San Zeno di Montagna
comune italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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San Zeno di Montagna (San Xén de Montàgna in veneto[5]) è un comune italiano di 1 431 abitanti della provincia di Verona in Veneto.
San Zeno di Montagna comune | |
---|---|
Il campanile della chiesa parrocchiale | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Veneto |
Provincia | Verona |
Amministrazione | |
Sindaco | Maurizio Castellani (lista civica) dal 28-5-2014 |
Territorio | |
Coordinate | 45°38′N 10°44′E |
Altitudine | 680 m s.l.m. |
Superficie | 28,24 km² |
Abitanti | 1 446[1] (31-12-2020) |
Densità | 51,2 ab./km² |
Frazioni | Lumini, Prada
Contrade: Borno, la Cà, Cà Longa, Cà Montagna (sede comunale), Canevoi, Cà Sartori, Cà Schena, Castello, Laguna, Prà Bestemà, la Pora, le Tese, San Zeno, Villanova[2] |
Comuni confinanti | Brenzone sul Garda, Caprino Veronese, Costermano, Ferrara di Monte Baldo, Torri del Benaco |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 37010 |
Prefisso | 045 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 023079 |
Cod. catastale | I414 |
Targa | VR |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[3] |
Cl. climatica | zona F, 3 253 GG[4] |
Nome abitanti | sanzenati o sanzenesi |
Patrono | san Zeno |
Giorno festivo | 21 maggio |
Cartografia | |
Posizione del comune di San Zeno di Montagna all'interno della provincia di Verona | |
Sito istituzionale | |
Il territorio comunale occupa una parte della catena del Monte Baldo, che separa il lago di Garda dalla Vallagarina e dal fiume Adige. Sorge in una posizione panoramica sovrastante l'alta costa veronese del Garda.
Confina con i seguenti comuni: a nord con Brenzone sul Garda, a nord-est con Ferrara di Monte Baldo, a sud-est con Caprino Veronese, a sud con Costermano e ad ovest con Torri del Benaco.
È facilmente raggiungibile grazie al casello sull'Autostrada A22 di Affi-Lago di Garda sud, situato a circa 13 km da San Zeno.
Il territorio del comune di San Zeno di Montagna si inserisce lungo il versante occidentale del Monte Baldo, caratterizzato da una serie di piccole valli che confluiscono, quasi tutte nel Lago di Garda o vengono intercettate dalla Val dei Lumini che le convoglia verso la piana di Caprino.[6] Analizzando la morfologia del territorio è possibile osservare come esso derivi dall’azione di un insieme di agenti morfogenetici cioè fenomeni fisico/chimici che possono modificare o generare le forme e le caratteristiche dei depositi ed in particolare[7]:
Il territorio del comune di San Zeno di Montagna è posto sul versante occidentale della dorsale del Monte Baldo e si sviluppa parallelamente al ramo stretto del lago di Garda. Il Monte Baldo è costituito principalmente da una piega anticlinale asimmetrica (con asse a direzione NNE-SSO) con la convessità disposta verso l'alto.[6] La sua origine è legata alle intense spinte compressive del Miocene, generatesi in seguito alla collisione tra la placca africana e la placca euroasiatica, avvenuta nel Cretacico superiore e, secondariamente, ai movimenti connessi all'intrusione del plutone dell'Adamello che determinò lo scollamento dal basamento delle Prealpi Bresciane (verso S-E).[6]
Nell’area del Monte Baldo, sia le sorgenti, sia la circolazione idrica superficiale sono condizionati dalla piovosità stagionale e dalle precipitazioni meteoriche; il regime dei corsi d’acqua è, infatti, prevalentemente di tipo torrentizio: le incisioni delle valli raccolgono ingenti quantità d’acqua durante gli eventi piovosi ma ritornano rapidamente asciutti poco dopo il termine delle precipitazioni.[6]
Lo sviluppo della circolazione idrica sotterranea è legata alle caratteristiche di permeabilità di ciascuna delle litologie presenti. Infatti nel caso del territorio del comune di San Zeno di Montagna si possono distinguere due ambiti idrogeologici distinti: quello degli acquiferi rocciosi e quello degli acquiferi porosi dei depositi sciolti.[6]
Il territorio del comunale, dal punto di vista climatico, si colloca in un’area compresa tra il clima sub-continentale della pianura ed il clima temperato–fresco della zona alpina. Le condizioni sono variabili e complesse grazie alla grande differenza di altitudine, alla diversa esposizione dei versanti ed alla ventilazione. Il clima di tipo mediterraneo, (come ci indica la presenza dell'olivo) è presente nella parte meno elevata ed è caratterizzato da estati secche, inverni non troppo rigidi e precipitazioni concentrate nelle stagioni intermedie. La temperatura media annua è stabile sui 13 °C (circa 3 °C in gennaio e 23 in luglio) mentre le precipitazioni piovose sono comprese tra i 900 ed i 950 mm/anno.[9]Salendo di quota le temperature diventano più rigide, tra gli 800 ed i 900 m la media oscilla tra i 9 ed i 10 °C e le precipitazioni annue si aggirano sui 1.300 mm con un’umidità relativa media del 60-65%. Intorno ai 1.000 m di quota le medie annuali variano tra gli 8 e i 9 °C (1-2 °C in gennaio e tra i 17 e i 19 °C in luglio). In prossimità delle creste più elevate la temperatura media del mese di gennaio è di -4 °C e di circa 14 °C quella di luglio.[9]Sono più abbondanti nel mese di febbraio le precipitazioni nevose, più consistenti oltre i 900 m, dove la durata dell’innevamento supera la durata di 30 gg. Mediamente, i giorni di cielo sereno o poco nuvoloso variano tra i 190 ed i 260, mentre, sono circa 100 quelli con precipitazioni. L'intera zona è caratterizzata dalla presenza di micro-correnti e brezze che spirano soprattutto dal lago verso l’alto.[9] Queste sono responsabili delle condensazioni e delle nuvole estive che si notano sulle cime del Baldo e delle condizioni di clima mediterraneo che caratterizzano alcune strette e ripide valli fino ad alta quota.[9]
La superficie del comune di San Zeno di Montagna è di 2.825,75Ha , composta dal:
Nel comune sono presenti 40 aziende agricole ad indirizzo zootecnico (vacche da latte) e 10 allevamenti ovini/caprini ciò è stato rilevato in base ai dati del censimento ISTAT agricoltura 2000[10]. L'attività zootecnica ha grande valenza insieme alla coltivazione di alberi da frutto (circa 135, dal censimento ISTAT agricoltura 2000) composti per la maggior parte da castagni, le cui zone si mescolano con la superficie investita dal bosco. I castagneti da frutto, infatti, risultano essere uno dei prodotti agricoli tra più pregiati nel territorio comunale di San Zeno.[10]
Per quanto riguarda la fauna, il Monte Baldo[11] possiede una grande ricchezza e varietà di specie presenti con numerosi endemismi soprattutto tra gli invertebrati. Tra gli anfibi troviamo la presenza dell'ululone dal ventre giallo (Bombina variegata) specie sempre più rara nel contesto alpino. I volatili sono forse la specie che più rappresenta la componente di ricchezza quantitativa e qualitativa. Il loro numero è direttamente correlato alla fascia dell'altitudine e all’habitat relativo con una numerosa presenza di specie diverse soprattutto nell’ambito boscato delle fasce più alte.[12] Una citazione particolare deve essere riservata ai tetraonidi rappresentati dal francolino di monte, la pernice bianca, il fagiano di monte, il gallo cedrone e la coturnice ovunque in regresso nell’arco alpino che qui trovano ancora condizioni ottimali di vita soprattutto nelle pendici meridionali del Monte Baldo.[12]
Il territorio comunale di San Zeno di Montagna è interessato dalla presenza di due siti Natura 2000:
La presenza di gruppi di cacciatori nomadi nella zona di San Zeno risale al paleolitico, ma i primi insediamenti stabili sono del neolitico. Successivamente i Romani giunsero nella zona nel I secolo a.C.: la loro permanenza è testimoniata da tombe, urne funerarie e tegole.
Una delle prime fonti scritte su San Zeno è l'atto con cui il regno longobardo[senza fonte] cedeva al comune di Verona il distretto del Garda (1193). In questo periodo si presume che la famiglia "proprietaria" della zona erano i Dal Verme[19].
Intorno alla metà del '200, il feudo di San Zeno di Montagna, assieme ad altri possedimenti, viene assegnato a Nicola Dal Verme, uomo d'arme e giurista, politico e diplomatico degli Scaligeri. Proprietà che verranno concesse l dall'abate del monastero di San Zeno che le aveva in vicariato. A lui succederanno i figli Pietro e Giacomo, già signore di Bagnolo e di Nogarole Rocca. Dopo il bando a Pietro ed ai figli i feudi verranno trasmessi agli eredi diretti di Giacomo fino ad Ugolino.
Un diploma del 1351 conferma ai Dal Verme il vicariato di Montagna, con Pesina e Ceredello (Caprino Veronese) e Albisano (Torri del Benaco), mentre un diploma del 1354 assegna molte terre e pascoli sul Monte Baldo. In aggiunta, in questo periodo venne costruito un castello sui resti di una villa romana.
Nel 1377, dopo il perdono dal bando del 1354, rientrarono come co-eredi anche i cugini Taddeo Dal Verme e soprattutto Jacopo Dal Verme, grande condottiero, signore di Sanguinetto, Asparetto, Caprino Veronese, Isola della Scala, Bobbio e Val Tidone ed altri feudi nel pavese e nel piacentino. Alla sua morte però, avvenuta nel 1409, subentra totalmente il figlio Luigi Dal Verme (o Alvise), conte imperiale di Sanguinetto (feudo e titolo che assommerà tutti i feudi veronesi), e conte di Bobbio e Voghera, Castel San Giovanni e val Tidone e signore di altri feudi, che erediterà totalmente come unico proprietario dai cugini, ma nel 1437 verranno confiscati tutti i feudi veneti per la definitiva alleanza con Milano, rimanendo in eredità trasmissibile solo titolo nobiliare di conti di Sanguinetto.
Periodo favorevole per il paese di San Zeno è quello che combacia con l'inizio della dominazione veneziana: portò infatti grandi benefici e, in generale, ripercussioni positive per l'economia locale. Successivamente però, tra il 1797 ed il 1814, entra a far parte dei domini napoleonici, ma dopo la sconfitta francese il territorio passa all'Austria fino al 1866 (terza guerra di indipendenza).
Resterà un paese di confine fino all'annessione del Trentino al termine della prima guerra mondiale.
Risalgono al Paleolitico Medio i reperti più antichi ritrovati nel territorio del comune di San Zeno di Montagna, si tratta di manufatti di selce del Musteriano caratteristici del tipo umano neanderthaliano. Il reperto più antico, fu trovato in superficie a San Bartolomeo di Prada, una punta di pietra scheggiata da innestare su legno.[20]Negli anni '80 un paio di selci alterate da processi chimici di color biancastro furono ritrovate nei pressi della località di Lumini. Diversi utensili litici, risalenti al mesolitico, furono rinvenuti a Sperane di Lumini e sul monte Risare.[20] A Costabella si segnala uno sporadico ritrovamento in superficie di un piccolo nucleo fusiforme di selce scheggiata di cultura Campignana risalente al neolitico superiore. I rilievi montuosi più sud-occidentali del territorio comunale sono interessati da alcune incisioni rupestri risalenti all'età del bronzo. Allo stesso periodo si possono far risalire l’origine del toponimo Borno, in italiano assume il significato di "scheggia" o "parte di una roccia".[20]
La necropoli è stata scoperta nell'intervento condotto durante l'estate 2020, in occasione di lavori edili per la costruzione di un nuovo complesso residenziale. Si trova nella contrada più antica del paese, Ca' Montagna, dove sorge l'edificio più antico e importante dell'abitato di San Zeno: Ca' Montagna, il cui nucleo originale appartiene al 13º/14º secolo. A 50 mt da qui, è stata ritrovata una necropoli, all'interno di un'area ritenuta a rischio archeologico nel PAT comunale, in ragione di vecchi rinvenimenti sporadici di materiali protostorici (anni Settanta del Novecento, con nessuna collocazione precisa). In generale, nel comune i dati archeologici erano limitati e quasi nulli, uno dei problemi è che negli anni Ottanta del Novecento circa ha visto un grande sviluppo edilizio incontrollato poiché è diventato un grande luogo di villeggiatura rinomato e tutte le nuove costruzioni non sono state seguite e controllate sotto il punto di vista archeologico come accadeva di norma all'epoca.[21]
Una volta eseguito lo scavo sul campo, sono state rinvenute delle sepolture sulle tre sezioni principali risparmiate dallo scavo di fondazione degli edifici. Una volta aperto lo scavo si è provveduto ad arrivare fino a nord e ovest ai limiti della proprietà, a sud invece si è potuto indagare il limite naturale della necropoli fino all'affioramento di banchi rocciosi che sono molto presenti nella zona (scaglia rossa).[21]
Si è constatato che lo scavo e l'ubicazione di questa necropoli si trovano alla base di un conoide di deposito che porta verso sud ai terreni colluviali delle quote più alte, privo di qualsiasi rinvenimento archeologico. Sono state rinvenute 18 sepolture, suddivise in 3 gruppi: ovest, nord, sud. Alcune di queste su due quote diverse, dove parte di esse sono andate a rompere quelle inferiori. Particolarità delle tombe del gruppo sud è che sono state poste negli avvallamenti naturali del terreno, sfruttandoli.[21]
Si tratta di 18 inumazioni singole, tutte a fossa terragna ma non completa poiché buona parte delle coperture erano fuori terra, deposizione in nuda terra senza un fondo e in spazio vuoto, riempito nel tempo da depositi colluviali. Le coperture sono principalmente in lastre di scaglia rossa, roccia locale affiorante, queste non sono smozzate ma selezionate per le loro dimensioni, senza quindi alcun lavoro preliminare. L'orientamento è in due direzioni con la testa a nord o la testa ad ovest. Per quanto riguarda il piano altimetrico, si trova tra 585,13 e 586,54 sul livello del mare, quota importante per la sepoltura.[21]
L'ipotesi è che, trattandosi di sepolture molto semplici, senza corredo, si tratti di individui di ceto sociale medio-basso. Il quadro storico è chiaramente da approfondire, grazie anche agli studi approfonditi dell'equipe del professor Brogiolo. La questione è la seguente: la situazione che esiste a poca distanza da qui, San Zeno è subito al di sopra di Garda e Torri, sedi di civitates in quest'epoca, è possibile quindi far rientrare San Zeno di Montagna tra i possedimenti del monastero di San Colombano del priorato di Bardolino che dipende dall'abbazia di San Colombano di Bobbio e dipende dal grande feudo di Bobbio, che in epoca longobarda controlla gran parte dei feudi gardesani. Bisogna capire se l'influenza monastica arriva fin quassù e chiaramente a cosa è legata, ragioni economiche e politiche.[21]
Dagli studi, viene mostrato che l'ubicazione di San Zeno di Montagna sembra costituire un luogo di passaggio verso l'alto lago, offrendo risorse importanti come pascoli, legname e alcuni tipi di coltivazione.[21]
Lo stemma rappresenta l'immagine del vescovo Zeno, nell'iconografia classica ripresa dalla scultura in marmo policromato del XIV secolo del San Zeno che ride conservata nella basilica veronese, e alle cui spalle sono raffigurate delle cime montuose e uno specchio d'acqua simboleggiante il lago di Garda, sul quale si affaccia il paese. Il gonfalone è un drappo di rosso.
Oltre alla chiesa parrocchiale, nel capoluogo, troviamo altri luoghi sacri, di rilevanza per la popolazione locale. Fra questi, la chiesa di San Bartolomeo[23] a Prada Bassa, costruita nel Cinquecento e la chiesa di Sant'Eurosia, nella frazione di Lumini, sant'Eurosia[24], il cui culto è praticato per benedire i frutti della terra e scongiurare tempeste, fulmini e grandinate. Nella contrada di Prada Alta si trova invece la moderna chiesetta di San Francesco d'Assisi.
Sono presenti piccole cappelle anche nelle zone d’alpeggio, come la chiesetta della Madonna della Neve a malga Ortigara, risalente al Seicento, e la cappella di Sant’Eustachio al Montesel.
Un elemento architettonico di culto, tipico della zona e fortemente voluto dalla comunità, è costituito dai capitelli. Essi rappresentano l’espressione religiosa popolare e spesso è possibile trovarli agli incroci delle strade e lungo i sentieri, sui confini di proprietà agricole, all’ingresso delle contrade o sulle alture. Secondo la tradizione, le famiglie si radunavano attorno ad essi in occasione della recita del rosario, delle viae crucis, delle feste tradizionali e delle rogazioni, processioni penitenziali di propiziazione per il buon esito delle semine e dei raccolti.[22]
Le malghe sono un edificio tipico montano, molto presente nei comuni del Monte Baldo. Alcune di queste sono ormai inutilizzate (soprattutto quelle che non sono raggiunte da strade), ed alcune versano in stato di abbandono.
San Zeno di Montagna è nato originariamente come un insieme di nuclei sparsi, identificabili con le 15 contrade: San Zeno, Ca' Montagna, Ca' Schena, Canevói, Sperane, Capra, Ca' Sartori, Le Tese, Castello, Laguna, Borno, Villanova, La Ca', Pora, Pra' Bestemà. Dagli agli anni ’60 in poi, visto le numerose nuove costruzioni sorte, tra cui strutture turistico-residenziali e nuove stalle, il paesaggio naturale e urbano è stato modificato. Il paese si sviluppa con continuità per lo più lungo la strada provinciale n. 29 che collega San Zeno a Prada. Le contrade si contraddistinguono per la loro architettura originaria, rappresentata dalle corti agricole del passato. Si tratta di insediamenti di origine medievale, ma sviluppatisi soprattutto dal XVI al XVIII secolo. Di solito sono formate da una casa padronale affiancata da case di contadini. In ogni contrada inoltre è presente una fontana per l’approvvigionamento idrico delle case e delle stalle.[32][22] È possibile distinguerle nel dettaglio, in:
Età | Celibi
/Nubili |
Coniugati
/e |
Vedovi
/e |
Divorziati
/e |
Maschi | Femmine | Totale | |
% | ||||||||
0-4 | 52 | 0 | 0 | 0 | 28
53,8% |
24
46,2% |
52 | 3,6% |
5-9 | 49 | 0 | 0 | 0 | 26
53,1% |
23
46,9% |
49 | 3,4% |
10-14 | 56 | 0 | 0 | 0 | 34
60,7% |
22
39,3% |
56 | 3,9% |
15-19 | 52 | 0 | 0 | 0 | 24
46,2% |
28
53,8% |
52 | 3,6% |
20-24 | 68 | 2 | 0 | 0 | 28
40,0% |
42
60,0% |
70 | 4,9% |
25-29 | 67 | 9 | 0 | 0 | 41
53,9% |
35
46,1% |
76 | 5,3% |
30-34 | 57 | 10 | 0 | 1 | 33
48,5% |
35
51,5% |
68 | 4,8% |
35-39 | 38 | 29 | 0 | 2 | 35
50,7% |
34
49,3% |
69 | 4,8% |
40-44 | 45 | 53 | 0 | 5 | 55
53,4% |
48
46,6% |
103 | 7,2% |
45-49 | 28 | 81 | 3 | 12 | 60
48,4% |
64
51,6% |
124 | 8,7% |
50-54 | 27 | 83 | 2 | 15 | 61
48,0% |
66
52,0% |
127 | 8,9% |
55-59 | 13 | 93 | 2 | 9 | 62
53,0% |
55
47,0% |
117 | 8,2% |
60-64 | 7 | 77 | 7 | 11 | 54
52,9% |
48
47,1% |
102 | 7,1% |
65-69 | 6 | 85 | 9 | 6 | 65
61,3% |
41
38,7% |
106 | 7,4% |
70-74 | 12 | 81 | 8 | 2 | 55
53,4% |
48
46,6% |
103 | 7,2% |
75-79 | 8 | 34 | 15 | 3 | 28
46,7% |
32
53,3% |
60 | 4,2% |
80-84 | 4 | 33 | 21 | 0 | 27
46,6% |
31
53,4% |
58 | 4,1% |
85-89 | 3 | 7 | 12 | 1 | 8
34,8% |
15
65,2% |
23 | 1,6% |
90-94 | 1 | 1 | 10 | 0 | 2
16,7% |
10
83,3% |
12 | 0,8% |
95-99 | 0 | 0 | 4 | 0 | 0
0,0% |
4
100,0% |
4 | 0,3% |
100+ | 0 | 0 | 0 | 0 | 0
0,0% |
0
0,0% |
0 | 0,0% |
Totale | 593 | 678 | 93 | 67 | 726
50,7% |
705
49,3% |
1.431 | 100,0% |
Parte del censimento dell'ISTAT sulla popolazione interessa anche la componente straniera residente nel comune di San Zeno di Montagna al 1º gennaio 2021. Sono stati considerati cittadini stranieri le persone di cittadinanza non italiana aventi dimora abituale in Italia e i dati sono stati ricavati in relazione ai risultati del censimento permanente della popolazione.[42]
Gli stranieri residenti a San Zeno di Montagna al 1º gennaio 2021 sono 149 e rappresentano il 10,4% della popolazione residente.[43]
La comunità straniera più numerosa è quella proveniente dalla Romania con il 22,8% di tutti gli stranieri presenti sul territorio, seguita dalla Germania (16,8%) e dalla Tunisia (10,7%).[43]
Maschi | Femmine | Totale | % | |
---|---|---|---|---|
TOTALE STRANIERI | 63 | 86 | 149 | 100,00% |
Abitanti censiti[44]
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
---|---|---|---|---|---|
1975 | 1985 | Giuseppe Campagnari | Democrazia Proletaria | Sindaco | |
giugno 1985 | maggio 1990 | Bruno Giusti | Democrazia Cristiana | Sindaco | [45] |
maggio 1990 | aprile 1995 | Cipriano Castellani | Democrazia Cristiana | Sindaco | [46] |
aprile 1995 | giugno 1999 | Cipriano Castellani | Centro | Sindaco | [47] |
giugno 1999 | giugno 2004 | Cipriano Castellani | Centro | Sindaco | [48] |
giugno 2004 | giugno 2009 | Adriano Peretti | Lista civica di centro-destra "Progresso in serenità" | Sindaco | [49] |
giugno 2009 | giugno 2014 | Graziella Finotti | Lista civica di centro-sinistra "Noi insieme a voi" | Sindaco | [50] |
giugno 2014 | giugno 2019 | Maurizio Castellani | Lista civica "Tradizione e Futuro" | Sindaco | |
giugno 2019 | In carica | Maurizio Castellani | Lista civica "Tradizione e Futuro" | Sindaco |
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