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Lo gneiss o gneis (pronuncia /ɡnɛis/ o /ɡnais/[2][3][4]), scritto anche gnais, dal tedesco Gneis (pronuncia tedesca [ɡnaɪs]) è una delle più comuni rocce metamorfiche costituenti la crosta continentale. È il risultato del metamorfismo regionale dinamotermico di rocce originarie (protoliti) di composizione sialica, ovvero ricche di quarzo e feldspati e povere di silicati ferro-magnesiaci. Si forma a grande profondità, per effetto delle mutate condizioni di pressione e temperatura, nelle zone di convergenza di due placche, durante la fase di subduzione e in quella successiva di collisione continentale, che danno origine alle catene montuose.
Gneiss | |
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Categoria | Roccia metamorfica |
Facies | diverse |
Protolito | granito, diorite |
Metamorfismo | regionale |
Minerali principali | quarzo, microclino, plagioclasio, muscovite, biotite[1] |
Minerali accessori | epidoto, apatite, tormalina, magnetite, ilmenite, zircone, titanite, pirite, cianite, sillimanite, andalusite, cordierite, granato, orneblenda, augite, clorite[1] |
Tessitura | massiccia o scistosa[1] |
Foliazione | molto elevata |
Peso di volume | 2600-3000 kg/m³[1] |
Colore | grigio[1] |
Il termine «gneiss» nacque alla fine del '700 per indicare una roccia che aveva dei minerali orientati lungo piani e che conteneva abbondanti feldspati. In seguito il termine è stato utilizzato con significato strutturale. Per molto tempo i geologi hanno indicato con questo nome tutte le rocce metamorfiche con una particolare tessitura, detta appunto «gneissica», nella quale la foliazione metamorfica è caratterizzata da un'alternanza di sottili letti ricchi in minerali lamellari – miche e cloriti in prevalenza – e letti molto più spessi formati in prevalenza da minerali granulari sialici – quarzo con uno o più feldspati.
La struttura, a seconda dei minerali che li costituiscono viene chiamata: struttura granoblastica se il litotipo è composto da quarzo e feldspati; struttura lepidoblastica se invece è composto da miche; viene chiamata struttura nematoblastica se contiene anfiboli o pirosseni; viene chiamata struttura peciloblastica e porfiroblastica se il litotipo è composto da feldspati e minerali a grana fine. La grana del litotipo è normalmente media, ma vi sono anche degli gneiss a grana minuta.[1]
Attualmente alcuni studiosi si basano sul chimismo dei litotipi per classificare gli gneiss e chiamano ortogneiss i campioni con un chimismo sialico o mesosilicico. Anticamente venivano chiamati ortogneiss i campioni derivanti da litotipi magmatici intrusivi cioè graniti e tonaliti, mentre venivano chiamati paragneiss i campioni derivanti da rocce sedimentarie come le arenarie, non considerando che le rocce derivanti da litotipi argillosi hanno un metamorfismo più elevato di quello dei granitoidi.[1]
In edilizia viene usata in lastre ottenute a spacco naturale in vari spessori, dai 3 cm ai 10/12 cm, oppure segate nei più svariati spessori; queste ultime possono essere: piano sega, fiammata, spazzolata o lucidata.[1]
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