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principe di Calabria, conte di Sinopoli, aviatore e politico italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Fulco Ruffo di Calabria, principe di Calabria, XVIII conte di Sinopoli (Napoli, 12 agosto 1884 – Ronchi di Apuania, 23 agosto 1946), è stato un nobile, aviatore e politico italiano, eroe e asso del Servizio Aeronautico del Regio Esercito nella prima guerra mondiale, durante la quale conseguì venticinque vittorie aeree, ottenendo una promozione per meriti di guerra e venendo insignito di una medaglia d'oro al valor militare, di due d'argento, quattro di bronzo e di numerose altre onorificenze italiane e straniere.
Fulco Ruffo di Calabria | |
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Fulco Ruffo di Calabria in una fotografia d'epoca | |
Principe di Calabria XVIII Conte di Sinopoli | |
In carica | 15 marzo 1928 – 18 giugno 1946 |
Predecessore | Fulco Beniamino Ruffo di Calabria |
Successore | Fabrizio Beniamino Ruffo di Calabria |
Trattamento | Don Sua Altezza Serenissima |
Altri titoli | XIII Principe di Scilla Principe di Palazzolo Duca di San Martino VI Duca di Guardia Lombarda Marchese di Licodia Conte di Nicotera Barone di Calanna Barone di Crispano Nobile dei Principi di Scilla Patrizio napoletano Grande di Spagna di I classe |
Nascita | Napoli, 12 agosto 1884 |
Morte | Ronchi di Apuania, 23 agosto 1946 (62 anni) |
Luogo di sepoltura | Cimitero del Verano |
Dinastia | Ruffo di Calabria |
Padre | Fulco Beniamino Ruffo di Calabria |
Madre | Laure Mosselman du Chenoy |
Consorte | Luisa Gazelli di Rossana |
Figli | Maria Cristina Laura Fabrizio Augusto Giovanna Antonello Paola |
Religione | Cattolicesimo |
Fulco Ruffo di Calabria | |
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Fulco Ruffo di Calabria in tenuta da aviatore | |
Nascita | Napoli, 12 agosto 1884 |
Morte | Ronchi di Apuania, 23 agosto 1946 |
Luogo di sepoltura | Cimitero del Verano |
Religione | Cattolicesimo |
Dati militari | |
Paese servito | Italia |
Forza armata | Regio Esercito |
Arma | Cavalleria |
Corpo | Corpo aeronautico militare |
Specialità | Caccia |
Reparto | 1ª, 4ª Squadriglia per l'artiglieria, 42ª, 44ª, 70ª, 91ª Squadriglia caccia |
Anni di servizio | 1904 – 1905 1914 – 1934 |
Comandanti | Francesco Baracca Pier Ruggero Piccio |
Guerre | Prima guerra mondiale |
Comandante di | 91ª Squadriglia caccia 17º Gruppo caccia |
Decorazioni | Medaglia d'oro al valor militare Medaglia d'argento al valor militare (2) |
wwiaviation.com[1] | |
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Fulco Ruffo di Calabria | |
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Senatore del Regno d'Italia | |
Durata mandato | 6 aprile 1934 – ? |
Legislatura | XXIX |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Professione | Industriale-agricoltore |
Figlio di Fulco Beniamino Ruffo di Calabria e di Laura Mosselman du Chenoy, portò in vita i titoli di XVIII conte di Sinopoli, VI duca di Guardia Lombardi, nobile dei Principi di Scilla e patrizio napoletano. Divenne principe sul cognome il 15 marzo 1928.
Compiuti gli studi nel Collegio Mondragone di Frascati, il 22 novembre 1904 si arruolò a Foggia, come volontario, nell'11º Reggimento "Cavalleggeri di Foggia", alla Scuola ufficiali di complemento.
Nel maggio 1905 fu promosso caporale, nel novembre 1905 sergente, nel febbraio 1906 sottotenente.
Successivamente si trasferì in Somalia, dove rimase tre anni presso una società italo-belga che si occupava di commercio fluviale.
Allo scoppio della prima guerra mondiale rientrò in Italia e si arruolò volontario nel Battaglione aviatori. Conseguito il brevetto al Centro di formazione di Torino-Mirafiori nel 1915, venne inviato sul teatro di guerra.
Dopo le prime esperienze di volo dal settembre 1915 nella 4ª Squadriglia per l'artiglieria, il 9 agosto 1916 venne assegnato alla 70ª Squadriglia caccia. Il 23 agosto Francesco Baracca e Ruffo abbatterono l'Hansa-Brandenburg C.I del Zgsf. Anton Himmer della Flik 19 nei pressi di Merna. Il 16 settembre successivo abbatté, in collaborazione con Baracca e Luigi Olivari, un Lloyd C.II della Flik 16 a Staro Stelo di Caporetto.
L'11 febbraio Baracca (su Nieuport 17) con Ruffo (su Ni 17), il serg. Giulio Poli ed il caporale Antonio Pagliari (su Nieuport 11) abbatté un Br. C.1 del caporale Ludwig Fleck con l'osservatore tenente Wilhelm Siemienski della Flik 35 che, dopo aver colpito il serbatoio del Ni 11 del caporale Anselmo Caselli che rientrò in emergenza, atterrò in emergenza vicino a Premariacco dopo una battaglia sul cielo di Udine alla quale assistette Vittorio Emanuele III, che il giorno dopo si recò al campo per complimentarsi con i piloti. Dal 1º maggio 1917 venne assegnato alla 91ª Squadriglia aeroplani da caccia, la famosa Squadriglia degli Assi comandata da Francesco Baracca, alla cui morte, nel giugno 1918, subentrò nel comando fino al 23 settembre 1918, quando il capitano Ruffo assunse il comando interinale del nuovo 17º Gruppo caccia. Il 5 maggio 1917 Ruffo di Calabria abbatte un Hansa-Brandenburg C.I della Flik 32 su Vipacco, arrivando alla sua quinta vittoria e diventando così il quarto asso italiano in ordine cronologico. Il 10 maggio, verso le 11 di mattina, abbatté un caccia su Biglia (Merna-Castagnevizza). Il 12 maggio arrivò la settima vittoria di Ruffo quando, verso le 7 di sera, abbatté in combattimento un velivolo austriaco che precipitò ad oriente di Gorizia. Il 13 maggio Ruffo abbatté un biposto su Jelenik.
Il 20 ottobre 1918 venne colpito mentre era in volo oltre le linee austriache; miracolosamente riuscì ad atterrare ed a riattraversare il fronte. Pochi giorni dopo l'Austria chiese l'armistizio.
Nel corso della guerra gli furono riconosciuti 20 abbattimenti di aerei nemici, tra i primi cinque piloti della lista degli assi italiani della prima guerra mondiale. Gli vennero conferite la medaglia d'oro al valor militare, due d'argento e quattro di bronzo.
Finita la guerra, Fulco Ruffo di Calabria rimase nel Regio Esercito fino al 1925, congedandosi con il grado di primo capitano di cavalleria, nel Reggimento Piemonte Reale
Negli anni successivi si dedicò alla propria azienda agraria e a studi sulle piante. Anche in questo campo lasciò un segno della sua presenza, in quanto scoprì una varietà di trifoglio, il trifolium vesiculosum Savi, conosciuto con il nome volgare di "trifoglio Ruffo".
Nel 1934 venne nominato senatore del Regno d'Italia. Fu senatore questore dall'aprile 1939 al luglio 1944. Per questo motivo, nell'immediato dopoguerra, fu deferito all'Alta corte di giustizia per le sanzioni contro il fascismo (ACGSF)[2]. La richiesta di decadimento fu tuttavia respinta dall'Alta Corte per la comprovata avversione al fascismo e venne reintegrato nella carica di senatore.[3]. Occorre sottolineare che sia il primogenito Fabrizio che il secondo maschio, Augusto, furono partigiani impegnati nelle Marche nello sfondamento della linea Gustav da parte degli Alleati. Augusto perse la vita nel mare di Pescara durante un'azione congiunta con gli Alleati la notte tra il 2 e il 3 novembre 1943.[4]
Morì nella sua casa di Poveromo presso Ronchi di Apuania il 23 agosto 1946.
Il portale web dell'Aeronautica militare italiana ha proposto una pagina, intitolata "I grandi aviatori", dove vengono citate le maggiori personalità storiche dell'aviazione italiana, ponendo Ruffo tra di esse.[5]
Dal matrimonio di Fulco Ruffo di Calabria con la contessa Luisa Gazelli dei Conti di Rossana (1896-1989) sono nati sette figli:
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