alle alte temperature, hanno spinto la proliferazione di piante adattate a queste condizioni ambientali. Le piante sono poche e distanti tra di loro. Per ovviare all’evaporazione ed alla perdita d’acqua queste piante hanno evoluto le foglie in spine, come nel caso della famigerata Acacia. Gli arbusti hanno sviluppato la capacità d’effettuare il processo fotosintetico negli steli, sovente spine e succhi non ingeribili proteggono queste piante. Molte di loro sfruttano gli insetti come impollinatori, producendo fiori dai colori sgargianti. Questa terra brulla, infertile, ed ad un occhio poco attento, inadatta ad accogliere la vita, si manifesta in una delle più spettacolari e multicolori fioriture a livello continentale.
La zona è caratterizzata da un clima sub-umido. La pioggia portata dai monsoni meridionali è sufficente per mantenere irrorati campi. I molti fiumi che discendono dall’Himalaya provvedono efficentemente al sostentamento di buona parte della coltivazioni. Le temperature possono variare dai 7°C ai 45°C, uno sbalzo termico non irrilevante. Come in gran parte delle piane indiane il clima è anche qui suddivio in quattro stagioni. Le precipitazioni sono irregolarmente distribuite sul territorio, senza contare il fatto che la pluviometria è relativamente bassa, si aggira infatti attorno ai 500-1400 mm annui.
Le pianure alluvionali del Gange prendono anche il nome di Grandi Pianure. Vengono suddivise in tre regioni, superiore, media ed inferiore. Da est ad ovest la piana superiore del Gange porta una lunghezza di 550 km, ed un larghezza di 380 km all’incirca. In totale occupano un area di 700000 km2. La sua elevazione varia tra i 100 ed i 300 metri di livello sul mare. Geograficamente possiamo collocare nella pianura gangetica superiore la piana della valle dell’Indo, la piana del Punjab ed Haryana. Le piane di Punjab e d'Haryana sono irrigate dai fiumi Ravi, Beas, e Sutlej.
Tra I vari fiumi più conosciuti che si estendono nella pianura Gangetica evidenziamo il Gange, lo Yamuna, il Ghaghara ed il Camball. Le pianure alluvionali sono bagnate da due grandi fiumi, il Gange e l’Indo, che si dividono a loro volta in diversi affluenti che garantiscono un’ottima irrigazione.
Questa zona è espletata dall’agricoltura, coltivazioni di grano e di riso sono il raccolto principale. La loro coltivazione viene effettuata in rotazione. Altri generi alimentari coltivati sono rappresentati da mais, zucchero di canna e cotone. Nella piana gangetica superior troviamo quattro differenti forme di vegetazione distinte:
La foresta originaria della pianura sopraelevata del gange, è occupata in maggioranza da Shorea robusta (sal). La foresta è formata da un alto tetto composto dalle fronde degli alberi, raggiungendo altezze attorno ai 35 metri. Purtroppo di questa foresta ne rimane soltanto una piccola parte. A causa delle notevoli variazioni climatiche locali, topografiche e geologiche, la morfologia e la composizione delle specie varia altamente. Ad esempio, la vegetazione è limitata nelle zone collinari ed aride, ma sul versante dell’Himalaya esterno può arrivare fino ad altitudini di 1500m. L’habitat ideale per le foreste di Shorea (sal) si trova nei terreni argillosi a bassa quota.
Questa zona forestale si estende nella regione umida delle pianure alluvionali del Gange. Identifichiamo principalmente tre aree geografiche fluviali drenanti:
Erosione e inondazioni si verificano frequentemente durante i monsoni stagionali. La maggioranza di quest’area forestiera si è stabilita sui terrazzi alluvionali che restano a un livello più alto rispetto alla piana, terreni più stabili e per questo prediletti. È importante evidenziare che queste foreste si sviluppano in piccoli gruppi gregari. Lo strato arbustivo è ben sviluppato, talvolta eccede in densità, entrando in competizione con lo strato erbaceo, impedendone la crescita.
Alcuni suoli delle pianure del Gange sono ricchi di sale. Un drenaggio flebile combinato alle alte temperature causa l’evaporazione dell’acqua, depositando gli ioni nel suolo stesso. La struttura vegetativa potrebbe ricordare una semi-savana, dominata da Acacia arabica nei suoli limosi e da Butea frondosa nelle aree sature d’argilla maggiormente ricche d’acqua.
Cavità poco profonde che accumulano acqua piovana.
Queste pianure sommerse si estendono in tutta l’ampiezza del Gange, del Punjab e nella valle del Brahmaputra. Sono terreni poco drenati con un livello medio - alto di acqua di superficie.
Qui una specie regna su tutte le altre, Phragmites karka, notevolmente dominante nell’habitat.
Il clima e la vegetazione del Bengala sono marcatamente differenti in confronto alla parte nord dell’India, tanto da venir trattata come una provincia fine a se stessa. Possiamo identificare due leggeri cambiamenti climatici tra il nord e il sud del paese.
Il clima del Bengala è tuttavia praticamente unitario su tutta la provincia, e gli scarti di temperature sono molto meno marcati tra le stagioni. Le pioggie sono copiose abbondanti e durature. Le colline di Bahar proteggono il delta del Gange dal vento, lasciando un’atmosfera relativamente umida. Verso le pianure ovest troviamo una zona più secca dovuta alla presenza delle colline di Bahar, che in concomitanza all’aria umida proveniente dalla Baia del Bengala, influenzano direttamente il clima.
Il Bengala resta sul fianco della costa marittima ed include una parte del delta de Gange, da Balasor fino alla bocca di Fenny. Questa provinciaè circondata dai distretti collinosi di Orissa e Bahar all’ovest, mentre ad est viene circoscritta dalla vallata di Assam e da tre colline, rispettivamente Khasia, Chittagons e Tippera.La provincial del Bengala è perfettamente piatta e leggermente elevata al di sopra del fiume Cosi, uno degli affluenti che la percorrono.
Il Gange è il fiume principale del Bengala, che si dividerà poi in due affluenti lungo la provincia. Dalla regione Himalyana alle pianure costiere abbiamo un notevole dislivello, facendo si che ci sia una notevole varianza e ricchezza della fauna e della flora. In prossimità dell’Himalaya la superficie è più elevata, da qui nascono diversi fiumi, quali il Gange, il Brahmaputra ed altri corrispettivi affluenti.
La fertilità del Bengala è conosciuta, su di essa si estendono vegetazioni selvatiche e coltivazioni.La flora del Bengala differisce sotto molti aspetti dalla flora della Penisola della Malaisia.Difatti troviamo, solo in zone ristrette, Cycas, Noce moscata e querce, invece molto abbondanti nella penisola sopracitata.Una specie assai rimarchevole, presente in questa regione Indiana è Ethulia divaricata, essa si trova infatti unicamente nella provincial del Bengala.Nella parte nord delle giungle del Bengala troviamo in maniera diffusa la splendida Rosa involucrate.La pianta economicamente più importante della regione è la Shorea Robusta.
A settentrione in prossimità dell’Himalaya troviamo la provincia di Darjeeling dove si erge un foresta temperata con querce, rododendri e conifere.
Ad occidente il resto del Bengala viene diviso in due regioni, la foresta di Mangrovie costiera e la pianura Gangetica.
Nella vegetazione costiera regna la Casuarina, e lungo i fiumi si insediano in prevalenza Nipa fruticans e Phoenix paludosa.
Lungo il corso del Gange troviamo un bioma interessante, che prende il nome di paludi salate, chiamate Sunderbans, formate da una densa giungla.Qui, in prossimià di Megna l’innalzamento e l’abbassamento delle mare diventa importante, impedendo l’insediamento di vari arbusti e piante inadatte all’ambiente sommerso.Ai margini dell’oceano troviamo dunque alberi ed erbe capaci di resistere a tali condizioni ambientali, quali:
Gli arbusti più diffuse a distribuzione omogenea sono:
In tutta la provincia sono presenti numerose felci arboree e diverse orchidee epifitiche, come Vanda Roxburghii.
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